sabato 26 settembre 2020

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INDICE: Sulle tracce della verità - Segni personali - Meditazioni - Il diavolo a Medjugorje - La via crusis dell'aborto


1446
Credo non vi sia neppure uno dei libri della Bibbia in cui non risuoni imperioso il monito...non peccate! Camminando sulla via del peccato tuttavia mi sono persuaso che Dio abbia dichiarato guerra al sicario della purezza, non con il fine di ottenere anime candide, ma con l'intento di far sperimentare l'impossibilità di estirpare dalle nostre viscere la radice del male. Risuona troppo spesso ed in maniera quasi ossessiva per non destare sospetto, è come se volesse spingerci dentro un vicolo cieco...tanto da indurre a pensare, quale ingegnosa eventualità, che abbia voluto farci sbattere mille volte il muso contro muro per farci saggiare l'amaro calice dell'umana impotenza. Dio con la bocca ci intima di non peccare, ma nel cuore spera che pecchiamo almeno fino a quando non prendiamo atto della nostra disfatta e ci disponiamo nelle condizione migliore per ricevere col perdono la corona della vittoria.

1447
Pochi giorni fa mi è capitato di leggere sulla locandina di un giornale che un signore rimasto anonimo del nostro circondario, ha devoluto una bella somma in beneficenza per pagare la retta di alcuni anziani in una casa di riposo. Mi sono rallegrato ed avrei voluto sapere chi fosse per guardarlo negli occhi e scoprire se il segreto di quel gesto affondasse le radici nella fede...e sono certo che tanti altri come me avrebbero voluto testimoniargli la loro ammirazione. Poi ho pensato, come siamo strani! Un uomo fa una cosa buona e tutti vorrebbero incontrarlo, mentre Dio che ha fatto tutto ottimo e tutto ci ha donato rimanendo al pari di quel tale nascosto...nessuno si sogna di andarsi a leggere due righe della Bibbia per cominciare a conoscerlo.

1448
Nulla dobbiamo temere...se abbiamo accolto Dio per Padre e Gesù Cristo fratello nella tribolazione, se nel nostro cammino abbiamo sempre cercato sinceramente la verità, se nelle nostre quotidiane esperienze abbiamo sperimentato di quale inconsistenza siamo fatti...e se non ci siamo abilmente ingannati per fare i nostri interessi.

1449
"Nello stesso modo anche lo Spirito sovviene alle nostre debolezze, perché non sappiamo ciò che dobbiamo chiedere in preghiera, come si conviene; ma lo Spirito stesso intercede per noi con sospiri ineffabili" (Rm 8,26)
Da quando ho reciso ogni legame con la Chiesa Cattolica, circa dieci anni, ed altrettanti precedentemente impiegati per mettere a fuoco le sue adulterazioni dottrinali...la fonte della mia preghiera si è a poco a poco affievolita fino a disseccarsi completamente. Non prego più da troppo tempo e non ne sento la necessità, eppure ricordo che recitavo fino a tre rosari al giorno con grande gioia nel cuore e scrivevo addirittura preghiere. Ci sono stati momenti in cui mi sono sentito sulla via della perdizione proprio a causa di questa aridità, ma oggi ho scoperto che lo Spirito di Dio che abita in me...lo ha fatto in vece mia. Salendo il monte del Signore giunti in vista della vetta non si riesce più a distinguere ciò che ribolle nel nostro cuore di carne e ad esprimerlo con le parole. Allora lo Spirito intuendo il nostro smarrimento prende in mano la situazione e conoscendo le necessità delle nostre anime, attraverso il linguaggio dei sospiri le diffonde nelle dimore celesti.

1450
"Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente...e il prossimo tuo come te stesso" (Mt 22,37-39)
Mi pare di aver individuato un escamotage per scoprire se si adempie al più importante dei comandamenti, quello dell'amore donatoci da Gesù, comandamento da cui dipende il corretto sviluppo della vita spirituale ed in ultima analisi la nostra salvezza. Tutti i cristiani danno per scontato di metterlo in pratica, ma ci sono dei rilevatori che sembrano sconfessarli. Uno di questi è quello di trovarsi in punto di morte avendo quale più grande desiderio d'incontrare i propri cari passati a miglior vita prima di noi. Ad un passo dall'ingresso nel Regno dei Cieli e ad una manciata di respiri dal trovarsi di fronte al volto dell'Eterna Sorgente dell'Amore, della Bellezza e della Verità...bramiamo i volti delle persone a cui siamo rimasti attaccati morbosamente durante il pellegrinaggio terreno. E questa io credo sia la prova inoppugnabile che abbiamo disatteso al sacrosanto dovere di amare secondo quanto ci era stato raccomandato di fare.

1451
"Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me" (Gv 10,14) Credo che queste parole sigillino in maniera inequivocabile la simbiosi che c'è fra il pastore e le sue pecore, fra Gesù e i suoi discepoli. Inoltre a mio avviso sono rivelatrici di un principio di reciprocità che in virtù della proprietà transitiva investe l'eletto della capacità di sentire come Dio. Quindi almeno potenzialmente dovremmo essere in grado di giudicare rettamente le questioni spirituali, beninteso non grazie alla concessione di qualche particolare dono, ma per godere del privilegio di essere investiti dalla luce vera...quella che illumina ogni uomo che ha il coraggio di fissare gli occhi al cielo.

1452
"Il giusto cade sette volte e sette volte si rialza" (Prv 24,16)
Pochi giorni fa avevo aspramente criticato un signore che non era riuscito a controllare un impeto d'ira ed aveva distrutto un oggetto lanciandolo contro il muro: "ma come si fa" avevo sbottato...nel giro di 24 ore ho fatto altrettanto. Allora mi è venuta in mente una sentenza dei Proverbi finalizzata ad umiliare chi si esalta, ma il mio narcisismo spirituale l'ha annientata facendo diventare quella caduta...rovinosa. Dal momento che non mi è tanto dispiaciuto per il fallo...quanto mi sono compiaciuto d'essere un giusto.

1453
"guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame" (Lc 6,25)
Papa Francesco ha molto successo con i cristiani del nostro secolo perché propone scorciatoie che permettono di evitare la strada maestra additata dalla Bibbia...quella della penitenza. Quando parla di giustizia sociale non precisa che dovremmo farci tutti poveri vivendo almeno dieci volte al di sotto dello standard attuale, se non ho capito male siamo in questo mondo per espiare, ma lascia intendere sia lecito continuare ad approfittare facendo in modo che tutti raggiungano lo status di benestanti. Quindi mira ad un'equiparazione verso l'alto che inevitabilmente finisce per catapultarci...nell'olimpo dei sazi. La pace che quotidianamente invoca nella preghiera non è quella che scaturisce dalla presa di coscienza che viviamo nella colpa, ma quella che si ottiene legalizzando tutte le droghe ed abolendo tutte le pene.

1454
"Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata" (Lc 8,5)
"I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori perché non credano e così siano salvati" (Lc 8,12)

Mi servo di questo passo del commento di Gesù alla parabola del seminatore per mettere in luce un iter che avviene piuttosto spesso. Nei semi caduti lungo la strada possiamo identificare coloro che sono venuti a contatto con qualche discepolo ed hanno avuto l'opportunità di ricevere spunti di riflessione per mettere in moto un processo di conversione. A volte queste persone ascoltano con grande interesse e sembrano comprendere perfettamente, ma poi quando ricapita di tornare sull'argomento prendi atto che di quello che avevi seminato non c'è più nemmeno il ricordo. Eppure sono persone intelligenti e capaci di profonda introspezione, dunque perché il diavolo riesce a portare via quella parola dai loro cuori seminata con tanta passione, perché Dio lascia che questo avvenga, cosa hanno fatto di male per meritare l'inferno? La risposta è insita nella parabola...sono colpevoli di averla calpestata! Laddove per calpestata si intende non averla riconosciuta come parola eterna e dunque non ritenuta degna di stare al di sopra di tutte le altre parole.

1455
"Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna" (Gv 6,54)
In ambito cattolico si va sempre più radicando la convinzione che queste parole siano da associare all'eucaristia e più si cerca di confutarle più ci si scontra con un'orba resistenza ad oltranza. Stamattina ho percepito che su detta questione possano gettare un fascio di luce due passi narrati, uno in Ezechiele e l'altro nell'Apocalisse...in entrambi viene comandato ai veggenti di mangiare un libro. Io credo che Gesù quando ha pronunciato quelle parole ammiccasse al primo e qualche anno dopo la sua morte, quasi a conferma...è arrivato il secondo. In questi due episodi attraverso l'ingestione dei libri, il loro contenuto viene fatto interiorizzare ai prescelti affinché acquisisca il potere di operare in loro la trasformazione. Mangiare la sua carne e bere il suo sangue allora significa meditare in maniera scrupolosa il vangelo. Per sua carne s'intende il suo pellegrinaggio terreno e dunque riuscire a trarre insegnamenti dalle sue parole e dai suoi gesti. Per suo sangue si allude al sacrificio estremo e dunque sviscerare tutti i volti della sofferenza nella sua passione e morte. A questo punto si potrebbe obiettare, ma perché Gesù è stato così ambiguo, non poteva essere più chiaro e dirimere questo dubbio? La risposta è no, perché fa parte del tessuto biblico ideato da Dio al fine di disseminare trappole per coloro che vanno in perdizione. Nel nostro caso la trappola è destinata a coloro che si fermano ad una spiritualità carnale bramosa di vedere con gli occhi e toccare con mano quel mistero che può essere penetrato solo alla luce dello Spirito.

1456
"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze e il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22,37-39)
Papa Francesco alla presentazione della sua ultima enciclica ha avuto la pessima idea, nonché la spudoratezza, di tirare in ballo il poverello d'Assisi...confessando d'essersi ispirato a lui. Non l'ho letta, ma conoscendo il suo pensiero mi è bastato sentire l'odore che emana il titolo per avere un quadro preciso del contenuto. "Fratelli tutti"...è un'esecuzione, è il colpo alla tempia del cristianesimo nell'emisfero cattolico! Per comprenderlo basta fare un parallelo fra la diversità di atteggiamenti che i due hanno tenuto nei confronti delle altre religioni e dei propri fratelli nella fede. Quando il Papa si è trovato di fronte ai leader di altre confessioni mai ha reso testimonianza della speranza che dovrebbe essere in lui, si è limitato ad ascoltare e proferire parole vuote per non pregiudicarne la bonaria disposizione. San Francesco invece davanti al Sultano ha fatto l'impossibile per cercare di convertirlo brandendo fieramente il nome di Gesù Cristo. Per quanto riguarda il comportamento verso i propri discepoli sappiamo che il Papa prima ancora che condannare la depravazione dilagante, invita a confidare nella divina misericordia proprio come se la redenzione non fosse costata sangue. San Francesco invece gli ultimi sei anni della sua vita fu cacciato dal convento dai suoi frati perché li redarguiva fin nelle minuzie al fine di far rispettare i precetti del vangelo. Attraverso questa enciclica Papa Francesco ha svincolato il secondo comandamento dalle istanze a cui lo obbliga il primo, decretando l'interruzione di ogni rapporto fra la terra e il cielo.

1457
"Polvere tu sei e in polvere tornerai!" (Gn 3,19)
Fra pochi giorni verrà beatificato Carlo Acutis, un ragazzo morto 14 anni fa in odore di santità e per l'occasione è stato riesumato il cadavere al fine di trattarlo onde ottenere la mummificarne dei tessuti, unica via per bloccarne la decomposizione e renderlo presentabile alla devozione popolare. Io trovo questa pratica una grande porcheria e mi meraviglio che i genitori abbiano acconsentito a tale adulterazione lasciando che venga martoriato quanto resta del loro amato. Inoltre mi pare di poter affermare che tale consuetudine, in voga fin dai tempi degli antichi egizi, si ponga decisamente contro la volontà di Dio andando ad interrompere quel processo di smaterializzazione decretato il giorno della caduta.

1458
Non ho mai messo in dubbio la santità di Carlo Acutis, intesa quale rarissimo esempio di slancio verso il cielo da parte di un ragazzo tanto giovane e per di più in un tempo maledetto. Per quanto si possano non condividere le pratiche di devozione idolatriche entro cui è maturata...pratiche di una gravità tale da esserci la possibilità che ne abbiano addirittura pregiudicato l'eterna salvezza. Quello che sconcerta e che il cattolico non è in grado di afferrare, è che d'ora in avanti il diavolo userà il suo corpo come esca per alimentare la morbosità dei fedeli affamati di spiritualità carnale.

1459
"Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti" (Mc 10,43-44)
Lo spirito del vangelo esalta sopra ogni cosa il valore dell'umiltà, tuttavia analizzando il contesto di certe affermazioni di Gesù ci si accorge che tale virtù sembra destinata ad assumere una valenza legata al raggiungimento di uno scopo...e ben poco pregio si stimi abbia in sé stessa. Il messaggio che passa sembra essere questo: se oggi ti mortifichi, ti sottometti, ti umili...domani sarai fra i potenti, i ricchi, i vincitori! In pratica si celebra la modestia per poi premiare la più sfrenata ambizione...qualcosa non torna! Per uscire dall'impasse mi è venuto di pensare che il regno dei Cieli, non sia tanto da considerarsi un mondo nel quale si debbano consegnare dei ruoli che inevitabilmente porterebbero al formarsi di gerarchie, ma piuttosto uno spettacolo! Tipo un concerto...nel quale i primi altro non siano che coloro che si sono guadagnati il privilegio di vedere Dio da sotto il palco.

1460
"sono contento di morire perché ho vissuto la mia vita senza sciupare neanche un minuto in cose che non piacciono a Dio"
Attraverso una rapida ed incisiva revisione vorrei purificare l'immagine di Carlo Acutis, immagine che la Chiesa Cattolica ha deturpato esaltando della sua testimonianza di fede alcune peculiarità che sono in abominio a Dio. Questo affinché non vada oscurato il raggio di luce che ha generato nella sua breve vita a beneficio di tutti ed in particolare dei giovani. E' stato un seme buono gettato nel terreno più impervio del cristianesimo, eppure nonostante le sue radici corrose dal tradizionalismo asfissiante delle sacrestie è riuscito a dare molto frutto in virtù della purezza del suo slancio...ma un frutto destinato ad avvelenare le anime se non verrà decontaminato. Per convincere gli scettici che Dio esiste non era necessario ricorresse ad un'opera del demonio come i miracoli eucaristici...bastava la grazia che accompagnava ogni suo sguardo, ogni sua parola, ogni suo gesto per fugare ogni dubbio. Per sentire la Sua presenza non serviva che si sottoponesse a quotidiane maratone devozionali quali comunione, adorazione eucaristica, recita del rosario, pratiche tanto care all'impostura religiosa del tempo della fine...bastava che alzasse gli occhi al cielo recitando il Padre Nostro per riceverne l'abbraccio. Per essergli gradito non occorreva che bruciasse le tappe fino a desiderare la morte...sarebbe bastato che fosse restato bambino.

1461
"Tu che colpisci per sanare e uccidi per non lasciar morire lontano da te"
Credo che questa folgorante sentenza di sant'Agostino possa essere calata con pieno diritto di cittadinanza nella vicenda che stiamo trattando. Dunque alla fine che dire della vocazione di Carlo Acutis, è stato un esempio da imitare o meglio evitare simili esagerazioni? Può il suo capo essere ritenuto degno di cingersi dell'aureola del santo? La mia risposta è si! Per come la intendo io è come se il suo cammino di perfezione fosse stato interrotto alla quinta elementare, subito dopo aver superato a pieni voti gli esami. Di più non poteva sapere, di più non poteva vedere e neppure lontanamente immaginare. Ha compiuto il primo tratto del cammino cristiano come molti di noi dentro la chiesa, felici di saziarci dei suoi prodotti adulterati. Per un adolescente ambizioso la salita del monte del Signore è come la si intendeva agli albori del cristianesimo e la vissero eroi del calibro di Simone lo stilita...una sorta di Olimpiadi in cui primeggiare. E forse Dio lo ha preso così presto proprio per evitare, che rinchiusa nel cupo orizzonte clericale, tutta quella bontà andasse a male. Ma dopo le elementari ci sono le medie, poi le superiori ed infine l'università, laddove si sperimenta che le ricchezze che si possiedono perdono tutto il loro valore e l'eccezionalità che si credeva d'essere viene ridotta in cenere.

1462
A volte si ha l'impressione che questo virus sia più virtual psicosomatico che reale, fecondato dalla spasmodica attività ansiogena generata dalla criminosa informazione che quotidianamente ci viene sparata in faccia. Di fronte a qualsiasi tipo di sintomatologia si va a temere che possa essere l'esordio del famigerato covid19 e si bruciano le tappe dell'iter sanitario pur di arrivare alla sentenza del tampone. Se si risulta positivi può accadere che i più fragili vengano braccati dal terrore che il corso della malattia sia talmente lento da esporli al pericolo di non trovare posto nelle terapie intensive...ed allora si mette in moto un perverso meccanismo che accelera il peggioramento del quadro clinico e si va incontro alla morte per paura di non potersi curare.

1463
Ci sono due categorie di lavoratori che per quanto il mondo possa evolversi ed il progresso proiettarsi verso il futuro più avveniristico non smetteranno mai di avere un robusto ancoraggio con Dio ed una via privilegiata per il Regno dei Cieli...i contadini e i pescatori. Hanno la fortuna di ricevere direttamente dalla Sua mano attraverso i due grandi bacini del Creato, la terra e il mare, il necessario per il loro sostentamento tanto da possedere la capacità di inclinare naturalmente i loro cuori alla lode perenne. Invece nonostante abbiano quotidianamente sotto gli occhi i miracoli che la natura opera a loro beneficio, sono stati abbagliati dall'effimero che hanno razziato svendendo la sovrabbondanza della Sua grazia. Hanno dilapidato il patrimonio di consapevolezze che era stato tramandato di generazione in generazione per la loro salvezza, ma per i figli, i nipoti, i pronipoti dei vecchi pescatori e contadini che se ne stanno andando...la concessione è stata revocata e non vedo più speranza.

1464
"L'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali" (Sal 49)
Questo versetto semisconosciuto denuncia uno dei più grandi mali che affliggono l'uomo del nostro tempo, quel benessere che stando a quanto afferma la Parola...lo declassa ad animale. La sazietà materiale ha come immediato effetto di rimbalzo quello di buttare fuori Dio dal proprio cuore, dal momento che tale flagello provvede ad azzerare ogni anelito spirituale. Ecco che allora si spiega l'imperiosa effusione sentimentale verso il mondo animale della nostra generazione! Gli uomini tarpati delle ali per innalzarsi nei cieli si ritrovano a fraternizzare con le creature a quattro zampe e scoprono un'affinità totale delle loro talentuose eccellenze con chi non ha che qualche funzione elementare. Anche san Francesco li amava fino al punto di chiamarli fratelli, ma li approcciava con quel pudore che impedisce di andare oltre il rispetto e la compassione.

1465
La dichiarazione del Papa sull'apertura alle unioni civili per le coppie omosessuali incarna magnificamente lo spirito anticristico di cui è intrisa l'impostura religiosa del tempo della fine. Dietro al mieloso buonismo spacciato per divina misericordia si cela una trappola diabolica per quei pochi gay timorati di Dio che vivono nella colpa...senza disperare tuttavia della salvezza. Con quello che può essere considerato il primo passo verso lo smantellamento di tale peccato si legittima la liberazione delle coscienze dalla necessità del ravvedimento...fino al punto di autorizzarle ad andare in giudizio senza l'onere di dover più giustificare quello che agli abitanti di Sodoma è costata la vita eterna.

1466
"proferirà insulti contro l'Altissimo e distruggerà i santi dell'Altissimo" (Dn 7,25)
Questa profezia di Daniele inerente i giorni della fine viene spesso cavalcata da Papa Francesco. Per insultare in genere si usano le parole, ma lo si può fare anche attraverso gesti sconsiderati...come prostrarsi per baciare i piedi ai comuni mortali. Per distruggere i santi poi non serve scatenare una guerra...basta lasciarli pascolare dentro le mura della Chiesa e spingerli sulla via spaziosa che conduce alla rovina.

1467
"A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio" (Gv 1,12)
"mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò" (Mt 13,25)
Pochi giorni fa Papa Francesco si è servito di uno dei più citati luoghi comuni per dimostrarsi solidale alla causa omosessuale affermando solennemente...siamo tutti figli di Dio. Nulla di più falso, lo confermano il versetto del prologo di Giovanni ed in maniera inequivocabile la parabola della zizzania. Sta infatti scritto che nel campo furono seminati, dapprima il buon grano dal contadino e poi la zizzania dal diavolo. Dunque gli uomini hanno matrici diverse, che però possono essere cambiate. Accogliendo Gesù Cristo abbiamo il potere di sradicare la zizzania che affonda fin dal concepimento in molti cuori...per restituire al terreno la verginità necessaria alla semina della Parola.

1468
La poesia "La pecorella" di Trilussa vorrei girarla al governatore della Campania De Luca per averla incarnata in maniera esemplare. Ieri nella quotidiana paternale ha sbandierato la radiografia ai polmoni di un malato di covid19 mettendo in guardia contro la letalità del virus...e facendo un figurone per l'amore dimostrato per il suo piccolo gregge. Sarà anche vero, però io che penso sempre male ho associato il suo dolore a quello dell'Omo della poesia ed ho ventilato l'ipotesi che la sua grande preoccupazione altro non sia che quella di dover dilapidare il tesoretto della sua regione in terapie intensive...e trovarsi alfine senza più uno spicciolo da investire in loschi affari.

1469
Il covid19, almeno fino ad ora, non è stato che la patetica imitazione di un flagello biblico. A prescindere dagli effetti considerevoli manca ancora di quell'energia vitale capace di mettere in ginocchio le coscienze e costringerle ad un severo esame. Ma ha generato un facsimile molto più letale, lo voglio chiamare l'opi666, che si è diffuso in maniera omogenea su scala mediatica forte del potere di generare una tale confusione da non riuscire più a far rilevare la differenza fra il bene ed il male. Questo flagello sono gli opinionisti di ogni nazione, razza, popolo e lingua, che facendo da cassa di risonanza ad ogni foglia che si muove nell'ombra, generano una miriade di microfratture nella compattezza delle poche certezze che ognuno ha maturato dentro. I flagelli divini uccidono le persone affinché gli scampati si convertano, questo mescola quei pochi brandelli di verità ancora in circolazione con lo sciame di voci incontrollate che scorribandano nell'etere...e le frulla all'inverosimile perché nessuno possa discernerle.

1470
"Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò" (Mt 11,28)
Nel nostro tempo a chi possiamo ritenere sia rivolto l'appello di Gesù ed a quali istanze si deve rispondere per essere inclusi nelle due categorie? In primis a chi cerca Dio in buona fede e con cuore retto, cosa per niente facile visto che la capacità di auto ingannarsi ha raggiunto vertici inimmaginabili...generando un esercito di falsi profeti che fanno incetta di proseliti. Poi a tutti coloro che sono affaticati dalla macerazione interiore di una ricerca della verità posta quale supremo bene da raggiungere...e oppressi dal peso di un'insufficienza che non può non palesarsi in chi si approccia alla Parola onestamente. Quindi è rivolto a chi percepisce dentro di sé la legge del peccato, una razza in via di estinzione dal momento che con il procedere dell'impostura religiosa i peccati finiranno per essere aboliti...anziché perdonati.

1471
Se oggi un cristiano non sente la necessità di un esodo di tutte le componenti della sfera personale verso la semplicità...c'è da dubitare dell'autenticità della sua vocazione. Il progresso purtroppo ci ha portati a vivere in una condizione di ferrea schiavitù da parte di molte cose affatto essenziali ed a stento accessorie...ingombri da eliminare poiché alla sensibilità spirituale recano lo stesso fastidio di mosche e zanzare. Siamo diventati come quelle equazioni piene zeppe di incognite, numeri, lettere, funzioni, parentesi, numeratori, denominatori, elevamenti, insiemi...che per dare un responso devono assolutamente essere ridotte ai minimi termini. I campi nei quali occorre intervenire a mio avviso sono quelli ad immediata portata d'azione e dunque facilmente abbordabili: abbigliamento, alimentazione e quell'igiene personale che per la quantità di opzioni di cui si va sempre più arricchendo sta diventando un'ossessione. Poi una volta disinfestati questi ambiti esteriori, la purificazione, se sostenuta dall'intento di perseverare nel cammino procede automaticamente verso quelli interiori.

1472
Il brutale attentato nella cattedrale di Nizza fa riflettere sul declino dell'Islam, un declino sul campo che potrebbe riflettere l'affievolirsi dello slancio ideologico. Sembra mancare, come altre azioni terroristiche degli ultimi tempi, della nobiltà che accompagna ogni impresa riconducibile alla guerra santa. Ma quello che lascia sgomenti è che questi irriducibili combattenti formati per anni nei campi di addestramento e dunque potenzialmente in grado di compiere gli attentati più efferati contro obiettivi militari...finiscono come ieri per ammazzare due donne armate di rosario e un sacrestano. E come se tanto non bastasse a ridicolizzare la crociata contro l'immoralità occidentale...si è fatto pure catturare.

1473
Josè Mujica, ex presidente dell'Uruguai, salito agli onori della cronaca per la sua condotta di vita estremamente spoglia che lo ha portato a rinunciare durante il suo mandato al 90x100 degli emolumenti donati in beneficienza...pur essendo ateo e marxista non può non essere accostato a colui che ha incarnato la virtù della povertà in ambito cristiano: Francesco d'Assisi. Hanno raggiunto entrambi la medesima sapienza, ma se il religioso ha potuto farlo avvalendosi dello slancio della fede che lo ha sollevato fino alle vette della contemplazione, il politico si è dovuto arrampicare con le sue sole forze denotando un eroismo superiore. E' riuscito ad amare il prossimo come sé stesso senza essere lusingato dalla promessa di un paradiso, né spaventato dalla minaccia di un inferno...dimostrando che i principi del comunismo sono fratelli del secondo comandamento.

1474
Quando ho letto che padre Alberto Maggi da quarant'anni concede l'eucaristia agli omosessuali ho compreso come Satana possa infiltrare nel cuore della chiesa dei sicari per uccidere chi ambisce ad una salvezza a prezzi stracciati. Non è tanto grave che abbia trasgredito le disposizioni dottrinali in merito a tale questione, quanto che abbia abolito quel peccato che come tutti i peccati, resta inoffensivo fino a quando se ne riconosce la tossicità mortale. Quando invece si fa passare la convinzione che Dio sta diventando talmente misericordioso da chiudere tutti e due gli occhi per permettere di calpestare le sue leggi...si entra nel concetto di scandalo! Giunti a questo punto si finisce per identificarsi con quell'invitato al banchetto di nozze che non avendo indossato l'abito nunziale fu gettato fuori nelle tenebre. Per dirla nella maniera più banale ma efficace possibile...è come se un uomo sposato che ha una relazione con un'altra donna, non solo fosse convinto di non fare nulla di male, ma pretendesse di portarla nella propria casa per farla convivere con la moglie. Attraverso questo goffo espediente che può essere avallato solo da chi è già mezzo traviato, lo spirito ribelle che ha preso dimora nel Centro Studi Biblici di Montefano sta spingendo un'infinità di anime verso l'inferno con il garbo dell'inganno!

1475
"Voi sapete come non sia lecito a un Giudeo aver relazioni con uno straniero o entrare in casa sua; ma Dio mi ha mostrato che nessun uomo deve essere ritenuto impuro" (At 10,28)
Non si capisce bene se Pietro abbia dedotto questo cambio di atteggiamento dalla visione avuta poco prima attraverso la quale gli era stato comunicato che gli animali non erano da considerarsi più impuri, oppure sia stata un'altra rivelazione a sdoganare il divieto di socializzare con i pagani. Se anche fosse così ritengo che padre Alberto Maggi, che fra i vari titoli vanta quello di biblista, abbia usato questo passo forzandone indebitamente il contenuto per legittimare l'omosessualità. La purità di ogni uomo alla quale fa riferimento il capo degli apostoli, credo sia quella che affonda le radici nella presa di coscienza che al cospetto di Colui che ci ha creati...in dignità siamo tutti uguali. Sono i comportamenti che adottiamo a segnare le distanze, comportamenti che scavano trincee se in opposizione alla Sua legge.

1476
Il macroscopico errore di fondo del pensiero di padre Alberto Maggi, il grande equivoco in cui è caduto nell'impostazione della sua visione teologica è mettere il benessere dell'uomo al centro dell'universo...e Dio al suo servizio. Attraverso questa subdola operazione ne capovolge i fattori fino al punto di far credere che la via angusta che conduce alla salvezza coincida con quella spaziosa che approda alla felicità terrena. Forse quello spirito ribelle che lo possiede fin dall'infanzia tanto da fargli intitolare un suo libro autocelebrativo..."Due in condotta" gli ha impedito di addomesticare il proprio istinto al fine di comprendere che Dio si è messo al nostro servizio incarnandosi in Gesù Cristo, il quale ha proclamato che il nostro bene passa attraverso l'osservanza della sua Parola. Giunti a questo punto si può anche concedere che la Parola con il mutare dei tempi possa andare soggetta ad un evoluzione interpretativa, ma mai fino a rinnegarsi come il biblista vuole darci ad intendere. Dunque quando afferma che se gli omosessuali trovano la pienezza della felicità nel vivere alla luce del sole la loro condizione anche Dio è contento...cala una menzogna sacrosanta! E' come se un padre il cui figlio soffre di depressione fosse contento di vederlo felice quando assume cocaina. La droga non è una cura come non lo è il peccato, sono eccitanti che permettono di perpetuare l'agonia fino al giorno in cui si decide di affrontare il problema in maniera seria...e non allegra come il frate suole fare. Dice anche molte cose vere e belle ricamandole di poesia con il suo sorriso accattivante, ma quando arriva al punto cruciale di certe tematiche il suo dettato crolla miseramente...proprio come il trucco sul volto di una vecchia signora alla fine della festa, tanto da risultare imbarazzante ascoltare quanto va a saltimbancare.

1477
Ha suscitato grande indignazione l'omelia di don Andrea Leonesi che ha denunciato la perdita di coscienza della gravità dell'aborto, usando al pari di Gesù quando predicava, quel linguaggio duro ma necessario per mantenersi fedeli alla verità. Solo pochi come Pietro comprendevano ed oggi comprendono che le parole di vita eterna denudano il cuore generando i presupposti per risanare l'anima...e proprio per questo inducono ad uscire a capo chino dalle chiese. I sacerdoti che minimizzano la gravità di certi peccati fino a sollevare le fronti dei fedeli grati per non essere accusati e parimenti istigano a credere che il più grave dei peccati sia non essere felici...sono falsi profeti!

1478
Don Andrea Leonesi nell'omelia che ha mandato su tutte le furie gran parte del mondo cattolico, nonché la sinistra femminista, fa un paragone poco felice dandosi la zappa sui piedi. Afferma che l'aborto sia un peccato più grave della pedofilia, forse desumendolo ingenuamente dal prendere atto che nel primo caso ci scappa il morto, mentre nel secondo solo il ferito. Purtroppo per lui il vangelo lo sconfessa laddove Gesù dice che chi scandalizzerà uno solo dei piccoli che credono in lui, è molto meglio che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato in mare. La pedofilia rientra a pieno titolo nella categoria. Quindi per quella colpa di cui si sono macchiati alcuni suoi confratelli il Signore indica la pena di morte, mentre per l'aborto nulla lascia pensare che di fronte alla presa di coscienza d'aver commesso un omicidio sia negato il perdono.

1479
"Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso" (Mc 10,15)
"Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" (Mt 11,25)
Queste limpide parole di Gesù impossibili da travisare credo si possano applicare senza alcuna riserva anche all'esegesi biblica. Dal momento che il regno di Dio viene manifestato attraverso la Bibbia, per entrare in armonia con la sua complessità occorre leggerla con estrema semplicità evitando di cadere nella tentazione di dubitare persino delle situazioni più inverosimili. Con l'avvento del Metodo storico-critico si è arrivati ad avvalersi di una serie di criteri di matrice scientifica per approcciarsi alla sacra scrittura...al fine di sviscerarne ogni aspetto. Criterio dell'imbarazzo, della discontinuità, dei molti testimoni, della coerenza, del rifiuto, delle tracce aramaiche, dell'ambiente palestinese, della vivacità del racconto, dell'amplificazione, della supposizione storica, del valore delle fonti, dell'antichità delle fonti, della variante più difficile, della variante più breve, criterio sinottico, criterio economico e argomento del silenzio. Per quanto sia lodevolissimo lo sforzo di cercare di passare ai raggi x ogni versetto, il versetto sopra citato ci intima di limitarci ad uno sguardo contemplativo che ci permetta di recuperare una verginità del cuore disposta a credere a quanto si dice...solo per fede. Dunque quella teologia che rivendica il diritto di scrutare la Parola di Dio con l'occhio dell'erudizione, alla luce di quanto emerso è un'eresia!

1480
"In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!" (Mt 5,26)
Queste parole di Gesù credo vengano buone per stabilire un termine di paragone sul significato della vita in proiezione eternità. Più precisamente sulle ripercussioni che genera ogni nostra azione, partendo dal presupposto che l'universo non venga governato dal caso, ma da una legge causa-effetto. Chi fa il male...delitto-castigo, chi fa il bene...elogio-premio. Il Karma, spina dorsale di buddismo ed induismo, insegna questa filosofia della giustizia che trovo umanamente compatibile, tuttavia alla luce della rivelazione cristiana possiamo ritenere sia stata completata dovendo far fronte all'esigenza di interrompere il ciclo Karmico con la fine della vita di ogni essere umano...al fine consegnarlo alla destinazione definitiva. Le due concezioni hanno in comune un elemento fondamentale, la necessità della purificazione. Nella visione orientale si compie attraverso varie reincarnazioni, mentre nel cristianesimo attraverso il percorso di dolore che viene imposto al nostro peregrinare.

1481
"E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno" (Rm 1,28)
Per cercare di capire le cause dell'omosessualità vengono ipotizzate ragioni psicologiche, biologiche o genetiche, ma san Paolo nel primo capitolo della lettera ai Romani propone un'interpretazione tanto semplice quanto incredibile all'uomo di oggi...attraverso una lettura spirituale. Dice che tale variante del comportamento sessuale è stata comminata quale punizione per essersi resi colpevoli di non aver voluto riconoscere Dio nelle opere da lui create...e non avergli dato gloria. Significa che di fronte al sole, al mare, al cielo, alle stelle, alle piante, agli esseri umani...un'intelligenza perversa ha voluto interrompere quella connessione con il Creatore che era stata programmata per risultare simultanea. E forse proprio perché viene disconosciuta l'interdipendenza fra Dio e la natura, il castigo è un atto contro natura.

1482
"Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità" (Rm 1,20)
Queste parole di san Paolo evidenziano che il negazionismo più assoluto è frutto, non dello scetticismo, ma del più insensato e feroce rifiuto. Per scoprire che dietro alla Creazione c'è Dio invitano a contemplare le perfezioni invisibili, non solo con gli occhi che sono capaci di cogliere la bellezza...ma anche con l'intelletto attraverso il quale è possibile sondarne le profondità. Posto di fronte all'incapacità, non solo di capire, ma neppure lontanamente di intuire...un cuore onesto confessa il proprio limite e si apre alla possibilità di quanto fino ad allora riteneva inverosimile. Un cuore superbo invece passa oltre, per non vedersi privato dell'opportunità di abusare della propria libertà.

1483
Un cristiano è appena abbozzato e dunque non abilitato a ritenersi tale fino a quando non sviluppa in grado eccelso due peculiarità della fede che hanno meravigliosamente incarnato due giganti del calibro di Francesco d'Assisi e Martin Lutero. Il primo la povertà evangelica, il secondo la ribellione sacrosanta. Sono virtù indispensabili affinché il sale della nostra testimonianza acquisisca quel sapore capace di comunicare la forza per agire. La povertà che impedisce di lasciarsi sedurre dalle ricchezze sotto qualsiasi veste si presentino, la ribellione che si fa figlia dell'urgenza morale di scardinare tutto ciò che si è radicato nei nostri cuori attraverso la consuetudine.

1484
Non sono negazionista e neppure credulone, ma voglio palesare una sensazione che percepisco sempre più spesso dal profondo in merito all'emergenza covid19...per provare a risvegliarla anche negli altri e sperare che scuota qualora sia legittima. Viviamo da troppo tempo sotto il martellante tam tam dei media che annunciano un inarrestabile peggioramento dal punto di vista sanitario, tanto che le strutture vengono date sul punto di collassare con medici e infermieri come sul fronte della terza guerra mondiale. Poi mi guardo intorno e sembra tutto normale, con la gente che cammina, lavora, scherza, respira. Allora penso che Porto Recanati sia un'isola felice e il dramma cominci non appena varcati i confini del nostro comune...che quelle immagini che ci vengono sparate in faccia riguardino Loreto, Potenza Picena, Numana, Ancona, Macerata. Poi sospetto che anche loro possano pensare la stessa cosa...d'essere stati risparmiati e godere dell'immunità dentro un vulcano in perpetua eruzione ed il problema cominci non appena varcati i confini della nostra regione. E così via...di confine in confine fino a varcare le frontiere della nostra nazione. E allora mi chiedo se non siamo tutti vittime di un incantesimo che ci ha resi scimuniti, un incantesimo nel quale il virtuale plasma la percezione del reale fino a farla credere per tutti tale e quale.

1485
"Tutti hanno traviato, sono tutti corrotti; più nessuno fa il bene, neppure uno" (Sal 14,3) Questo passo calza meravigliosamente per il nostro tempo nel quale siamo tutti corrotti, dai detentori del potere al popolo...entrambi convolati a nozze con il dio denaro che ci offre il benessere necessario per la nostra dannazione. E allora ci sta che Dio lasci si concepisca in laboratorio un virus capace di colpire soprattutto coloro da cui non si aspettava una pugnalata alle spalle. Proprio quegli anziani che avendo conosciuto la guerra e la fame non hanno avuto il pudore di rifiutare quel superfluo che al loro palato avrebbe dovuto suscitare un disgusto insopportabile, così da rendere testimonianza alla dignità della persona plasmata nella sofferenza. Al contrario si sono tuffati nella depravazione come monelli sovreccitati ed ora ricevono il giusto castigo per aver tradito lo spirito del vangelo.

1486
Quelli della comunità scientifica dei piani alti non sono forse servi del dio denaro al pari di politici, imprenditori, banchieri e massoni...non sono una grande famiglia capace di tutto pur di compiacere il diavolo? E allora non mi stupirei se questo virus dai mille percorsi irrintracciabili creato in laboratorio affinché rispondesse alle più perverse esigenze si diffondesse, non tanto attraverso i consueti canali, quanto grazie ad una certa quantità di tamponi appositamente infettati. Questa patologia prende forza sull'onda delle malattie da raffreddamento, che sappiamo seppure in forma leggera non risparmiano nessuno e quindi ha il potere di metterci tutti nel mirino. Uno ha il ha mal di gola con due linee di febbre, oppure sfiora qualcuno la cui tossicità è stata conclamata e subito pensando d'aver contratto la peste del terzo millennio si precipita a fare il tampone. A questo punto da appassionato ex lettore di libri gialli avendo acquisito la capacità di sospettare le trame più losche vado a presumere...che si ritrovi positivo! Se è giovane niente di grave, se invece anziano con patologie a carico si ammala con la possibilità finire in terapia intensiva. Con il peggioramento del quadro clinico si può sconfinare addirittura nel noir, imputando ad una cellula killer depositata attraverso i tamponi nell'atto del prelievo e predisposta a reagire al contatto dei farmaci necessari per curarli...l'origine delle complicazioni che risultano letali.

1487
La vita è una canzone, è fatta di musica e parole. La musica sono gli stati d'animo che ci accompagnano, in gioventù sempre ricolmi di letizia...le parole invece gli eventi che si susseguono. Ad un signore che oggi ha 58 anni, quando ne aveva 20 e frequentava la facoltà di sociologia, dunque nell'età in cui la musica della quotidianità è un puro piacere da ascoltare...la vita disse una parola tremenda. Un tragico incidente sul lavoro gli portò via suo padre, evento che ne segnò profondamente il destino...infiltrandosi in tutti i campi del suo presente sconvolse tutti i piani del suo futuro. A 55 anni fra lo stupore generale si è iscritto alla facoltà di pedagogia, all'apparenza senza grandi spinte motivazionali, quasi per diletto o per togliersi una soddisfazione e proprio in questi giorni ha conseguito la laurea. Ha un buon lavoro, una moglie, tre figli, due nipoti...chi gliel'ha fatto fare di rimettersi a studiare? Sono convinto che dietro alcune nostre decisioni ci siano sollecitazioni inconsce ed in questo caso la necessità di riconnettersi alla melodia che aveva in cuore prima della morte di suo padre. Non per riaccarezzare la spensieratezza perduta...ma per riportarlo in vita.

1488
Gesù Cristo e Alda Merini hanno in comune un destino beffardo che a mio avviso distorce la percezione delle loro figure. E' una questione d'immagine, ma sappiamo quanto nel nostro tempo sia fondamentale per plasmare gli orientamenti. Il Salvatore e la poetessa sono legati dalla stucchevole maniera nella quale vengono rappresentati: il primo infante, la seconda novant'enne. Ora che il diavolo abbia pensato bene di ispirare gli artisti a raffigurare Gesù in braccio a sua madre si può anche capire...dal momento che non può contraddire la madonna quando nelle apparizioni semina il verbo della menzogna. Ma la grande poetessa, si dovrebbe fare di tutto per sconfessare l'ormai consolidata credenza che sia nata, vissuta, morta e probabilmente...risuscitata vecchia!

1489
"Sii te stesso sempre. Fatti un dono vero: resta come sei"
Quando Alda Merini ha pronunciato questa sentenza il mondo doveva essere un paradiso e gli uomini tutti angeli, perché se la caliamo nel nostro tempo e la gente la prende per buona rischiamo d'innescare una catastrofe. I politici, i detenuti, i cattolici, tanto per citare alcune delle categorie più deleterie per la società...si sentirebbero autorizzati a non muovere un dito per migliorarsi ed anche ognuno di noi avrebbe licenza di permanere animalesco con il beneficio di conservare la coscienza a posto. Quest'affermazione presuppone che la scintilla divina presente in ogni cuore sia stata alimentata fino a produrre un atomo di bene, eventualità raramente riscontrabile di questi tempi, in caso contrario finisce per esortare gli uomini a valorizzare i propri limiti.

1490
"Ho vissuto di paure. Per coloro che conoscono l'invito offerto dal pericolo, ogni altro stimolo è indifferente, senza vita. Come uno sprone nell'anima, la paura lo spingerà dove procedere senza uno spettro al fianco sarebbe sfida alla disperazione"
Questa strepitosa poesia di Emily Dickinson non è facile da decifrare, ma qualora si riuscisse a ricalcarla sulle orme dei propri passi dona luce per leggere alcuni aspetti della nostra deriva sentimentale. Esordisce con una sentenza che delinea un orientamento comune a molti, aver vissuto di paure a causa di genitori onnipotenti in ambienti ostili, che attraverso il loro dominio hanno castrato le personalità dei figli...e parimenti costretto i loro cuori ad aver bisogno di emozioni forti per innescarne il battito onde sentirsi vivi. Prosegue denunciando come conseguenza una sempre maggiore necessità di stimoli vigorosi per superare la dipendenza dall'adrenalina che secerneva la paura...fino al punto di dover ricorrere alla massima meteora di cui possiamo disporre in questa vita per sperare: il sogno. Ma se i sogni non si avverano alla lunga mutano sembianze ed in questo sta l'intuizione della poetessa, aver scoperto che l'amore può diventare uno spettro.

1491
"Io Sono colui che sono" (Es 3,14)
"prima che Abramo fosse Io Sono"(Gv 8,58)

Io Sono è il nome che Dio conia per sé stesso quando è costretto a rivelarlo a Mosè e Gesù rivendica il diritto di assumerlo avendone piena coscienza fin dalla dimensione terrena. Io Sono rimanda all'eternamente presente...senza un passato, né un futuro delegati a porre limiti alla sua estensione in termini di tempo. Ma spingiamoci oltre cercando di immaginare il dove...dove possiamo rilevare la Sua presenza? In tutto direi, in ogni cosa creata: visibile o invisibile, grande o piccola, ferma o in movimento, buona o cattiva...ogni particella primordiale della materia viene alimentata dall'alito della Sua divinità. Lavoisier enunciando il celebre postulato: "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" ha circoscritto un limite del mondo materiale che abbraccia anche l'universo soprannaturale, stabilendo che ogni cosa creata non sia possibile ricondurla al nulla...proprio perché impastata d'immortale essenza. Questo potrebbe spiegare perché Dio non ha il potere di operare il supremo atto d'amore di eliminare l'inferno..."nulla si distrugge". E la possibilità di trasformarlo sarebbe negata dal perpetuarsi dell'ostinazione di rifiutare la conversione. Non essendo allora possibile svuotarlo...la sola maniera per distruggerlo era convincere a rifiutarlo! E il Salvatore ha lottato fino alla risurrezione per perseguire questo intento, lottato come un leone per evitare che neppure uno ci finisse dentro. Se tutti gli avessero creduto, ora l'inferno altro non sarebbe che un vuoto rudere abbandonato in un angolo sperduto del paradiso.

1492
"E Gesù rispose loro: Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture né la potenza di Dio" (Mt 22,29)
In queste parole è possibile leggere il corretto atteggiamento da tenere nei confronti di Dio e della Sua Parola...atteggiamento che a mio avviso spesso viene applicato in maniera diametralmente opposta a quella richiesta. Gesù parla di conoscere le Scritture e temo che oggi questa istanza, più che disattesa sia profanata, venendo a mancare il pudore con il quale ci si dovrebbe accostare. Dal momento che dovremmo porci dinanzi a Dio come bambini, non credo sia opportuno diffidare fino al punto di arrivare a vivisezionare ogni sillaba nella speranza di scovare qualche inezia che permetta di rivoluzionare quanto elementarmente esposto. Alla stessa maniera che fossimo chiamati a conoscere una persona...non è pensabile che si pretenda di denudarla al fine di ispezionare le sue intimità onde coglierne l'essenza. La malizia di questo atteggiamento produce il castigo dell'inganno! Se il Figlio di Dio durante il suo pellegrinaggio terreno ha avallato l'Antico Testamento significa che ci possiamo fidare di quel che fino ad allora era stato scritto...e per il Nuovo dobbiamo credere che il Suo Spirito abbia vigilato sulla sua stesura. Al contrario laddove invece dovremmo dispensare un credito di possibilità senza limiti...la potenza di Dio, spesso restiamo scettici facendo mancare al prodigio l'elemento necessario affinché si compia.

1493
"Non risparmiare al giovane la correzione, anche se tu lo batti con la verga, non morirà; anzi, se lo batti con la verga, lo salverai dagli inferi" (Pr 23,13-14)
Nella pedagogia divina lo schiaffo, la verga o il bastone, sono simboli destinati ad additare l'esistenza di un punto di rottura del rapporto...punto di rottura atto ad incutere quel timore capace di far desistere dall'oltrepassare il limite. Tale punto di rottura deve incominciare ad essere percepito dal bambino dal clima che si respira in famiglia fin dalla prima infanzia, al pari della presa di coscienza che l'amore dei genitori non può essere incondizionato. Poi dobbiamo saper tradurre dalla parola di Dio lo spirito che emana e così uno sguardo severo, o una parola dura, può avere lo stesso effetto di uno schiaffo...qualora il genitore sia riuscito a maturare nei suoi confronti un sufficiente peso carismatico ed il figlio a non perdere sudditanza. Non conterei troppo sull'eventualità che dando il buon esempio si possa riprodurre nel figlio il clone della migliore immagine di noi, piuttosto si corre il pericolo di ingenerare il bisogno di trasgredire per affermare la propria unicità. Da credente purtroppo devo aggiungere che spesso Dio per attuare indecifrabili disegni scompagina i buoni propositi della sana pedagogia facendo in modo che i figli vadano alla deriva, seppure non si sia sbagliata una virgola. E questo proprio perché i genitori tocchino con mano il fallimento dell'umana onnipotenza e comprendano che senza di Lui non possiamo fare nulla.

1494
"Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi" (Mt 7,6)
Questa sentenza di Gesù presenta quattro categorie non facilmente identificabili ed in genere viene presa come una vaga esortazione a non mischiare il sacro col profano. Per non rischiare di finire sbranati tuttavia conviene azzardarsi ad interpretarla, seppure non farà piacere a molti scoprire d'essere animali. Le "cose sante" sono tutto ciò che gravita intorno alla rivelazione cristiana e qualora accolte aiutano a penetrare il mistero, le "perle" invece a mio avviso rappresentano le personali testimonianze di fede e vediamo quanto Gesù le ritenga preziose dal momento che le addita con quel nome. Dalla Bibbia sappiamo che per "cani" si intendono i pagani...che sono gli adepti di tutte le altre religioni. Per "porci" invece oltre che i non credenti, l'evoluzione della precedente degenerata con il tempo, perché nella spiritualità non c'è stallo e chi non cammina guadagnando...cammina perdendo.

1495
Ieri guardando un bambino di tre mesi mi sono accorto di una delicatezza di Dio davvero sorprendente che ci fa capire quanto curi ogni minimo dettaglio nelle sue creature. Ho notato che due processi evolutivi del suo sviluppo, l'inizio della dentizione e la capacità di governare le braccia...si sono incontrati con un tempismo da orologio svizzero. Tutto ciò per consentirgli di trovare un po' di sollievo nel succhiarsi e mordersi le mani al fine di lenire il tormento che in questa fase affligge le gengive. Alla stessa maniera quando ci colpisce un dolore Dio ci manda sempre una consolazione, che però non prendiamo neppure in considerazione tanto siamo intenti a farci consolare dalle porcherie che ci offre il male.

1496
"Il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio" (Mc 13,12)
Non credo di fare un'operazione fraudolenta associando queste parole di Gesù ad un fenomeno che in facebook si va sempre più consolidando...e vista la drammaticità dei suoi effetti sotto il profilo morale, allegare ai segni della fine del mondo: la madre consegnerà a morte eterna la figlia. Segnala la picchiata del degrado della moralità e lo ritengo di uno squallore inarrivabile! E' vedere quante mamme perbene che hanno bellissime figliole, le mettono in vetrina attraverso sensuali selfie...consegnandole allo sguardo di cani e porci. Invece di nasconderle per non farle neppure sfiorare dai pensieri impuri le offrono a buon mercato alla fiera della vanità. "Venite uomini di qualsiasi condizione, età, razza, popolo e religione...guardate e immaginate come possa essere fatta la mia bambina nelle sue parti intime, annusate e deliziatevi del più pregiato elisir della bellezza". Ecco il messaggio che lanciate! L'unico motivo per cui penso si possa arrivare a tanto è obbedire ad una pulsione inconscia che vi spinge a far fare sul palcoscenico alle vostre figlie quanto voi avete sempre fatto dietro le quinte.

1497
"Giuda, con un bacio tradisci il figlio dell'uomo?" (Lc 22,48)
Il bacio di Giuda simboleggia il più perfido dei tradimenti, quello in cui si pugnala alla schiena un amico palesando un sorriso a 32 denti. Sembra la massima espressione dei voltafaccia che si possano mettere in atto, eppure nel corso della storia del cristianesimo ed in particolare in questi ultimi tempi si assiste a molto di peggio. Allora fu sufficiente un solo Giuda per arrivare all'eliminazione fisica di Gesù, oggi invece ne servono parecchi perché è il suo Spirito a dover essere annientato ed essendo diffuso in ogni discepolo non si può pensare di ricorrere ad una strage. Così mentre prima di ogni celebrazione eucaristica i Giuda in abito talare baciano l'altare, simbolo di Gesù pietra angolare della chiesa, durante l'omelia la grande apostasia avanza facendo allontanare i cuori dalla sua Parola con la strategia dei compromessi a destra e a manca...fino a quando non riesce nell'impresa d'indurre i fedeli ad onorarlo soltanto con le labbra.

1498
"Non era forse Esaù fratello di Giacobbe? Eppure ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù" (Ml 1,2-3)
Questo passo ci mette di fronte ad un problema a mio avviso irrisolvibile, capire la logica di Dio. Egli amò Giacobbe come aveva fatto con Abele, del tutto gratuitamente...e odiò Esaù come aveva fatto con Caino, altrettanto gratuitamente. In tutti e due i casi seminò zizzania affinché tra i fratelli si innescasse una frattura destinata ad ampliarsi fino alle estreme conseguenze. Come possiamo intravedere un fine buono in tale atto, dove possiamo trovare qualche elemento per giustificarlo? Una risposta parziale ci viene da Giobbe che attingendo dalla propria esperienza arriva a dire che la vita dell'uomo sulla terra è una milizia. Una risposta in linea con le esigenze dettate dal peccato originale, la vita quale perenne battaglia per non far trovare all'uomo un attimo di pace...dunque attraverso quella mossa Dio ha inteso agitare le acque affinché si adempiesse la sentenza emessa il giorno della cacciata dal paradiso. Ma occorre andare oltre per comprendere che è lui il Padrone e nel suo strapotere non è obbligato a tenere un comportamento ligio ad una corretta condotta morale, può permettersi di fare il bastardo quando e come vuole senza che nessuno si arroghi il diritto di protestare. Se si riesce a digerire questo concetto duro da masticare, si arriva a comprendere che non abbiamo altra scelta che quella di metterci al suo servizio. Scelta che confluisce nell'acquisizione da parte nostra della massima espressione della libertà sperimentabile sulla terra.

1499
"A casa ero la più piccola..."
Questa poesia di Emily Dichinson è un selfie della sua interiorità, che se accostiamo a quelli esteriori di tante ragazze del nostro tempo che riflettono fedelmente le loro intimità, palesano delle carenze enormi rispetto alla sublime poetessa americana evidenziandone le mostruosità. Esordisce con una dichiarazione d'umiltà affermando che scelse la stanza più piccola ed immediatamente dopo una di sobrietà...l'arredamento consisteva in una lampada fioca, un libro, un geranio ed il cestino. La lirica continua celebrando la sua vocazione alla solitudine ed al raccoglimento, patrimonio delle anime nobili che hanno conservato quella timidezza pudica capace di sublimarsi fino a sconfinare nella vergogna. Chiude sbattendo la porta in faccia al mondo ed alla gloria che avrebbe potuto ricevere per la sua grandiosa opera quando afferma...che avrebbe voluto sparire senza che nessuno se ne accorgesse. Che dire...si resta a bocca aperta! Guardate ed ammirate ragazze, vi presento...l'eternità della Bellezza!

1500
"siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe" (Mt 10,16)
Quante volte accade di soffrire a motivo di un sospetto che con il tempo scava un dolore sempre più acuto tanto da sfigurare, non solo i lineamenti, ma anche le viscere del proprio apparato comportamentale? Essere prudenti fino a diventare diffidenti è lecito, ma alla stessa maniera siamo chiamati ad essere semplici e dunque a non nutrire il tarlo che ci consuma con improbabili illazioni frutto di visioni figlie degli squilibri nel quale siamo precipitati. Il pericolo è quello di offrire il fianco al demonio per alimentare ulteriormente la menzogna nel nostro cuore e condurci a quella disperazione che è l'approdo della più illegittima afflizione...laddove ogni tormento è un castigo che ci si auto infligge per aver scelto di tifare per l'inferno.

1501
"Quando guardi a lungo nell'abisso l'abisso ti guarda dentro"
Quando Nietzche coniò questa perla probabilmente non riuscì a cogliere la pienezza del suo significato e soprattutto ad immaginarne i nefasti effetti. Per abisso credo volesse intendere gli stati d'animo che può generare la disperazione, nemici terribili e proprio per questo però facilmente identificabili. Oggi l'abisso si è fatto furbo e ricorre a vari travestimenti per fare in modo che sia guardato al fine di avere la possibilità di scrutarci dentro. Tanto per citarne alcuni di matrice mediatica: il Grande Fratello, Amici e porcherie simili, tanta parte dell'informazione e tutto il resto dell'intrattenimento...a cui incautamente concediamo, ritenendoli innocui, di ficcarci gli occhi dentro. Ricordo che le prime edizioni del Grande Fratello le si evitava come fossero la peste, poi le hanno insinuate con brevi spot per farcele assaggiare ed oggi ci ritroviamo a seguirli fedelmente discutendo animatamente per le ragioni di gente che è sede di tutte le disperazioni. L'aforisma del filosofo si è dunque compiuto oltre le sue più pessimistiche previsioni e l'abisso giorno dopo giorno ci trasforma in quello che guardiamo. Attraverso una sorta di quel fenomeno fisico che prende il nome di irraggiamento, trasferisce in noi la sua energia che va a depotenziare quel poco di buono che abbiamo dentro.

1502
"Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura" (Mc 16,15)
Vangelo significa "buona novella" ed io credo che fino a qualche decennio fa abbia conservato la capacità di rivelarsi con tutta la sua potenza ai cuori, senza dover rinunciare alla squisitezza della sua essenza. E' stato possibile perché il mondo non era simultaneamente collegato ed ogni sua manifestazione patrimonio comune, tanto da permettere alla Buona Novella di risultare una piacevole sorpresa e dunque capace di comunicare l'energia necessaria per accoglierla. Oggi l'effetto sorpresa è stato annientato dalla costante masticazione di temi religiosi sui social che hanno ridotto gran parte della teologia ad una poltiglia di eresie per nulla appetibili. La Buona Novella dunque non risultando più così "buona" e fiaccata dalla spietata concorrenza delle delizie intellettuali della nostra epoca, e neppure "nuova" dal momento che mille confessioni ne rimbalzano senza sosta la sua brutta copia...ha perduto il potere di fare presa sulle coscienze! Ed io credo che fino a quando non si verificherà un terremoto capace di restituire a questi due valori, bontà e novità, le loro peculiarità originali in seno all'immaginario collettivo...sarà bene astenersi dal predicare.

1503
Il mondo in questi ultimi decenni si sta evolvendo in maniera esageratamente sbilanciata verso la sponda femminile. Pian piano la donna è riuscita ad impossessarsi, non solo di ruoli che in passato erano di stretta pertinenza dell'uomo, ma anche di mansioni incompatibili con i propri requisiti...e laddove non arriva in virtù delle proprie capacità pretende che i conti tornino al centesimo attraverso le pari opportunità. L'insana ondata di femminismo si rileva persino nell'incidenza dell'omosessualità che risulta sproporzionatamente in favore del gentil sesso, dal momento che gli uomini omosessuali assumono caratteristiche marcatamente femminili, mentre nelle donne lesbiche raramente si riesce a percepire qualche connotato maschile.

1504
Credo che il Buddha, mai come quando gli chiesero di ammettere le donne alla sequela del Nobile Ottuplice Sentiero, perse la sua proverbiale flemma fino a restarne profondamente contrariato. Tuttavia dovette cedere per non sembrare discriminante, ma fece in modo di limitare i danni disponendo che se gli uomini dovevano mettere in pratica 250 precetti...le donne 500. E' come se in cuor suo sapesse che la donna possiede il doppio del potenziale distruttivo che ha in dotazione l'uomo e dunque per contenerlo fossero necessarie misure più drastiche. La Bibbia non fa che confermare tale tendenza dal momento che la responsabilità della caduta va attribuita in primis ad Eva che si lasciò sedurre dal serpente...per poi provvedere ad avvelenare Adamo. Dio nell'enunciare i comandamenti sembra aver tenuto conto della lezione e non pone più i due sessi sul piano della parità, declassa la donna fino al punto di legiferare rivolgendosi soltanto all'uomo quando gli ordina di non desiderare la donna d'altri....tralasciando di enunciare il corrispettivo. Facendo così intendere che alla donna da quel giorno fosse concesso di essere desiderata, ma non di desiderare.

1505
Credo che nessun evento sia mai stato tanto radiografato da tutti e da tutte le posizioni come la pandemia in corso. Sono state tirate in ballo le più impensabili macchinazioni pur di non arrendersi all'eventualità di una circostanza fortuita e finire sul banco degli idioti. La riduzione della popolazione mondiale, indurre alla vaccinazione per iniettarci qualche diavoleria capace di modificare il dna, una sorta di ginnastica per liquefare il singolo in massa, limitare l'espansione del dissenso delle destre, la medicalizzazione della vita, l'istituzione di uno stato di polizia. Che invece lo scopo di questa pandemia sapientemente gestita sia più sottile e non serva ad altro che portare a compimento quello che la politica non è riuscita a fare? Intendo a gettare le fondamenta per la creazione di uno spirito di fratellanza planetaria che non può avere accenti più marcati di quando lo si getta sulle basi della solidarietà contro una malattia mortale...piattaforma nella quale si trovano d'accordo coscienze di ogni nazione, razza, popolo, lingua e religione? E come ultimo atto l'introduzione del reddito universale per inaugurare quel paradiso sulla terra che agli occhi di Dio risulterebbe un colpo di stato!

1506
In questi giorni che precedono il Natale capita di sentire sacerdoti predicare come se l'Arca dell'umanità navigasse a vele spiegate con il vento in poppa nella direzione giusta...e dunque non fosse assolutamente necessario correggere la rotta. Siamo sprofondati nel cuore dell'epoca più depravata della storia e dagli altari non si leva il bisbiglio di un rimprovero. Un: "guai a voi ricchi, guai a voi sazi, guai a voi che ridete"...eppure rispetto allo standard evangelico siamo tutti ricchi, tutti sazi, tutti perennemente inclini alla leggerezza e alla risata. Si è perduta, non solo la coscienza del peccato, ma anche la misura della decenza e questo non solo nei fedeli, ma anche in chi veste l'abito talare. Siamo stati mutilati della capacità di guardarci dentro da quando ci siamo ritenuti degni di espatriare nella categoria degli eletti senza passare per la porta stretta e percorrere la via angusta. E questo ha comportato la perdita della facoltà di percepire il male che facciamo...perché ormai lo siamo!

1507
"Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo comprenderemo" (Es 24,7)
"Se non crederete, non comprenderete" (Is 7,9)
"Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete" (Mt 13,14-15)

Questi tre versetti, i primi due dell'Antico Testamento e l'altro del Nuovo, testimoniano in maniera inequivocabile che Dio si lascia conquistare solo attraverso l'atto di fede. Le tre affermazioni sono in ordine cronologico tanto da segnare il percorso di indurimento del cuore da parte del popolo di Israele. Nell'Esodo era ubbidiente...quanto il Signore comandava lo metteva in pratica ed a quel punto veniva concessa la facoltà di comprendere. In Isaia si percepisce un moto di allontanamento e risuona solenne l'avvertimento...se prima non si crede non viene dato di capire. Con Gesù si giunge al capolinea della diffidenza e viene decretata l'inappellabile sentenza...nella vita interiore si viene condannati alla cecità del cuore.

1508
"che speranza c'è d'essere uniti se non in te, mio Dio?"
Questo verso di altissimo profilo teologico del poeta indiano Tagore fa riflettere...soprattutto in questi giorni di Natale. In questi giorni in cui ci riuniamo con i nostri cari e sulle ali del clima creato dalla nascita del Salvatore sentiamo più viva che mai la connessione con coloro che riempiono a tempo pieno il nostro cuore. Queste parole ci dicono che il sentimento, per quanto possa dilatare la sua estensione, resta pur sempre confinato dentro la sfera carnale e come tale impedisce il contatto con le nostre peculiarità più eccelse. Se non siamo sostenuti dai pilastri di un credo autentico, capace di calibrare le facoltà dell'anima fino a ricondurle alla purezza originale, ci priviamo della possibilità di legarci al prossimo attraverso il solo vincolo che rende eternamente inscindibili. E allora anche se incateniamo le nostre intimità terrene, siamo distanti gli uni dagli altri e lontanissimi anni luce dal nostro unico vero bene, il solo capace di darci fraterna comunione attraverso il collante universale del suo amore.

1509
"Mt 2,1-18"
"Gn 22,1-18"
"2Mc 7,1-41"

Chi ha fede sa che nulla avviene per caso ed ogni tragedia contiene un seme capace di far fruttificare un esito buono. Questo ho pensato alla notizia di quel padre che ha accoltellato a morte i suoi due figli e poi si è suicidato, ho pensato alla mamma dei ragazzi ed a come avrebbe potuto farsene una ragione per portare a termine il mandato di giorni da scontare prima della liberazione...giorni traboccanti di laceranti ricordi ed asfissianti rimpianti. Per quanto le discipline umane possano aver fatto passi da gigante nell'arte di svelare gli enigmi, temo tuttavia non saranno mai capaci di dare delucidazioni sul senso della vita e sul significato del dolore alla luce della chimera di un'esistenza ultraterrena. Possono tamponare le ferite sanguinanti e lenire gli spasimi della disperazione, ma solo fino a quando il supplizio non diventa talmente insopportabile da esigere la sedazione. A tale quesito io credo possa rispondere solo Dio, ma per eventi che toccano la sacralità degli affetti più intimi non tramite i suoi ministri, lo fa personalmente lasciando attingere a chi è assetato di guarire frammenti di verità da passi della Sacra Scrittura che sono pozzi di sapienza. Mi pare che questo episodio possa essere messo in relazione ed avere solide affinità con tre episodi di crudeltà estrema della narrazione biblica: la strage degli innocenti, il sacrificio di Isacco e il martirio dei sette fratelli. Premetto che per essere investiti da tanta luce occorre disporsi a ricevere i benefici di una conversione della portata non minore di quella di san Paolo...e l'evento tragico vada inteso come l'essere sbalzati da cavallo sulla propria via di Damasco. Tutte e tre le vicende riguardano il rapporto genitori-figli ed a mio avviso servono per tracciare le coordinate entro le quali alla nostra libertà di amare è consentito muoversi. Mettono in evidenza la necessità di osservare un distanziamento mistico che ci consenta di comprendere che il vincolo che ci lega ai nostri cari diventa illegittimo quando pretende di rivendicarne il possesso esclusivo, che Dio è il vero Padre dei nostri figli e noi i loro genitori affidatari...e la morte per i bambini non è la tomba della vita, ma la porta del Regno dei Cieli. La strage degli innocenti ci rovescia un secchio d'acqua gelata in pieno in volto per scuoterci dal torpore delle nostre radicate convinzioni! Ci dice che Dio è il Padrone delle vite dei nostri figli che può usare a suo piacimento e non ci è consentito dissentire. Vuole riportarci alla cruda realtà che Lui è il vasaio e noi l'argilla...e non è contemplato che il fango si metta a polemizzare con la mente che lo plasma. Il sacrificio di Isacco ci presenta una grandiosa evoluzione nella comprensione da parte dell'uomo della pedagogia celeste. Abramo gli è diventato talmente familiare da aver compreso che qualsiasi cosa faccia è buona e giusta...e si fida fino al punto di acconsentire ad uccidere suo figlio. Il martirio dei sette fratelli agli occhi della nostra poca fede è fantascienza. Una madre a cui era stata donata la suprema visione delle verità ultime arriva ad incitare i suoi sette figli ad accettare il martirio e la morte pur di riaverli nella vita eterna. Nei brani che ho suggerito di sottoporre a certosina meditazione, c'è tanta di quella carne al fuoco da permettere alla riflessione teologica di raggiungere le vette più innevate della Rivelazione ed a chi ha patito traumi talmente enormi da mettere a repentaglio la propria sopravvivenza...di trovare consolazione e fondata speranza.

1510
"Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle" (Mt 23,23)
Mi servo di queste parole di Gesù per evidenziare un'ipocrisia che emerge puntualmente nelle feste di Natale allorquando il morso della colpa affonda più in profondità spronandoci a moltiplicare le opere di carità. Grande fermento fra gli operatori del settore che si fanno in quattro per rifocillare i meno abbienti, ma l'emergenza non finisce con le feste...tuttavia risulta sufficiente per arrivare al prossimo anno con la coscienza a posto. Il Signore però ci dice che la perfezione non sta nell'esercitare saltuariamente la bontà, ma nel perseguire la giustizia che qualora fosse praticata renderebbe inoperosa la solidarietà. Ed è la giustizia la grande crocifissa del nostro tempo, un tempo percorso dai singulti di una corruzione morale che ha il potere di farci sentire virtuosi quando facciamo gli straordinari...ma non avvoltoi, sanguisughe e sciacalli quando il resto dell'anno gestiamo i nostri affari.

1511
Girovagando per il blog della UAAR, "Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti" si ha l'impressione di avere a che fare con dei ragazzotti sovreccitati tutto muscoli e niente cervello...ed il giudizio non cambia dopo aver visionato la lunga lista di intellettuali di altissimo profilo anche morale che la affollano. Le motivazioni che adducono per alimentare la loro crociata sono in gran parte pretestuose a cominciare dall'invincibile cavallo di battaglia...il chilometrico elenco di atrocità compiute da Dio nella Bibbia, atrocità che si possono spiegare semplicemente rinunciando alla volontà di non capire. Ma la cosa che più colpisce è che ogni mente eccelsa razionalista quando parla di Dio finisce per sprofondare inesorabilmente nel banale. E' come se la grazia santificante di quel Padre che fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, per una questione di pudore non potesse permettere che lo si rinneghi con l'ausilio dei talenti di cui li ha beneficiati.

1512
"La madre era soprattutto ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché vedendo morire sette figli in un sol giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore" (2Mc 7,20)
C'è un personaggio della Bibbia che può essere considerato prefigurazione del Messia, non a caso una donna da cui ogni uomo pare debba procedere. Una sorta di Maria dell'incorporeo talmente ricolma di Spirito Santo da meritarsi a mio avviso l'appellativo di Gesù Cristo dell'Antico Testamento, in quanto pienamente in possesso nella sua caducità terrena...della sapienza divina. E' la madre dei sette fratelli torturati ed uccisi dal Re per essersi rifiutati di mangiare carne suina vietata dalla legge di Dio...madre che non solo esortava i suoi figli a non peccare, ma addirittura a lasciarsi ammazzare! Possedeva una visione talmente limpida del panorama spirituale da consentirle di raccomandare persino in quegli istanti la cosa giusta da fare...senza che le ingerenze della carne e del sangue potessero interferire. Questa fedeltà assoluta alla fine le ha ottenuto il premio più ambito...essere uccisa anche lei ed aver raggiunto prima di quanto potesse sperare i suoi amatissimi figli nel Regno dei Cieli. E voglio far notare una finezza di Dio...non l'ha lasciata sopravvivere neppure un giorno ai suoi cari. Non ha lasciato che scemata la fibrillazione emotiva dell'episodio, l'accusatore dei nostri fratelli potesse tentarla al suicidio facendole pensare di essere stata un mostro di madre.

1513
C'è un errore pedagogico nel quale a mio avviso oggi alcuni genitori a causa di un eccesso d'amore incorrono, quello di lodare ed esaltare i propri figli come modelli di comportamento ed in alcuni casi celebrarli addirittura come maestri. Non voglio negarne la veridicità, però sono fermamente convinto che certi meriti vadano testimoniati con estrema cautela e mai in pubblico. La strategia migliore è lasciare che vengano intuiti dai diretti interessati, omettendo di certificarli attraverso solenni comunicati. Nel legittimo tentativo di alimentare la loro autostima affinché crescano sicuri di sé, rischiamo di caricarli della pesantissima zavorra di dover sbalordire ad ogni costo e di conseguenza privarli della libertà di vivere nella spensieratezza la loro fanciullezza. L'elogio oltremisura li investe di una responsabilità tanto vorace quanto precoce...cercare di essere all'altezza delle nostre illimitate aspettative. Un simile stress, oltre che logorare l'autenticità del proprio ruolo nel vissuto familiare, va a minare gli equilibri dei rapporti con i coetanei facendo in modo che si stimino speciali...condizione che li mutila della possibilità di avere approcci semplici e lineari.

1514
C'è un grande paradosso che rivela l'esatta statura dell'attuale dignità umana. Da sempre ogni giorno 8000 bambini sotto i cinque anni muoiono di fame nel mondo senza che nessuno batta ciglio, mentre per qualche centinaio di morti over settanta si rimbalza un'emergenza planetaria senza sosta da una nazione ricca all'altra. Viene da chiedersi...come mai si spendono cifre astronomiche per salvaguardare la salute di una generazione che ha un piede e mezzo nella fossa e non ci si preoccupa di soccorrere vite appena sbocciate la cui sopravvivenza non costerebbe che qualche spicciolo della nostra opulenza? Inginocchiatevi davanti alle vostre coscienze e valutate, se alla luce di quanto esposto possa essere immorale usare tanti soldi per farsi vaccinare.

1515
"Gli disse Simon Pietro: Non mi laverai mai i piedi! Gli rispose Gesù: Se non ti laverò, non avrai parte con me" (Gv 13,8)
In un mondo che relega gli anziani sempre più ai margini del vissuto familiare fino a scaricarli nelle strutture parasanitarie a morire in solitudine, può capitare qualche caso in controtendenza nel quale un figlio si offra di accogliere il proprio genitore...ma si trova di fronte ad un rifiuto inappellabile. Le ragioni che vengono addotte sembrano di matrice squisitamente altruistica, ma in verità non sono altro che bonari pretesti per non lasciarsi amare, dettati dall'orgoglio di chi dopo aver dato tutto non acconsente di ricevere niente. Sembra assurdo...ma in questo tempo perverso lasciarsi amare è diventato più difficile di amare, il ruolo passivo del ricevente che non dovrebbe comportare alcuno sforzo è diventato insopportabile a causa di uno smisurato orgoglio. "Non avrai parte con me"...se non ti lasci accudire dice il Signore, se non collabori affinché il cammino del bene completi la circonferenza del suo miracolo, se pretendi di voler essere in credito nella materia che ha in obbrobrio il quantificabile.

1516
"Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero" (Mt 11,30)
Pochissimi cristiani oggi hanno coscienza del capitale ruolo salvifico di quella penitenza che viene considerata superata e superflua. E' sempre stata intesa come una serie di atti mortificanti per brevi periodi, ma in verità dovrebbe essere la più fedele compagna di ogni giorno della nostra vita. Lo scopo di questa pratica è di depotenziare la nostra brama di inebriarci dei piaceri di questo mondo al fine di forgiarci uno spirito contrito...associabile a quello di Adamo ed Eva dopo il peccato. Il tutto nel tentativo di controbilanciare lo smodato tenore di vita al quale ormai non sappiamo più rinunciare. Voglio portare qualche banale esempio per rendere comprensibile alla sensibilità dell'uomo moderno quanto siamo lontani dal fare il nostro dovere. La serie di angusti scenari che vado ad elencare naturalmente vanno intesi per tutta la durata del nostro cammino terreno. Risponderebbero dunque alle sue esigenze: un lockdown da zona rossa, una malattia invalidante, che piovesse giorno e notte, un mondo privo colori, un lutto, una guerra. Quando la penitenza ci viene imposta può pesare in maniera insopportabile, ma se siamo noi a recepire le istanze della divina giustizia ed infliggercela, alla luce di quanto compreso diventa un sollievo.

1517
Poco fa un amico commentando un mio post mi ha ironicamente dato dello "stilita"...e la cosa mi ha fatto riflettere, oltre che piacere. Non ci ero arrivato, ma grazie alla sua imbeccata ho capito che interiormente non sono troppo differente da quel Simone che in Siria, 4 secoli dopo Cristo, visse per 37 anni sopra una colonna. Da sempre le mie aspirazioni sono state scarsamente materialiste, come se fossi stato forgiato con tutt'altra vocazione, tuttavia riproporre oggi esperienze del genere risulterebbe quanto mai anacronistico...però vi sono situazioni capaci d'innescare i distacchi che si possono ottenere dal vivere sopra una stele, al fine di disporre l'animo a ricevere primizie d'infinito. A causa dei ritmi frenetici che impone questa vita forse non si possono mettere in pratica che per qualche ora, ma ci tengo a testimoniare che è ancora possibile usufruire dei benefici spirituali della più alta professione ascetica della fede. La mia colonna è camminare in campagna...ma vi sono altre finestre temporali dalle quali ci si può affacciare per scrutare l'ignoto: i silenzi della notte, le pause durante le quotidiane corse, le tregue nelle lotte. Quello che innalza da oasi per ritrovare le forze, al rango di colonna per proiettarsi nel mistero...è prendere atto che più si penetrano le profondità del cielo, più scema la conflittualità del nostro pensiero.

1518
Se dovessi fare un resoconto delle mie notti temo che ne verrebbe fuori un diario horror. Quasi sempre sogni angoscianti ed anche nel caso di assenza di attività onirica risvegli colmi d'affanno come se avessi corso a perdifiato...che si tirano dietro sensi di colpa, ansie per il domani, debiti con tutti, ricordi di pessime figure, coscienza di essere sempre stato...non all'altezza. Sono convinto che se con una telecamera capace di visualizzare gli spiriti si potesse riprendere il mio letto, si vedrebbe un andirivieni di demoni intenti a vessare l'anima di chi di giorno li ricaccia nell'inferno. Spesso a causa del dissesto provocato sono costretto a vedere la televisione per distrarmi e riuscire a riequilibrarmi...fino a quando placate le ansie poter tornare a dormire, per poi ricadere nel sonno e ricominciare inconsciamente a fibrillare. Stamattina aprendo gli occhi dopo l'ennesimo assalto delle tenebre, mentre vagheggiavo quanto possa essere bello svegliarsi sereni come fanno quasi tutti, mi è stato dato di capire...che quel lieto risveglio sarà il mio morire.

1519
"Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno" (Mt 9,15)
Non credo di deragliare dai binari della possibile interpretazione di questo passo affermando che i testimoni dello sposo debbano ritenersene egualmente destinatari...in vece dello Sposo. I discepoli che diffondono il suo verbo non di rado si sentono inutili dal momento che seppure vengono ascoltati, raramente vedono accolto quanto predicano. Quando poi si invita alla penitenza, per quanto non si pretendano flagellazioni e digiuni, ma al massimo di conformarsi ad uno stile di vita sobrio...la percentuale di adesione è pari allo zero assoluto. Non ci dobbiamo tuttavia scoraggiare e credo di intravedere uno spiraglio di luce nel pensare che quando saremo tolti a questa realtà, per riassaporare quell'essenza di vangelo che emanava dalla nostra povertà...spogliarsi del superfluo diventerà necessità.

1520
Oggi la depravazione si manifesta in maniera spudorata persino nell'alimentazione e solo poche rette papille gustative sono in grado di smascherarla. Stamattina mi hanno portato una fetta di crostata di una notissima pasticceria per farmi sentire quanto fosse buona, ma già al primo sguardo ho notato una malformazione...lo strato di marmellata era doppio rispetto a quello della massa che lo sosteneva. Vado ad assaggiare e come immaginavo vengo violentato da una nauseabonda colata zuccherina, che magari piacerà pure a chi ha le paratie della raffinatezza sfondate, ma che non può non contrariare chi apprezza i sani equilibri. Dev'essere l'esatto contrario! Al primo morso deve risaltare il sapore discreto della pasta frolla quale garbato approccio ad una prelibatezza da scoprire...e la sensazione di dolcezza, essendo dominante per vivacità d'intonazione, deve pervadere il palato con la delicatezza di un retrogusto.

1521
"Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti" (Lc 16,25)
Ho avuto un'intuizione che qualora fosse fondata darebbe alla penitenza un senso meno enigmatico di quello che le viene attribuito, eleggendola a stella cometa nell'economia della salvezza. Gli appelli alle rinunce gridati dai profeti in genere risultano essere, oltre che poco graditi, anche scarsamente convincenti a livello motivazionale. Non si capisce bene perché né cosa ci si guadagni nel fare sacrifici, se non di essere associati alla stucchevole immagine di santi vissuti nei secoli scorsi ormai fuori moda persino fra i tradizionalisti. Forse Gesù con detta parabola intendeva donarci la possibilità di aggregare la mortificazione ad un modello matematico facilmente comprensibile in termini di perdite e profitti...al fine di toccare le coscienze d'un popolo che fa del fattore economico il principale vettore del proprio orientamento. Sembra voglia metterci in guardia dalla nocività delle ricchezze e quindi ci autorizzi a disfarcene o quantomeno a cercare di limitarne le dannose conseguenze....dal momento che l'egoismo si è evoluto fino al punto di partorire un esercito di Epulone. La penitenza dunque potrebbe essere la maniera più efficace per segnalare a Dio il desiderio di volerci spogliare di quel ruolo nefasto che ci siamo trovati ad incarnare senza colpa...per tendere decisamente verso il povero Lazzaro che incarna la salvezza. Non è da escludere inoltre che a coloro che adottano un regime di vita austero, il Signore possa decurtare parte dei mali che erano loro destinati e quindi tale scelta possa assumere la valenza di prevenzione. Ed allora alleggerire il carico di beni malsani per impossessarci di alcuni disagi che ci permettano di evidenziare la nostra buona volontà di riequilibrare la bilancia dev'essere percepita quale urgenza...considerato che per entrare nel Regno dei Cieli occorre che l'ago penda dalla parte avversa.

1522
Pochi giorni fa mi è capitato di assistere ad una lezione di Liturgia ed ho preso atto di quanto venga curato ogni singolo componente del fastoso cerimoniale, tanto da far percepire il culto più come uno spettacolo che un rituale. Le chiese spoglie di ogni addobbo, laddove riecheggiava limpida la Parola di Dio sullo sfondo di un silenzio irradiato dall'assenza del non essenziale...sono ormai un ricordo. Oggi vengono sempre più affollate di immagini, armonie, canti, colori, profumi e quanto più è capace di partorire la passione per il varietà. Nel trionfo dell'esteriorità a mio avviso possiamo identificare uno dei sintomi principali di un'epocale crisi di fede che esige il massiccio ricorso alla vanità per sopperire con la forma al progressivo sgretolamento, in seno alle coscienze del nostro tempo...della sostanza.

1523
"Guai a voi" (Mt 23,13)
Sono convinto che molti atei conducano una doppia vita del cuore fino a quando non giungono in vista della morte. Credono intimamente in Dio, ma esteriormente non possono darlo a vedere. Ne cito solo uno, ma grandissimo...Fabrizio De André la cui spiritualità era stata definita: ateismo mistico. E' come se il mondo fosse la loro moglie e il Signore l'amante con cui intrattengono una relazione sentimentale clandestina. Tre possono essere i motivi che impediscono di uscire allo scoperto: la chiesa, la sinistra e la superbia. La chiesa perché ne hanno tale avversione da non riuscire a concepire che possa non essere indispensabile passare attraverso la sua porta per arrivare in Cielo. La sinistra perché qualora dovessero testimoniare la loro fede vedrebbero rivoluzionate le loro vite perdendo amicizie e reputazione. La superbia perché dovrebbero sottomettersi e fare la volontà di un altro, cosa non semplice quando si ritiene di possedere un'eccellenza d'intelletto. Ma in vista della morte, laddove ogni attimo può valere l'eternità, cadono tutte le riserve ed al cospetto dell'ultimo guai..."continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai".

1524
Donald Trump l'ultimo giorno della sua presidenza ha chiuso in bruttezza il suo mandato concedendo la grazia a molti suoi amici che si erano macchiati di reati finanziari. Il Messia tanto atteso dalle destre chiamato ad incarnare alcuni valori cari alla fede, ha finito per conformarsi al modus operandi delle sinistre e calpestare senza ritegno la giustizia. L'episodio sta a testimoniare quanto nei palazzi del potere rubare venga considerata una ragazzata ed i truffatori si sentano a loro agio come fossero a casa. Ma ciò che fa più male è prendere atto che di fronte ad una provocazione munita del potenziale per fomentare una rivolta, l'indignazione sia stata truffata dalla parte lesa...per l'ennesima volta!

1525
Stamattina guardando un programma sulla bellezza ho sentito dire una cosa emblematica che ha gettato un fascio di luce vergine sul rapporto uomo-donna. Mi pare d'aver capito che nell'antica Grecia una donna in tribunale arrivò a spogliarsi pur di ottenere un verdetto di non colpevolezza...e lo ottenne. Possiamo immaginare che i giurati di fronte alla sua nudità siano diventati accondiscendenti giungendo alla conclusione che tanta leggiadria non poteva commettere crudeltà...oppure che tanto splendore meritava ogni assoluzione. Sembra assurdo, ma io credo che oggi il germe di questo sopruso si annidi in ogni incrocio fra i due generi ed il sesso forte parta penalizzato in partenza. Lui possiede la forza per prevalere e negli ultimi tempi purtroppo gli capita di usarla di frequente, lei la seduzione che ha imparato a maneggiare con destrezza e se ne avvale sistematicamente. Alla luce di quanto rivelato se ne deduce che la donna ricorre molto più spesso alla violenza rispetto all'uomo e questo paradossalmente conferisce alla vittima una nobiltà che lo rende superiore ogni volta che rinuncia ad usare il suo superpotere.

1526
Poco fa mi è capitato di leggere il commiato di un uomo che manifestava il suo lacerante dolore per aver perso la moglie, uno sfogo tanto accorato da lievitare soavemente in nettare letterario...che mi ha procurato una grande commozione, oltre che una profonda compassione. Una coppia innamoratissima corroborata dalla complicità di un rapporto durato quasi mezzo secolo descritto in maniera talmente idilliaca da oscurare ogni concezione di armonia paradisiaca. Non essendo cristiano e dunque non sapendo bene come muoversi in tali circostanze ha cercato consolazione nel paventare un'illusoria eternità "nel Regno della Dea Natura governata dal Grande Spirito" nella quale le loro anime un giorno potranno essere libere di proiettarsi nell'infinito. A quel punto il mio fraterno sentimento di pietà ha cominciato a vacillare fino a mutarsi in rabbia e mi sono chiesto perché fra le soluzioni che le varie dottrine offrono dopo la morte, questo intellettuale di notevole spessore abbia scelto l'opzione più incredibile? Perché si è lasciato sedurre da una filosofia religiosa che possiamo ricondurre ad un panteismo neo pagano confinato nelle anguste pareti dell'ideale...piuttosto che rivolgersi a chi è sceso dal cielo ed ha camminato il nostro suolo dispensando risposte concrete? Spero di sbagliarmi, ma temo che il Signore di fronte a casi del genere non usi il mio buon cuore neppure per qualche minuto, ma vada su tutte le furie all'istante. Per essere stato costretto a nascere, vivere, morire...e risorgere per niente!

1527
"Rispose l'uomo: La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato. Il Signore Dio disse alla donna: Che hai fatto? Rispose la donna: Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato" (Gn 3,12-13)
Cito questo brano per mettere in luce quanto i principi della giustizia nel nostro tempo siano stati scardinati. I protagonisti della Caduta vengono ritenuti da Dio tutti e tre colpevoli: il serpente per aver ingannato, Adamo per essersi fidato di Eva e quest'ultima per essersi lasciata ingannare dal serpente. Tutti ricevono pesantissime condanne, anche Adamo ed Eva che oggi entrerebbero in tribunale quale parte lesa. Se rifacessimo il processo alla luce delle odierne regole del diritto neppure il serpente andrebbe in galera perché in questo mondo è diventato lecito essere ingenui, lecito non vigilare e lecito lasciarsi ingannare...e dunque il serpente non si sarebbe macchiato di alcun reato. Il giorno del giudizio dovremo rispondere di esserci fatti raggirare dalla religione, dalla politica, dalla televisione, dalla cultura, dalla pubblicità e soprattutto dalla nostra beata ingenuità...ed al contrario di quanto si potrebbe pensare non saremo considerati martiri, ma complici.

1528
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria" (Mc 13,26)
Forte della convinzione di aver intercettato alcuni segni dei tempi, da anni vado sensibilizzando i cristiani sulla seconda venuta di Gesù...che segnerà la fine del mondo. Più passa il tempo e più mi convinco d'aver visto giusto, tuttavia essendo un uomo e come tale passibile di cadere in potere del principe dell'inganno...potrei anche essermi sbagliato e dunque speso parte della mia vita in una vana caccia alle streghe. Se così fosse dovrei confessare il mio fallimento e cominciare a preoccuparmi per aver camminato per vent'anni nella direzione opposta a quella che percorreva la verità...e probabilmente essermi allontanato dalle istanze che imponeva il percorso della mia salvezza. Il mio slancio verso il ritorno del Signore è sempre stato superbo, il desiderio di vederlo comparire nel cielo sempre superiore ad ogni altro amore e dunque mai ha vacillato la mia fede nel credere che il nostro supremo bene...sia la definitiva comunione. Chi ama Dio sopra ogni cosa persino in un tempo ordinario dovrebbe intimamente percepire l'ossessiva attività del male, tanto da fargli ritenere santo l'anno idoneo ad ospitare il suo ritorno.

1529
"Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa" (Lc 15,21-24)
Queste sono le parole che il figliol prodigo disse a suo padre il giorno che fece ritorno a casa dopo aver dilapidato in maniera dissoluta l'eredità che aveva preteso. Il padre di fronte ad una confessione tanto accorata, nella quale denunciava il proprio misfatto e si infliggeva la più terribile condanna, non ha potuto che prendere atto di come il suo amore per la verità fosse maturato fino alla perfezione...permettendogli di cancellare quanto successo in quel nefasto arco di tempo. In quella risurrezione dopo la sventura possiamo anche vedere la nostra risurrezione nel Regno dei Cieli dopo la morte e capire che presentarci davanti a Dio a mani vuote senza neppure il conforto di un'opera buona non rappresenti un problema...tutt'altro. Se andiamo al suo cospetto con la coscienza d'essere brutti, sporchi e cattivi, ma pentiti...acquisiamo il potere di dare al nostro Padre Celeste ciò che non gli può procurare nessun altro fratello perbene: la notizia più bella e gioia più grande!

1530
"la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta" (Gv 1,5)
Ogni volta che vedo qualcuno messo sotto accusa per l'eccesso di zelo nel voler chiarire situazioni ambigue mi viene in mente questo passo del vangelo di Giovanni. Allora penso che la volontà di non indagare possa essere motivata da un'istintiva reazione di auto difesa per timore che tale prassi si espanda andando ad innescare nella propria coscienza un processo che costringa a fare i conti con la propria bassezza. Sia ben inteso che non parlo di chissà quali crimini, ma di scorrettezze talmente intessute nei vissuti quotidiani della nostra realtà da non essere più percepite come tali. Così per non essere impeccabili nei propri ambiti o peggio approssimativi, si finisce per diventare compiacenti e si contribuisce ad alimentare quelle tenebre che non avendo accolto la luce...sono state destinate ad aggregare nella benevolenza i fratelli nella menzogna.

1531
"Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,3-4)
"Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,6)
"Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,17-18
)

In questa sentenza sta il cuore della spiritualità cristiana, nel vivere l'essenza della propria fede in maniera clandestina come se si vivesse in un regime totalitario e si fosse perseguitati da un terribile despota. Questo despota è il diavolo che va spargendo il miele dell'esaltazione e fa di tutto affinché ci mettiamo in competizione con Dio nel fare il bene. A questo tendono le disposizioni di Gesù, che conoscendo la nostra pochezza è costretto a motivarle con l'esigenza di non farci perdere la ricompensa, ma in verità io credo fungano da incentivo per incoraggiare la cosa che più conta...l'intimità con Dio. Disattendiamo questo precetto ogni volta che riteniamo fallimentare la nostra testimonianza per non riuscire ad andare oltre i confini del nostro ambito...per chi lo fa scrivendo poi può diventare addirittura frustrante e fargli ritenere che se non diventa famoso è come se non si fosse convertito. Di fronte al verificarsi di un'eventualità del genere è bene fermarsi e fare il punto della situazione, perché facile che si sia confusa la crociata divina con la campagna per la propria affermazione. La mia miseria spirituale mi si è scolpita nella mente attraverso un'immagine che vado ad illustrare. Mi trovavo in un'aula insieme ad altri alunni mentre stavamo facendo un compito in classe, convinto di aver fatto un ottimo lavoro mi sono alzato tutto contento per mostrare ai miei compagni quanto fossi stato bravo ed accaparrarmi il meritato plauso...quando mi sono accorto della presenza del Maestro.

1532
"e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,4)
"e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,6)
"e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,18)

Queste affermazioni riguardano i tre pilastri del credo cristiano: le opere buone, la preghiera e la penitenza. Sono quanto vi sia di più fondamentale...eppure sono le più ignorate. Ci viene rimarcato che devono essere fatte in maniera strettamente riservata, oltre che per le ragioni esposte da Gesù, per fare in modo che il collegamento fra noi e il Regno dei Cieli non sia disturbato da interferenze terrene e la comunione possa essere più celestiale possibile. Ed allora se diamo una moneta ad un mendicante tenendo fede alle direttive...la nostra moneta ha più valore di tutti i tesori che prestigiosi personaggi possano donare in mondovisione. Se diciamo un Padre nostro nella solitudine delle nostre camminate...vale più di mille rosari recitati dai gruppi di preghiere dentro i fastosi santuari. Se facciamo rinunce o viviamo in maniera sobria badando che nessuno lo scopra...siamo più graditi degli eremiti che fanno della mortificazione un mestiere. Il fine ultimo di tali condotte non è dunque quello di ottenere, guadagnare, conquistare...ma donare a Dio la certezza di possedere il nostro cuore.

1533
Mi pare di poter affermare che possiamo incontrare Dio in due maniere ed in due luoghi diversi: noi che andiamo a Lui, o Lui che viene a noi. Nel primo caso colmiamo la distanza sulla base delle congetture acquisite dalle esperienze di chi l'ha conosciuto e ne veniamo talmente affascinati da trovarci al cospetto del frutto più appetitoso della categoria del mito. Nel secondo invece lo troviamo nell'intimità del nostro cuore e rimaniamo talmente abbagliati dalla sua onnipotenza da non riuscire più a vedere nulla, se non le nostre miserie smascherate dalla sua luce. Nel primo caso l'incontro produce beatitudine perché c'illudiamo di essere alla Sua presenza, nel secondo desolazione e solitudine...poiché lo splendore che emana non ci permette di vederlo, mette a fuoco le nostre iniquità e ci sembra assurdo che possa averci mai degnato d'uno sguardo.

1534
"la mia anima è triste fino alla morte" (Mc 14,34)
In genere si pensa che Gesù nell'orto degli ulivi abbia pronunciato queste parole per tre ragioni: essere stato abbandonato da Dio, dimenticato dai suoi discepoli e giunto alla fine della sua vita. A mio avviso c'è una quarta ragione che potrebbe aver inciso in maniera determinante a generare tanto scoramento e giustificare la tristezza mortale, l'aver preso coscienza che non solo era stato deluso da tutti...ma anche da sé stesso. Affermo questo in riferimento agli esiti della notte oscura che in quelle ore stava attraversando, notte deputata a purificare la sua natura umana, se siamo talmente lineari da pensare che sia stato costretto a sperimentare l'estrema fragilità carnale. Non parlo di purificazione dal peccato o simili miasmi, ma considerata la sua straordinaria sensibilità, dagli scrupoli generati dal pensare di non essere riuscito a sposare perfettamente e far convivere in armonia nel suo cuore le due nature. D'aver incarnato la natura umana con poca veemenza e quella divina con troppa debolezza.

1535
"mysterium tremendum e fascinans"
Il teologo tedesco Rudolf Otto ha usato questa suggestiva espressione per descrivere l'elemento essenziale del sacro...un mistero tremendo e affascinate. Oggi purtroppo è stato snaturato fino al punto di apparire sempre meno misterioso, affatto tremendo e di conseguenza, spogliato delle peculiarità virili...sempre meno affascinante. A scolorire in maniera determinante l'identità dell'azzeccatissima definizione è stato l'avvento del marianesimo che ha reso possibile pensare l'Assoluto, non più come un padre giusto, ma come una madre buona...e dunque fisiologicamente incapace di incutere quel timore necessario al nulla per avere un corretto approccio con il tutto. Qualche tempo fa mi è capitato di cogliere nello sguardo di un neonato fra le braccia di suo nonno il giusto atteggiamento da tenere di fronte a Dio e al suo mistero. Era uno sguardo incuriosito dalla sua unicità, allarmato dalla sua gravità, ma anche rapito dalla percezione del magnetismo della sua interiorità.

1536
Dopo aver assistito all'intervista di Antonio Ciontoli colpevole insieme alla moglie e i suoi due figli di aver maldestramente provocato la morte di Marco Vannini, fidanzato della figlia, morte per la quale hanno ricevuto in Appello una condanna di 14 anni lui e 9 i suoi familiari...ho cercato di capire il turbinio di sentimenti che poteva avere in cuore il presunto mostro. Credo che durante l'intervista sia stato sotto l'effetto di psicofarmaci perché in alcune fasi cruciali gli si riempivano gli occhi di lacrime, ma riusciva a non esondare nel pianto dirotto come ci si sarebbe aspettato e appariva seppur lucido...inebetito. Nel caso la condanna fosse confermata in Cassazione ha lasciato chiaramente intendere che non gli resterà altra soluzione che il suicidio, dal momento che grava sulla sua coscienza anche il macigno d'aver massacrato la vita dei propri familiari. Fra le altre cose credo sia stato un campione d'ingenuità nel suscitare lo sdegno dell'opinione pubblica, non tanto per il misfatto in sé stesso, quanto per i goffi e indecorosi tentativi di sottrarsi alle proprie responsabilità. In ambito religioso si dice che la contrizione non sia solo capace di rendere perdonabile ogni peccato, ma laddove fosse perfetta anche di estinguere la pena da scontare...quando rende coscienti che neppure la morte sarebbe sufficiente per riparare. Chi ha figli sa quanto dolore provochi causare loro qualche dispiacere e quanto sia penoso sopportarne il martirio del ricordo...mettiamoci dunque per un attimo al posto dell'ex sott'ufficiale della Marina per tastare quanto possa essere proibitivo sopravvivere in quelle condizioni. Se esistesse uno strumento per misurare, non solo l'estensione ma anche la multilateralità della sua disperazione e fosse concesso ai genitori della vittima di saggiarne l'anteprima, sono convinto che riuscirebbero a distinguere la bontà del loro calvario dalla malvagità dell'altro...e si prodigherebbero per fargli coraggio.

1537
"e più niente per poterti vergognare"
Temo che la coscienza civile italiana sia giunta al paradosso, tanto da non riuscire più a comprendere che spesso esalta...quanto decreta la propria condanna. C'è una canzone stupenda del 1975 scritta in collaborazione da De André e De Gregori..."Canzone per l'estate" il cui testo fotografa in maniera genialmente capillare lo squallore esistenziale nel quale siamo sprofondati...e lo fa con una poesia talmente sublime da generare un incantesimo che non ci permette di vedere che siamo noi i protagonisti. Viene fuori il ritratto di una famiglia borghese, come oggi ce ne sono tantissime, famiglie benestanti votate a quel culto del superfluo che si rende necessario per colmare il ripudio dell'essenziale. Così ascoltiamo attoniti questa canzone lasciandoci rapire dalla sublimità della sua musica per disinnescare la conflagrazione delle parole.

1538
"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13)
"Salve, Rabbì! E lo baciò. E Gesù gli disse: Amico" (Mt 26,49-50)
Questa sentenza di Gesù sconvolge i parametri con cui misuriamo la nostra affettività e stravolge i criteri con cui pesiamo la preziosità di quanto possediamo. Ci dicono che la cosa più grande che si può donare non sono le ricchezze, ma la vita...e i destinatari non devono essere i nostri familiari, ma gli amici. A questo punto viene da chiedersi...chi mai possiamo considerare tanto amici da meritare il dono gratuito del nostro bene più prezioso? Umanamente siamo portati ad orientarci verso legami confidenziali talmente consolidati nel tempo da essere sconfinati in fraterni...ma temo si debba andare oltre. Per amici forse vuole intendere una più ampia gamma delle nostre conoscenze con le quali intratteniamo rapporti cordiali seppure saltuari...ma credo che l'orizzonte debba essere allargato ulteriormente affinché quell'amore possa tendere ad ogni moltitudine. Un passo del vangelo ci fornisce una risposta sorprendente che per quanto possa essere teologicamente in aspro conflitto con il biblicamente corretto...la ritengo tuttavia degna di essere creduta. Gesù quando riceve il bacio da Giuda lo chiama incomprensibilmente "amico" facendoci intendere che il suo amore comprende anche i nemici, compreso il più acerrimo che lo tradisce decretando la sua condanna a morte.

1539
"Ama e fa ciò che vuoi"
Questa celebre sentenza di sant'Agostino che spesso viene usata per sdoganare i desideri più arditi a mio avviso è tanto inneggiata quanto fraintesa. La si identifica quale apoteosi della libertà e si comincia a scorribandare riversando l'attenzione sulla seconda parte dell'enunciato che brilla come una vivissima tentazione. In tal modo si permette alla fantasia di abbattere muri invalicabili senza tenere conto che la condizione posta per renderla efficace, la prima parte dell'enunciato...è tutt'altro che facile da attivare. Per far giungere a maturazione l'amore idoneo a fare ciò che si vuole, occorre percorrere fino in fondo il cammino cristiano, compresa la crocifissione. E una volta giunti alla sublimazione del proprio io, non si ha più voglia di fare nulla...se non contemplare Dio.

1540
L'Angelo disse: Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male!"
Meditando la passione di Gesù mi sono reso conto che non si può circoscriverla nell'arco delle poche ore che ne hanno scandito i rintocchi più penetranti. Considerata la sua sensibilità e lungimiranza c'è da pensare che abbia cominciato a patirne le ansie fin dai primi approcci con le parti avverse...e si sia poi perpetuata fra alti e bassi fino a quando non ha preso coscienza che avrebbe dovuto sacrificare la propria vita. Tuttavia io sono convinto che nonostante ogni elemento conclamasse un destino irreversibile, un'infinitesima parte della sua natura umana abbia sperato, come ultimo appiglio a cui attaccarsi per non sprofondare...che trovandosi nell'identica situazione di Isacco potesse avere il lieto fine. Che mentre i soldati preparavano i chiodi per conficcarli nella sua carne, Dio potesse sorprenderlo concedendogli la grazia per la fedeltà palesata fino all'estrema deriva del martirio. Abbia sperato che per redimere il genere umano fosse bastata la cieca disponibilità come era bastata per Abramo. Abbia sperato, dall'ingresso nell'orto degli ulivi fino all'undicesima stazione della via crucis, di sentire una voce potente dal cielo tuonare..."non stendete la mano sopra mio Figlio e non fategli alcun male".

1541
"Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio" (Lc 15,21)
La parabola del figliol prodigo è talmente folgorante da restituire la vista interiore anche a chi ha fatto della cecità lo scudo impenetrabile per fare i propri interessi. Non appena il Padre scorge da lontano il figlio gli corre incontro istintivamente commosso dal suo ritorno, ma il suo cuore trabocca di gioia cognitiva solo quando gli confessa la propria infamia. Siamo al culmine del paradosso laddove si sposano, avendo raggiunto il requisito necessario della piena consapevolezza, l'indigenza umana con la sovrabbondanza divina. Ognuno di noi per tornare a casa deve avviare una profonda revisione della propria condotta che lo conduca a denunciare candidamente quanto di delittuoso ha compiuto. Chi ha ucciso la propria onestà per accumulare ricchezze dovrà dire: Padre sono un assassino, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio! Ciascuno nel proprio ambito deve riconoscersi colpevole: Padre sono un imbroglione! Padre sono uno stupratore! Padre sono un ladro! Padre sono un usuraio! Padre sono un'idiota! Per ricevere l'abbraccio paterno siamo dunque chiamati a ricorrere al più efficace esorcismo, metterci davanti allo specchio e puntarci il dito contro.

1542
"Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Gv 8,31-32)
Questa sentenza di Gesù segna il cammino che conduce alla conquista della suprema vetta...la libertà. Oggi l'impresa è più ardua che mai, tuttavia ritengo ancora possibile arrivare in cima per impossessarsi della visione consolatoria. Dapprima facendo l'atto di fede, poi evitando gli infiniti tranelli che orientano verso spiritualità incorporee ed infine riuscendo a vedere nella Chiesa Cattolica il male assoluto. Giunti a questo punto si è messa a fuoco la verità e l'imperativo...è difenderla! Siccome viviamo nell'era della più spietata persecuzione, quella dell'indifferenza di coscienze senza palpito capaci di inquinare le nostre acque zampillanti con le loro paludi è la più temibile. Invito pertanto i beneficiati ad astenersi dal fraternizzare con chi non ha nulla da rimettere e nulla da guadagnare, per non rischiare di disperdere quanto hanno faticosamente acquisito. Ciascuno è tenuto a fare bene il proprio dovere testimoniando nel suo ambito con grande discrezione...seppure avvertano la pressione di un'esuberanza indomabile.

1543
Chi ama la Bibbia prima o poi finisce per sognare di assomigliare a qualcuno dei suoi personaggi più mitici: patriarchi, profeti, re, apostoli, martiri, Gesù Cristo i più ambiziosi...tutte figure nelle quali vorremmo immedesimarci al fine di acquisire vigore per inoltrarci nel mistero. Il mio modello invece non appartiene alle pagine della testo sacro, colui che vorrei essere si trova in uno scritto francescano e lo sento come una fonte di energia spirituale inesauribile. E' Bernardo...uno dei primi compagni di Francesco d'Assisi che viene ritratto mentre vestito di stracci sta andando in un ricovero di lebbrosi per portare loro qualche pezzo di pane frutto dell'elemosina. Sullo sfondo di questa cornice ci sono le condizioni estreme di ogni elemento: l'abbigliamento spoglio, un fagotto per bisaccia, barba incolta, una malattia terribile, il pericolo del contagio, odore nauseabondo, lo scarno cibo raccolto, l'aria gelata, l'inverno e come se non fosse abbastanza deprimente a questo scenario desolante la mia sete di perfezione esige sia avvenuto...in un giorno di neve spazzato dal vento. Perché tanto masochismo, sono forse diventato pazzo come lui, oppure alla luce della fede si può avvistare altro? E' solo in quel clima ostile che si purifica la nostra aspirazione d'infinito e la natura umana riceve il fervore necessario per proiettarsi nella sfera divina.

1544
Da qualche settimana in televisione vanno in onda le repliche della fortunata fiction "Don Matteo". Le prime stagioni sono veri e propri capolavori nei quali gli autori sono riusciti nell'impresa di far coesistere in maniera armoniosa il tema religioso, quello criminale e quello ironico...andando avanti poi il prodotto perde notevolmente di compattezza e qualità fino a diventare inguardabile, ma ringraziamo Dio per questo miracolo. Fra le altre cose ho avuto modo di apprezzare l'eccellenza dei contenuti teologici che di volta in volta emergevano arrivando addirittura a sorprendermi...tanto da farmi sospettare che ad intessere le trame sia stata una persona in odore di santità. Paradossalmente la goffa interpretazione del prete detective da parte di Terence Hill circonda il personaggio di un alone di misticismo che gli conferisce in sommo grado le tre virtù fondamentali della comunicazione spirituale: intensità degli sguardi, capacità di materializzare i silenzi e avarizia nel dosare le parole. Chi vuole progredire nella fede smetta di andare a messa, ascoltare Papa Francesco, leggere libri, recitare preghiere...Don Matteo è la via più breve.

1545
Credo di poter affermare senza timore di essere smentito che oggi la libertà sia diventata la materia prima degli spiriti più facile da reperire in ogni Paese del mondo, tranne che in qualcuno: Russia, Cina, Iran. Che poi sia di qualità talmente scadente da andare a male nel giro di una legislatura e di conseguenza ridurre nella peggiore schiavitù i popoli affratellandoli nella consuetudine a sbracare...solo a chi ha gli occhi aperti è dato di capire. Se a questo aggiungiamo quanto nel nostro tempo sia consolidata la tendenza di andare ad abitare all'estero, un po' per moda, un po' per esigenza...sorge spontanea la fatidica domanda. Perché chi vive sotto regimi totalitari il cui operato produce fra gli effetti collaterali quello benefico di contrastare il diffondersi della suprema piaga, la depravazione morale...perché anziché combattere per ottenerla nel proprio paese rischiando la prigione non va ad usufruirne altrove? Non sarebbe forse la soluzione migliore? Pare che in politica stia maturando lo stesso processo che ha annientato la religione...laddove Dio che un tempo era il padrone è stato scalzato dalla Madonna e relegato a suo garzone. Dunque non più Stati caratterizzati dalla ferma autorità paterna, ma con l'ausilio della democrazia Stati contraddistinti dall'accondiscendenza materna. E non sarebbe nulla se questa madre, una volta ascesa al potere ed assunta alla carica di Presidente...non scendesse in strada per vendersi al miglior offerente.

1546
Il decalogo è stato il primo attentato alla libertà dell'uomo, che toccato nel profondo del proprio orgoglio dal sopruso dell'imposizione, ha covato una spasmodica brama d'indipendenza sfociata nel nostro secolo nell'autolesionismo di massa. La frustrazione ha raggiunto livelli di saturazione tali, da far percepire l'esigenza della propria sovranità come un farmaco salvavita...senza conoscerne il principio attivo, a quale categoria appartenga, come vada assunto, in che dosi, per quanto tempo ed i suoi effetti collaterali. Possiamo dire che in certe realtà il mito della libertà ha generato la stessa dipendenza di una potentissima droga ed in mancanza della dose giornaliera che contribuisce a divinizzare il suo fantasma...non si riesce più, non solo a realizzarsi, ma neppure ad identificarsi.

1547
"Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo" (Mt 24,27)
Dalla sentenza di Gesù che annuncia le modalità del suo ritorno alla fine del mondo si evincono due peculiarità: che sarà improvvisa e visibile da ogni angolo della terra. Quindi l'imperativo che ci comunica...è tenersi pronti! La condizione necessaria per rispondere a tale esigenza è che il cuore sia libero da ogni legame vincolante che gli impedirebbe di vivere sommessamente proteso verso la parusia incombente. Tre tipi di legami a mio avviso hanno il potere di incatenare al suolo: la nostalgia del passato, la dipendenza affettiva dalle persone, l'attaccamento morboso alle cose. Non credo si pretenda che si debba ripudiare ciò che di buono si possiede, ma che si avverta quantomeno il disagio di amare perdutamente il transitorio. Questo disagio dovrebbe condurre a perfezionare le connessioni con tutto ciò che perisce e fare in modo si avverta un'infelicità di fondo persino nelle situazioni più rosee. Quando la fede è stata incanalata nel giusto binario deve sfondare le paratie dell'organo deputato a contenere il sentimento per far prendere coscienza che è sconfinata la sua capienza...e solo un amore infinito può colmarla.

1548
Ognuno è giustamente padrone del proprio corpo compresa la donna, ma quando rimane incinta si pone il problema se dover riconoscere al feto la dignità di persona e quindi salvaguardarlo da ogni tentativo di nuocergli, oppure lasciare alla madre potere di vita o di morte. Troppo spesso si finisce di fronte a scelte tremende solo per aver abusato della libertà di gestire in maniera compiacente l'atto sessuale e considerati i mezzi di contraccezione attualmente a disposizione...consiglio di non accampare scuse. Dunque ogni volta che si ricorre all'aborto credo si abbia il diritto di dare alla donna come minimo...della farfallina. Ma come si fa a non capire che se ti ubriachi d'inconsapevolezza dovrai sottoporti allo stupro dell'aborto, infliggere alla coscienza una ferita che non smetterà di sanguinare e vederti pedinare fino all'ultimo giorno...dal frastuono di uno spettro taciturno. Ed allora chi non ha ancora rinnegato la sua tempra femminista, gridi insieme a me contro la sua natura egoista..."no alla violenza della donna sulle mamma".

1549
E' stata condannata a trent'anni di carcere la coppia accusata di aver provocato la morte di tre vigili del fuoco nel tentativo di simulare un falso attentato per truffare l'assicurazione. L'opinione pubblica è stata sempre compatta nell'esigere il massimo della pena e temo non si trovi anima viva disposta a spendere una parola che non sia al vetriolo per gli imputati. Eppure io ritengo che abbiano avuto la sventura di veder condensato in pochi attimi quanto altri hanno la possibilità di spalmare nel tempo...facendo in modo che non si odano le deflagrazioni, né si rilevi il dolo di certe azioni. Quante truffe, inganni, raggiri, imbrogli, tranelli, frodi, estorsioni, trappole, insidie, vanno quotidianamente ad innescare combustioni lente nelle intimità delle persone che alla fine producono le stesse conseguenze: disperazione e morte. Se potessimo girare pellicole ed accelerare le sequenze dei fotogrammi tanto da farne film della durata di un paio d'ore, vedremmo messo a fuoco il nostro criminoso operare. Scopriremmo chi siamo in realtà e che nell'uccidere attraverso interminabili agonie c'è maggiore crudeltà.

1550
Come uno studente aspetta le vacanze dopo mesi chino sopra i libri, come un operaio aspetta le ferie dopo un calvario di fatiche, come un'innamorata aspetta le nozze dopo un lungo fidanzamento, come una donna aspetta di diventare mamma dopo una sofferta gravidanza...chi ha fatto tesoro della propria esistenza con la stessa speranza dovrebbe attendere la vita eterna.

1551
Stamattina appena svegliato ho avuto un'intuizione! Mi è parso di capire che la radice di molti mali della nostra generazione possa essere stata originata da un fattore completamente estraneo al ventaglio di quelli che in genere vengono presi in considerazione. Tanti anni passati sopra i libri di psicologia per cercare di interpretare i propri comportamenti, a frugare nei ricordi per risalire a significativi traumi, poi accostarsi alla filosofia per tentare di smussare razionalmente i propri angoli ed infine alla fede per azzerare tutto...e punto a capo. E stamattina appena aperti gli occhi scoprire che tutti i tuoi problemi potrebbero essere riconducibili ad una consuetudine dell'infanzia: aver giocato sotto il sole, quando non era ancora schermato dalle scie chimiche, senza cappello nell'ora di punta!

1552
Preso atto d'aver giocato nell'infanzia sotto il sole senza cappello nell'ora di punta, qualora si constatasse d'essere un pochino singolari nel senso benevolo del verbo...si deve convenire che si sono riportate importanti lesioni al cervello. A quel punto ci si trova di fronte ad un bivio. O ci si lascia andare scivolando per la china dell'eccentrico fino ad incarnare la figura del suonato, oppure ci si sforza di coltivare all'esasperazione quel pulviscolo d'ingegno che abbiamo tutti in dotazione...fino a partorire il genio. Nel caso si opti per la via angusta dell'intelletto occorre dedizione costante e vigilanza felina, perché mai come in questo caso si cammina sul fil di lama. E una volta imboccata quella strada non si può più tornare indietro per rivendicare il diritto di ritornar suonato...c'è il rischio concreto d'essere preso per scemo.

1553
"Ecco, verranno giorni - dice il Signore Dio - in cui manderò la fame nel paese, non fame di pane, né sete di acqua, ma d'ascoltare la parola del Signore. Allora andranno errando da un mare all'altro e vagheranno da settentrione a oriente, per cercare la parola del Signore, ma non la troveranno" (Am 8,11-12)
Da anni questo brano estremamente affascinante mi risuonava nella testa, ma solo ora mi pare di comprenderne il significato più semplice. Avevo sempre pensato riguardasse un determinato periodo storico nel quale Dio avrebbe disseminato trappole per ingannare il suo popolo, colpevole d'aver posato altrove lo sguardo...invece credo vi sia una spiegazione logica che punta l'indice sulla rivelazione biblica. Il testo rimanda all'elemento essenziale per la comunicazione della fede, la parola, che diventa capace di inseminare il cuore ogni volta che si verifica la condizione ideale. E questa condizione è l'intimità che si crea quando si resta soli con Lui...accomunati dallo spirito del testo scritto. Quindi in definitiva viene condannato il nomadismo d'una ricerca sterile per indirizzare verso l'esaltazione della più autentica introspezione interiore. Per trovare Dio non occorre andare qua e là, la parola che lo rivela si trova nella Bibbia che tutti abbiamo in casa...e il Signore si nasconde dietro ad ogni sillaba.

1554
Temo che in politica per registrare un fallimento della portata di quello del M5S occorra risalire a metà degli anni trenta del secolo scorso, quando in Germania la corazzata dell'ideologia nazionalsocialista alla percezione delle coscienze più attente...cominciò ad imbarcare acqua. A mio avviso i grillini, di cui sono stato un accorato sostenitore, possono essere paragonabili al nazismo per due motivi: la grande illusione che hanno generato attribuendosi il potere di rifondare la società e la conseguente delusione d'aver fallito senza averci provato. Alla luce dei fatti che quotidianamente ci passano sotto gli occhi è lecito pensare che la mediocre statura morale di tante ex facce pulite sia stata capace di premeditare quel taglio esteriore...addirittura fin dalla fase di progettazione. Meriterebbero un processo di Norimberga che metta a nudo il loro inganno, crimine che li ha sfigurati fino a farli diventare cuore pulsante dell'attuale regime dittatoriale.

1555
"Il fulmine governa ogni cosa"
Mi sono immedesimato in questa folgorante sentenza di Eraclito per cercare di intuire la traiettoria di una stella dell'universo della parola, la cui deflagrazione ha illuminato a giorno l'orizzonte della meditazione. Credo accada raramente che di un'eccelsa personalità intellettuale possano appassionare, oltre alle perle di saggezza inanellate nel suo percorso di conoscenza, anche le vicissitudini della sua vita tanto da poterla definire...interiormente spericolata. E' successo a me in riferimento al filosofo tedesco Martin Heidegger, il quale dietro ad un proscenio di comuni alti e bassi ha vissuto un'esistenza ad alta fibrillazione emotiva, nella quale si sono intrecciate in maniera prepotentemente conflittuale: l'amore, la politica e la religione. Basta dare alcuni riferimenti essenziali per comprendere come in lui l'esasperante ricerca di una via d'uscita sia divenuta in certi frangenti talmente febbrile da partorire l'inopinabile...e che questa ricerca non sia stata tanto orientata dall'accademica evoluzione necessaria per mettere a fuoco la verità, quanto da un'improrogabile esigenza di respirare la libertà. Nacque in una famiglia cattolica di stampo tradizionalista, con suo padre che assolveva alla funzione di sacrestano. Coerciso da quel clima era entrato nei gesuiti con l'intenzione di diventare sacerdote, ma dovette rinunciarvi per motivi di salute. Sposò una donna luterana fermamente antiromana da cui ebbe due figli, di cui uno frutto di una relazione della moglie. S'innamorò di una sua allieva di 17 anni più giovane, ma altrettanto perspicace che adorò misticamente fino alla morte. Pare ebbe varie scappatelle da lasciar pensare ad una resa incondizionata sul fronte della debolezza carnale. E per non farsi mancare la ciliegina sulla torta della sfiga visse nel tempo in cui era impossibile non condividere la crociata nazionalsocialista con fervore...almeno fino a quando la suddetta non abdicò il suo slancio idealista. Nella sua vita si concentrarono delle combinazioni altamente esplosive ed in mezzo a queste forze antagoniste che se lo contendevano lui tentava disperatamente di mediare una soluzione, fino a quando non era costretto ad evadere...generando il sublime. I dualismi capitali che gli hanno conficcato le spine nella carne e contribuito ad esaltare il suo genio, le lotte intestine che hanno stimolato tanta eccellenza del pensiero a mio avviso sono state tre: il suo cattolicesimo fervente contro il luteranesimo militante della moglie, la relazione con Hannah Arendt opposta alla sua vita matrimoniale e l'antisemitismo del partito a cui aveva aderito con tanta passione versus la sua amante ebrea. Per quanto non si sia trovato niente di scritto che potesse testimoniare il suo odio contro la comunità ebraica, vista la devastazione causata in Germania da quest'ultima credo sia lecito ipotizzare che qualche pensiero nero possa essergli girovagato per la testa, quantomeno nella fase di ascesa del Terzo Reich ed aver contribuito ad alimentare anche questo dualismo. In lui vedo un figliol prodigo, ma al contrario di quello del vangelo che aveva dilapidato quanto aveva, il maggior filosofo del novecento aveva speso tutto quel che era...il primo aveva perso tutto, il secondo guadagnato la coscienza del proprio nulla. In vista della morte dispose di venir congedato con una funzione religiosa, segno evidente del suo desiderio di ritornare alla casa del Padre. Che abbia scelto la chiesa cattolica non deve attribuirgli l'intenzione di segnalare la via maestra da seguire, piuttosto che sia stato coerente al punto di sperimentare la sua vocazione alla fragilità carnale fino all'estremo...ed abbia scelto quel rito solo perché ivi è più tangibile la percezione del sacro.

1556
Temo che i bambini nati nelle famiglie benestanti di questa generazione siano molto più esposti al pericolo di andare in perdizione rispetto a quelli delle generazioni passate, poiché patiscono un sostanziale handicap sul piano della disposizione verso la vita. I bambini di ieri, sia a causa delle ristrette condizioni economiche che delle austere manifestazioni affettive, si trovavano ad incarnare gli stessi disagi di Adamo ed Eva quando furono cacciati dal paradiso...fatica per guadagnarsi il pane e mancanza d'amore. Questo comportava la necessità di maturare una forte tempra contro le avversità, al contrario di quelli attuali che passeggiano sul velluto dei loro eden quotidiani. E allora se noi abbiamo intercettato il miraggio del paradiso grazie al privilegio di aver dimorato a lungo nell'anticamera dell'inferno, i nostri figli e nipoti come faranno...senza forze, senza bussola e senza ansie deputate a smascherare l'inganno!

1557
"ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe" (Mt 6,15)
Questa sentenza di Gesù dagli accenti vagamente ricattatori e che dal tono con la quale è stata pronunciata sembra non lasciare spazio a mediazioni, è il pilastro su cui si fonda il diritto divino per regolare i rapporti interpersonali...sia orizzontali, che verticali. Tanto è lo spessore della sua autorità da non lasciar intravedere alcuna ragione per giustificarli, è così...punto e basta! Invece se andiamo a scavare scopriamo che al contrario ha una sua logica inappuntabile. Il Padre non potrà perdonarci perché viene tirato dentro le dinamiche della vicenda umana dalle istanze di salvezza, attraverso le quali ha disposto che a noi toccasse la parte di mali necessaria a gettare luce sui nostri squilibri interiori. Se dunque non perdoniamo agli uomini che ce li hanno inflitti, non perdoniamo neppure a Dio di averli usati come strumenti per forgiare i nostri destini. Siamo colpevoli di aver bocciato il suo progetto per il nostro risanamento ed esserci negati alla comunione degli intenti, teorema che trova riscontro nell'invito ad amare ogni nostro nemico.

1558
"Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo" (Mt 24,27)
Ho sempre trovato sconcertante che malgrado Gesù abbia predetto più volte con toni solenni la sua risurrezione il terzo giorno dopo la morte, nessuno la domenica sia andato sulla tomba per vedere se quella profezia si sarebbe avverata. Non è facile giustificare una mancanza del genere negli apostoli, anche perché le loro orecchie avevano sentito tante volte quell'annuncio e i loro occhi visto un'infinità di miracoli...dunque nulla di più plausibile che anche quel prodigio sarebbe potuto avvenire. Sappiamo che andò di buon mattino solo la maddalena, ma è anche vero che non fu con quell'intento, piuttosto per piangere il suo amato maestro. Oggi ci troviamo nella stessa condizione in riferimento al suo ritorno nella gloria, ritorno che sembra tanto più vicino quanto più si percepisce il puzzo di carogna che emana dal cadavere in putrefazione del cristiano dell'era post moderna. Anche questo evento è stato proclamato con dovizia di particolari ed insistenza al pari dell'altro, tanto da indurre il discepolo dell'ultima ora a camminare con lo sguardo rapito dal desiderio di intercettare il lampo per conservare l'interiore predisposizione. E ogni giorno che tarda va sempre più crescendo la tensione.

1559
Il comportamento di un bambino di sei mesi mi ha dato l'input per fare un'opportuna considerazione. Ho notato che qualsiasi cosa cadeva sotto il suo sguardo lo eccitava al punto di volerla toccare ed una volta afferrata con le mani se la portava avidamente alla bocca. Per fortuna c'era chi vigilava sulle operazioni e gli proibiva di accostare alle labbra quanto nocivo. Se suo padre non avesse limitato la sua libertà quel bambino sarebbe morto mille volte, come milioni di persone moralmente infantili sono morte interiormente per aver impedito al Padre Celeste di moderare la loro concupiscenza. Basta guardare alla nostra realtà ormai svincolata da ogni giogo divino, per prendere atto con quanta voracità il cittadino di questo secolo si ficca tutto nel cavo orale e trangugia senza pensare che quell'eccesso di libertà potrebbe essergli letale. I comandamenti servono ad impedire che l'anima ingerisca quanto avvelena...e la penitenza che inghiottisca quanto soffoca.

1560
"beati quelli che soffrono perché saranno consolati" (Mt 5,4)
Voglio fare un elogio a Putin, Xi Jinping, Hassan Rouhani e tutti i dittatori della terra che riescono a salvaguardare i propri cittadini dalla peste delle pseudo democrazie occidentali. Quanta fortuna hanno i russi, i cinesi, gli iraniani e quei popoli che vivono sotto regimi totalitari capaci d'impedire ai loro sudditi di rivoltarsi nel fango degli eccessi! Fortuna doppia se si considera che il residuo d'onnipotenza ancora in circolazione nei poteri assoluti produce una parte della sana sofferenza necessaria per adempiere alla più meritoria delle beatitudini...che al Regno dei Cieli rende idonei.

1561
"prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno" (Mc 16,18)
Voglio rivelare un'intuizione che mi pare di poter estrapolare dalle parole che Gesù disse ai suoi discepoli nell'inviarli in missione in tutto il mondo e che viene quanto mai utile per il nostro tempo. Credo di poter estendere l'appellativo di serpenti ai padroni del mondo che si sono ridotti a strisciare ai piedi del dio denaro per ottenere il potere di nuocere. Tanto più nel caso avessero progettato di farlo attraverso i vaccini resi indispensabili per combattere questa pandemia che temo porrà le basi per campagne di immunizzazione su vasta scala. Quel..."prenderanno in mano i serpenti" significa che conosceranno le loro perverse intenzioni e l'invito ad avere fede nelle sue parole..."se berranno qualche veleno, non recherà loro danno" è il vaccino contro ogni porcheria che ci inietteranno.

1562
"non abbiate paura!" (Mt 14,27)
"andrà tutto bene!"
Di fronte alla percezione del più terribile incubo che l'anima possa immaginare, due spiriti fanno sentire la loro voce per darle consolazione e talmente in armonia da sembrare un coro. Lo spirito di Dio ci dice di non avere paura e lo spirito del mondo che andrà tutto bene. In apparenza non sembrano esserci sostanziali differenze, anzi sembrano l'uno conseguenza dell'altro, ma se risaliamo alla radice delle due espressioni e mettiamo a fuoco le loro intenzioni...scopriamo che sono in antitesi. La sentenza di Gesù viene dall'avere piena coscienza del problema: attraversare un segmento di tempo contrassegnato da una tribolazione eccezionale. Si ha la sensazione che siano parole uscite dalla bocca di chi conosce il pericolo che incombe, ne ha saggiato la nocività in tutte le sue componenti e qualunque cosa accada esorta a non turbarsi perché garantisce il lieto fine. La rassicurazione del diavolo invece viene avvertita come priva di fondamento, uno scrollarsi di dosso la pesantezza del momento con la consueta pacca sulla spalla malata d'inguaribile ottimismo, un invito ad approdare fin da ora ai giorni felici che verranno attraverso un salto incosciente figlio dell'inganno.

1563
Il mondo si sta evolvendo rapidamente verso il modello femminile e purtroppo la metamorfosi non riguarda solo la pelle, ma anche il cuore. Sempre più spesso il sesso debole trascina quello forte sul terreno del sentimentalismo e previo contagio da virus della commozione...lo annette alle proprie dipendenze. Basta guardare qualche stralcio del Grande Fratello, fucina delle future collettività, per rendersi conto che il maschio ha ceduto di schianto ed è stato risucchiato in un sottobosco di isterici rapporti degni d'un bordello. Anche in questo caso dobbiamo prendere Gesù quale modello da imitare, era Dio ed allo stesso tempo è stato un uomo capace di non lasciarsi delegittimare della propria virilità morale dallo stuolo di donne alla sua sequela. Per quanto i vangeli affermino che in certe occasioni sia stato vinto dalla commozione, credo sia più corretto parlare di un atteggiamento più consono alla sua dominante posizione: la compassione. La prima figlia della più immediata pulsione, la seconda frutto di un percorso della ragione. Noi uomini dovremmo avere profondo rispetto del ruolo che ci è stato assegnato e salvaguardarlo per il corretto funzionamento della commedia umana, che laddove registra tale inadempienza si trasforma in farsa.

1564
"Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non avere parte ai suoi castighi" (Ap 18,4)
Questo passo dell'Apocalisse sembra chiaro, ma è avvolto nel mistero e fin dalla prima parola si avverte una stonatura. Se il soggetto è "popolo" che è singolare perché usa il verbo "uscite" che è plurale e non "esci"...come esigerebbe il copione grammaticale? Si potrebbe obiettare che il mio è un fiscalismo maniacale e può anche essere, ma cerco sempre di trovare un senso compiuto ad ogni minimo particolare. In Babilonia viene identificato il mondo e quindi sembra ovvio pensare che l'appello sia diretto alla Chiesa affinché se ne separi. Dobbiamo però convenire che attraverso i Patti Lateranensi ed il Concilio Vaticano II la presunta sposa di Cristo si sia secolarizzata fino a punto di venir risucchiata anima e corpo dallo spirito di questa umanità famelica. Allora quell'uscite potrebbe essere interpretato, non più come appello alla comunità cristiana ormai avariata dall'eterogeneità, ma ai singoli fedeli capaci di sfuggire a questa piaga. Immediatamente dopo c'è un altro equivoco da evitare laddove si sarebbe indotti a considerare che dal fedele si esiga l'immunità dal peccato per ritenersi degno del cielo. Bisogna stare attenti e comprendere che non è dalle nostre debolezze che siamo chiamati a prendere le distanze, ma dalla corruzione morale di questa associazione a delinquere che è il governo mondiale.

1565
Avrei un'idea per combattere in maniera più efficace la pandemia senza essere costretti a sacrificare segmenti di vita sociale. Dal momento che il covid19 risulta pericoloso solo per una piccola parte della popolazione...cambiare completamente strategia. Dallo sparare alla cieca e all'impazzata raffiche di proiettili in ogni direzione che vanno quasi tutti a vuoto, assoldare un cecchino armato di fucile che colpisca il bersaglio solo quando occorra. Tutte le regioni in zona bianca conservando le più elementari condizioni per contrastare la diffusione del virus: distanziamenti e mascherine. Poi per salvaguardare dal contagio le persone più a rischio che sono tenute ad esporsi sempre e comunque il meno possibile, si procuri di evidenziarne la presenza attraverso mascherine rosse in maniera che vengano rispettosamente evitate in qualunque luogo si vengano a trovare.

1566
Ogni tanto mi capita di dubitare della mia fede al punto di pensare che potrei essermi sbagliato su Gesù, che sia stato solo un pazzo che ha dato in escandescenze per qualche anno...facendo in modo che sulle sue sparate teorizzassimo improbabili scenari. Lo voglio ringraziare anche se non è esistito, o in alternativa ringraziare il genio che lo ha inventato...ringraziare anche se dopo la morte non ci fosse nulla perché l'illusione della vita eterna mi ha reso quella terrena infinitamente più bella. Non gli rimprovererei d'avermi ingannato attraverso le parabole, perché i bambini quando diventano grandi non ci rimproverano, anzi ci ringraziano per aver raccontato loro le favole...piene di saggezza per imparare a vivere. E ringraziare perché la ricchezza che ho guadagnato credendo nella sua menzogna è stata infinitamente più preziosa della somma di tutte le felicità che avrei potuto collezionare.

1567
"Disse allora Gesù ai Dodici: Forse anche voi volete andarvene? Gli rispose Simon Pietro: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6,67-68)
In questi giorni sento che queste parole di Gesù in qualche modo mi riguardano. Ammetto che è molto difficile stare dietro ad uno che trova connessioni fra i regimi totalitari e la Bibbia, che non è affatto tenero con le donne, che non le manda a dire ai giovani e tanto altro dal potere di far imbufalire chicchessia...sta di fatto che il livello di consensi è precipitato vicino allo zero assoluto. Mi dispiace di accusare a destra e a manca ma non posso fare altrimenti, dire la verità è il più odiato dei mestieri ed io l'ho fatto senza ricorrere a travestimenti. Erano tanti e poi uno alla volta hanno cominciato a migrare verso orizzonti meno aspri...e non li posso biasimare. Se ne sono andati i piccoli discepoli, gli amici, i parenti, molti che per un attimo erano rimasti colpiti, i fratelli nella fede, qualche curioso, i vicini...e quei pochi che ho davanti hanno i cuori distanti. Poco male, anzi lo reputo un buon segno, se ho fatto la fine del Signore si vede che ho predicato bene. Se quello che ho detto ha generato insofferenza, forse anch'io ho annunciato qualche sillaba di vita eterna.

1568
"Il denaro è lo sterco del demonio"
Il mio grande sogno è sempre stato quello di assomigliare ai saggi che hanno attraversato la storia del genere umano: Gesù, Buddha, Confucio...o Lutero che ha coniato la perla succitata. Siccome credo d'aver forgiato anch'io qualche apprezzabile sentenza ho voluto fare questo post per recitare almeno una volta la parte del maestro...e la metafora inventata non mi sembra affatto male per incominciare. "In quel tempo David disse ai suoi discepoli una parabola: C'era un uomo che il datore di lavoro cercò di corrompere moltiplicando il suo compenso, ma restituì l'eccesso. Gli fu fatta a sua insaputa un'assicurazione, ma se ne accorse e provvide a revocarla. Ad uno straniero a cui aveva fatto un prestito, mosso da compassione scalò un quarto del debito. Trovò un portafoglio colmo di banconote per la strada, lo riportò al legittimo proprietario". Quell'uomo è stato dunque stolto a rifiutare quel che gli veniva offerto, è stato onesto, oppure un santo, o un giusto? Nulla di tutto questo, conosceva il demonio e non sopportava il fetore del suo sterco.

1569
La definizione che Lutero ha dato del denaro è quanto mai enigmatica, quindi cerchiamo di capire quale evoluzione cognitiva abbia percorso il riformatore tedesco per arrivare ad etichettarlo con tale dispregiativo...e soprattutto cosa possa comportare avere rapporti intimi con l'ingrediente dominante delle esalazioni fognarie. Lo sterco a causa del suo fetore è l'elemento più ripugnante prodotto dall'uomo, il demonio a causa del suo livore la creatura più ripugnante dell'universo, dunque lo sterco del demonio...è il peggio del peggio che si possa immaginare! Identificare il re della corruzione con l'ultimo stadio della decomposizione organica dell'entità più abominevole del creato, dovrebbe indurre quantomeno i cristiani a grande prudenza nel trattarlo, consci della consapevolezza che possa contaminare fino all'osso...ma pare che sia stato aggirato l'ostacolo. La suprema ambizione di ogni cittadino di questo mondo è possederne un forziere ricolmo quel tanto che basta per accecare fino al punto di non vedere...che rende liberi di adorare lo strumento della nostra dannazione. L'uso scellerato che se ne fa accresce in maniera esponenziale la carica virale della sua letalità, fino a ridurlo all'impotenza quando lo si rinnega con tutto il cuore e si disprezzano le sciccherie che ama procacciare.

1570
"Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere" (Gv 21,25)
Questo versetto che chiude con una sparata degna d'un capodanno napoletano il vangelo di Giovanni...sembra sia un'aggiunta postuma probabilmente figlia del mito che aleggiava intorno alla figura di Gesù pochi anni dopo la sua ascesa al cielo. Non si può parlare tuttavia di menzogna perché possiamo ipotizzare che la pressione della sua divinità fosse stata talmente onnipotente da far esondare nell'immaginario collettivo la percezione della realtà. In questo nostro tempo nel quale la pandemia sta mettendo alle corde i servizi sanitari di mezzo mondo, mi è venuto di pensare che nessuna sanità pubblica o privata abbia funzionato in maniera tanto esemplare...come quella palestinese negli anni in cui il Signore ha assunto la carica di primario di tutti i reparti svolgendo indefessamente la sua professione. Non servivano ospedali perché andava dai malati, non servivano medicine e macchinari, non servivano soldi perché lavorava gratis. Chiedeva solo un po' di fede per poter allegare, in aggiunta a quella fisica, quella guarigione interiore che tutti dovremmo bramare per morire in salute.

1571
Tutti i giorni fb mi propone di pubblicare post passati e mi sono reso conto di quanti argomenti diversissimi fra loro io abbia trattato in questi anni. In alcuni ho osato gettare fasci di luce temerari senza avere alcuna competenza...tanto da potermi auto insignire del titolo di Taumaturgo dell'ignoranza. Non solo le solite tematiche di cui parlano tutti quotidianamente, ma anche questioni squisitamente di nicchia. Poi stamattina ho sentito una signora disperata per non riuscire a svezzare il suo bambino, non appena gli porta il cucchiaino alla bocca si volta indignato e comincia a frignare. Allora ho pensato che se a Gesù avessero chiesto di operare una guarigione fuori dal consueto non si sarebbe certo tirato indietro...e così pure io che sono suo discepolo devo sforzarmi di trovare una risposta a tutte le interpellanze. Nell'atto dello svezzamento il bambino si trova a fronteggiare due cambi traumatici: la maniera con cui assume il cibo, passando dal seno al cucchiaino...e la sua diversità, sia nel sapore che nella densità. Così ho pensato di separare i due problemi ed affrontarli uno alla volta per rendere più agevole l'impatto con il rivoluzionario orientamento. Dunque la mamma aspiri con l'apposito strumento il latte dal suo seno e poi cominci a darglielo con il cucchiaino...in questa maniera il riconoscimento del solito menù dovrebbe agevolare l'accettazione della nuova modalità di nutrizione. Superato il primo scoglio si può passare al secondo aggiungendo al latte una piccola quantità di crema di riso, nell'intento di confondergli le idee nel momento cruciale...quando s'impone un armistizio che faccia guadagnare qualche istante, fra la tenue innovazione e l'istintiva pulsione rifiutante. Fatto questo il problema è pressoché risolto, basta procedere aumentando gradualmente le dosi verso il nuovo ordine alimentare e per ogni mutamento ulteriore procedere sulla falsa riga del medesimo copione. Buddha rispondeva con la sua saggezza, Gesù con la sua potenza, io per non essere da meno...con la capacità pirotecnica della mia eloquenza.

1572
Continua il walzer delle restrizioni e da oggi le Marche da gialle diventano arancioni. Non si potrà andare fuori dal proprio comune, niente ristoranti, bar, musei. Musi lunghi, ansie, preoccupazioni...la gente spasima, fibrilla, si contorce e tu resti immobile dove sei. Passano i giorni, i mesi, gli anni, le strisce multicolori e tu continui a fare quello che hai sempre fatto e sempre vorresti fare. Casa, lavoro, camminate, corse, nuotate, visite a tua madre e se esci dal tuo seminato è per andare in ospedale o perché costretto...come fossi merce da asporto. E allora ti rendi conto che hai sempre vissuto in zona rossa...e non te sei accorto!

1573
"A mezzanotte si levò un grido: ecco lo sposo, andategli incontro!" (Mt 25,6)
Immaginiamo la verità come fosse il testimone di una staffetta che è dovuto passare di mano in mano nel corso dei secoli fin da quando Abramo lo ha ricevuto dalla volontà di Dio nel 1800 avanti Cristo. Da Abramo è passato ad Isacco e Giacobbe, poi ai patriarchi fino ad arrivare a Mosè, a cui è stato assegnato il mandato di correre una delle frazioni più ingrate consegnandolo ad Israele...che attraverso i re e i profeti lo ha depositato nelle mani di Gesù, il quale si era illuso che la corsa fosse finita. Purtroppo non è stato così ed ha dovuto ricostituire la staffetta affidando il testimone alla sua chiesa affinché attraverso l'ultimo esodo lo portasse a destinazione. A quel punto sembrò fosse davvero finita ed i cristiani hanno tirato un sospiro di sollievo credendo fosse sufficiente sedersi ed aspettare il suo ritorno...e invece no! Noi discepoli del Maestro siamo chiamati a ripartire per un esodo supplementare chiaramente annunciato nel vangelo, ma quanto mai ignorato. Quello comandato alle vergini che va dall'uscita dalle chiese fino al sospirato incontro con lo Sposo quando scenderà dal cielo e taglieremo vittoriosi il traguardo.

1574
"se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso" (Mt 6,22-23)
"non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici" (Gv 15,15)

Ho appena letto di un sacerdote in Colombia che mentre veniva distribuita l'eucaristia ha avuto una visione: Gesù orribilmente martoriato e calpestato da coloro che ricevevano l'ostia sulla mano invece che sulla bocca...ed in piedi invece che in ginocchio. La sentenza del vangelo smentisce l'ipocrisia che rivendica il diritto di eleggere una parte del corpo più o meno pura rispetto ad un'altra, o si è tutti puri, o si è tutti impuri. Se invece se ne fa una questione di rispetto l'ipocrisia diventa doppia come spesso avviene nella Chiesa Cattolica. Gesù è anche Dio ed in quanto tale ci dovremmo prostrare, ma noi cristiani siamo diventati i suoi migliori amici e inginocchiarsi al cospetto di un proprio pari ritengo sia offensivo...un prendere le distanze, seppure referenziali, nei confronti di chi ci ha beneficiati della sua intimità. Dunque ritengo che la visione venga dal demonio che si diletta nel seminare divisione per questioni di nessun rilievo.

1575
"le potenze dei cieli saranno sconvolte" (Mt 24,29)
Gesù con queste parole ha annunciato che alla fine del mondo gli equilibri delle energie spirituali sarebbero stati rivoluzionati, tanto da farci pensare che oggi non sia possibile sintonizzarsi su quelle frequenze se non si è raggiunta una maturità interiore capace di rasentare la follia. Dovremmo vivere vocazioni perennemente in fibrillazione per riuscire a decifrare i significati apocalittici del nostro tempo. Sconvolti come quando ci si sveglia nel bel mezzo di un incubo sudati e col fiato corto, sconvolti come quando si guarda fuori tremando di paura dopo il passaggio di un uragano, sconvolti come quando il volto della bellezza stringendoci un nodo in gola ci spalanca il paradiso.

1576
Più d'una volta mi sono chiesto perché Dio nei comandamenti non abbia fatto riferimenti a quella componente ecologica che oggi è diventata una priorità inderogabile per la sopravvivenza del pianeta. Viene di pensare che se avesse proibito qualche sopruso imprenditoriale ora non saremmo sull'orlo del precipizio. Credo lo abbia fatto per un motivo preciso, sapeva che il degrado ambientale sarebbe diventato l'indicatore principe del degrado morale e quindi il sintomo più evidente della patologia mortale che avrebbe afflitto l'umanità...onde permetterci di rimediare. Purtroppo invece di risalire attraverso quel sintomo ad una diagnosi che individuasse il cancro che ammorba il nostro cuore, per non rinunciare a quanto saccheggiato violentando la natura...abbiamo preferito ingannarci coprendo l'evidenza con la foglia di fico della crociata ambientalista. Lo spirito dell'ecologismo è intriso in ogni comandamento perché quando si danno le coordinate esatte per non deragliare dal binario è inutile sottolineare che è vietato calpestare il seminato.

1577
"Il Signore è con te" (Lc 1,28)
Un giorno mentre stavo pregando, accadde un paio d'anni dopo la mia conversione, sentii nel mio cuore una voce dirmi le medesime parole che l'Angelo Gabriele disse a Maria quando le apparve per annunciarle che sarebbe diventata la madre del Messia. Rimasi molto colpito, mi era stato appena comunicato che avevo vinto la più ricca delle lotterie e siccome avevo avuto altri segni, si rafforzò in me la convinzione che avrei dovuto svolgere una missione per conto di Dio. Presi così coscienza che lo avrei avuto sempre accanto per spianarmi la strada, che a quel punto immaginavo costellata di vittorie. Da allora sono passati più di vent'anni ed i fatti mi hanno clamorosamente smentito, pur combattendo come un leone su tutti i fronti ho perso tutte le battaglie...ma finalmente ho capito. Il Signore è con me, non per guidarmi nei trionfi, ma per sostenermi perché quando si cercano di raddrizzare le strade del mondo tanto è lo sconforto che si è sempre ad un passo dal crollo.

1578
"tutto quello che è nel mondo: la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre" (1Gv 2,16)
Gli ultimi cinquant'anni sono stati sicuramente l'intervallo più breve della storia nel quale il progresso si è sviluppato in maniera vertiginosa, tanto da indurre a pensare che al tempo sia stata impressa un'improvvisa accelerazione...infatti l'evoluzione fatta in tutti i campi in questo mezzo secolo non si è avuta neppure nei mille anni precedenti. Ma è proprio vero che a mettersi a correre all'impazzata sia stato il propulsore dell'orologio, oppure è solo l'impressione che se ne riceve? Sembra di viaggiare sopra un treno che ha decuplicato la velocità e affolla davanti agli occhi una quantità d'immagini sempre più fitte...generando l'illusione che sia il tempo ad aver ingranato la quinta. Io invece credo che il motore della locomotiva che trascina le nostre vite in questa folle corsa verso l'ignoto...sia il nostro cuore! Ad accenderlo sia stata la concupiscenza degli occhi cha va divorando tutto quello che brama, la concupiscenza della carne a moltiplicarne i giri e la superbia della vita a scandirne i ruggiti.

1579
La nostra realtà sembra lontana anni luce da quella del tempo di Gesù allorquando nelle strade stazionavano elemosinando ciechi, sordomuti, storpi...eppure chi guarda con gli occhi dello spirito può constatare che oggi la situazione è drammaticamente peggiorata. Me ne accorgo tutti i giorni consultando il barometro che misura lo stato di salute morale della gente...da ciò che dice si comprende quanto nasconde, da ciò che fa se ne evince la malvagità. Cosicché sovente mi ritrovo davanti a prototipi di normalità afflitti ciascuno dalla propria debilitante infermità! C'è il cieco...proprio come quello di Betsaida che non vede la verità e procede spedito verso il precipizio, c'è il sordomuto...proprio come quello del territorio della Decapoli che non sente il grido che cerca di allertarlo e non dice una sillaba capace di edificare, c'è lo storpio...proprio come quello della piscina di Betzaeta che da quando è pervenuto all'età della ragione non ha fatto un passo avanti sulla via della sapienza, c'è l'indemoniato...proprio come quello di Gerasa che ha un delirio sottocutaneo che neppure quando dorme riesce a tenere a bada.

1580
"Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. (Rm 7,14-23)
Forse solo pochi si rendono conto che questa sentenza è una clamorosa dichiarazione d'incoerenza...depositata fra l'atro senza alcuna vergogna. In un secolare contesto confessionale che ha fatto del proprio comportamento lineare il vessillo da sbandierare ai quattro venti del proprio virtuosismo...questa uscita lascia quantomeno esterrefatti. Siamo abituati a considerare santi solo coloro che hanno dato di sé un'immagine cristallina, proprio come avessero combattuto la buona battaglia senza sparare un colpo e sostenuto dei corpo a corpo senza subire un graffio. Diffidiamo di questi prototipi perché chi ha vinto la guerra senza sporcarsi le mani facile che sia venuto a patti col diavolo, oppure che abbia tenute nascoste le proprie infamie. Invece Paolo afferma d'essere stato tutt'altro che irreprensibile, di aver predicato sempre bene e razzolato spesso male...inghiottito da un vortice dal quale gli era impossibile svincolarsi. Dunque se un giorno vi diranno che quel discepolo di Gesù ha fatto una doppia, tripla e anche quadrupla vita, tutte in esasperante conflitto fra loro...credeteci, perché è in perfetta sintonia col mistero.

1581
Stamattina dopo un anno di bieca sottomissione si è percepito il primo squillo di rivolta da parte della popolazione soggiogata dalle cervellotiche regole imposte per fronteggiare la pandemia...e si è avuta la sensazione che le autorità preposte alla vigilanza abbiano chiuso un occhio facendo trapelare i primi vagiti d'insofferenza nel dover far rispettare una norma anticostituzionale. Tanta gente a passeggio in questa prima domenica in zona rossa credo non se l'aspettasse nessuno. Forse si comincia a prendere coscienza della spaventosa ipotesi che il virus possa essere stato creato in laboratorio e criminalmente diffuso per oscuri fini. Che abbiano manomesso la democrazia impedendoci di andare a votare ed ora attraverso una dittatura sanitaria, che è figlia di quella mediatica, che è figlia di quella massonica, che è figlia di quella ebrea, che è figlia del diavolo...ci fanno ammalare di terrore e dopo aver ucciso decine di migliaia di persone pretendono l'esclusiva sulla salvaguardia della nostra salute. Il male assoluto del nostro tempo non sono tanto politica e religione, ma chi gestisce l'informazione nutrendoci d'incertezze che hanno ormai sfigurato ogni roseo orizzonte. In dodici mesi di accanite ricerche in tutti i laboratori del mondo da parte dei più eminenti scienziati non è stato ancora rivelato il dato fondamentale, quella modalità di diffusione del virus che una volta individuata consentirebbe di estirpare alla radice il mortale nemico...senza bisogno di ricorrere all'antidoto. Dopo averlo vivisezionato in lungo e in largo, studiato vita morte e miracoli non sanno ancora come funzioni...ma allora come hanno fatto a trovare una dozzina di vaccini?

1582
Stamattina mosso da un sentimento di fratellanza universale ero intenzionato a fare gli auguri a tutte le donne per la loro festa, ma poi mi è sorto un dubbio che più ci penso più mi pare, attraverso un generico auspicio...di mancare il bersaglio. Quante donne oggi sono realmente donne così come Dio comanda e quante invece si sono allontanate dalla loro condizione originaria per diventare mascoline fino al punto d'essere degne di indossare i pantaloni? Non si può negare che ci sia stato un esodo di massa dalla condizione femminile a quella maschile, ma d'altra parte neppure l'inverso. E allora siccome sono uno preciso faccio gli auguri a tutte le donne che sono riuscite a conservare almeno il 51x100 della loro identità femminile e per non apparire discriminante, a tutti gli uomini che sono riusciti a disfarsi almeno del 51x100 della loro identità maschile...ed ora sono più donne di tante rinnegatrici native.

1583
"I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito" (Lc 20,34.35)
Tutto in questo mondo è in continua macerazione al fine di disporsi nelle condizioni ideali per confluire nell'altro...e le realtà che recalcitrano nel sottomettersi a questa legge ne patiscono le conseguenze. Il sodalizio del matrimonio paga conti salatissimi per non avere coscienza di questa verità e rifiutare di adeguarsi ai progressivi mutamenti che impone la necessità di crescere onde anelare oltre. Mi pare di poter fissare tre fasi evolutive nella vita coniugale: l'amore, l'amicizia e la collaborazione. La capacità di individuare gli svincoli fra una fase e l'altra e saperli affrontare concede la possibilità di evitare il formarsi di tensioni capaci di sfociare nella cessazione del rapporto. Passata la stagione passionale che può durare più o meno lungamente, ma mai in eterno perché si finirebbe per recitare il più stucchevole copione sentimentale, si approda ad un'affettuosa amicizia. Nel caso non si fosse sulla lista degli eletti, ai quali dopo questa tappa viene fatta imboccare la via angusta che conduce alla salvezza, la sintonia può perpetuarsi fino alla morte partorendo l'illusione che sia andato tutto bene. Per sfuggire allo stallo coesistenziale che conduce allo spegnersi della fiamma senza accendere la suprema speranza, fra i coniugi deve scintillare una pepita di rancore. Al verificarsi di tale circostanza si approda nell'essenza del matrimonio cristiano, che prima d'ogni altra cosa è collaborazione fra colleghi di lavoro nell'impresa familiare. Si deve arrivare ad odiarsi quel pizzico che basta a generare una distanza...che possa consentire a ciascuno di amare Dio con tutto il cuore!

1584
"Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai" (Mt 4,8-9)
Il diavolo nel tentare Gesù adottò un piano ben congeniato affinché restasse nascosto o quantomeno velato il suo intento. Approfittando della fame che aveva maturato dopo 40 giorni di digiuno, in primis gli suggerisce l'opportunità di saziarsi attraverso un prodigio, di soddisfare un sacrosanto appetito carnale compiendo un sopruso spirituale. Nella seconda tentazione confidando sull'indebolimento dell'assetto difensivo dovuto al compiacimento per aver superato la prova, tende un'esca molto più sottile. Insinua il tarlo che qualora si fosse astenuto dal lanciarsi nel vuoto non sarebbe stato per paura di morire, ma per mancanza di fede nel Padre. A questo punto credendo d'averlo depotenziato dell'intenzione di abusare del proprio arsenale, il perfido avrà pensato d'essere riuscito ad anestetizzarne l'ambizione sovrannaturale per indurlo a bramare quanto dimora sotto il cielo. E cala una proposta che per un attimo avrà tenuto il paradiso con il fiato sospeso.

1585
"Mi vergogno del mio partito, si parla solo di poltrone e primarie"
La sinistra italiana è morta da qualche decennio, ma solo ora è stato rinvenuto il cadavere grazie alla soffiata dell'ex segretario Zingaretti che con due parole ne ha sancito lo stato di avanzata decomposizione. Tale coalizione credo debba la sua fortuna all'essersi posta quale rifugio per un esercito di sbandati che non tollera le proprie ombre ed al contempo non ama legge ed ordine. Un partito da terzo mondo della politica disposto a dare asilo a coscienze sovraccariche di caos in cambio di una identità idonea a gestire tutte le eventualità. Abbracciando le crociate del femminismo, del divorzio e dell'aborto, tanto per citare le più eclatanti...la sua dirigenza ha fatto il pieno di empi che hanno avallato una moltitudine di peccati e comportamenti a dir poco inappropriati. Da sempre vi trovano riparo coloro che hanno escluso Dio dalla propria vita rifiutandosi di fare un passo avanti nella comprensione dell'essere per votarsi all'accaparrare, ma quando si ripudiano i comandamenti e si ignorano i precetti alla lunga va a finire che pure i sani principi ereditati dal buon senso vanno a farsi benedire. E una volta andati in fumo i pilastri dell'etica, per animare la conversazione non resta che parlare di poltrone.

1586
I buchi neri ed i corrispettivi buchi bianchi sono fra i misteri più complessi che possano cadere sotto la lente dell'ingegno umano, eppure come ogni cosa investita da uno sguardo semplice e rispettoso delle gerarchie preposte a salvaguardare le armonie della sinfonia celeste...può rivelare candidamente il proprio ruolo nell'economia del nostro Macrocosmo. Possiamo paragonarli a delle valvole che regolano il traffico in entrata ed uscita dell'energia nella Creazione. E' risaputo che gli scienziati credono solo a quello che vedono ed oggi con i mezzi a disposizione riescono a scrutare persino l'infinitesimale...forti della solidità dei loro argomenti paventano l'ipotesi che possano essere ponti di collegamento fra innumerevoli Universi. Io da credente invece sono portato a considerarli come frontiere che separano il tempo dall'eternità...la realtà materiale da quella soprannaturale. Attraverso i buchi neri l'energia può solo uscire, ma non entrare; attraverso quelli bianchi invece può solo entrare, ma non uscire. Inoltre pare che quando quelli neri arrivano al collasso evolvano in bianchi perpetuando l'alternanza necessaria per tendere all'infinito. Questa energia che la fisica identifica attraverso i parametri della materia, della forza e della luce, io credo altro non sia che la potenza con la quale Dio governa ogni cosa. La stessa con cui Gesù compieva i miracoli, o per declamarla in maniera squisitamente sentimentale..."l'amor che move il sole e l'altre stelle". Ogni essere vivente è sostenuto da un'anima immortale alla stessa maniera che ogni cosa inanimata ai nostri occhi possiede un alito impercettibile di vita. Un concentrato di quell'energia che quando un'esistenza viene concepita, transitando per i buchi bianchi dall'eternità entra nel tempo...mentre quando muore, percorrendo i buchi neri dalla fugacità torna alla sorgente. Cercando di sviscerare questo enigma mi sono imbattuto in un termine che meglio non potrebbe definire quel lembo di spazio che sta fra il tangibile e l'incorporeo...l'orizzonte degli eventi. Una superficie immaginaria che circonda ogni buco nero, deputata a risucchiare ogni particella che ha esaurito l'energia per adempiere al suo mandato. Non appena esalato l'ultimo respiro le nostre anime graviteranno dentro quell'orizzonte finendo inesorabilmente in un buco nero e se non avremo avuto fede, neppure gli scongiuri più solenni potranno evitare il più funesto degli eventi.

1587
"Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe" (Mc 11,15)
Oggi per scoprire se si possiede lo spirito di Dio non occorre tanto guardare alla condotta religiosa: frequentazione della messa, assiduità nella preghiera, inclinazione alla penitenza, propensione all'elemosina...quanto all'insofferenza che dovrebbe insorgere di fronte a certi atteggiamenti sempre più dilaganti nella nostra società. Uno di questi segnala a mio avviso più di ogni altro lo stato di prostrazione nella quale è caduta la dignità umana...gli aperitivi. Ogni volta che mi capita di passare davanti a bar nei quali si consumano questi innocui diversivi...sono tentato di emulare Gesù buttando all'aria i tavoli con le diavolerie delegate a deliziare palati incoscienti di degustare la propria condanna. Non si mangiano per fame tutti quegli stuzzichini dai sapori eccentrici, ma per gongolarsi; non si bevono per sete tutti quei drink dai colori esotici, ma per intontirsi...al fine di sciogliere la lingua per slalomeggiare nel banale. Sono veri e propri schiaffi alla miseria sferrati dalla sfarzo della sovrabbondanza, nonché una sorta di rappresentazione pubblica della più subdola dipendenza. Il nostro cuore è tempio di Dio e la sola maniera per non profanarlo, qualora si sia costretti a partecipare...è recitare il siparietto cercando di non farsi rapire dal diletto.

1588
"Non volli. Non volli dirti nulla. Vidi nei tuoi occhi due alberelli folli. Di brezza, di riso e d'oro. Oscillavano. Non volli. Non volli dirti nulla"
Questa geniale poesia di Lorca intitolata "all'orecchio di una ragazza"...che in quell'occasione si ha l'impressione l'abbia raccontata per il rotto della cuffia, descrive egregiamente l'istante in cui un uomo viene folgorato dallo sguardo di una donna. I "due alberelli folli"...fanno pensare allo sguardo vigile di due pupille abbaglianti, con "di brezza"...credo intendesse dall'impatto piacevole come la frescura nella calura estiva, con "di riso"...suppongo volesse segnalare la disponibilità fin troppo generosa al punto di diventare sospetta, mentre con "d'oro"...la preziosità che emanava dalla lucentezza di quegli occhi. A questo quadro estremamente accattivante a cui era quasi impossibile sottrarsi, il poeta aggiunge un elemento che interrompe bruscamente il cammino della seduzione, i due alberelli..."oscillavano". In quel fluttuare ci leggo il tentativo di catturare la preda attraverso un incantesimo per poi darle il colpo di grazia. Oggi l'universo femminile è popolato di alberelli che oscillano in maniera ossessiva, se proprio non riuscite a non guardare...ingoiatevi la lingua per tacere!

1589
"Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di una brezza leggera. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello" (1Re 19,11-13)
Quando pochi giorni fa un amico mi ha parlato con il cuore infiammato d'ammirazione di padre Pietro Lavini, proclamato da Giovanni Paolo II Muratore di Dio, che nel 1971 cominciò a costruire da solo con pochi rudimentali strumenti un eremo sui monti Sibillini terminato nel 2015 anno della sua morte...ho avuto la sensazione che a spingerlo potesse essere stata la stessa forza che spinse il profeta Elia a salire sul monte Oreb: avvertire la presenza del Signore! E' lecito supporre che il frate avesse intuito che in un mondo sempre più assediato dal chiasso, dalla confusione e da ogni sorta di distrazione capace di catturare la nostra attenzione...per intercettare le frequenze celesti occorresse portarsi all'estremo limite dell'abitabile. Se in tempi difficili l'Onnipotente non si è fatto trovare attraverso i consueti canali: il vento impetuoso che genera angoscia, il terremoto che ci fa tremare la terra sotto i piedi ed il fuoco divorante delle nostre concupiscenze...quanto più in questa fase storica dai risvolti apocalittici, per chi decide di rompere gli indugi decifrando nella sua vicenda umana i connotati di una chiamata, si fa necessario emigrare tanto lontano da riuscire a sentire il mormorio della brezza leggera. Il miracolo forse non a caso è avvenuto in una zona tanto impervia da essere stata battezzata..."gole dell'Infernaccio" quasi a testimoniare il potere della signoria divina su ogni seppur simbolica manifestazione demoniaca terrena. Ma più straordinaria della sua impresa, che ha comunque realizzato operando nel proprio ambito essendo sacerdote, mi è sembrata la sensibilità spirituale di questo mio amico perspicace osservatore...che mi auguro figlia di una vocazione ascetica smaniosa di sfociare nella luce. Pur vivendo immerso come tutti nel tumulto di questo tourbillon esistenziale e pur essendo come molti di noi sazio di beni terreni, è sorprendente sia riuscito a percepire il supremo anelito della sua anima che lo ha spinto a recarsi due volte al cospetto di quel maestro di santità per cogliere il respiro dell'eternità.

1590
La morte di una persona cara è il dolore più grande che ci possa colpire in questa vita, forte della nostra incapacità di aderire alle promesse della fede, oscura il nostro cuore spegnendo il fulgore della sua luce. Quello che sto per dire non è tanto frutto di una ricerca teologica con allegati riferimenti per legittimarne la validità, quanto la convinzione che mi è maturata dentro in 25 anni di immersione nel mistero. In quanto tale non chiedo che venga compresa, ma semmai castamente accolta, è un vaccino contro le disperazioni da separazioni traumatiche...da assumere con fiducia non avendo effetti collaterali o controindicazioni. Io sono fermamente convinto che mentre noi siamo "qui e ora" siamo anche nella dimora definitiva con tutti quelli che hanno vissuto in passato, vivono nel presente e vivranno in futuro...in virtù dell'estraneità fra tempo ed eternità. Quanto dolore si soffre per questioni non risolte che hanno lacerato profondamente i legami familiari e si è costretti a portare il peso della colpa di non essersi riconciliati prima della morte, spesso per diatribe che alla luce del nuovo scenario risultano insignificanti. Dobbiamo prendere atto che siamo già nel Regno dei Cieli in armonia con coloro con cui abbiamo stonato, seppure senza averne coscienza...che ogni nodo è stato sciolto, ogni perdono ricevuto e concesso nella comunione di un redentore abbraccio. Quindi invito chi spera in Dio ed è incappato in simili sventure a darsi pace, il lieto fine è già avvenuto, nella crocifissione del rimorso che l'ha consumato tutto è compiuto!

1591
"Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: Abramo, Abramo! Rispose: Eccomi! Riprese: Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, và nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò" (Gn 2,1-2)
Sappiamo quanto Dio avesse a caro che gli fossero offerti sacrifici in olocausto di animali, fino a quando da Abramo non pretese che fosse suo figlio Isacco ad essere immolato...la cieca obbedienza del padre scongiurò l'esito nefasto di vedere sconvolta la gerarchia dell'amore. Quanti giovani oggi si trovano in condizioni peggiori di quella di Isacco, sulla graticola di olocausti esistenziali che consumano le loro anime attraverso la dipendenza dall'alcol, dalla droga, dalla delinquenza, dalla ludopatia, dal sesso, dalla vanità, dalle ricchezze e chissà quante altre ancora...con la speranza di uscirne ridotta al lumicino. Se oggi un padre si accorge che il figlio si sta consumando al fuoco di qualche concupiscenza non ha altra scelta che uniformarsi alla condotta di Abramo...auspicando di fare ancora in tempo ad essere ammesso nel suo contesto. Occorre una sorta di salto quantico dello spirito per proiettarsi a meditare fino all'esasperazione il capitolo 2 della Genesi, dal versetto 1 al 18...e trovare il bandolo della matassa. Se riesce ad incarnarlo nella sua più intima essenza approderà alla fede per consacrare a Dio l'anticamera dell'inferno nella quale il ragazzo sta bruciando. A quel punto potrà sperare che l'offerta della sua vita sull'altare induca il Signore alla misericordia liberandolo dal rogo, in caso contrario che tanta sofferenza gli conceda l'eterna salvezza.

1592
"Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei" (Gv 8,7)
Gesù con una fulminea sentenza ha abolito la pena di morte per l'adulterio salvando le vite di molte persone finite preda della più accesa delle tentazioni. Con la sua crocifissione ha reso possibile anche la salvezza di quanti, dopo essersi separati dai loro legittimi coniugi, si sono dati altre chance sentimentali protraendo lo stato di peccato fino all'ultimo respiro...ma pare che quasi nessuno voglia avvalersi di questa ghiotta opportunità. Oggi è maturata la convinzione che ravvedersi in punto di morte per gli adulteri sia diventato troppo tardi! Come se fosse troppo comodo, come se si fosse pretesa la botte piena e la moglie ubriaca, come se ci si ritenesse indegni di aspirare a diventare degni per aver indugiato oltremisura, come se la misericordia di Dio avesse una scadenza e la sua bontà un limite...ma non è così! Più un peccatore ha da farsi perdonare e più acquisisce capacità di amare Dio, in aggiunta al perdono a cui ha diritto chi ha amato poco, riceve lacrime da versare per lavargli i piedi ed asciugarglieli con i suoi capelli, riconoscenza per baciarglieli ed olio per profumarglieli. Tre cose a mio avviso servono per salvare capra e cavoli in punto di morte: scoprire che Dio è tutto e noi niente, riconoscere che la sua legge è buona e noi cattivi, confessare che abbiamo vissuto da malfattori e meritiamo la morte. Se riusciamo a maturare tale disposizione interiore con la coscienza d'essere tutt'altro che eroi, credo che neppure a Dio sia consentito di scagliare la pietra contro di noi.

1593
"Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Mt 4,4)
In questa sentenza è racchiusa la causa prima di ogni catastrofe umanitaria. Ci comunica che come il corpo ha bisogno del pane per vivere, alla stessa maniera l'anima...della parola di Dio per sopravvivere. Per soddisfare all'esigenza materiale è stato attivato dalla divina sapienza lo stimolo della fame, per quella spirituale invece al fine di rispettare la nostra libertà ha reso possibile innescarne l'appetito solo dopo che sia riconosciuta la sua impellente necessità. La nutrizione trascendentale sovrintende a tutte le altre funzioni e ne orienta il corretto sviluppo, se viene a mancare appassisce la dignità dell'uomo fino a precipitare nella barbarie. Basta guardare al popolo ebreo per saggiarne il nefasto effetto, dopo aver rifiutato il Salvatore ed essersi dunque proibito di nutrirsi della buona novella, ha finito per cannibalizzarsi divorando dapprima gli altri popoli ed infine sé stesso. Noi cristiani al contrario continuiamo a mangiarla, ma a giudicare dalla realtà che produce, c'è da pensare che non appena viene a contatto con il nostro dna perda ogni proprietà.

1594
"Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire" (Mc 3,23-26)
Stando a quello che dice Don Curzio Nitoglia uno dei massimi esperti in materia di massoneria, poteri occulti e strategie sotterranee, si sta combattendo una battaglia campale sul fronte del predominio mondiale fra..."il Giudaismo Cosmico e Planetario, disumanamente transumanista e una forma di Giudaismo meno aggressivo, meno disumano, che forse spaventa di meno, ma che sostanzialmente vuole arrivare allo stesso fine: il dominio del mondo da parte di Israele. La pandemia del Covid-19 è stata un’occasione ben strutturata e ben sfruttata per imporre una feroce tirannia spirituale e intellettuale che distrugga l’uomo in quanto creato a immagine e somiglianza di Dio". Siccome è stato appurato che nessuno dei due schieramenti è buono, si è tentati di sperare che siano in conflitto due anime dello stesso demonio.

1595
"Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici" (Lc 6,27)
Un tempo Dio per plasmare le nostre anime ricorreva al mestiere di vasaio tanto era malleabile l'essenza del nostro fango, oggi invece è dovuto ricorrere all'arte ed improvvisarsi scultore dal momento che i nostri cuori sono diventati granitici come il marmo. Nulla più di questa immagine svela il ruolo dei nemici e la ragione più profonda per la quale siamo chiamati ad amarli. Non amarli di un amore pietoso che s'intenerisce di fronte alla cattiveria del fratello più riottoso, ma amarli con un amore di gratitudine poiché lo scultore celeste li ha scelti come strumenti per smussare i nostri spigoli più resistenti. Amarli perché devono essere indomabili per sopportare le mazzate del braccio della divina giustizia nei nostri confronti. Non amarli dunque con la superbia di strapparli all'inferno, noi i salvatori e loro i salvati...ma con l'umiltà per riconoscere che sono i nostri purgatori. E allora quando lo Scultore comanda di amare i nostri nemici come fratelli...in verità ci invita ad amare i suoi scalpelli.

1596
"Ma Pietro gli disse: Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!" (At 3,6)
Stamattina mio figlio mi ha chiesto di sistemare il freno della bici, dopo un accurato sopralluogo mi sono arreso. Pur essendo perito meccanico ho poca dimestichezza con i lavoretti di routine quotidiana e scarsissima attenzione per l'estetica delle cose, tanto da venir puntualmente escluso ogni volta che si disputa su questioni di buon gusto. Così spesso sono costretto ad ingoiare umiliazioni per non saper far fronte a questioni elementari. Allora per tirarmi su il morale mi è venuto in mente un brano degli Atti degli Apostoli laddove Pietro si è trovato più o meno nelle mie stesse condizioni. Entrando nel Tempio davanti ad uno storpio che chiedeva l'elemosina, nell'impossibilità di dargli denaro gli ha donato quello che dal Signore aveva ricevuto...la guarigione. Alla stessa maniera io dico ad ogni zombi che vaga senza fede per le strade: io non possiedo né l'argento del calore umano per consolarti, né l'oro del furore divino per spaventarti, ma quello che ho te lo do: l'opportunità di risuscitare svelandoti lo Spirito delle Sue parole.

1597
Nel panorama della spiritualità cristiana lungo il corso dei secoli sono maturate delle esperienze talmente estreme da sconfinare nel paradossale. Nella povertà Francesco D'Assisi che si spogliò di ogni bene ed inseguì con ostinazione quella chimera fino a diventare insopportabile persino ai suoi confratelli. Nello slancio mistico Simone lo Stilita che visse 37 anni in cima ad una colonna con lo sguardo e le braccia levate al cielo. Nella castità le suore di clausura. Nell'obbedienza il monaco che ricevette l'ordine di annaffiare per un anno un pezzo di legno ed eseguì senza battere ciglio. Nella fedeltà alla Parola Martin Lutero che insorse contro le mistificazioni da parte della Chiesa Cattolica. Nella politica il sindaco di Firenze Giorgio La Pira che interpretò il suo ruolo con un ascetismo mai riscontrato prima nell'arte del governare. Nella penitenza Caterina da Siena che pur di mortificarsi ricorreva alle più impensate torture. Che dire di questa gente, sono stati buoni o cattivi esempi e soprattutto...siamo chiamati a fare altrettanto? Decisamente no, a nessuno vengono richieste simili performance, ma questi giganti sono stati suscitati per segnalare i massimi riferimenti verso cui tendere in ogni settore della vita contemplativa. In questo campo se non si aspira costantemente al supremo ideale si finisce per diventare ipersensibili alle lusinghe del male.

1598
"Il fratello consegnerà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire" (Mt 10,21-22)
Avevo sempre creduto che queste parole di Gesù fossero destinate al tempo della fine, laddove la violenza si sarebbe manifestata in tutta la sua recrudescenza finendo per deflagrare entro la sacralità dei rapporti più intimi...ora invece ho capito che sono buone per tutti i tempi, compreso il nostro che reputo comunque l'ultimo segmento. E non vanno prese in chiave letterale, ma rivestite del loro significato simbolico...le prime due riguardano l'ambito religioso, la terza la sfera familiare. Il fratello consegna a morte eterna il fratello ogni volta che nelle comunità religiose vengono reclutate nuove leve. Il padre condanna al fuoco eterno il figlio ogni volta che una figura carismatica si pone come guida spirituale. Ed i figli spingono i genitori verso l'inferno quando li spronano a ringiovanire e godersi la vita come se non dovessero mai morire.

1599
Che la verità sia il più potente polo magnetico capace di attrarre il cuore dell'uomo, me ne sono reso conto seguendo in televisione molti casi di cronaca nera provenienti dagli Stati Uniti...anche a distanza di anni, in un modo o nell'altro, il crimine viene smascherato. E' sorprendente come gli assassini non riescano a farla franca quando basterebbe soltanto tenere la bocca chiusa, ma sentano l'esigenza di confidarli a qualche amico o compagno di cella...nel caso fossero in prigione per altri reati. I depositari dei segreti poi, sia per l'incapacità di sostenere simili pesi che per ottenere in cambio sconti di pena...finiscono per denunciarli alla polizia. Credo che nei colpevoli si instauri un conflitto fra la voce della coscienza che li accusa del delitto spingendoli al pentimento e l'istinto di sopravvivenza che cerca invece di seppellirlo. Alla fine quasi sempre giustizia viene fatta e le rare volte che non accade è perché il reo è precipitato anzitempo in un limbo interiore precursore dell'inferno. Paradossalmente le indagini degli inquirenti hanno un effetto deterrente sul processo di coscientizzazione della colpa da parte del criminale, facendolo sentire braccato lo inducono a fuggire le proprie responsabilità. Se venisse meno quella caccia all'uomo che ogni volta si scatena costringendo la preda a chiudersi in un atteggiamento difensivo e fosse invece lasciata libera di ascoltarsi...sono sicuro che farebbe minor resistenza di fronte al limpido richiamo della propria coscienza.

1600
Chi possiede un'acuta sensibilità di questi tempi ha necessità di trovarsi dei rifugi antiatomici per salvaguardare il cuore dall'assalto delle fibrillazioni sempre più isteriche prodotte dalla nostra società. Nelle città ove siamo assediati da ogni sorta di nemici ho scoperto un'oasi nella quale si può evadere in situazioni di emergenza per rallentarne i battiti e permettere allo spirito di tornare a respirare. E' una terra vergine che nessuno ha mai calpestato e mai potrà calpestare pur essendo a portata di mano e sotto gli occhi di tutti, un avamposto di paradiso difficile da percepire come tale alla sensibilità metropolitana...se non si conoscono le disperazioni che insorgono dal dover vivere in un mondo di alieni. E' la striscia di terra che sta fra la ferrovia e la palizzata che la separa dalla strada! Affacciandosi su quel prato si può sognare quanto sarebbe bello poterci costruire una capanna ed andarci ad abitare...ascolteremmo la vita passare nei treni che carichi di gente corrono verso il niente, ma saremmo in una botte di ferro poiché nessuno essere disumano potrà mai scendere per renderci a lui uguale. Sporgendoci dall'altro lato vedremmo il mondo da dietro lo steccato senza timore che aerei, auto, motorini, monopattini, smartphone, televisioni, computer, giornali, cuffiette e tanti altri mostri apocalittici...ci rubino l'anima.

1601
"Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato" (Mt 24,13)
Questa sentenza può prestarsi a diverse interpretazione a seconda di dove ci si trovi nel cammino di perfezione...a cosa è dunque legato in definitiva il perseverare a cui Gesù allude? Al non peccare, all'assiduità nella preghiera, alla fedeltà alle pratiche di devozione, al testimoniarlo in ogni occasione, all'esercitare la carità, al non fermarsi mai nell'approfondimento della verità? Ogni tentativo di salvezza sembra debba essere legato a qualche atto, o in alternativa a delle parole e mai ad un pensiero...quasi l'Onniveggente non potesse decifrare quanto di più vero fermenta nel nostro cuore! Perseverare fino alla fine dunque potrebbe significare...alimentare nella propria interiorità la tensione verso il Cielo affinché la sete di Dio non venga mai meno.

1602
"Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità" (Gv 4,22-23)
Comprendere cosa intenda Gesù con queste parole è piuttosto semplice, ma metterlo in pratica nel nostro tempo quasi impossibile. Per focalizzare tale concetto anziché analizzare i termini "spirito e verità" che ci consegnerebbero la maniera corretta di agire, cerchiamo di farlo mettendo nel mirino i loro opposti "carne e menzogna" che insegnandoci cosa non dobbiamo fare, ci fanno toccare con mano l'errore. Il contrario di spirito è carne, dunque non dobbiamo adorare il Padre ponendo il nostro appagamento nelle manifestazioni corporali...che devono servirci soltanto da trampolino di lancio. Se adempiamo tutte le pratiche devozionali a cui ci invitano le chiese: messe, preghiere, penitenze, opere buone, senza però riuscire a proiettare l'anima nell'infinito...vana è la nostra fede. Il contrario di verità è menzogna, che rappresenta l'inganno nel quale si finisce perseverando in questa condotta. L'ascensione avrebbe dovuto inaugurare la nuova era, quando il Dio fatto uomo si è sottratto allo sguardo proprio perché in spirito e verità cominciassimo ad adorarlo.

1603
"il regno di Dio è dentro di voi" (Lc 17,21)
Avere fede più di ogni altra cosa significa fidarsi di Dio, ma proprio questa fiducia viene spesso a mancare facendo in modo che il nostro procedere risulti altalenante e disarticolato. Si ha la convinzione che si debba percorrere una strada rigorosamente diritta per approdare all'agognata meta e di conseguenza si avanza prestando molta attenzione al fine di evitare situazioni che possano comportare pericolose deviazioni. Il Regno dei Cieli invece dimora dentro di noi dal giorno in cui abbiamo aderito alle istanze proclamate dal vangelo e Lui si è messo al timone della nostra vita. Non è della retta via che dobbiamo curarci perché ovunque andiamo il suo Spirito ci precede, ci accompagna e ci segue. Piuttosto della mancanza di fede che ci fa temere d'aver rotto l'incanto ogni volta che dubitiamo, che pecchiamo, che lo rinneghiamo...credendo ci abbia abbandonato. Arriveremo alla meta solo avendo coscienza che la nostra lucerna sia accesa su questa sentenza.

1604
"Allora i re della terra e i grandi, i capitani, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; e dicevano ai monti e alle rupi: Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello, perché è venuto il gran giorno della loro ira, e chi vi può resistere?" (Ap 6,15-17)
Temo che questo terribile scenario non vada solo immaginato come ultimo evento prima della resa dei conti di ogni coscienza, ma recepito quale cortina di terrore deputata a purgare in ogni tempo le nostre anime al pensiero della morte. I reprobi fraternizzeranno con il peggiore degli incubi non appena verrà loro data l'irreversibile sentenza e saranno costretti a contare i giorni rimanenti senza il supporto dell'inganno che si sono propinati in dosi sempre più massicce per tenere lontana la notte. Noi cristiani invece ogni volta che riusciamo a prendere coscienza quanto siano ignominiose le nostre bassezze...anche noi, se avremo temuto Dio correttamente, dovremmo bramare di nasconderci fra le rupi dei monti e nelle caverne.

1605
"Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: Dammi da bere" (Gv 4,6-7)
Questo brano rappresenta il prototipo dell'incontro fra Dio e l'uomo e ne svela le prerogative fondamentali. Stabilisce l'approccio nell'ora più calda del giorno quando la brama della risorsa più preziosa sulla terra si fa più aspra. Sorprendentemente è Gesù ad avanzare una richiesta, non qualcosa di personale e neppure la luna, ma un bene a disposizione di tutti e facilmente reperibile dalla donna nel pozzo. In quel "dammi da bere" che simboleggia la sete di anime da parte di Dio possiamo identificare una richiesta d'attenzione, qualche minuto di ascolto della sua Parola per dargli modo di accendere nel nostro cuore la sete del suo amore al fine di inondarlo di ogni benedizione.

1606
"Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia" (Gv 1,23)
Queste parole sono di Giovanni Battista che si identificò come colui a cui era stato dato il compito di preparare l'entrata in scena del Messia predicando nel deserto della Giudea. Ogni tanto trascinato dal furore di una fede che nella sua folle corsa non trova un oceano abbastanza vasto nel quale riversarsi, cado nella tentazione di pensare d'essere l'incaricato di preparare la via del Signore per il suo ritorno nella gloria. Tante volte mi sono chiesto: come mai pur possedendo lo Spirito di Gesù in abbondanza non riesco a fare nulla di quanto lui ha promesso avrebbero potuto fare i suoi discepoli? Perché non ho il potere di cacciare i demoni, di sanare i malati, di risuscitare i morti, di seccare i fichi sterili? E stamattina forse mi è stato dato di comprendere...perché io sono una voce! Una voce che grida nel deserto di questa generazione per preparare la via alla seconda venuta del Signore. Giovanni predicava e battezzava ed anch'io predico e battezzo...battezzo con un battesimo di purificazione attraverso una pioggia risanante di parole che solo chi si apre alla grazia ha il potere di far diluviare sul proprio cuore. Ed anch'io come Giovanni grido nel deserto, un deserto che si è esteso fino agli estremi confini della terra...grazie al processo di decomposizione spirituale che ha frantumato le pietre vive del Tempio in granelli di sabbia.

1607
"chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi" (Gv 14,12)
Non è tanto facile pensare di mettersi in competizione con Gesù, quanto difficile capire in quali ambiti ci sia consentito rivaleggiare. Mi pare di averne intercettato uno guardando alla vita di Francesco d'Assisi che nell'episodio della perfetta letizia metabolizza il rifiuto da parte dei suoi confratelli in maniera esemplare...arrivando addirittura ad affermare che non vi sia felicità più grande. Il Signore nelle occasioni in cui è stato rifiutato non era stato altrettanto perspicace da comprendere quale benedizione si nascondesse dietro il ripudio...nell'assuefarsi alla volontà del destino era rimbalzato dall'ira, all'indifferenza, alla mortificazione, senza riuscire a sfociare oltre. Francesco invece aveva compreso che maggiore è l'ostilità degli uomini e maggiore la possibilità di godere dell'intimità con Dio. E tanto questo spirito mi ha contagiato da avere io oggi il timore di essere accolto ed il terrore di avere successo.

1608
"Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto. Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. Allora ho detto: Ecco, io vengo" (Sal 40)
Fin da quando l'Altissimo si è manifestato all'uomo ha disposto che gli fossero offerti olocausti di animali. Con Gesù, agnello innocente che si è donato per la nostra salvezza, il sacrificio ha incarnato il volto della perfezione ed il processo di redenzione toccato il suo vertice supremo. Da quel giorno siamo chiamati ad amare Dio in spirito e verità immolando alla sua causa, non più animali o quanto abbiamo di più caro come fu Isacco per Abramo, ma qualcosa di profondamente intimo e d'inestimabile valore. E' il nostro cuore...da incendiare con ardente passione per bruciare quanto di nocivo si pone sul nostro cammino ed infiammarci d'eterno amore per illuminare l'orizzonte divino.

1609
"Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe" (Mt 6,14-15)
Questo appello di Gesù sembra un doveroso quanto blando invito all'indulgenza con il fine di normalizzare rapporti che a causa di diatribe sono stati interrotti, ma è possibile leggerci altro. Cerchiamo di immaginare l'universo interiore del genere umano e facciamolo come la somma delle intimità di tutte le persone...un enorme marchingegno nel quale ogni singolo elemento, dal più grande al più piccolo, deve interagire con con quelli a lui più prossimi. Affinché operi in maniera corretta occorre, non solo che ognuno sia fedele al proprio compito, ma pure che l'attrito fra un ingranaggio e gli altri sia ridotto al minimo. Ed il perdono serve proprio a questo, a lubrificare i dissapori nelle tenebre dei cuori.

1610
"La bambina non è morta, ma dorme" (Mc 5,39)
Leggendo il brano della risurrezione della figlia di Giairo si resta disorientati al punto di non riuscire più a seguire Gesù nel suo dettato. Quando arriva alla sua casa dice che non è morta nonostante tutti avessero preso atto che lo fosse a tutti gli effetti, arrivando persino a deriderlo e proprio per questo avevano mandato un messo a dire ai suoi servi di non disturbarlo. Forse in questo episodio si è verificata un'incomprensione sul piano dell'interpretazione dei significati, il cui senso può rivelarci un passo dell'Apocalisse...laddove si parla di seconda morte. Se partiamo da questo presupposto l'orizzonte si dipana, per morte seconda si intende la dannazione eterna al cospetto della quale la morte corporale assume la valenza di un sonno. E proprio questo voglio rimarcare, chi ha penetrato il solco della fede fino alle estreme conseguenze dovrebbe accostarsi alla morte con una tale stanchezza del cuore da non vedere l'ora di andare a dormire.

1611
"A mezzanotte si levò un grido: ecco lo sposo, andategli incontro!" (Mt 25,6)
La pesca miracolosa avvenne in due occasioni, la prima riportata da Luca durante la predicazione di Gesù e l'altra da Giovanni dopo la sua risurrezione nei giorni che precedettero l'ascesa al Cielo. In entrambi i casi gli apostoli gettarono le reti sulla sua parola dopo una notte infeconda...e fecero il pieno. Oggi ci sono molti sacerdoti e pastori che gettano le reti e non di rado fanno pescate eccellenti, ma purtroppo...i pesci sono quasi tutti morti. Meglio assolverebbero alla delicata mansione i profeti che con le canne da pesca possono sperare di prendere quei pochi ancora vivi, ma purtroppo...i sopravvissuti sono molto diffidenti e non abboccano. Allora c'è da augurarsi che prima che sia troppo tardi riescano ad avvertire il tam-tam dell'Apocalisse avvicinarsi minaccioso e capire che giunti a questo punto non c'è più anima viva in grado di pescarli. Per scavalcare i recinti delle chiese e guadagnare la libertà di andare incontro allo sposo...non resta loro che fare ricorso alle proprie forze. Al pari dei delfini, che per non morire sono costretti a saltare fuori dell'acqua, chi vuole salvare la propria vita deve lanciarsi verso il cielo pregando di ricadere sulla terraferma.

1612
Molti hanno visto nel video di Beppe Grillo il commovente tentativo di un padre di salvare suo figlio, a me invece è sembrata oltre che l'accorata confessione di un criminale...l'uscita allo scoperto del demone che lo possiede. Credo che mai sia stato sincero come in questa occasione, che mai una verità sia uscita con tanta prepotenza inconsciamente dal cuore...contorcendo i lineamenti del suo volto. La sua arringa difensiva ha raggiunto il culmine quando ha chiesto ai giudici di andare in prigione al suo posto e noi rapiti da tanto ardore abbiamo creduto di toccare con mano un esemplare sacrificio d'amore...ma abbiamo capito male. E' stata piuttosto la conclamazione di una verità! A mio avviso ha chiesto di andare in galera perché ha preso atto d'essere lui il colpevole delle malefatte del ragazzo, lui il responsabile d'avergli messo a disposizione un benessere tanto sfrenato al pari di una libertà impossibile da gestire...con quella testa ed a quell'età. Anche se le vittime fossero state consenzienti alla luce della morale, la gravità del dolo non si alleggerirebbe di una tacca. Quando a 19 anni ti ubriachi, ti droghi ed organizzi orge...in futuro puoi fare di peggio solo se scegli di seguire le orme di tuo padre e diventare un politico corrotto!

1613
"Allora rientrò in se stesso" (Lc 15,17)
Quest'affermazione di Gesù è tratta dalla parabola del figliol prodigo, che dopo aver sperperato la parte di eredità ricevuta dal padre si trova al cospetto del proprio fallimento. Rientrò in sé stesso...e toccato il fondo della parabola discendente prese coscienza di quanto possa costare cara la pretesa della propria indipendenza! E questa è la grande tragedia che ha affossato l'umanità, vivere perennemente fuori da sé stessa illudendosi di poter ambire all'eccellenza...per poi scoprire d'aver incarnato lo spettro dell'evanescenza. Quindi possiamo immaginare quali dimensioni abbia assunto il caos in un mondo forgiato dalla percezione alterata della propria identità. Per allontanarsi dalla consapevolezza alla nostra generazione è bastato lo scintillio del nulla, quello stesso che siamo ed avremmo dovuto impreziosire permettendogli di rivelarci la nostra reale condizione.

1614
La gestione di questa pandemia sta causando un effetto domino di fallimenti e gettando parecchia gente nella disperazione. Pochi giorni fa guardando un film su Reinhold Messner intitolato "Nanga Parbat" ho pensato che certi aspetti della sua disumana avventura andassero evidenziati, poiché sono un'inesauribile miniera per auto infondersi coraggio nell'attuale scenario che si va palesando sempre più economicamente apocalittico. L'alpinista rimase bloccato per alcuni giorni ad ottomila metri in condizioni atmosferiche talmente avverse da far sentire i barboni che dormono sulle panchine e si cibano d'immondizia...baciati dalla fortuna. Se dunque siamo prossimi a finire sulla strada prendiamo visione e tocchiamo con mano cosa si possa arrivare a soffrire! E teniamoci stretto il nostro inferno, dopo aver preso atto...di quanto sia terribile un'inferno di ghiaccio.

1615
Pochi giorni fa un amico mi ha raccontato una cosa riguardante un suo collega, un tipo simpaticissimo sempre pronto alla risata ma un po' trascurato nel gestire il lavoro, tanto da indurre il principale a prendere in considerazione la possibilità di licenziarlo. Proprio ieri questo mio amico si è dovuto recare a casa sua dove appesa alla parete c'era la gigantografia di una stupenda ragazza sorridente circondata da tante altre foto. Alla prevedibile richiesta se fosse sua figlia si è sentito raggelare...era mia figlia, morta cinque anni fa a causa di una malattia. A quel punto è come se il sipario si fosse spalancato per lasciar intravedere che sotto le spoglie di quel confusionario mattacchione...si celava il cuore crocifisso di un padre. Allora tutto è apparso sotto un'altra luce ed ho pensato che molte sue mancanze potessero essere addebitate a quel fattore debilitante...e quell'allegria contagiosa trasmessa in ogni battuta non servisse ad altro che a depistare il pianto.

1616
"Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è necessaria" (Gv10,41-42)
Oggi voglio fare alle donne che ho per amiche in fb un regalo dal valore inestimabile che nessun altro potrà mai fare loro e per il quale, le poche che comprenderanno...mi ringrazieranno in eterno. Ho provveduto ad impacchettarlo e metterlo furtivamente nell'angolo più nascosto dei loro cuori...ora mi non resta che rivelarlo affinché ne prendano possesso e si decidano ad aprirlo. In questi anni attraverso i miei post spirituali, senza che se ne accorgessero, le ho nutrite della sola cosa necessaria da fare in questa vita...ascoltare la Parola di Dio. Marta, te l'ho servita in tutte le salse e non è possibile che sullo sfondo di questo Natale pagano, un dardo d'amore divino non ti abbia ferita a morte facendoti desiderare di nascere a nuova vita.

1617
"chi pecca è schiavo del peccato" (Gv 8,34)
Per tanti anni ho interpretato questa sentenza come l'inequivocabile condanna del cristiano, l'indice di Dio spietatamente puntato contro la sua colpa...oggi invece all'improvviso mi sono accorto che è l'annuncio della suprema scarcerazione. Se avverto la schiavitù del peccato allora vuole dire che sono cosciente d'essere in fallo e la buona notizia è che ne sono schiavo...e non servo! Lo disprezzo e non lo voglio, tuttavia è padrone della mia carne e con le mie forze non riesco a sciogliere le catene. In quanto schiavo ho però la fortuna di avvertire il disagio di vivere in stato di sottomissione e dunque mi trovo nella condizione ideale per anelare la liberazione. E mi basta desiderare la libertà per ottenerla immediatamente in spirito e verità!

1618
"Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene" (2Ts 2,7)
Mi pare di aver scoperto il segreto della serenità, bene supremo in questi giorni crivellati da conflittualità di ogni genere. Uno dei massimi enigmi della fede è cercare di capire chi sia quel mistero d'iniquità a cui allude Paolo e cosa concorra a trattenere l'espansione di questa forza oscura che impedisce il ritorno di Gesù nella gloria. L'avanzare a grandi passi dell'Apocalisse, io credo abbia generato in seno alla cristianità una scissione che ha portato alla contrapposizione di due anime: da una parte una manciata di folli che ritengono prossima la fine del mondo, dall'altra un esercito di burocrati che pensa sia ancora possibile salvarlo. Il braccio di ferro fra queste due volontà opposte sta generando un segmento di tempo sospeso...nel quale si auspica che abbia la meglio lo spirito d'intelligenza rinunciando alla contesa, sullo spettro di una benevolenza artefatta incapace di caratterizzarsi. Da ciò si evince che chi parteggia per la parusia dovrebbe smettere di opporsi al male lasciando libero sfogo alla sua azione devastatrice e men che meno darsi da fare per ripristinare quanto viene distrutto. Sarebbe auspicabile che le vergini savie si mettessero alla finestra a guardare gli ultimi giorni passare soffiando sul fuoco delle concupiscenze per accelerarne la dissoluzione. Che il partito dei conservatori sia dalla parte del torto lo si evince anche dal disprezzo con cui viene additato dall'apostolo, tolto di mezzo...come fosse un impiccio, una trave che si è messa di traverso lungo il cammino del compimento della Parola. Il grande beneficio che si ottiene cavalcando la crociata del bene è non perdere la pace, mentre si consumano le separazioni che rivelano la paternità dei cuori. Chi ha per padre il diavolo fa di tutto per cercare di salvare il mondo, chi Dio invece spera che quanto prima venga divorato dalle fiamme, fino al punto da renderlo idoneo ad ospitare eternamente coloro che lo volevano salvare.

1619
“Poiché lo Sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono” (Mt 25,5)
Mi pare di poter identificare questo sonno delle vergini, non tanto nella condotta di sacerdoti e pastori priva di verve, quanto nella forsennata opera di predicazione che fanno soprattutto attraverso i mass madia. Il Vangelo mai come in questo tempo viene annunciato con tanto fervore. Eppure nonostante gli encomiabili slanci a mio avviso rientrano nella categoria delle vergini addormentate. Questo sonno io credo vada ravvisato nell'incapacità di avvertire l'imminente fine del mondo onde riuscire ad ascoltare il Grido che comanda di andare incontro allo Sposo. Mai sentito dire da un altare: uscite dai sepolcri delle vostre chiese per andate incontro al Signore! Vergini addormentate dunque sono tutti coloro che vanno ancora annunciando la buona novella, mentre dovrebbero sentenziare quella tremenda!

1620
"Beati i perseguitati" (Mt 5,10)
La lotta contro ogni forma di discriminazione è giustamente diventata uno dei cavalli di battaglia del nuovo ordine mondiale ed onestamente non si può non condividere tale crociata. Se però la guardiamo nell'ottica della fede ci accorgiamo che qualcosa non torna, che dietro al sacrosanto diritto di essere rispettati a prescindere...si nasconde una trappola diabolica. Nella sentenza succitata ho deliberatamente omesso i due motivi che Gesù adduce per rientrare in tale categoria, perseguitati per la giustizia ed a causa del Figlio dell'uomo...perché ritengo che ogni tipo di persecuzione sia idonea a partorire lo slancio necessario per alzare gli occhi al cielo. Se verrà bandita la percezione di ogni diversità sarà la peggiore catastrofe proprio per l'umanità oltraggiata! Le saranno tarpate le ali per cercare la salvezza nel nido del Padre e non le resteranno che le gambe per camminare insieme agli altri zombi fino alla morte.

1621
Sempre più spesso mi capita di non sentirmi in sintonia con i pastori evangelici non riuscendo a percepire familiarità con chi afferma di credere nel mio stesso Dio. La stessa cosa avviene con i sacerdoti cattolici che pur professandosi figli del mio stesso Padre non li sento fratelli. Sia gli uni che gli altri mi giungono più che estranei, quasi nemici, come lo erano del profeta Elia...i profeti di Baal. Per quanto possa sembrare assurdo lo scenario del monte Carmelo sembra quanto mai attuale, tutti contro uno...con la fondata possibilità che oggi i cristiani regolari siano prodotti del demonio. Se il mio spirito li vede interiormente così orrendi forse è perché sono stati plasmati dall'idolo del Dio, che dentro le loro chiese, con certosina abnegazione si sono confezionati.

1622
"Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio" (Ct 8,6)
Quanta gente ogni giorno vede consegnarsi da un destino crudele una sentenza di morte a causa di qualche malattia incurabile ed all'improvviso sul palcoscenico della propria commedia vede il sipario incominciare a calare. Ci sono tanti libri sulla morte da consultare scritti con l'intento di anestetizzare l'avvicinarsi dell'evento: Il libro tibetano dei morti, La vita oltre la vita, Il silenzio dei morti viventi, La voce dei morti, Aldilà e medianità, Angeli e morti ci parlano, Attraverso i cancelli della morte, Reincarnazione 20 casi a sostegno, Nella mente di un defunto, La biblioteca dei morti...e potrei continuare fino al giorno della mia morte! Se capitasse a me non andrei a leggere libri sulla morte, né tantomeno sulla vita eterna...andrei a leggere una bellissima poesia d'amore che si trova nella Bibbia: Il Cantico dei Cantici. Parla dell'ansia di due innamorati generata dall'attesa per il loro incontro, due innamorati che si amano sopra ogni cosa e si sono cercati per mari e monti. E finalmente riescono a trovarsi, nel Regno dei Cieli, in quello che a noi sembra il più nefasto dei giorni.

1623
"cercherà di cambiare tempi e leggi" (Dn 7,25)
Tanto è penetrato il fumo di satana in ambito religioso da rendere sempre più vaga la percezione di una sacrosanta verità enunciata nell'Antico Testamento e confermata da Gesù nel nuovo per non avere mai aggiunto un punto, né tolto una virgola in merito alla questione...avallando di fatto quanto stava scritto. In questi ultimi anni l'ondata transgender ha scosso la terraferma della legge di Dio e minato la stabilità delle fondamenta in materia di comportamenti sessuali, tanto da farci balenare la possibilità di trovarci di fronte al compiersi di una delle più dissacranti profezie. Mi riferisco a Daniele che aveva annunciato l'ascesa di un re empio, intenzionato a cambiare le leggi stabilite fin dalla creazione dell'uomo ed in conseguenza di tale rivoluzione anche i tempi avrebbero subito un'accelerazione puntando dritto verso la fine. Il cambio della legge in corso sta nell'eliminare il dualismo "maschio-femmina" ritenendolo superato, con l'intento di sdoganare una serie di connessioni ibridate dalla conflittualità fra le isterie degli umori corporali e la volatilità delle fantasticherie mentali. Papa Francesco nel suo pontificato ha fatto passi da gigante per favorire il cambiamento.

1624
"Poiché in lui viviamo, ci muoviamo e siamo" (At 17,28)
Questo passo tratto dal discorso di Paolo nell'Areopago di Atene mi ha fatto pensare ai pesci che vivono immersi nell'acqua senza avere coscienza che il prezioso liquido è la loro casa, la loro aria e provvede ad ogni esigenza della loro vita...in pratica è il loro Dio! I pesci non hanno intelletto e dunque sono dispensati dal testimoniargli gratitudine per quanto ricevono, ma noi che siamo stati dotati di strumenti per rilevare oltre, alla luce dei fatti pare sia addirittura più difficile scoprire in chi viviamo immersi...riconoscere che il nostro Dio esonda sovrabbondanza della propria immanenza da ogni molecola della Creazione. Tale deficit tuttavia è tutt'altro che addebitabile a sbadataggine, una forza oscura a cui abbiamo dato credito ha sfigurato i nostri cuori impedendo ai nostri occhi di vedere l'evidente. E temo che ormai la cecità sia diventata permanente.

1625
"Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, và nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò" (Gn 22,2)
Avere fede significa fidarsi, ma quanti genitori oggi si fiderebbero di Dio fino al punto di emulare Abramo nell'atto di uccidere suo figlio Isacco? Gesù aveva palesato pesanti riserve sulla possibilità di trovare la fede sulla terra al suo ritorno ed il fatto che di questi tempi si reputi unanimemente assurdo sentirsi rivolgere tale comando...la dice lunga sull'ora che stiamo vivendo. Pur sapendo che mai Dio ci sottoporrà alla suprema prova del nove dell'amore, non riusciamo tuttavia ad approcciare la questione concedendo un minimo di credito a chi ci sovrasta in bontà e sapienza. Quel Dio che chiede la nostra cecità assoluta per guidare nel migliore dei modi le nostre vite e smania di indossare le vesti di Padre...viene messo alla gogna a causa della nostra diffidenza e finisce per essere considerato, dapprima un intruso, poi un nemico ed infine un mostro. Che non avrebbe lasciato compiere l'atrocità richiesta lo si evince dalle parole dell'angelo quando ha fermato la mano omicida...non fargli alcun male! Se quell'atto viene considerato un male, allora l'intenzione della fonte di ogni bene si rivela un espediente per saggiare che l'amore di Abramo nei suoi confronti fosse sopra ogni cosa. Per completare la panoramica sul conflitto d'interessi dei sentimenti occorre rilevare che Dio non è mosso soltanto dal sospetto di non godere dell'amore esclusivo di Abramo, ma anche dall'esigenza di tutelare il diritto di Isacco...ad avere Dio per Padre.

1626
C'era un padre non credente a cui un giorno il figlio di dieci anni tornando a casa da scuola disse: babbo un amichetto mi ha detto che quando moriremo risusciteremo e andremo in paradiso dove vivremo insieme per sempre. Il genitore lasciò che gli passasse l'entusiasmo poi cominciò ad argomentare secondo i criteri della logica fino a convincerlo che erano tutte favole. Passano gli anni e questo figlio si ritrova padre a cui il figlio di dieci anni tornando a casa da scuola gli chiede la stessa cosa. Memore di quanto lui ci fosse rimasto male gli lascia credere che sia vero, non tanto per non vedergli morire il sorriso sulle labbra, quanto perché il bambino non sappia che suo padre abbia amato il razionalismo più della speranza di averlo eternamente accanto.

1627
"mentre ci prepariamo per la prossima pandemia"
Probabilmente il premier Draghi, persona solitamente misurata, è incorso in un clamoroso lapsus freudiano annunciando candidamente l'arrivo di una nuova pandemia...e dai toni usati lascia presagire che non sia neppure l'ultima. Come abbia fatto a prevedere il futuro lo si può spiegare soltanto pensando che il tempo a venire sia già stato dettagliatamente pianificato a tavolino dai padroni del mondo. Quello che più stupisce tuttavia non è la mostruosità che hanno messo in atto, ma piuttosto la familiarità e disinvoltura con la quale la gestiscono. Credo che l'affermazione gli sia sfuggita a causa dell'esuberanza dello spirito che li governa, tanta in quest'ora è la superiorità del demonio sulla terra che si concede persino lo spasso di gigioneggiare.

1628
"Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste" (Ap 13,1)
Fra i tanti scenari che si possono ipotizzare per l'immediato futuro ne voglio segnalare uno piuttosto ardito, tuttavia da non sottovalutare visti i tempi che corrono e gli elementi che girano. Supponiamo per un attimo che tutte le ragioni finora addotte per giustificare i virus siano servite solo da paravento per coprire la reale intenzione...quella di dividere i buoni dai cattivi e creare le condizioni ideali per eliminare questi ultimi. Per separare i soggiogati dai dissidenti sarebbero arrivati ad escogitare una maniera davvero originale...farsi vaccinare! Le pandemie trascorse non sarebbero servite ad altro che a seminare il panico affinché si scatenasse una corsa all'antidoto capace di isolare, sullo sfondo di un panorama politico internazionale mai tanto fosco...le frange non disposte a farsi manipolare. Configurati gli schieramenti, quando la popolazione obbediente sarà stata vaccinata e la dissenziente circoscritta, allora la nocività dei virus potrebbe essere drasticamente innalzata e la capacità di contagio moltiplicata...proprio perché destinata a chi rifiuta di piegarsi al più abominevole dei progetti.

1629
"Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno" (Mt 17,21)
Questa sentenza di Gesù mi ha fatto balenare l'idea che l'anoressia possa essere una patologia di matrice prettamente spirituale con il potere di disorientare per via di una serie di disturbi psicosomatici eclatanti...o più precisamente che non sia una malattia nel senso comune del termine, ma un demone. C'è un elemento a cui a mio avviso non si dà il peso che merita, un sintomo che alla sensibilità del mistico accende l'imperatore degli allarmi, nonostante il clamore emotivo suscitato dall'evolversi dell'evento faccia di tutto per distogliere l'attenzione. I soggetti colpiti credono ad una menzogna e lo fanno rinnegando una verità sacrosanta: credono di essere obesi, mentre sono scheletrici. E sotto il giogo di una sorta d'incantesimo si convincono che la priorità assoluta della loro vita sia dover perdere peso! Solo quando si viene occupati da uno spirito impudente si possono toccare picchi di ostinazione capaci di negare l'evidenza. Davanti al bianco affermare che è nero, davanti al nero, che è bianco...e questo per troncare ogni rapporto con la ragione attraverso la quale si esce dai più complicati labirinti. In questo tempo in cui le potenze dei cieli sono sconvolte, il diavolo ne approfitta per vendicarsi di tutti i secoli nei quali ha dovuto soccombere ai penitenti che attraverso preghiere e digiuni lo cacciavano dalle anime. Ora è come se avesse impugnato l'arma con la quale lo vessavano e ce l'avesse rivolta contro per martoriare le fasce più deboli.

1630
"Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo? Ed egli rispose: Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile. Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno" (Mt 17,19-21)
Gesù afferma che con la fede nulla è impossibile da ottenere e per ovviare a tale carenza addita agli apostoli la preghiera e il digiuno. In verità io credo che pregare e digiunare non siano alternative da usare in situazioni di emergenza, ma piuttosto i mezzi attraverso i quali si può ottenere un accrescimento della propria fede, capace di mettere nelle condizioni di rispondere alla suprema istanza attraverso la quale nulla è precluso. Il digiuno schioda l'anima dalle concupiscenze terrene, la preghiera le dona lo slancio per volare più in alto laddove le nebbie si diradano, gli orizzonti si rivelano e diventa sempre più semplice credere all'inverosimile.

1631
Non posso esimermi dal segnalare quanto dovremmo prendere esempio dagli immigrati in ambito lavorativo. Conosco una realtà nella quale operano una signora ivoriana, una ragazza marocchina ed un ragazzo pakistano...stimatissimi dai colleghi. Il raffronto con noi italiani è imbarazzante ed in aggiunta hanno una virtù ormai introvabile nei nostri cuori che fa rifulgere oltremisura ogni loro qualità...l'umiltà. C'è da chiedersi come mai siano venuti così bene nonostante provengano da società cariche di problematiche ed a mio parere la risposta non va ricercata nei meriti personali. Piuttosto perché hanno avuto la fortuna di nascere in paesi musulmani nei quali si venera Allah, un Dio molto simile al nostro del Vecchio Testamento da molti considerato un mostro ed inoltre l'opportunità di crescere in famiglie a forte impronta patriarcale...struttura che impedisce alle fibrillazioni della fantasia di procreare sogni evanescenti. Simili condizioni a mio avviso hanno fortificato in loro i due pilastri del corretto relazionarsi: il timore di Dio ed il rispetto verso il prossimo. Ma c'è un paradosso che denuncia la contraddizione più lacerante dell'italica identità, nonostante siano ammirati da tutti ce ne fosse uno dei nostri, dico uno solo...che avesse manifestato il desiderio di migliorarsi come persona cercando di diventare come loro!

1632
"mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato" (Gv 4,34)
Sentire rivolte a sé stessi queste parole è un segno di presunta elezione che io credo si verifichi solo quando nel cammino che conduce alla vetta del calvario s'incomincia ad avvertire l'asprezza della salita. Si comprende che fare la volontà del Padre non è tanto un dovere a cui adempiere, ma è diventata un'estrema necessità a cui non si può ovviare. Allora si prende coscienza che obbedire rimane il solo mezzo di sostentamento per la nostra sopravvivenza spirituale...e ci si rassegna ad una solitudine sempre più siderale. Quando questa volontà ti chiede di liberarti di un legame affettivo troppo intimo che impedisce all'anima di respirare, per quanto una persona ti sia cara...prima di riprendere il cammino devi lasciarla sul ciglio della strada. Se non lo farai, non solo tu morirai di fame, ma verrà a mancare il pane a tutte le bocche che avresti dovuto sfamare.

1633
"Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta" (Mt 10,41)
Queste parole di Gesù sembrano promettere un premio a coloro che accolgono i divulgatori della parola più intransigente della Bibbia...i profeti. Per ottenere la loro stessa ricompensa, che ritengo molto alta poiché in ambito spirituale esercitano il mestiere più ostico che esiste, pare basti semplicemente accoglierli...null'altro! Tanta convenienza a buon mercato potrebbe far sorgere il sospetto che si tratti di una trappola e lo è a tutti gli effetti...ma solo dopo esserci finiti dentro si prende coscienza che non si può tornare indietro. Chi viene toccato dalla parola del profeta non può fare a meno di appassionarsi per la causa del cielo e finire, senza che gli venga comandato...anche lui per profetare. Ed allora Dio non ci regala niente, chi accoglie un profeta diventa profeta e si guadagna la ricompensa del profeta con il sudore della propria fronte.

1634
"Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua" (Mc 6,4)
Immaginiamo come possa essersi sentito Gesù di fronte alla diffidenza dei suoi parenti, lui che si sarebbe aspettato di vederli entusiasti di accogliere la buona novella, di essere riconosciuto dai suoi cugini e dai suoi zii nelle vesti di profeta. Persone che lo frequentavano intimamente dall'infanzia ed avevano avuto modo di saggiarne la rettitudine, al manifestarsi della sua missione invece di sostenerlo prendono le distanze per timore di venir associati ad un esaltato dagli accenti demoniaci. Eppure sapevano chi fossero suo padre e sua madre, gente per cui si poteva mettere la mano sul fuoco...all'improvviso il frutto benedetto di quel matrimonio ai loro occhi era marcito. Quando poi saranno passati a miglior vita e davanti al trono celeste avranno scoperto che quel folle consanguineo sedeva alla destra di Dio, se ne saranno spudoratamente rallegrati convinti che bastasse essere imparentati per salvare capra e cavoli. Ma ahimé saranno restati di sasso nell'apprendere che proprio per questo sarebbero stati giudicati più severamente. Chi ha la sventura di avere un profeta in famiglia sappia che peggio di disprezzarlo è benevolmente inascoltarlo, insignificanza che ritengo un'aggravante capace di apportare un ulteriore inasprimento delle pene dell'inferno.

1635
Pochi giorni fa mentre seguivo in televisione un programma sulla deportazione degli schiavi dall'Africa in America, guardando le condizioni disumane nelle quali erano costretti a vivere dalla barbarie dei propri simili, ho percepito la stessa angoscia che provo quando guardo l'uomo del nostro tempo incatenato dal diavolo alla terra con i lacci del benessere. Con lo sguardo dilatato dalla lente della trascendenza vedo consumarsi la medesima violenza. Allora era il corpo a patire la schiavitù, oggi l'anima e non si avverte alcun dolore perché siamo diventati talmente superficiali da aver fatto saltare ogni connessione con la realtà interiore. Se per i primi era lecito provare una profonda compassione, per i secondi non si può che schiumare rabbia perché lasciarsi sedurre è stata una loro scelta. E così vivete felici e contenti pur stando peggio degli schiavi neri che attraversavano l'oceano stipati dentro i bastimenti. Ma loro almeno andavano a morire con la fondata speranza di raggiungere la salvezza, voi invece al supplizio eterno mentre degenera la festa.

1636
"mysterium tremendum et fascinans"
Tanto Dio è alieno alla conoscenza del genere umano da poter paragonare l'incontro del Creatore con ogni coscienza chiamata alla luce...ad un duello. Un duello pregno dello stesso phatos di quello del celebre film western..."Mezzogiorno di fuoco". Tanto è lo squilibrio che si genera nel tentativo di fare un profilo dell'Onnipotente sulla scorta delle informazioni che emergono dalla sacra Scrittura e tanta la nostra incapacità di assegnargli connotati ben definiti che permettano di orientarci, da fare in modo che l'approssimarsi a Lui sia attraversato da fibrillazioni impossibili da coniugare. Estrema diffidenza a fronte di irresistibile stupore...e dunque deputate a suscitare viscerali conflitti fra impulsi e ragioni. Il teologo Rudolf Otto conia una definizione di Dio quanto mai poetica ed allo stesso tempo vicinissima alla realtà: un mistero tremendo e affascinante. Ed allora quando saremo Uno al cospetto dell'altro, entrambi con la mano sul calcio della pistola sul punto di estrarla dal fodero per sparare, ci accorgeremo che d'amore si può morire senza colpo ferire.

1637
"Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire alla condanna della Geenna?" (Mt 13,33)
Come Lucio Battisti nella sua canzone "e penso a te" qualunque cosa dicesse o facesse non riusciva a liberarsi dall'immanenza ossessiva della sua innamorata..."Io lavoro e penso a te, torno a casa e penso a te, le telefono e intanto penso a te, sono al buio e penso a te, chiudo gli occhi e penso a te, io non dormo e penso a te". A me capita di sentirmi rapire dallo spirito di Dio che mi rimbomba nella testa le parole di Gesù ogni volta che levo lo sguardo ed incrocio i miei dissimili...come potrete sfuggire alla condanna della Geenna? Le sussurro ai giovani con quel filo di pazienza che mi resta...come potrete sfuggire alla condanna della Geenna? La proclamo ai vecchi con tutta la veemenza delle mie corde vocali e particolare astio...come potrete sfuggire alla condanna della Geenna? La ringhio ai benestanti...come potrete sfuggire alla condanna della Geenna? La sillabo con le labbra frementi di rabbia a chi ha poco e non si accontenta...come potrete sfuggire alla condanna della Geenna? La sputo in faccia a sacerdoti e pastori...come potrete sfuggire alla condanna delle Geenna? E ieri sera mentre facevo i frulli ad un bambino, senza volerlo mi è partita la minaccia. Piccino, con i tuoi dieci mesi di vita da nababbo...come potrai sfuggire alla condanna della Geenna? E allora ho capito che a furia di gridarla qualche volta il disco s'incanta.

1638
Come Giovanni Battista si autoproclamava "voce di uno che grida nel deserto"...venuta ad annunciare ad un popolo di sordi l'avvento del Messia, chiunque vede la verità in questo tempo di tenebre fittissime può a pieno titolo auto definirsi "luce di uno che illumina la notte"...chiamata ad annunciare ad un popolo di ciechi il suo ritorno nella gloria.

1639
Oggi voglio fare un post per agevolare il compito ai miei biografi, svelare un risvolto psicologico che ha contribuito in maniera determinante a fare di me un poeta. Devo la vocazione a mia madre, donna da giovane tanto bella quanto gelida. Ricordo che restavo spesso rapito a guardarla senza mai ricevere attenzioni, né manifestazioni d'affetto. Credo che questo lento stillicidio di frustrazioni abbia maturato in me una forte dipendenza dall'incanto che suscita la bellezza del volto femminile. Giunto alla maturità ho sentito la necessità di rispondere in qualche maniera alla frustata emotiva che mi percuoteva ogni volta che una donna riproduceva la pulsione originaria. Attraverso la poesia ho stabilito una connessione che mi portato a possedere nella maniera più sublime possibile la fonte del mio desiderio...racchiudendola in un canto capace di innalzarla a divinità.

1640
Quando contemplo il mondo mi viene da sorridere nel prendere atto di quanto io sia lontano dalle sue regole. Tanto per restare nel campo sovraffollato dell'abbigliamento...non ci tengo a vestirmi come la prassi comanda, non mi curo di essere impeccabile agli sguardi inquisitori. Gli abbinamenti dei canonici colori li lascio a chi ha deciso di conservarsi appassionatamente elementare, se sia stirato bene oppure alla bell'è meglio ogni mio capo chissenefrega...ho altro a cui votarmi. E soprattutto nessun timore di essere giudicato da gente fiera di appartenere al regno dell'effimero. Signore e Signori, io ci tengo a distinguermi affinché si veda che sono discendenza della stirpe del Leone di Giuda...e non una capra.

1641
Oggi viviamo in un mondo nel quale siamo convinti di godere la massima libertà e andiamo fieri d'aver conquistato il supremo privilegio dopo secoli di lotte. Ma se pensiamo che l'essenza dell'uomo è il cuore e quindi siamo liberi solo quando quest'ultimo è libero...allora il panorama si oscura. Ad un attento esame scopriamo di aver passato buona parte della nostra vita dietro le sbarre...ristretti da innamoramenti ed affetti disordinati per le persone, passioni per le cose, scriteriate vocazioni e quant'altro possa aver catturato oltremisura il trasporto dell'imperatore dei nostri sensi. Ciechi e sordi quali siamo negli ultimi giorni abbiamo maturato la più ingannevole delle menzogne adulterando la libertà fino a esaltarne la sua versione più banale...che essere liberi significhi fare quello che pare e piace.

1642
"giardino chiuso tu sei, fontana sigillata" (Ct 4,12)
Nulla più di questa definizione del Cantico dei Cantici comunica alla donna l'atteggiamento da tenere in pubblico. Per "giardino chiuso" ritengo si intenda massima protezione del proprio corpo in riferimento all'abbigliamento onde evitare che sguardi indiscreti penetrino l'intimità. Per "fonte sigillata" la bocca...ed in particolare l'uso della parola da gestire con grande parsimonia. Questa è la ricetta di Dio per ottenere una donna virtuosa e la sua peculiarità è l'estrema riservatezza. Siccome nulla dobbiamo prendere alla lettera, ma di ogni cosa saper cogliere lo spirito, credo si lasci ampia facoltà di interpretare il ruolo mantenendosi fedele alle sue prerogative, senza precipitare nell'isolazionismo. La grazia ha il potere di mediare fra le due esigenze, nascondersi e comunicare, facendo in modo che le esalazioni tossiche della sua innata sensualità vengano purificate dagli aromi della sua leggiadria...affinché passi inosservata quale oggetto del desiderio. La grazia quando è autentica colpisce al cuore, al contrario di quella bellezza oggi sempre più intrisa di volgarità che mira a fomentare sollevazioni dalla vita in giù.

1643
Mi pare di essermi inventato una maniera davvero originale per realizzare il mio sogno più ambizioso...diventare francescano abbracciando la povertà evangelica come facevano un tempo gli ordini mendicanti. Invito i giovani che lavorano negli alberghi, nei ristoranti, nei bar e nelle pizzerie a seguirmi. Visto quanto ben di Dio la gente spreca dando un morso a tanti cibi solo per togliersi lo sfizio di assaggiarli, ho pensato che si potrebbe recuperarli e dopo averli opportunamente restaurati...con mistico raccoglimento mangiarli come se fossero pane di vita eterna. Oggi alle colazioni ho rimediato un paio di brioche mutilate, tre albicocche seriamente lesionate, una pesca appena addentata, qualche pezzetto di torta e una fetta biscottata nuova di zecca. Me li sono portati a casa come fossero un tesoro frutto di tre ore di elemosina e gustati a fine pasto. Che soddisfazione e che onore sedersi alla stessa mensa in cui si sono seduti Francesco d'Assisi, Bernardo, Pietro e i loro compagni d'avventura...e sfamarsi degli stessi avanzi come uno di loro. Certo la mia non è stata che una goffa imitazione, però posso assicurare che autentico è stato lo spirito di incarnare la loro vocazione.

1644
"Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male" (Mc 5,34)
Questa sentenza di Gesù ricorre spesso nei vangeli, ma in questo di Marco è seguita da altre due affermazioni che rivelano quale magnificenza avrebbe investito la donna che gli aveva rubato il miracolo. Con "la tua fede ti ha salvata" vuole intendere che attraverso l'atto di cieco affidamento in virtù della capacità di aver saputo stabilire un contatto fra gli estremi bisogni della natura umana ed il desiderio di offrirsi di quella divina, entra a far parte del piccolo gregge sotto la tutela del buon pastore, il quale se si sbilancia fino al punto di prometterle il paradiso fin da ora...significa che ha il potere di proteggerla da ogni pericolo per il resto della vita. Con il "và in pace" le comunica che da quel giorno il suo cuore avrebbe goduto di una speciale protezione dalle insidie del regno delle tenebre e dunque beneficiare di una profonda stabilità. Da ultimo con "sii guarita dal tuo male" legittima quello che la donna aveva ottenuto illegalmente depenalizzando di fatto il furto di potenza dei Cieli.

1645
"Chi mi ha toccato il mantello" (Mc 5,30)
La donna che da dodici anni era affetta da emorragia, toccando con fede il mantello di Gesù nel giro di una manciata di minuti aveva vinto tre lotterie: la vita eterna, la pace in questa e la guarigione dal suo male...tutto senza spendere un soldo. Anche noi possiamo ottenere gratuitamente le stesse cose accostandoci a Dio con altrettanta fede, le prime due disponendoci a riceverle in dono, la terza qualora se ne abbisognasse anche a beneficio di altri...ingegnandoci per commettere un furto. Come la donna veniva da dodici anni di sofferenze, credo di poter affermare che per ottenere lo slancio capace di sfiorare nei cieli il mantello dell'Onnipotente...sia indispensabile maturare un bagaglio di dolore altrettanto debilitante. Nel caso quello personale non fosse sufficiente, abbiamo la fortuna di poter immagazzinare strazio osando metterci nei panni di chi ci passa accanto.

1646
"A mezzanotte si udì un grido: ecco lo sposo, andategli incontro!" (Mt 25,6)
Nella storia della salvezza del popolo eletto possiamo registrare ad oggi due esodi biblici. Il primo territoriale, concernente l'uscita degli ebrei dall'Egitto...sotto la guida di Mosè. Il secondo religioso, riguardante l'uscita degli ebrei convertiti al cristianesimo dalla sinagoga...sotto la guida di Pietro. Ora ci troviamo di fronte al terzo ed ultimo esodo, altrettanto biblico, ma stavolta spirituale e dunque più difficile da identificare. L'uscita delle vergini da tutte le chiese cristiane per andare incontro allo sposo che viene...sotto la guida della fede cieca dell'ultimo profeta.

1647
Nel post precedente ho parlato di tre esodi del popolo eletto per arrivare a tre terre promesse: il primo territoriale per raggiungere la terra di Israele, il secondo religioso per perseguire la perfezione del culto ed il terzo spirituale per approdare alla comunione con Dio...tre passaggi necessari al fedele per consumare la concupiscenza carnale del proprio slancio verso il Cielo. Ho chiamato il primo territoriale poiché nei primordi della relazione Creatore-creatura non si poteva che intendersi in termini squisitamente materialistici e proporzioni evidenti, il paradiso veniva identificato con una terra e per raggiungerlo era necessario camminare. Ho chiamato il secondo religioso poiché ha abbracciato un arco di tempo nel quale la devozione veniva espressa attraverso la celebrazione del rito, laddove avevano un ruolo fondamentale i gesti e le parole. Ed ho chiamato il terzo spirituale poiché l'adorazione del Padre viene svincolata da ogni manifestazione esteriore per assumere i connotati di un atteggiamento interiore. Tradotto in termini pratici significa che oggi l'esodo delle vergini dalle chiese cristiane verso l'incontro con lo Sposo non necessariamente debba essere palese, è sufficiente che sia sul piano dell'intenzione e nell'intimità del cuore. Addirittura io credo che si possa arrivare a provare un inconscio disgusto nei confronti delle comunità di appartenenza a causa degli scandali che vengono alla luce in questi ultimi tempi...disgusto che ha la valenza di un battesimo e le spinge in cammino verso l'incontro definitivo. Nessuno credo sia tenuto a fare come me a cui è stato comandato attraverso dei segni davanti ai quali era impossibile chiudere gli occhi...di uscire dalla chiesa cattolica per continuare a camminare solo verso il ritorno di Gesù nella gloria.

1648
Quanti pochi sanno che Dio nella sua beata Trinità a livello caratteriale possiede una spiccata antagonista dualità. Un volto buono che è quello che ci consegna la parabola del figliol prodigo ed uno cattivo...che siamo noi a scolpire. Non si può negare che abbia un ottimo motivo per essere crudele, perfido, spietato, disumano, brutale, perverso, criminale...dal momento che la nostra incredulità, i nostri peccati e le nostre bestemmie hanno crocifisso suo Figlio. E affinché comprendiamo cosa significhi avere un figlio in croce lascia che i nostri figli vengano crocifissi dalla vita, dall'amore, dal lavoro, attraverso molteplici situazioni...con la speranza che riusciamo a cogliere il parallelismo, sentirci solidali con Lui e recedere da ogni residua velleità in ossequio al medesimo destino.

1649
In questi ultimi tempi si verificano delle conversioni talmente miracolose da far suonare l'allarme inducendo prudentemente a diffidare della loro attendibilità. Tutto vero quello che dicono, tutto buono quello che mostrano, eppure il frutto più luminoso che un'autentica conversione dovrebbe produrre sembra non maturato. Mi riferisco allo spirito di umiltà, all'atteggiamento di timore che si dovrebbe sempre avere quando si è alla presenza di Dio...avendo coscienza dell'abisso che ci separa e dell'indegnità che ci schiaccia. Invece spesso tocca vedere predicatori evangelici che sembrano amici intimi dell'Altissimo, che gestiscono il palcoscenico come se presentassero il festival di Sanremo...con una tale sicurezza da sfiorare la spudoratezza. Odiosi all'inverosimile quegli artefatti "Dio è buono, gloria a Dio" a cui le pecore rispondono entusiaste "amen" senza sapere quello che biascicano. Nel video di oltre un'ora che narra la strabiliante testimonianza di Nausica Della Valle bastano i primi dieci secondi per convincersi che per il demonio sia più facile spedire all'inferno uno pseudo-cristiano esaltato...piuttosto che un omosessuale timorato.

1650
"Che sarà per voi il giorno del Signore? Sarà tenebre e non luce. Come quando uno fugge davanti al leone e s'imbatte in un orso; entra in casa, appoggia la mano sul muro e un serpente lo morde" (Am 5,18-19)
Forse non tutti sanno che "il giorno del Signore" è l'ultima epoca della storia contemplata nel calendario spirituale, a mio avviso quella che stiamo vivendo e nella quale si vanno occultamente consumando le vicende dell'Apocalisse. Il profeta Amos fornisce un'immagine tanto semplice quanto efficace per comunicare la drammaticità del momento, ma che purtroppo non sappiamo rilevare non riuscendo a dare ai simboli le loro corrispondenze. Dal momento che il protagonista riconosce i propri nemici, almeno i primi due, supponiamo sia il cristiano del nostro secolo il quale viene morso dal terzo che credeva amico e nel quale era convinto d'aver trovato rifugio. Nel leone dunque possiamo identificare il diavolo che ci bracca attraverso il peccato, nell'orso il mondo che ci spinge verso la depravazione e nel serpente la chiesa che ci avvelena attraverso l'impostura religiosa.

1651
"Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo" (Rm 8,22-23)
Queste parole di Paolo mettono in rilievo il processo di evoluzione della nuova ed incorruttibile creazione in atto dentro la caducità dell'attuale, un'interazione di quattro millenni cominciata con la rivelazione ad Abramo per finire con il ritorno di Gesù nella gloria. Una gravidanza lenta e dolorosa con numerose minacce d'aborto che finalmente ha rotto le acque e si prepara al lieto evento. Come il bambino nel grembo materno è a tutti gli effetti cittadino di questo mondo pur non vedendolo, né sentendolo, né sapendolo...anche noi che possediamo le primizie dello Spirito per aver abbracciato la causa del vangelo, pur non avendone coscienza siamo già a destinazione. Il mondo della carne procrea attraverso il ventre, quello dello Spirito attraverso il cuore...e così il pregio della nostra discendenza dimora già nel Regno dei Cieli, al sicuro nel seno del Padre che sta per darci alla luce.

1652
"E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno" (Mc 16,17-18)
Da qualche tempo mi stavo scervellando per capire come mai Gesù che è sempre stato essenziale in ogni sua forma di manifestazione, nel dare le disposizioni agli apostoli per la missione elenca cinque segni, di cui quattro in regola con il suo dettato teologico ed uno che sembra l'intruso. Scacciare i demoni è un'opera buona come pure parlare lingue nuove per farsi capire da tutti, altrettanto essere immuni ai veleni come pure imporre le mani ai malati per sanarli. Ma prendere in mano i serpenti per fare cosa, è una nota stonata, non giova a nulla e nessuno ne beneficia, dunque cosa ha voluto dirci attraverso quest'immagine senza costrutto? Ne stavo parlando con mio figlio Matteo quando ha avuto l'illuminazione e se ne è uscito con la risposta che cercavo da giorni..."che possiamo scherzare col fuoco". Ed aveva ragione...per mostrare di avere in suo potere il mondo delle tenebre il Signore ci ha proposto un numero da circo. Tanta è la superiorità di Dio sul demonio che possiamo permetterci di scherzare col fuoco.

1653
"beati gli afflitti, perché saranno consolati" (Mt 5,4)
Spesso mi capita di sentire ragazzi che si lamentano per la quantità di ore che sono costretti a fare nei loro lavori estivi. Questa è una delle pochissime sofferenze buone ancora in circolazione dopo che i genitori hanno tolto loro ogni possibilità di guadagnarsi il pane per la vita eterna, ma purtroppo non viene recepita come capace di riannodare la propria vicenda umana alle istanze del vangelo. Oggi i giovani patiscono soprattutto sofferenze cattive, cioè generate da situazioni impossibili da giustificare emissione di dolore salvifico. Proprio pochi minuti fa, e sono le tre di notte, due ragazze hanno avuto una lite furibonda perché una delle due era arrivata in ritardo ad una festa. Soffrire per tali ragioni, non solo non rende beati, ma è un peccato mortale! Uno dei principali obiettivi del nuovo ordine mondiale è quello di eliminare ogni sofferenza idonea ad imboccare la strada per il Regno dei Cieli e sostituirla con un surrogato al veleno, affinché l'unico sentiero praticabile rimanga quello che conduce al cimitero.

1654
"Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome" (Ap 13,16-17)
Da un po' di tempo con l'inoltrarci nel vicolo cieco della pandemia è stato prepotentemente chiamato in causa il passo dell'Apocalisse nel quale si parla del marchio della bestia. Si fanno varie ipotesi su cosa possa essere a cominciare dal vaccino, ma io non voglio entrare nel merito di questa ricerca, piuttosto segnalare un particolare che sfugge tanto siamo presi dalla caccia all'etichetta. Ho notato che il famigerato marchio verrà fatto sulla mano e sulla fronte che rappresentano rispettivamente le sedi dell'operosità e dell'intelletto. Ed allora cerchiamo di scoprire, non quale sia il marchio e neppure chi sia la bestia, ma un dettaglio che ci riveli come mai un essere umano viene battezzato dalla Sacra Scrittura con un appellativo tanto ricco di spregio. Viene di pensare che se lo sia cercato per essersi mutilato dell'organo deputato ad innalzare dal rango animale ad eccellenza degna di coabitare con la divinità. E questo per orgoglio e superbia. Avendo perduto il cuore è finito al servizio della tirannide e non può che operare con quel poco che gli resta: l'impegno della sua mano e l'ingegno della sua testa...al servizio del maligno.

1655
"se berranno qualche veleno, non recherà loro danno" (Mc 16,18)
Come se i cristiani non fossero già abbastanza divisi, ci si mette pure la questione vaccini a frazionare ulteriormente lo sgretolato gregge. Ho letto affermazioni al vetriolo nell'ambito di una comunità ecclesiale partorite da cuori in feroce conflitto per una questione che non dovrebbe neppure lambire i contenuti della nostra fede. Io credo che le chiese possano permettersi di lasciare i fedele liberi di agire secondo coscienza senza dare direttive pro o contro, da parte mia parteggio per i no vax perché le dinamiche di quello che sta accadendo in scala planetaria sono talmente intrise di ambiguità che non potrebbe non accorgersene neppure un chierichetto. E allora riesumiamo quel pizzico di diffidenza che ci permetta di essere prudenti come i serpenti poiché non è malafede, ma un precetto evangelico. Ma qualora per causa di forza maggiore si fosse costretti a vaccinarsi dobbiamo ricorrere senza indugio al più potente antidoto in circolazione...la fede nelle parole di Gesù che ci assicura che qualunque diavoleria ci inietteranno non avrà il potere di nuocerci.

1656
"Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio" (Es 20,7)
"tutte le bestemmie saranno perdonate" (Mc 3,28)

Attraverso queste due affermazioni in netta contrapposizione fra loro pronunciate a distanza di1200 anni circa l'una dall'altra...sembra che Dio e Gesù entrino in rotta di collisione. Quello che il Padre aveva solennemente decretato a tutela della propria immagine viene candidamente disinnescato dal Figlio. Depenalizzare la blasfemia equivale a sdoganare l'uso indiscriminato del Suo Nome, concedendo la libertà di crocifiggerlo con la brutalità delle parole. Ma se andiamo ad analizzare la questione scopriamo che Gesù si permette di intervenire solo dopo aver sperimentato nel suo pellegrinaggio terreno la precarietà della condizione umana e magari anche lui bestemmiato in certe occasioni...a denti stretti per non scandalizzare. Per chi vive esasperato dall'azione martellante del demonio ed ha preso coscienza di quanto non sappiamo adeguatamente equipaggiarci per sopportare le nostre insufficienze, questa correzione del tiro è una grande benedizione che rende al nostro Dio un'infinito onore.

1657
"sui vostri giacigli riflettete e placatevi" (Sal 4)
In queste ultime settimane si è scatenata una fuga dalla quotidianità mai pervenuta prima. Agenzie di viaggi, alberghi, ristoranti e tutti coloro che vendono svaghi sono sotto assedio vittime del delirio sottocutaneo di una massa informe sul punto di eruttare lava incandescente. Un'epidemia che ha contagiato tutte le fasce di età, tutte le condizioni sociali, tutte le razze sbarcate sulle nostre coste ed a cui non si riesce a mettere un freno. Proprio assistendo a questo esodo biblico dall'inferno della routine, mi è venuto in mente un verso del Salmo 4 che mi pare faccia al caso nostro. Ci invita a stenderci sui nostri letti per fare il punto della situazione e calmarci! Ma temo sia troppo tardi per riuscire a stare fermi con l'intento di riconnetterci alla più genuina autenticità del nostro essere attraverso le potenze dell'anima. Memoria, volontà e intelletto, scosse dal terrore d'aver appreso che rimane poco tempo sono annichilite ed a quel poco che resta di umano in ogni uomo per sfuggire a tale presa di coscienza...non rimane che inebriarsi del nulla.

1658
Voglio fare uno spot alla cremazione! Ci sono tre motivi per cui se tutti ci facessimo cremare il mondo sarebbe migliore. Il primo di ordine logistico che andrebbe ad innescare un processo psicologico portatore di una beatitudine mai sperimentata prima: con la scomparsa dei cimiteri la morte nell'immaginario collettivo assumerebbe una veste meno tetra e non saremmo più costretti a portare fiori a fantasmi rimettendo ogni volta il dito nella piaga. Il secondo di ordine spirituale: quando penseremo ai nostri cari saremo naturalmente portati ad alzare gli occhi al cielo, un atto forgiatore di speranza che attinge le sue ragioni nel vero. Il terzo di ordine biblico: da una visione avuta dal profeta Ezechiele sappiamo che la risurrezione avverrà in un campo nel quale le nostre ossa cominceranno a ricomporsi sotto l'azione dello Spirito fino a tessere completamente i nostri corpi per la vita eterna. Quindi il sottoscritto in virtù di tali considerazioni dichiara di voler essere cremato e che le mie ceneri siano sparse in un campo pronte per l'uso.

1659
"Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città" (Gn 18,26)
Da questo principio attraverso il quale Dio concesse ad Abramo la facoltà di mediare la salvezza di Sodoma qualora nella città fossero stati trovati almeno dieci giusti, possiamo trarre gli elementi per ipotizzare quali condizioni si verranno a creare per fare in modo che avvenga la fine del mondo. Allora Dio esigette la giustizia per revocare il castigo, oggi pretende di più...dopo la morte di Gesù in croce, la piena coscienza del valore salvifico del suo sacrificio. Voglio dire che se fino ad oggi il mondo è stato preservato dall'ira di Dio, è stato grazie alle generazioni successive che hanno avuto eccellenze capaci di espiare consapevolmente i peccati delle precedenti. In una società che si sta sempre più evolvendo verso l'evirazione di tutti i problemi e l'acquisizione di tutti i confort, persino in ambito ecclesiale lo spirito d'immolazione è andato a farsi benedire. Ed allora io temo che quando non ci saranno abbastanza cristiani capaci di capire cosa significhi soffrire...verrà la fine.

1660
"Nessuno può servire due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire Dio e la ricchezza" (Mt 6,24)
Il denaro è sempre stato l'antagonista di Dio nella battaglia per la conquista del cuore dell'uomo. Francesco d'Assisi ha rappresentato la massima espressione del distanziamento spirituale da tenere nei confronti dell'imperatore degli idoli e lo ha fatto attraverso il distacco rinunciandone al possesso. Oggi però che le sue radici si sono infiltrate nei recessi più intimi delle nostre anime rendendoci schiavi sotto diverse forme non reperibili alle coscienze, si impone un atteggiamento più drastico al fine di troncare ogni rapporto. Passare dunque...dal distacco al ripudio! A tale proposito possiamo andare a lezione da Giuda, che dopo aver tradito Gesù si è reso conto fino a che punto lo aveva spinto l'amore per il dio di questo mondo ed è corso a gettare le monete nel Tempio...prima di andare ad impiccarsi corroso dal rimorso. E noi discepoli che ci stimiamo fedeli per averlo eroicamente testimoniato non sappiamo invece d'essere convolati a nozze con il suo acerrimo nemico. Di questi tempi chi viene colto dalla morte possedendo un congruo conto in banca è come se fosse colto dalla moglie nel letto nunziale con l'amante...a chi è sposato lascio immaginare le nefaste conseguenze!

1661
Nel corso della storia il male si è manifestato costantemente in tre maniere: palese, occulta e camuffato da bene. Risulta perciò imperativo aprire gli occhi su queste realtà per evitare le sue trappole. "Il male palese" è rappresentato dalle manifestazioni criminose contemplate nel codice penale e dai comportamenti inappropriati contemplati in quello morale, poi in tutte le versione canoniche condivise nell'immaginario collettivo e di fronte alle quali ci si trova unanimemente d'accordo. Se la versione palese ha per intento la sopraffazione del prossimo attraverso l'esercizio di una potenza, "il male occulto" si presenta invece con un volto amico e si serve della seduzione. Il fattore dominante della categoria sono le cattive amicizie, ove non si intendono di natura delinquenziale, ma intessute con persone degne di stima a cui ci si lega affettivamente per ingannare il tempo al fine di riempire il vuoto che si ha dentro. "Il male camuffato da bene" lo possiamo identificare nei colletti bianchi dei centri del potere che esercitano il dominio attraverso la loro perversa intelligenza, gentaglia che ammassa pula nei loro granai fingendo di combattere la buona battaglia. Ma per gli ultimi giorni il Maligno ha partorito il suo capolavoro, la quarta opzione: "il male che si auto proclama Sommo Bene" e si pone come guida per salvare il mondo.

1662
"Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia" (2Tes2,3)
In questi ultimi tempi nella nostra realtà sociale sta prendendo piede un fenomeno che è sempre stato appannaggio di quella religiosa: essere creduti sulla parola qualunque cosa si dica senza sospettare possa non essere vera. L'incantesimo che da secoli strega i credenti ha infettato la sfera mondana ed ora tutto quello che dicono gli organi abilitati ad informare...viene preso per buono. Nessuno se ne accorge, ma sta venendo meno una cosa sacra...il rispetto per la verità! Quella verità di cui Gesù è l'incarnazione viene ignorata, adulterata, dileggiata, da un'élite di prepotenti...senza suscitare un minimo di indignazione in chi si è lasciato incatenare dai lacci della sazietà carnale. Se chiediamo ad un cattolico di verificare alcuni aspetti della dottrina attraverso i quali si cade nell'inganno...da un orecchio gli entra e dall'altro gli esce, che gliene importa della verità se il suo unico interesse è tenere alto il vessillo della propria rispettabilità. Alla stessa maniera se chiediamo ad un cittadino onesto di approfondire il discorso dei vaccini dal momento che le dinamiche del succedersi degli eventi sono tutt'altro che attendibili...manco ti vedo, ti accusa di complottismo per timore di veder vacillare la sua fede in quello Stato che a tutti i suoi adepti provvede. Ed allora non possiamo che prendere atto che ci troviamo di fronte ad una doppia apostasia dalla verità, oltre quella religiosa, anche quella laica che sembra più debilitante e contagiosa.

1663
Con questo post non voglio indurre la gente a smettere di sostenere le iniziative benefiche, ma mettere in guardia chi le amministra. Ogni volta che vedo i violentissimi spot che alcune associazioni filantropiche usano per raccogliere fondi mi viene in mente il falso cristo che appariva a suor Faustina Kowalska...sempre moribondo e sanguinante al fine di piegare la volontà della suora ai suoi diktat giocando sul senso di colpa. Sappiamo che dietro a quella ridicola imitazione del redentore c'era il diavolo...proprio come io credo alla guida di ogni gestione che si arroga il diritto di operare attraverso una simile strategia. Ricorrere ad immagini tanto cruente per impressionare, non è solo indice di una sensibilità grossolana, ma figlia di una regia criminale. Sappiate che dovrete rispondere di ogni centesimo speso indebitamente e vi assicuro che ne basta solo uno usato per il vostro tornaconto per candidarvi all'inferno.

1664
Stamattina dopo aver appreso che in Israele la terza dose del vaccino non è bastata per arginare il diffondersi del virus, sapendo che sono stati capaci di crocifiggere un innocente e strumentalizzare spudoratamente l'olocausto per il proprio tornaconto, mi è sembrato naturale pensare che questa gente sia capace di tutto...e dunque presagire il peggio! Quando s'innalza il denaro a proprio Dio si finisce per ereditare il diavolo per padre...ed allora tutto diventa possibile! Pur di annettere gli altri popoli al dominio della propria volontà, nulla vieta di supporre che siano arrivati ad iniettarsi una soluzione innocua nelle vene...al fine di convertire il gregge alla sequela dell'immunizzazione demente per vedersi consegnare l'opportunità di avvelenare il resto dell'umanità.

1665
"perché Dio è amore" (1Gv 4,8)
A volte mi capita di assistere a comportamenti altamente meritori da parte di giovani nei confronti di nuovi conoscenti tanto da lasciarmi meravigliato, ancor più se si considera che dal punto di vista della morale cristiana hanno spesso condotte di vita tutt'altro che irreprensibili. Si mettono squisitamente a disposizione delle loro esigenze come se fossero più che fratelli cercando di fare il possibile per soddisfarli. Da uomo di fede resto disorientato in quanto mi fanno sentire tutto il peso della mia impotenza nell'esprimermi adeguatamente nella materia più importante per un aspirante alla regina di tutte le virtù...la carità. Io che vado sbandierando il vessillo di un'autentica testimonianza mi vedo surclassato in generosità da chi spesso di Dio ignora addirittura l'esistenza. Come può essere che chi non si è mai abbeverato alla sorgente di ogni bene sia capace di tanta magnanimità? Oppure se vogliamo andare più a fondo...siamo sicuri che quello slancio all'apparenza celestiale corrisponda ad un cristallino amore? Chi non ha ancoraggio con quel trascendente che comunica inamovibili certezze naviga nei mari dell'inquietudine e necessita di continue iniezioni di stima da parte degli altri per determinare la propria valenza e rivestirla di nobili significanze. Così è costretto a farsi servo di tutti per raccattare quell'ammirazione indispensabile per definire la cornice della propria immagine e rendersi credibile ai suoi occhi. Dunque non è amore, né un surrogato di bene, ma una delle tante simbiosi mutualistiche patrimonio del regno animale e di quello vegetale nei quali, se non si levano gli occhi al cielo, si finisce per sprofondare.

1666
Di una cosa sono certo e non perché abbia elementi per suffragarla, ma perché riconosco il modus operandi delle tenebre. La pandemia è un pretesto per indurci alla vaccinazione e tale ipotesi viene sempre più accreditata dall'esasperante dedizione con la quale la perseguono. Stamattina mi è venuto in mente il celebre film di Ridley Scott, Alien, nel quale sul volto di un componente della navicella spaziale si era avvinghiata una creatura simile ad un polipo che lo aveva inseminato e dopo alcuni giorni di incubazione il suo petto squarciandosi diede alla luce il mostro. Nel vaccino possono averci messo di tutto...può darsi che funga da catalizzatore di qualche agente esterno tipo le scie chimiche per avviare un processo di modificazione genetica per cui le prossime generazioni nascerebbero debilitate, se non mutilate. Che vada ad innescare un invecchiamento precoce o ad indebolire le difese immunitarie. So di una signora che percepisce l'ignota introduzione nelle proprie viscere come uno stupro, tanto da essere disposta a farsi licenziare pur di evitare che il suo corpo diventi il grembo materno di un'aliena condizione.

1667
"cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Mt 6,33)
"bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra" ( Lc 11,35)

Le parole che Gesù proferisce in merito al cibo ed al vestito annunciando che verranno dati in aggiunta a chi cerca prima di ogni altra cosa il Regno di Dio, credo possano essere estese a tutto ciò che si desidera rettamente...e tanto più se poi lo si brama ardentemente! Mi è venuto questo pensiero dopo aver ascoltato lo sfogo di una signora la cui figlia è arrivata al punto di odiarla ferocemente senza apparenti motivi...negandole addirittura di vedere il nipotino. Questa fervente cattolica ha affidato la sua causa al Padre nostro, ma purtroppo passano gli anni senza che si aprano spiragli...anzi la situazione continua a peggiorare con il forte sospetto che ci si trovi di fronte ad una possessione diabolica. Allora mi sono chiesto come mai tanta devozione corroborata da tanto dolore non siano riusciti ad ottenere la grazia di riportare la pace in famiglia? Mi è parso di capire che la ragione esuli dal contesto del problema in questione e vada individuata a monte...precisamente nell'approccio alla fede della sua conversione. La signora è colpevole, al pari di molti altri, di non aver "cercato" il Regno dei Cieli come ci è stato comandato di fare...Regno che resta nascosto al fine di farsi trovare solo da chi lo desidera con tutto il cuore. E' colpevole d'aver supinamente accettato un suo surrogato, senza neppure chiedersi se la proposta nelle specifiche andasse contro la sua giustizia. E' colpevole di essersi fidata di coloro che ne hanno adulterato la dottrina facendo in modo che dentro le sue mura penetrasse lo spirito immondo. Di conseguenza la luce che era in lei è diventata tenebra e pur credendosi in stato di grazia, al pari di sua figlia e di tutta la chiesa cattolica, è in balia di Satana.

1668
I padroni del mondo nella gestione della pandemia stanno attraversando un momento di difficoltà testimoniato dall'uscita stizzita di Draghi contro i no vax che ha definito...odiosi e vigliacchi. Tale sparata a mio avviso esonda dalla coscienza sporca di un despota che non tollera d'essere contraddetto e segnala nel Presidente del Consiglio la presenza di un accento psicopatico. L'imbarazzo si palesa chiaramente nella diffusione quotidiana dei dati che devono soddisfare un equilibrio davvero precario: da una parte contenere l'aumento dei contagi per non evidenziare che il rimedio non funziona, dall'altra creare un allarmismo tale da rendere necessario continuare a vaccinare. Per sfuggire a questa tenaglia che li inchioda sul banco degli imputati si sono inventati la terza dose con la quale probabilmente risucchieranno una consistente fetta di popolazione, non tanto perché convinta dagli ultimi sviluppi...quanto per non sentirsi quattro gatti.

1669
Guardando i nostri giovani cogli occhi dello spirito, soprattutto le ragazze, non possiamo non prendere atto dello sfascio morale nel quale sono precipitati. I genitori non hanno più alcun potere sulla loro fibrillazione istintiva che va divorando come una belva assatanata tutto ciò che appetisce...nessun tipo di diga è più in potere della ragione. Sono allo sbando con un piede e tre quarti all'inferno! Si rimpiangono i tempi in cui c'erano collegi gestiti da suore che si assumevano l'onere di ammaestrare e correggere fino a punire...pur di forgiare interiorità capaci di non abortire gli embrioni dei sani principi. E poi, in questo scenario da sbracamento universale, capita che mezzo il mondo si sollevi contro gli integralisti islamici colpevoli di limitare quelle libertà di cui le donne abusano per ridursi in letame. Ci sono buoni seminari in Inghilterra, in Svizzera e persino nei Balcani, ma per le nostre inviperite adolescenti di ogni età...ci vorrebbe l'Iraq.

1670
Il furto d'identità è un reato penale sanzionato dall'articolo 494 del cp che comporta una pena che va da due a sei anni di reclusione. E' molto diffuso e perseguito in ambito virtuale, ma nessuno si rende conto che sta dilagando nel versante spirituale dove milioni di persone ogni giorno delinquono...senza che si gridi allo scandalo. Voglio denunciare con tutte le mie forze per "furto di identità continuato"...cattolici, evangelici ed ortodossi che si spacciano per cristiani pur non avendone più i titoli. Hanno la spudoratezza di prostrarsi davanti alla croce mentre convivono in piena comunione con il suo peggior nemico...quel mondo che li ha trasformati in membra di satana.

1671
"Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio" (1Cor 6,9-10)
Queste parole di Paolo sembrano segnare uno spartiacque invalicabile fra viziosi e virtuosi. L'apostolo elenca una serie di categorie per le quali la salvezza appare un miraggio irraggiungibile, condannando alla rassegnazione almeno tre quarti del genere umano. Ma non dobbiamo disperare perché a mio avviso è possibile configurare un ulteriore scenario che permetta alla misericordia di Dio di andare incontro alla debolezza dell'uomo. Occorre puntualizzare che tale sentenza rimane inalterata per coloro che restano pietrificati nel loro stucchevole dettato di ostinarsi a ribadire la propria indipendenza nell'economia del creato! Per chi invece riconosce in Dio la suprema autorità, conviene che la sua legge è buona e confessa la propria incapacità di rispettarla; seppure sia un immorale, un idolatra, un adultero, un effemminato, un sodomita, un ladro, un avaro, un ubriacone, un maldicente, un rapace, o in un anima sola tutti quanti appassionatamente insieme...viene liberato perché sovrabbonda la grazia in chi si confessa schiavo del peccato.

1672
"Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui" (Mc 8,38)
In quanto discepolo di Gesù e dunque sua infinitesima particella sulla terra, credo di avere il diritto di fare mie queste parole e gestire la facoltà di usarle. Ho notato che alcune persone che un tempo frequentavano la mia bacheca e approvavano attraverso like le mie posizioni su argomenti religiosi, si sono defilate dopo essere diventate ricche e famose. Forse è un caso e non vorrei peccare pensando che lo abbiano fatto per timore che frequentare un sovversivo come me possa nuocere alle loro carriere. Spero di sbagliarmi, ma se per caso di nascosto mi leggete, sappiate che sta andando a rotoli la vostra fede.

1673
Oggi mentre ascoltavo la sublime canzone di Francesco de Gregori, "A Pà"...dedicata a Pier Paolo Pasolini ho avuto l'intuizione per rileggere in versione cristiana la sua vicenda. Molti avranno pensato che abbia fatto la fine che si meritava e ci può anche stare dal momento che aveva candidamente confessato le sue tendenze, ma io credo che unitamente al castigo la sua morte possa assumere la valenza di un martirio per la causa della fede. Tanto è stata cruenta da far ipotizzare che il diavolo, dopo aver deviato i suoi orientamenti sessuali al fine di farne un seminatore di depravazione, sia rimasto enormemente spiazzato dal talento con il quale ha raccontato la vita di Gesù Cristo...in quella che viene considerata la più autentica trasposizione cinematografica che sia mai stata realizzata. A mio avviso percorrere quelle pagine inabissandosi tanto intimamente nel mistero di Dio gli è valsa un'interiore seminconscia conversione. Il nemico del genere umano a quel punto avrà compreso che quell'opera così spudoratamente fedele al testo scritto gli avrebbe portato via un'infinità di anime e si sarà sentito tradito da quel Giuda all'incontrario. Avrà perso la testa e quale sovrano del male non avendo il potere di toccargli la coscienza per spingerlo al suicidio come accaduto al suo corrispettivo nel vangelo...ha scaricato tutta la sua rabbia nelle mani dell'assassino.

1674
Quante volte si sente dire che se Dio lo volesse con un atto di bontà potrebbe eliminare l'inferno consegnando a chi non lo ha in simpatia l'opportunità di vivere un'eternità beata. Semplice a dirsi, ma impossibile a farsi e non per volontà di Dio...piuttosto di coloro che non lo hanno sopportato in questo mondo e continuerebbero a non sopportare la sua presenza nel suo Regno. Al pari di un uomo che a giudizio d'una folla traviata emanasse un cattivo odore tanto da non riuscire a stargli vicino, se costui è un prepotente continua imperterrito a restare dove non è gradito, se invece ha rispetto del prossimo si defila suo malgrado per non recare fastidio. Questo è l'inferno, non Dio che si allontana dall'uomo, ma l'uomo che odia Dio fino al punto di costringerlo a creare un ambiente esterno alla sua magnificenza per soddisfare tale necessità. E Dio non può neanche alleggerire le loro pene, perché dovrebbe introdurre nella geenna un alito di bene che inevitabilmente diffonderebbe un residuo di quel tanfo che andrebbe a gravare ulteriormente il loro tormento.

1675
"Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!" (Mt 23,24)
Mentre ascoltavo una diretta con il Regno dei Cieli da parte dei pastori che trasmettono dall'emittente evangelica "Parole di vita"...mi è venuta in mente questa sentenza di Gesù. Costoro hanno impostato il format come fosse "tutto il calcio minuto per minuto"...la celebre trasmissione radiofonica nella quale i telecronisti si rimbalzavano la linea facendo la cronaca delle partite in corso. A turno si intrattengono confidenzialmente con il Padre nostro, dall'alto della loro impeccabile preparazione teologica spiegano alle pecore come meglio non si potrebbe i segreti della sacra scrittura...intercalando abbondanti benedizioni mentre si compiacciono di quanto sono bravi, belli e buoni. Siccome sono quasi tutti campani non si può non accostare tali siparietti all'esilarante scenetta di Massimo Troisi quando implorava san Gennaro di dargli i numeri per vincere al lotto...ed allora se viene da ridere si comprende che qualcosa non torna. E ciò che non torna è come possa tanta minuziosa erudizione non rilevare che il mondo è andato a rotoli e non c'è più niente da fare...che il cielo è chiuso e Dio non ascolta le loro sviolinate. L'ombra della morte grava sopra ogni fibra del pianeta mentre seminano parole di vita laddove si va consolidando l'inferno. Il "filtrate il moscerino"...sta nella capacità di vivisezionare ogni verso della Bibbia e sviscerarlo al microscopio, "l'ingoiate il cammello"...nel non vedere quello che è lapalissiano ad occhio nudo.

1676
"beati gli afflitti, perché saranno consolati" (Mt 5,3)
Delle dieci beatitudini annunciate nel vangelo di Matteo, nove consegnano il lasciapassare per quanto viene promesso senza dover aggiungere altro da parte nostra, una di queste invece impone un percorso di maturazione che diviene percorribile solo se ci si dispone in maniera non distruttiva. Gli afflitti dunque non saranno consolati per il solo fatto di aver sofferto, il dolore non compra di diritto la felicità futura, ma viene gettato in ogni cuore quale seme di una ricchezza da far fruttificare. E questa maturazione avviene soltanto attraverso la comprensione del suo significato seguendo le orme di chi ci ha preceduto fino all'estremo sacrificio.

1677
"non giudicate (Lc 6,37)
Quando ci si trova di fronte a questa affermazione di Gesù, si pensa sia stata enunciata per non far cadere nella tentazione di mettersi nei panni di chicchessia e sentenziare valutazioni inappropriate. Io invece credo volesse andare oltre invitandoci ad insinuare lo sguardo nell'eternità per tirare in ballo la predestinazione. Ed allora forse siamo semplicemente tenuti ad astenerci dal giudicare, non tanto perché sia impossibile interpretare l'interiorità del prossimo, quanto perché Dio si riserva il potere di avvalersi della facoltà di imporre la propria volontà piegando la nostra al suo servizio al fine di realizzare i suoi imperscrutabili disegni.

1678
"Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio" (Lc 18,27)
Quanti eminenti intelletti in cerca di certezze per approdare alla fede si arrendono di fronte a situazioni che la logica dichiara incompatibili e rinunciano solo perché due più due non fanno quattro. Credo che l'impresa più titanica persino per quozienti intellettivi over the top, sia quella di rendere plausibile un'interconnessione fra il nostro libero arbitrio e la predestinazione. Per superare questo ostacolo insormontabile all'umana razionalità ci viene in soccorso la sentenza di Gesù che segna lo spartiacque fra la carne e lo spirito, il finito e l'infinito, la terra e il cielo...a ribadire che il potere taumaturgico di Dio è capace di estendersi ben oltre la logica terrena e la sfera materiale.

1679
"mentire è tradire la verità"
Oggi mentire è diventata un'abitudine talmente diffusa da non essere più considerata peccato e neppure inganno, ma una prassi necessaria per districarsi nel complicato labirinto del vivere. Ma se consideriamo che la verità è Gesù Cristo, il verbo tradire si grava di un eco d'eternità che fa tremare le fondamenta della nostra quotidianità...ed anche la più piccola bugia detta a fin di bene assume un peso specifico impressionante a causa del rispetto che si nega ad una delle tre espressioni attraverso le quali il Figlio di Dio si è identificato. Così ogni volta che seminiamo il falso, il demonio si unisce a noi più intimamente in un amplesso che soffoca la radice di ogni anelito di bene del nostro cuore...fino a diventare con noi una sola carne ed usarci, senza che ce ne accorgiamo, per i realizzare i suoi piani.

1680
"Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio" (Es 20,12)
Il quarto comandamento è un po' curioso ed al mio sentire anche un po' stonato. "Onorare" mi sembra eccessivo in quanto il termine rimanda alla sfera del sacro, vista l'abissale distanza fra quello che noi genitori dovremmo essere e quello che siamo, credo sia stato più calzante usare..."rispetta". Ma forse il Legislatore si era illuso attraverso questo espediente, di poter innalzare il ruolo genitoriale ad anticamera della paternità divina, conferendogli uno status che alla luce dei fatti si è rivelato eccessivo. E poi siccome anche i figli non sono da meno di chi li ha generati, per fare in modo che tale precetto non fosse il più falcidiato del Decalogo, avrei sentenziato: non onora, non rispetta, ma..."ricorda". Inoltre è da notare una cosa piuttosto avvilente, Dio alla direttiva ha dovuto aggiungere uno stimolo per fare in modo che lo si osservasse. Come se il trasporto con cui si è amati i figli, quanto fatto per crescerli e sofferto per le loro vicende, non fosse stato sufficiente per meritare un'adeguata considerazione.

1681
Che il male sia padrone del mondo e vada dilagando in ogni dove lo si può vedere ad occhio nudo, ma pochi riescono a percepire che questo suo strapotere ha la frenesia di manifestarsi persino nelle cose più insignificanti. Io possiedo un cerchietto per portachiavi che assembla quattro chiavi di cui due uguali, atte ad aprire i due portoni di casa. Ebbene ogni volta che procedo nell'operazione nove volte su dieci sbaglio chiave, eppure sono solo due...e se fosse il caso a governare il mondo potrei aspirare almeno ad un fifty-fifty. Questo trend dura da almeno cinque anni nei quali ogni volta mi sono imposto di prendere atto dell'esito, il trend è stato sempre lo stesso e mai un avvicendamento. A volte cerco di fregare il fantasma che si cela dietro questa macchinazione infilando nella serratura, non la chiave che per prima mi capita fra le dita e che avrei dovuto usare, ma l'altra al fine di barare. Niente da fare...è lui ad anticipare! Da qualche mese abbiamo cambiato i portoni ed ho due nuove chiavi, ma l'andazzo è sempre lo stesso. Come può essere che il fato sia così ostinatamente monotono, come si può giustificare questa capillare persecuzione maniacale? Solo pensando che il diavolo non può farmi più nulla di male ed allora per sfogare la sua rabbia si diletta nel farmi fissare con una simile sciocchezza.

1682
Se analizziamo con perspicacia il fenomeno dell'immigrazione scopriamo con grande sorpresa di poterne distinguere, non due come si potrebbe supporre...ma tre. La prima originata da necessità di sopravvivenza ed in atto da sempre dai paesi del terzo mondo. La seconda in ambito nazionale, da sud a nord, per motivi di lavoro che si è sviluppata con l'incrementarsi dell'industrializzazione. Poi da qualche anno si va consolidando un'immigrazione trasversale che va dall'entroterra al mare, laddove prolifica quel turismo capace di alimentare un'imponente vivacità economica. Un'immigrazione d'élite motivata non da esigenze materiali perché egualmente benestanti come quasi tutti gli italiani, ma dalla vocazione ad impugnare lo scettro del comando e dunque mirante a conquistare le cariche più alte dei palazzi del potere. Un'immigrazione illecita e clandestina che ha potuto sconfinare grazie ai privilegi di un sistema politico dall'etica senza frontiere.

1683
Tempo di elezioni ed è bene rispolverare cosa si rischia votando sbagliato. Quante persone si francobollano a vita a certi candidati che hanno fatto loro dei favori pensando che l'eterna gratitudine sia una dovere legittimo...ma si sbagliano! Il voto è il più importante mezzo che il cittadino ha per praticare la giustizia e costruire un mondo migliore, ma se vi rinuncia per aver ottenuto benefici materiali, antepone il proprio interesse al più alto ideale che Dio ha comandato di perseguire. Non è un peccato, ma di più...è vendere l'anima al diavolo! Io consiglio a chi si trova in questa spiacevole situazione di fingere di votare il ricattatore e dare invece il proprio sostegno ad una persona che stima, perché è meglio tradire un politico marcio piuttosto che Dio e marcire all'inferno.

1684
Dall'esito del voto mi pare di poter affermare che molti elettori italiani soffrono della sindrome di Stoccolma...una patologica sudditanza simbiotica della vittima con chi gli ha usato violenza. Quelli che dal PD e Forza Italia erano emigrati nel M5S sognando la rifondazione della politica...sono rientrati mestamente all'ovile con la coda fra le gambe. E' vero che i grillini ci hanno presi amabilmente per il culo, però tornare da chi per decenni ci ha stuprati brutalmente mi pare quantomeno insano. Si vede che il profumo di libertà dell'astensione destabilizza più del pensiero di vivere senza le percosse d'un padrone!

1685
Ricordo d'aver letto nei primi anni della mia conversione, forse in Teresa d'Avila, che il Signore per farle vedere quanto fossero deleterie le imperfezioni nelle quali cadeva, le mise davanti l'immagine delle pareti interne della sua anima che erano percorse da molti animali di piccola taglia...lucertole, scorpioni, ragni. Non si trattava di peccati, i quali sarebbero stati rappresentati da belve feroci...orsi, coccodrilli, leoni, tuttavia quelle imperfezioni le impedivano l'unione con Dio. Per far comprendere ricorro al classico esempio dell'aquilone impossibilitato a volare, sia che venga trattenuto da pesanti catene piuttosto che da un sottilissimo filo. Mi è venuta in mente questa cosa pochi giorni fa quando una ragazza vedendo un piccolo geco camminare sul muro della cucina ha detto..."guarda che amore" mentre a me generava repulsione. Forse anche da questo si percepisce lo scollamento della generazione contemporanea dalla spiritualità del profondo, laddove è l'istinto a dettare la sensibilità. Il fraternizzare con gli animali ammessi a pieno diritto nelle nostre case e la loro simpatica presenza con tanto di parola nei cartoni animati, ha inibito i sensi delle nostre anime facendo in modo che perdessero la capacità di distinguere la pulizia dalla sporcizia, il profumo dal fetore ed in ultima analisi...il bene dal male.

1686
"Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" (Mt 6,33)
Gesù afferma che a chi metterà al primo posto il Regno di Dio e la sua giustizia, il cibo per il sostentamento del corpo ed il vestito per difenderlo dal freddo verranno dati in aggiunta. Allora mi chiedo se tale disposizione possa essere estesa anche ad impellenti necessità di natura interiore, se dopo aver trovato il regno di Dio praticando la sua giustizia, ci possa anche essere tolta in aggiunta...qualche spina impazzita dal cuore? E' curioso notare come la stragrande maggioranza dei fedeli ritengano d'aver trovato nella propria chiesa la sede terrena del regno futuro e sazi di quell'illusione trascurano di adempiere alla condizione inderogabile che la vivifica...cercare la sua giustizia. Proprio per questo le chiese sono morte ed i devoti spiritualmente sepolti, perché hanno lasciato che la sana dottrina incaricata di difenderle dagli assalti delle tenebre venisse manomessa fino a consentire di alterarne l'ordine e permettere l'accesso di forze illegittime. Tanto per citare alcune sviste macroscopiche in ambito cattolico: la giustizia del regno di Dio non viene soddisfatta...quando si crede che Gesù sia presenza reale nell'ostia, la giustizia del regno di Dio non viene soddisfatta...quando si pregano la madonna e i santi, la giustizia del regno di Dio non viene soddisfatta...quando si crede all'esistenza del purgatorio. In ambito evangelico le lacune pur essendo altrettanto macroscopiche sono più difficili da mettere a fuoco: la giustizia del regno di Dio non viene soddisfatta...quando si è posseduti da uno spirito inebriato, la giustizia del regno di Dio non viene soddisfatta...quando si crede che il cielo sia aperto e il Padre in ascolto, la giustizia del regno di Dio non viene soddisfatta...quando ci s'illude di vivere un tempo ordinario e non i giorni della fine. In ambito ortodosso: la giustizia del regno di Dio non viene soddisfatta...quando si glorifica il culto dei morti e delle reliquie, la giustizia del regno di Dio non viene soddisfatta...quando si gode la tossicodipendenza da riti e cerimonie, la giustizia del regno di Dio non viene soddisfatta...quando ci si blinda nelle proprie tradizioni fino a diventare setta.

1687
"io sono la verità" (Gv 14,6)
Da un po' di tempo sto seguendo una nuova emittente televisiva, ByoBlu, un canale che va smascherando le bugie spudoratamente confezionate dalle testate che hanno il monopolio dell'informazione. Vi prestano la loro testimonianza giornalisti, filosofi, storici, psicologi, medici e la cosa che più mi ha colpito è che tutti questi personaggi di diverse estrazioni culturali innalzano a supremo valore...lo zelo per la verità. Bene finalmente siamo riusciti a trovare, fra le tante diversità fluttuanti nel marasma delle opinioni, un denominatore comune e forse non a caso...il più importante. Oggi alcune coscienze sono tornate ad avere fame di verità ed io in qualità di suo discepolo non posso fare a meno di far notare un parallelismo quanto mai smanioso di fruttificare. Quelli che oggi bramano la verità sono gli stessi che la rifiutano nella sua versione incarnata e proprio per questo il mondo è stato trascinato nell'inganno. Ora sapete come si è sentito Gesù di fronte a Pilato, come ci si sente a combattere nel Suo nome e non essere presi in considerazione. Dunque non ripetete l'errore facendo orecchio da mercante, piuttosto vi invito a rinunciare ad ogni velleità anche stavolta perché senza di lui non possiamo fare nulla.

1688
Temo che La7 sia diventata una delle latrine più nauseabonde dell'informazione italiana. Colgo l'occasione dell'ennesima fake new maldestramente confezionata in merito alle decine di manifestanti presenti al Circo Massimo per protestare contro il Green pass, anziché migliaia...per fare una considerazione quanto mai opportuna al fine di stornare le coscienze dalle stucchevoli vicende terrene ed indurle ad alzare gli occhi al cielo. Le persone veritiere che detestano Mentana e la sua bugiardilandia, saranno costrette a conviverci eternamente nonostante odino le menzogne...perché all'inferno non andranno solo quelli che fanno il male, ma anche coloro che ignorano la fatica del bene. Quel giorno conoscerete il fetore della suprema disfatta, nell'orrore di scoprirvi fatti della loro stessa pasta.

1689
"Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso" (Lc 9,23)
Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una una mia poesia intitolata "Inno" nella quale celebravo divinamente, almeno stando ai commenti, l'amore sentimentale. Commenti estasiati da parte di persone che quando poi sono passato a celebrare l'amore spirituale si sono defilate. Eppure ero sempre io ed il nuovo approdo raggiunto...vertice dell'altro. Mi sono accorto che quando esaltavo l'amore per la creatura e per il creato tutti mi seguivano, quando poi sono passato a celebrare il Creatore...c'è stato un fuggi fuggi generale. Ho imparato a mie spese che non si può avere accesso al regno spirituale in maniera naturale, senza dover essere costretti a sfondare la porta che separa l'egoismo dell'io...dalla volontà di Dio. A questo stadio si fermano le filosofie orientali, il pensiero new age e le infinite commistioni che mettono il transitorio al centro del loro culto. La poderosa spallata deputata a scardinare l'illusione per catapultarci nel cuore della verità...è il rinnegamento di sé! Quindi la disponibilità a rinunciare ad ogni propria convinzione per lasciarsi comunicare come bambini al primo giorno di scuola della prima elementare...l'essenziale!

1690
Nel cammino di maturazione dei tempi designati ad evidenziare i paradossi della nostra civiltà siamo giunti allo svincolo cruciale, oltre il quale non c'è più verso di tornare indietro per rimediare. La volontà popolare che ha sempre combattuto in primis per il supremo valore della libertà, si trova imbottigliata in una situazione nella quale le è stato revocato persino il diritto di obiettare. Credo che Dio abbia voluto farci sbattere contro un muro di cemento armato, al fine di indurci ad aprire gli occhi per vedere che se ci viene negata l'opportunità di operare le scelte capitali è solo perché abbiamo abusato della sovranità individuale...fino a farne un uso eccezionalmente autolesionista. Giunti a questo punto non resta che una strada da percorrere: smettere di lottare per quella libertà che che ci ha procurato più male che bene, per lasciarci illuminare da qualche riflesso di quella verità capace di rendere liberi chi è in catene.

1691
Per toccare con mano quanto in ambito cristiano sia perverso il concetto di santità basta guardare alla vicenda di Maria Maddalena. Un coro onnipotente di voci si leva da tutte le confessioni per assolverla con formula piena dall'accusa di prostituzione, adducendo che sia stata confusa con la peccatrice della lavanda dei piedi. Può essere, ma la levata di scudi temo sia stata originata, più dall'impossibilità di sopportare l'idea che il Figlio di Dio avesse avuto a che fare con una donna di tale risma...che dallo zelo per la verità. E di tale supposizione ce ne dà conferma il tentativo di circondarla di un'aureola d'immacolatezza inattaccabile, arrivando ad affermare che i sette demoni da cui era stata liberata altro non erano che una malattia. Dunque non solo scagionata da un eventuale peccato consumato con il concorso della volontà, ma pure prosciolta da ogni pendenza derivante dall'incolpevole status di possessione diabolica. Senza averne coscienza si rinnegano i peccatori pentiti per celebrare i commedianti incalliti.

1692
Mi servo delle immagini di una giornata di pioggia dolce e rilassante postate da qualche anima buona in YouTube, con l'intento di aiutare a vincere l'insonnia per farne l'uso opposto...far perdere il sonno! Al tempo di Noè quando cominciò a piovere ed ebbe inizio il diluvio universale, magari sarà anche capitato dopo un lungo periodo di siccità, la gente l'avrà accolta come una benedizione del cielo. Poi man mano che passavano i giorni e non smetteva avranno presagito che c'era qualcosa di sinistramente innaturale...piombando nel terrore. Nessuno se n'è accorto ma da qualche anno è cominciato il diluvio universale spirituale, sono cominciate a piovere menzogne ed inganni da tutti i comparti delle autorità regnanti, sia politiche che religiose...e nonostante non sia affatto facile mentire, con la stessa imperterrita naturalezza con la quale cade quella pioggia. Ma la tragedia sta nel fatto che nessuno è più capace di indignarsi, nessuno è più in grado di avvertire l'acqua che sale fino a ricoprire l'orizzonte immateriale ed ormai siamo talmente estranei ad ogni pulsazione trascendente che le nostre anime affogano dentro di noi e nessuno le sente.

1693
"A mezzanotte si levò un grido: ecco lo sposo, andategli incontro!" (Mt 25,6)
Ogni tanto capita di sentirmi in perfetta sintonia con le più disparate autorità religiose su temi di vario genere, ultimo monsignor Viganò in merito alla pandemia, tanto da illudermi che quelle affinità possano estendersi a tutti i comparti della fede e portarle alle mie stesse conclusioni sull'immediato futuro...la fine del mondo ed ritorno di Gesù. Poi puntualmente prendo atto che credono in qualcosa di sbagliato che li porta a rinnegare quello che per me è palese...ed a quel punto si dividono le strade. Allora mi pare di capire che ognuno di loro abbia nel cuore qualche zona d'ombra dove la verità non è stata lasciata sfolgorare...per salvaguardare la sopravvivenza dei propri idoli. Solo chi smaschera tutti gli inganni viene investito dalla pienezza della luce e può vedere l'orologio segnare la mezzanotte...e sentire il grido far tremare le lancette.

1694
"Mentre Paolo raccoglieva un fascio di sarmenti e lo gettava sul fuoco, una vipera, risvegliata dal calore, lo morse a una mano. Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli indigeni dicevano tra loro: Certamente costui è un assassino, se, anche scampato dal mare, la Giustizia non lo lascia vivere. Ma egli scosse la serpe nel fuoco e non ne patì alcun male. Quella gente si aspettava di vederlo gonfiare e cadere morto sul colpo, ma, dopo avere molto atteso senza vedere succedergli nulla di straordinario, cambiò parere e diceva che era un dio" (At 28,3-6)
Riporto questo episodio della vita dell'Apostolo perché ha attinenza con la disposizione con la quale a mio avviso dovremmo affrontare la vaccinazione qualora si fosse costretti a subirla...e siccome ho vissuto un'esperienza simile spero di riuscire a fare da ponte fra le due circostanze per rendere almeno l'idea. Paolo dopo essere stato morso da una vipera non ha battuto ciglio, come pure dopo aver visto gli indigeni aspettare che cadesse fulminato dalla tossicità del veleno. Con i denti della serpe conficcati nella carne ha continuato a svolgere la sua mansione liberandosi dell'impiccio con la stessa naturalezza con la quale si scaccia una mosca. Il suo spirito era immerso in Dio, percepiva nel suo cuore l'energia di una potenza che sovrastava ogni minaccia, la sua anima non temeva nulla. Anche a me è stato concesso di sperimentare quel vigore interiore il giorno in cui mentre camminavo in campagna pregando con gli occhi fissi a terra ed il crocifisso stretto nel pugno, sentii un abbaiare forsennato dirigersi rapidamente verso di me e ricordo d'aver pensato..."se ho fede in Colui che sto pregando questi cani non mi toccheranno". E così fu, non appena arrivarono a sfiorarmi d'improvviso cessò ogni tumulto e solo dopo qualche istante quando mi voltai...scoprii che erano due grossi cani neri, presumo incaricati di saggiare la mia fede. I vaccini a scanso di equivoci vanno affrontati come la vipera e i cani, tanto è oscuro il clima politico e torbido quello religioso, gli scenari più nefasti sono da ritenersi tutti plausibili. Qualsiasi diavoleria quelle siringhe possano contenere il solo antidoto è la fede...purché sia sorda, cieca e stolta.

1695
"A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!" (Mt 25,6)
L'orologio dell'apocalisse è stato ideato nel 1947 da alcuni scienziati americani per misurare la distanza da un'ipotetica fine del mondo. Il pericolo viene quantificato tramite la metafora di un orologio la cui mezzanotte simboleggia la catastrofe definitiva, mentre i minuti precedenti la distanza dall'evento. In principio la mezzanotte era rappresentata dalla guerra atomica, ma più avanti è stata allegata qualsiasi altra manifestazione possa infliggere danni irrevocabili all'umanità ed in questi ultimi anni sono stati i cambiamenti climatici ad essere innalzati a spettro dell'irreparabile. Alla sua creazione l'orologio fu impostato a sette minuti dalla mezzanotte e da allora le lancette sono state spostate 22 volte avanti e indietro, ora ci troviamo alla minima distanza che sia mai stata toccata...un minuto e quaranta secondi! Attraverso questo modo di procedere i crimini contro il creato sono balzati agli onori della cronaca nera depenalizzando quelli contro l'uomo e ridicolizzando quelli contro Dio...con la conseguenza che il peggiore dei peccati è diventato l'inquinamento. Una mossa diabolica che ha sconvolto gli equilibri della morale e gettato le tematiche inerenti la salvezza alle ortiche. Gesù ci ha detto che il mondo non finirà per nessuna delle ragioni con le quali ci terrorizzano quotidianamente i media del potere, ma al suo ritorno che sembra avverrà in uno scenario di apparente normalità. Chi possiede la vista spirituale sa che la mezzanotte è già scoccata e si aspetta che passi il minuto, da mezzanotte a mezzanotte e uno, destinato a consentire alle vergini di andare incontro allo sposo. Pochi giorni fa si sono riuniti a Roma i grandi della terra con Papa Francesco in scandalosa armonia con i lupi rapaci ed hanno trattato in un clima mai tanto confidenziale di questioni ambientali su cui è impossibile non trovarsi d'accordo. Quando anche i pochi leader recalcitranti, più per assuefazione al ruolo di bastian contrari che altro saliranno sul carro dei buontemponi, le lancette di questo mondo si potranno finalmente riposizionare a mezzogiorno...l'ora esatta dell'inganno.

1696
"beati gli afflitti, perché saranno consolati" (Mt 5,4)
Temo non sia facile concepire quanto possano essere devastanti i genitori anaffettivi per i bambini nella prima infanzia. A mio avviso i danni di natura psicologica che causano, non sono affatto inferiori a quelli di natura neurologica che subiscono i giocatori di football americano nei tremendi impatti di gioco. Chi ritiene di rientrare nel novero della categoria, se non ha attitudine a scavarsi, è bene si rivolga ad un bravo psicoterapeuta affinché lo aiuti a prendere coscienza del massacro a cui per anni è stato sottoposto. Fatto questo ci si trova ad un bivio: continuare le sedute per guarire e rientrare nel gregge dei normali, o rispondere ad una chiamata per la quale io ritengo sia stata permessa tanta sofferenza...una chiamata che ci invita ad andare oltre. Vista la scadente qualità nel quale è precipitato il tenore della norma, consiglio di non accontentarsi puntando alla sola elezione che ha il potere di riqualificare il dolore sofferto...investendolo in un vantaggiosissimo affare. Anche perché mai come oggi essere normali significa essere malati terminali.

1697
"Sono venuto a portare il fuoco sulla terra" (Lc 12,49)
Ogni volta che sento insegnare Mauro Scardovelli mi vengono in mente queste parole di Gesù come effetto di rimbalzo, poiché dalla sua maniera di proporsi si ha l'impressione che sulla terra sia venuto a portare la camomilla. Non so come abbia fatto ad infiltrarsi in ByoBlu, emittente che fa un magnifico lavoro di denuncia delle menzogne della politica ed ottenere la licenza di predicare la summa di tutti gli inganni delle discipline umanistiche. Il suo macroscopico errore sta nel prendere da tutti i maestri, da tutte le religioni, da tutte le filosofie, quello che fa stare bene l'uomo e spacciarlo per buono...senza sospettare che il maggior azionista della felicità terrena è il principe del male. Risulta perfino commovente per l'abnegazione con la quale si spende e la buona volontà con cui cerca di armonizzare il suo dettato, ma alla fine il risultato è di consacrarsi ad una veste che può andare: da anticristo da rimanenze di magazzino in tempi di fuori tutto...allo scemo del villaggio.

1698
"La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e Risurrezione" (CCC 677)
Dopo la morte di Gesù non è stato facile capire quale fosse la chiesa legittimata ad ereditare la sua missione ed ancor oggi credo che nessuno, tranne chi l'ha idolatrata, possa dirsi sicuro di trovarsi sulla sponda giusta. Se sia stata delegata una chiesa sola a fare da astro e le altre a fungere da satelliti, oppure tutte egualmente autorizzate ad operare. Quanto più ora è arduo capire quale debba essere considerata la sua morte...se il martirio dei cristiani rimasti fedeli nell'ultima ora, oppure il crollo delle mura di qualche tempio di vecchia data. Stamattina dopo anni di macerante rimuginio su questo tema capitale mi è balenata la possibilità di una terza opzione. Gesù ha dovuto subire la morte corporale ed ora a noi discepoli, quali pietre vive della chiesa militante, ci tocchi di patire una morte interiore e spirituale...una sorta di morte bianca da sempre avvolta nel mistero. Tale eventualità avrebbe il pregio di soddisfare le due condizioni incompatibili dettate dalla scrittura: far coesistere lo scenario di apparente normalità con lo scatenarsi della più cruenta delle persecuzioni. Dunque la morte della chiesa potrebbe consistere nella rassegnazione alla solitudine delle vergini savie, attraverso la presa di coscienza dell'impossibilità nel nostro tempo di riunirsi in comunità. Questo per le proibitive condizioni del clima generate da uno spirito del mondo capace di penetrare in ogni rapporto interpersonale, presupposto che non permette al Signore di essere in mezzo a chi si riunisce nel Suo Nome.

1699
Mi pare di aver parlato della morte, il peggiore dei mali su questa terra, sempre con l'intento di sdrammatizzare forte della certezza che esista un oltre tanto da potermi paragonare al protagonista interpretato da Benigni nel film..."La vita è bella". Deportato con la famiglia in un lager nazista cercava di proteggere suo figlio dagli orrori dell'olocausto facendogli credere che fosse un fantastico gioco nel quale dovevano affrontare prove durissime per vincere alla fine un premio meraviglioso. Oggi la vita è diventata peggio di un campo di concentramento per le violenze che vi si consumano, ma quasi nessuno se ne accorge perché hanno riempito il tempo di un'infinità di svaghi. Anch'io vorrei proteggere gli innocenti e quei pochi che sono riusciti a conservare un pizzico di senno dagli orrori della politica e della religione, ma non c'è più verso di commuovere perché siamo alle comiche finali.

1700
"Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini" (Mt 12,31)
Chi fa un corretto cammino di fede ad un certo punto arriva a capire che per entrare nel Regno dei Cieli non occorre diventare inappuntabili, basta mantenersi veritieri riconoscendo i propri peccati e le proprie miserie. Fra peccati e miserie c'è una sostanziale differenza: i peccati sono trasgressioni macroscopiche facilmente rilevabili alla comune sensibilità, le miserie invece imperfezioni figlie della sciatteria interiore che si insinuano nella quotidianità attraverso atteggiamenti striscianti e riescono a restare nascoste grazie alla desuetudine a scavare. Approdati sull'isola del tesoro si tira un grande sospiro di sollievo credendo di essersi sgravati dell'immane fatica di dover conseguire la laurea con il massimo dei voti e si ritiene di aver risolto la pratica salvezza, anche perché a quel punto il demonio non ci tenta...niente di più sbagliato. Sbagliato perché non si ha coscienza che qualora concedessimo ad un riflesso celeste di penetrare negli anfratti più remoti del nostro cuore, una folla di arrembanti bassezze insorgerebbe rivendicando il diritto di scorribandare alla luce del sole. In chi osa andare oltre, attraverso la riesumazione di insignificanti episodi del passato, le meschinità vengono fatte sfilare una dopo l'altra al rallentatore davanti al Tribunale della propria coscienza...per farne scintillare l'infamia ed ottenere da parte nostra la condanna a morte necessaria per accedere alla vita eterna. A quel punto ci si scopre talmente imperdonabili da dover ricorrere alla bestemmia per impedire di vomitarci. Bestemmie masticate a denti stretti, roventi di furore contro chi ci ha creati tanto orrendi e contro noi stessi per non essercene accorti. Bestemmie che inchiodano il Salvatore per l'ennesima volta sulla croce, affinché versi il suo sangue per riempire il lavacro della nostra ultima purificazione.

1701
Con questo post mi vedo costretto a dare il benservito al Papa, ai cardinali, ai vescovi, ai sacerdoti ed ai pastori di tutte le confessioni. Dio, ringraziandovi per il lavoro svolto, vi solleva dall'incarico perché è scaduto il tempo della semina e vi ordina di non ostacolare chi è stato chiamato a sradicare. Con la morte della chiesa viene meno la figura dell'apostolo poiché non ci sono più buone novelle da annunciare...ma solo imposture da condannare. Per attraversare l'ultima tempesta bastano due persone! Un profeta che dia la sveglia, comunichi l'ora e riveli la meta, ed un teologo che indichi la strada e ne illumini le insidie...visto quanto perfido sia diventato in materia di fede l'ingegno diabolico.

1702
"Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Mt 24,35)
Dopo aver ascoltato in un video predicare per oltre un'ora monsignor Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per la causa dei santi, che ha citato una dozzina di volte Papa Francesco e mai Gesù di Nazaret...ho pensato che il Signore si fosse sbagliato e quelle parole che riteneva eterne, finite nel trapassato remoto delle cattoliche coscienze. Raramente mi è capitato di imbattermi in pseudo apostoli che si sono imbevuti fino all'ebrezza dello spirito degli ambigui contenuti del Vaticano II, Concilio che ha profanato l'insindacabile "si, si; no, no"...tanto da arrivare a produrre mostri capaci di partorire sgorbi teologicamente inaccettabili. Ed oggi a distanza di quasi sessant'anni, nei quali la strisciante desalinizzazione della verità è lievitata fino ad emanare un dolciastro insopportabile, siamo arrivati al punto che ormai in quel sinistrato regno...non il di più, ma tutto viene dal maligno.

1703
"Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina" (Lc 21,28)
In questo scorcio di inizio millennio in cui i segni dei tempi ci dicono chiaramente che siamo entrati nella fase finale, si accavallano fino ad esondare le testimonianze che seguono l'evolversi delle degenerazioni in tutti i campi del vivere...ingegnandosi per coglierne i più infimi particolari. Gesù invece dice di non indugiare, non appena messo a fuoco il principio del processo di inglobamento dell'attuale realtà nell'alveo satanico, dovremmo alzarci e levare il capo. Per alzarci credo intenda...farsi trovare pronti per la partenza, per levare il capo...mettersi nelle migliori condizioni affinché si abbia davanti il cielo. Disattendendo a questa sollecitazione si rischia di fare la fine della moglie di Lot che si era voltata indietro a guardare Sodoma bruciare ed era stata trasformata in statua di sale. Tenere lo sguardo fisso sui rigurgiti degli avamposti dell'inferno, temo possa imbalsamarci fino a trascinarci dentro un orizzonte che c'inabissa senza darcene coscienza.

1704
Nessuno s'inganni, nessuno s'illuda, nessuno si esalti! Ogni volta che in materia di fede diciamo qualcosa che colpisce al cuore, non siamo noi ad aver trovato le parole giuste, né chi le ascolta ad averle interpretate in maniera retta. Ma Dio ad averle giudicate talmente spoglie, da ritenerle degne d'essere caricate della Sua potenza per abbattere muri d'indifferenza.

1705
"Dio è amore" (1Gv 4,8)
Possiamo ritenere ancora valida nel tempo dell'Apocalisse questa definizione di Dio, oppure è diventato altro? Troppo spesso capita di sentire pastori armati di sorrisi accattivanti, invitare i fedeli ad accostarsi all'altare senza alcun timore, garantendo che verranno accolti come il figliol prodigo...coperti di baci ed abbracci. Io ci andrei cauto poiché tra il figliol prodigo ed i cristiani attuali c'è una sostanziale differenza: il primo aveva profonda coscienza della propria degenerazione e grazie a questo era approdato alla perfetta contrizione, i fedeli di oggi invece non hanno il minimo sentore di quanto le loro anime possano essere sudicie di mondanità e quindi pensano di non aver fatto nulla di male...o quanto meno di grave. Il mio mestiere non è addolcire le pillole, ma semmai renderle acide all'ennesima potenza e quindi mi preme affermare che Dio dentro le chiese non viene affatto amato, né tanto meno odiato...ma peggio, bonariamente ignorato. Ignorato fino al punto che nonostante stiano tutto il giorno a studiare le scritture, non riescono a capire che siamo precipitati dentro l'epoca nella quale...Dio è furore!

1706
"Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi! Ma l'altro lo rimproverava: Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi riceviamo il giusto castigo per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male" (Lc 23,39-41)
Ho sempre pensato che alcuni episodi della Bibbia fosse possibile ricalcarli su scenari che si vengono a creare nella nostra realtà. Basta sostituire i personaggi ed un fascio di luce si propone per illuminare le coscienze al fine di far loro prendere atto di quale ruolo stiano interpretando. Nell'era della pandemia a prendere il posto di Gesù sulla croce è senza dubbio "la verità"...guarda caso proprio il sostantivo con il quale il Signore si è identificato. Nel ladrone che lo insultava "i cristiani"...che non amando Dio sopra ogni cosa sono finiti nell'impostura religiosa e non comprendono il senso della vita. Nel buon ladrone l'ultima propaggine della cristianità "le vergini savie"...che sanno che il regime dittatoriale è il giusto castigo che ognuno di noi si è meritato. Nei soldati romani che lo crocifiggono "la massoneria"...usata quale strumento della giustizia divina e per questo al pari dei soldati perdonata. Ed in Giuda il traditore non possiamo che vedere..."Papa Francesco e tutte le chiese".

1707
Gravissimo episodio accaduto fuori dallo stadio di Empoli mentre la giornalista Greta Beccaglia stava raccogliendo interviste. E' stata palpeggiata nel sedere da due tifosi che probabilmente sovreccitati dalla tensione della partita hanno ceduto di schianto alla tentazione. A mio avviso si tratta di una vera e propria violenza da punire in maniera esemplare per stroncare sul nascere certi atteggiamenti che umiliano, non solo il genere della parte lesa, ma l'umanità intera. Sacrosanta l'indignazione che è esondata da ogni coscienza! Ma quanto sarebbe più salutare per tutti, se ogni donna risolvesse la contraddizione che la porta a partorire sdegno quando viene toccata da estranee mani e compiacimento dagli sguardi dei medesimi soggetti. Senza saperlo diffonde nell'etere un messaggio capace di disorientare: se mi guardi mi ecciti, grida ai quattro venti, ma se mi sfiori mi stupri, sussurrano gli echi. A questo punto se sotto il peso della verità la verginità morale di qualche nobildonna scricchiola...si persuada di convivere con una zoccola.

1708
"Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza" (Sal 23,4)
Credo che nella nostra realtà nessun passo della sacra scrittura più di questo sia idoneo a fungere da rifugio ed àncora di salvezza dal momento che dobbiamo considerare una valle oscura, non solo l'epoca che stiamo attraversando, ma anche gli angoscianti eventi che la segnano a livello sociale...oltre alle penose vicende inerenti la sfera personale. Se abbiamo la fede per incarnare lo spirito dell'ideale discepolo al quale è rivolto tale appello, non dobbiamo limitarci a farcene scudo per vincere la paura, ma recepire il sollievo che comunica...e questo è possibile solo prendendo in esame la funzione del bastone e del vincastro. Nel bastone possiamo identificare l'amore e il timore di Dio. L'amore in quanto serve a tenere le fiere selvagge lontane dal gregge e quindi arma di difesa per salvaguardarne l'incolumità corporale, il timore quale monito del castigo al quale potrebbe andare incontro e dunque arma di difesa per salvaguardarne l'incolumità spirituale. Il vincastro invece, ramo di salice che risulta molto docile a flettersi, viene usato dal pastore per sfiorare le pecore quando le sollecita a cambiare direzione o restare compatte...tocchi talmente leggeri da risultare carezze.

1709
"Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti" (Lc 12,2-3)
Queste parole di Gesù ritengo siano le più terribili che abbia pronunciato durante la sua missione terrena per la deflagrazione interiore che hanno il potere di innescare...più ancora delle catastrofi profetizzate nell'Apocalisse, più ancora della fine del mondo! Sono l'annuncio che la nudità interiore di ciascuno di noi verrà esposta in piazza...sotto occhi di tutti! Quindi chi pensa che le oscenità di tutti i generi compiute di nascosto finiranno nell'oblio con la nostra morte si prepari...alla risurrezione verranno riesumate. Allora sarà comandato alla luce di penetrare negli angoli più remoti dei nostri cuori per rivelare nei minimi dettagli chi siamo stati e cosa abbiamo combinato. Ho voluto trattare questo argomento per offrire fin da ora un'àncora di salvezza alle vittime di stalking ideologico, dal momento che il processo di smascheramento delle nostre doppie vite è già cominciato sull'onda dei passi da gigante compiuti da una scienza sconfinata al servizio dei più perversi ideologismi. Non credo sia affatto difficile da parte dell'associazione a delinquere a cui è stato dato il mandato di governarci, entrare nelle nostre intimità informatiche e carpire notizie capaci di esporci a ricatti talmente insopportabili da spingere al suicidio. Non abbiate paura...dice il Signore! Dobbiamo saper leggere nell'ora presente l'alba del Giorno del Giudizio e qualora fossimo colpiti dalla suprema infamia accogliere con serenità quel che di lì a poco sarebbe comunque accaduto...con il beneficio che il nostro debito sarà stato saldato anzitempo e potremo metterci comodi a guardare passare tutto lo schifo del resto del mondo.

1710
"Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo" (Lc 1,35)
Attraverso queste parole l'Angelo ha rivelato a Maria la maniera nella quale sarebbe stata fecondata dallo Spirito Santo. Nell'immediata vigilia della suprema manifestazione del male sulla terra, nulla vieta di pensare che per procreare la sua incarnazione il nemico possa ricorrere alla stessa procedura, facendo in modo di fecondare la prescelta attraverso lo spirito immondo. Sappiamo che l'Anticristo cercherà di scimmiottare il modus operandi di Gesù, rivaleggiando con lui in magnanimità fino ad offrire a piene mani sazietà...confinata nel perimetro di questa realtà. Dunque credo che non solo non sia blasfemo ipotizzare la medesima entrata in scena, ma ritenerla addirittura necessaria quale unico mezzo per imprimere nella carne del nascituro lo spirito del proprio dna. Siccome non sarà facile trovare un grembo disposto a prestarsi a tale operazione potrebbe farlo, o averlo già fatto a sua insaputa...sorvolando sull'annunciazione da parte di un angelo decaduto. Nel tentativo di far assomigliare il più possibile la sua vicenda a quella del Figlio di Dio, potrebbe aver scelto una donna di nome Maria. Inoltre ho sempre pensato che sarebbe stato un politico con forte impronta religiosa, come se avesse studiato nel seminario di qualche congregazione già molto avanti nella putrefazione della propria ortodossia. Tuttavia l'indizio più rilevante e la sua maggiore virtù, sarà una personalità nella quale riusciranno a convivere perfettamente e misteriosamente, feroce dispotismo ed affettata benevolenza...attributi che gli conferiranno il potere di smussare ogni conflittualità laddove la strada non gli sia stata spianata.

1711
"L'uomo nella prosperità non comprende" (Sal 49)
Seguendo in televisione la frenetica attività divulgativa dei pastori americani nei palazzetti dello sport o teatri stipati da migliaia di persone, laddove si promuove la buona novella come un prodotto di mercato ad una televendita...mi è venuto in mente questo versetto. Le telecamere spesso indugiano sulle platee dove si evince che ci troviamo di fronte a persone che bivaccano in uno status sociale notevole. Sono nella prosperità, dunque nella condizione ideale per non comprendere e siccome i loro occhi brillano ogni volta che il messia di turno prospetta livelli sempre maggiori di successo...se ne deduce che ne bramano ancor di più. Se solo non comprendessero si potrebbe porre rimedio, è che comprendono tutto il contrario ed allora Dio lascia che vengano ingannati da proposte allettanti sulla via spaziosa che conduce alla miseria nera. Nelle realtà evangeliche italiane, seppure in maniera meno eclatante, accade la stessa cosa essendo identico lo spirito che le muove e purtroppo il fenomeno è incredibilmente esondato nell'emisfero cattolico...laddove la testimonianza di Francesco d'Assisi che fungeva da insormontabile barriera è stata divelta. Il denominatore comune che oggi affratella i cristiani non è più Gesù Cristo, ma la prosperità...ed allora per quanto si sbandieri ai quattro venti il vangelo in tutte le salse, da tutte le prospettive, in tutte le lingue...nessuno può comprenderlo. Comprenderlo significa ricevere la forza per compiere una rivoluzione interiore che porti ad un significativo mutamento esteriore...mutamento che non vedo, non tocco e non sento. Significa percepire il disagio di vivere in questo mondo, fra questa gente, nel nostro tempo.

1712
"Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie" (Is 55,8)
Oso servirmi di queste parole uscite dalla bocca di Dio per far rilevare quanto il nostro slancio verso il superamento di noi stessi debba essere in ogni circostanza assetato di nuove conquiste, al fine di poter intercettare le frequenze del pensiero spirituale. Siamo stati creati per gettare il cuore oltre l'ostacolo e mai dobbiamo accontentarci di quello che siamo, di quello che facciamo, di quello che sappiamo...perché chi tende all'infinito non finisce mai di crescere in essenza, opere e sapienza. Nell'ultima stagione della mia carriera calcistica mi ritrovai a fare l'allenatore giocatore e siccome mi ero appassionato di corse podistiche avevo scoperto i miracolosi benefici di un nuovo metodo di allenamento che mi concesse una seconda e più viva giovinezza della prima. Così, forte di uno stato di forma fisica eccezionale, volli tentare un esperimento più unico che raro. Sulle ali della mia vocazione ad abbattere limiti decisi di partecipare nello stesso giorno a due gare, la mattina una corsa di 15 km dal percorso impegnativo e nel pomeriggio la partita di campionato. L'esperimento dal punto di vista delle prestazioni personali confermò quanto speravo, ma dovetti prendere atto come si suol dire...che l'operazione era riuscita, ma il malato era morto. I miei giocatori vennero a conoscenza della cosa e quando nello spogliatoio appresero che sarei sceso egualmente in campo, ritenendola un'iniziativa eticamente riprovevole, mi condannarono...e me la fecero pagare giocando con palese sufficienza. Quel giorno lottai da solo contro gli avversari e contro la mia squadra perdendo 3 a 0 la partita...ma che soddisfazione aver vinto la mia sfida!

1713
Qualche settimana fa scorrendo il libro dell'Esodo giunto alla seconda delle dieci piaghe, quella dell'invasione delle rane, mi è venuto in mente un episodio accaduto qualche anno fa di cui mi ero dimenticato. Un pomeriggio dopo un violento acquazzone mentre stavo facendo la mia solita camminata in campagna vidi sopra l'erba un ribollire di rane della dimensione di non più di un unghia...piccolissime che si accavallavano una sopra l'altra. Rimasi molto impressionato perché era una scena da film horror, ma ritenni che fosse un fenomeno compatibile, anche se neppure con la più fervida immaginazione si potesse immaginare da dove fossero spuntate o piovute quelle milioni di creature. Nell'episodio biblico si dice che uscirono dal Nilo e siccome il mio percorso fiancheggiava il fiume Potenza pensai che potesse essere una conferma. Così avendo un amico che abita da quelle parti gli ho domandato di chiedere a suo padre che vi risiede dalla nascita se avesse mai assistito ad un evento del genere. Disse che di rane così piccole ogni tanto se ne vedono lungo i fossi, ma mai si ricordava di un episodio di simili proporzioni. Allora convenni che forse il Signore voleva farmi associare le piaghe d'Egitto ai castighi dell'Apocalisse per confermarmi che il tempo è questo. Probabilmente non sarà stato un evento miracoloso, piuttosto un eccezionale evento naturale, ma forse di provvidenziale c'è che quel giorno in quell'ora a passare...sia stato l'unico che lo potesse rilevare.

1714
"Nelle ultime apparizioni da Presidente del Parlamento Europeo, traspariva, sul suo volto, il peso delle responsabilità di un ruolo assai gravoso, specie negli ultimi due anni"
Credo non vi sia italiano che non abbia avuto di David Sassoli una grandissima stima, stima che si era guadagnato da giornalista e conduttore televisivo...ed era riuscito miracolosamente a non intaccare quando aveva intrapreso la carriera politica. Ogni volta che saliva un gradino nella scala gerarchica istituzionale mi chiedevo come un personaggio di così elevato spessore morale, per giunta cattolico...potesse essersi arrampicato fino ad approdare al vertice di un'organizzazione tanto infestata dalla corruzione. La risposta mi è venuta leggendo un post della nostra ex sindaca Sabrina Montali che ha avuto la fortuna di conoscerlo. Nella frase sopra citata ci leggo una sentenza inappellabile ispirata da una mistica sapienza e forse impreziosita dall'essere riuscita a calarsi nei suoi panni...avendo anche lei da credente sperimentato quanto inconsistente sia diventata la connessione fra politica e religione! Negli ultimi due anni aveva percepito nel suo volto "il peso delle responsabilità di un ruolo assai gravoso"...affermazione che fornisce un significativo indizio per sospettare che possa essersi ammalato a causa della fedeltà alla vocazione di integerrimo paladino del bene. Come se posto davanti al fuoco e l'acqua, si fosse rifiutato di stendere la mano per tradire le radici dei più intimi ideali umanitari, ultimo baluardo deputato ad impedire la mutazione genetica del proprio amore...fino a quel punto strenuamente difese. La coscienza d'essere finito in un vicolo cieco potrebbe essere stata d'innesco alla malattia che lo ha portato alla morte, per la difficoltà di non riuscire più a coniugare nel suo cuore, le istanze della persona retta con il giogo che gli imponeva la militanza. E dunque l'interiorità del Presidente del Parlamento Europeo negli ultimi tempi sia stata attraversata dalla più usurante delle esasperazioni, fino a costringerlo ad arrendersi all'evidenza che non si possono servire due padroni.

1715
"l'iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi" (2Tes2,8-10)
L'atto di fede è sempre stato indispensabile all'uomo per scoprire la concretezza di Dio, ma da qualche tempo pare se ne possa fare a meno. Questo ho pensato ascoltando le testimonianze di alcuni pastori evangelici le cui conversioni hanno un denominatore comune, tanto da poter ritenere che rientrino in quelle dell'impostura religiosa annunciata da Paolo per i giorni della fine. Sprofondati in qualche guaio, hanno sentito una forza sovrumana indurli ad alzare gli occhi al cielo e gridare "Dio, se esisti, aiutami!"...ed è avvenuto il miracolo. Da quel giorno le loro vite sono cambiate, non in meglio ma addirittura in fantastico ed ora dai pulpiti di affollatissime assemblee additano la strada per il paradiso sulla terra. Dunque per indurre l'Altissimo a rivelarsi non serve più l'atto di fede, sembra sufficiente un attestato di perplessità incorniciato di razionale diffidenza, che contempli la possibilità che il Creatore sia uno scherzo della natura od un'invenzione della fantasia. Temo che ci troviamo di fronte a due inganni: il primo molto sottile nel quale lo sventurato inganna se stesso mosso dal più perverso degli scopi; il secondo nel quale, per essersi voluto ingannare, Dio lascia che venga ingannato. Inganna se stesso perché chi teme per la propria vita come Pietro quando stava per essere inghiottito dalle onde, non grida..."Signore, se non sei un fantasma, salvami"...ma "Signore, salvami!". Vista l'impellenza non fa precedere l'estrema istanza da una richiesta di conferma della sua esistenza, vinto dalla disperazione cessa di dubitare e stramazza ai piedi di un'Onnipotenza che a quel punto trasuda certezze da tutti i pori. Nell'istante in cui dubita invece traspare la subdola intenzione, togliere di mezzo il Dio di Gesù Cristo per fare in modo che risponda il principe dell'inganno...elargitore dei beni materiali di questo mondo e dispensatore dei doni spirituali del nostro tempo.

1716
"tornate a me con tutto il vostro cuore" (Gl 1,12)
Tornare a Dio ora che siamo alla fine del mondo può sembrare troppo tardi, può sembrare anacronistico, può sembrare un paradosso. Tornare a Dio ripercorrendo un passo dopo l'altro la strada sbagliata che a grandi falcate avevamo percorso. Tornare a Dio soppesando le conseguenze devastanti del male fatto. Tornare a Dio perché abbiamo compreso che senza di Lui non possiamo fare nulla. Tornare a Dio che alla luce dei fatti aveva ragione su tutto. Tornare al Dio che sanificava il mondo terrorizzandolo con i castighi ed estirpando la radice dell'iniquità con la pena di morte. Tornare al Dio del Vecchio Testamento come se fossimo ancora in tempo per scongiurare l'incarnazione di Gesù Cristo! E allora tornare a Dio più di ogni altra cosa vuol dire essere favorevoli a ripristinare le stesse condizioni di allora, le stesse leggi, le stesse punizioni. E tornarci "con tutto il nostro cuore" significa aver maturato una coscienza civile capace di scagliare la prima pietra ogni volta che si rende necessaria la lapidazione.

1717
"Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo" (Eb 10,5)
Ogni tanto mi capita di passare davanti ad una casa di riposo per anziani che stanno in bella mostra con le loro carrozzine, tanti volti conosciuti che fino a poco tempo fa erano in mezzo a noi ed ora buttati in fuorigioco...e gli sguardi di tutti perduti nel vuoto. Non sono solo ammalati di vecchiaia, ognuno ha il suo generoso carico di patologie che in questi ultimi tempi è stato aggravato dal divieto causa covid19 di avere rapporti con i familiari...a parte quelli attraverso uno schermo come gli ergastolani. Se solo immaginassero che non sono paglia da bruciare ma il sale della redenzione, darebbero immediatamente il significato più nobile alle loro sofferenze e sarebbero fieri di essere stati scelti. Agli occhi di Dio non sono vuoti a perdere del genere umano, non sono moribondi in attesa dell'estrema unzione, ma primizie dello spirito fatte degenerare in quella condizione perché potessero incarnare le sembianze del Redentore.

1718
"ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori" (Mt 5,44)
Queste parole di Gesù sembrano state coniate per introdurre nel vangelo un elemento debordante nel teatro dell'assurdo, al fine di rivestire la sua immagine di un alone leggendario che gli permetta, attraverso un credito di fede da parte nostra...di sollevarci da sottoterra. Ci chiede di pregare per i nostri nemici contro i quali siamo avvezzi mitragliare rosari di maledizioni, di coltivare sentimenti benevoli verso coloro che vorremmo sciogliere nell'acido, di soffocare quel demone dell'odio che ci tiene prepotentemente in vita. Ci chiede di pregare senza allegare la benché minima intenzione, perché i cuori sono offuscati dai miraggi che crediamo in diritto di fare nostri. Ci chiede di pregare affinché la spirale di rancore non ci inghiotta fino al punto di sostituirsi al fine da perseguire. Ci chiede di pregare, non per questo, non per quello, non per la bandiera, non per la vittoria...ma pregare per permettere all'anima di tornare a respirare.

1719
Quando ci si converte in genere si percorre la fase introduttiva con il vento in poppa, sulle ali della nobiltà dell'ideale che si cavalca, sospinti dal fervore sentimentale che l'eccellenza del ruolo alimenta. Poi se veniamo ritenuti degni di aspirare all'elezione Dio ci complica la vita...lasciando che cadiamo nel peccato, consegnandoci agli assalti di mille paure e facendoci sperimentare l'inconsistenza della nostra fede. Allora feriti nell'orgoglio finiamo per perdere le sicurezze su cui avevamo fondato il nostro dettato e la tentazione di lasciar perdere è forte! Ma se acconsentiamo all'umiliazione di riposizionarci e di correggere le traiettorie che la vanità ci aveva imposto...ci disponiamo nelle migliori condizioni per la svolta. Dall'ambire ai primi posti al ritenersi fortunati di poter rientrare negli ultimi.

1720
"Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché Tu sei con me"(Sal 23)
Ogni volta che un novax muore a causa del virus, dall'altra sponda esondano pensieri tutt'altro che di cordoglio non difficili da intercettare. Si va dal paternale...te l'avevamo detto, all'accusatore...te la sei cercata, al remunerativo...ben ti sta! Io resto allibito, non solo per l'elementare mancanza di rispetto, ma perché neppure di fronte all'evento più doloroso di questa vita si riesce a guardare più in là del proprio naso. Si ripropone il medesimo scenario della crocifissione laddove Gesù veniva schernito dai capi, dai soldati ed infine anche da uno dei due ladroni che gli morivano accanto. Alla processione della cecità, per non dire di peggio, ora si accodano anche i provax...che al pari dei loro compari sono convinti che la morte sia l'ultima parola e sia l'uomo a determinare il suo destino.

1721
"Natanaèle esclamò: Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?" (Gv 1,46)
Ogni volta che mi connetto al canale 248 dove predicano i pastori americani mi vengono in mente le parole di Natanaèle ed ogni volta spero che come fu per lui che incontrò il Messia, possa anch'io essere smentito imbattendomi in un testimone degno di non essere deriso. Oggi nel giro di dieci minuti sono stato costretto a confermare due volte che dagli Stai Uniti in fatto di religione non possa venire nulla di decente. Dapprima la testimonianza della ginnasta Gabriel Douglas che aveva pregato il Signore affinché le concedesse di vincere la medaglia d'oro alle Olimpiadi e fu esaudita, poi quella del celebre Benny Hinn che racconta la visione che orientò la sua conversione. Gli apparve una processione ininterrotta di persone che cadevano in un precipizio e un angelo gli disse...se tu non predichi il vangelo tutta quella gente andrà all'inferno! All'apparenza nulla di strano...che male c'è nel desiderare un'ora di gloria terrena se poi la giriamo doverosamente a chi spetta quella eterna? Cosa può esserci di sbagliato nell'acconsentire a farsi strumento per la salvezza delle anime? Che nel primo caso i conti non tornino lo si evince guardando a Gesù nella sua vita terrena...ha usato il suo potere per cacciare i demoni, sanare gli infermi, risuscitare i morti e mai una volta per concedere i frutti di ambizioni mondane. Che i conti non quadrino neppure nel secondo caso lo si comprende cercando l'inganno a monte della vicenda. Dio può proporre, insistere, arrivare persino a costringere...ma mai estorcendo con un ricatto il nostro consenso.

1722
Pochi giorni fa è morto il monaco buddhista Thich Nhat Hanh, figura di altissimo profilo morale la cui filosofia incarnava la quintessenza della mitezza. La sua condotta è stata un inno al rispetto di ogni singola particella inanimata del Creato ed all'ossequio di ogni creatura che possedesse un alito di vita. Eppure questo concentrato di dolcezza che se per caso avesse calpestato un verme si sarebbe battuto il petto fino a farlo sanguinare, si è reso colpevole della violenza più efferata che si possa commettere sotto il cielo. Ha negato a Dio di nascere nella sua coscienza ed ucciso suo Figlio disconoscendo il valore della sua esistenza!

1723
"Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto" (Lc 15,13)
Questo passo è tratto dalla parabola del figliol prodigo ed oggi mi sono accorto che il male di cui il protagonista si era macchiato non era poi così grave. In fondo non aveva causato danno al prossimo ed alla propria incolumità, solo dilapidato quanto era in diritto di usare a proprio piacimento. Sperperò le sue sostanze e tale scellerata condotta gli aveva consentito di fare la più preziosa delle esperienze...aprendogli gli occhi su quello che conta! Forse qui va ricercata la motivazione per cui il padre al suo ritorno lo abbraccia contento senza muovergli rimprovero, del cattivo che si poteva trarre dall'uso inappropriato di quel denaro non ne aveva subito danno, anzi inconsapevolmente l'aveva speso in maniera che gli venisse il maggiore profitto. Dal momento che arrivò a pentirsi è lecito ipotizzare che la caduta riuscì a non intaccare il patrimonio di valori che rendono un uomo degno di essere stimato. Ma ci sono figlioli prodighi che riescono a dissipare la quintessenza del tesoro più prezioso che possa contenere un'interiorità, quell'amore per la verità che rende tangibile lo scheletro del pensiero cristiano ed impedisce di incenerire la propria credibilità.

1724
"Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore" (Os 2,16)
Questa immagine che sembra foriera della più rigogliosa speranza per l'avvenire della chiesa, è invece la più cruda testimonianza del sopraggiunto rigor mortis. La sposa di Cristo è sopravvissuta al modernismo fino a quando i sacerdoti hanno avuto la possibilità di avere intimità con il Padre, condizione imprescindibile allo spirito per comunicare linfa soprannaturale alle anime e tale condizione, come sentenziato dal profeta Osea, si verifica soltanto in chi non si lascia espatriare dal deserto di una solitudine ricolma di tensione verso la vita eterna. Solo a tali latitudini ed in quei siderali silenzi notturni è possibile avere comunione con Dio! Il diavolo in questi ultimi anni grazie alle conquiste del progresso, si è trovato a disporre di nuove armi e poter adottare strategie d'invasione difficilmente rilevabili al comune sentire. Lo smartphone generando un'impalpabile dipendenza dagli squilli, dalle vibrazioni e dalle segnalazioni dei messaggi, è riuscito a stabilizzare i cuori in uno stato di perenne allerta, che impedisce di raggiungere quella contemplazione profonda necessaria per connettersi alle frequenze della trascendenza.

1725
Simon del deserto...del regista spagnolo Luis Buñuel è una delle poche opere cinematografiche da cui è possibile trarre eccellente alimento spirituale. In un tempo in cui la commistione fra il mondo e Dio ha assunto nei cuori dei credenti omogeneità mai registrate in precedenza, questo film dispone dell'autorità per ricondurre ogni forza in campo nel versante che le compete...consegnando alle coscienze la visione primordiale del bene e del male. Lo scarno tessuto narrativo in relazione alle immagini, unitamente al parsimonioso avvicendarsi dei dialoghi, hanno il potere di caricare l'anima della tensione necessaria per fiondarla verso i cieli dell'ascesi...laddove si può toccare con mano la percezione dell'Assoluto.

1726
"Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano, ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti" (Dt 5,9-10)
Per capire Dio dobbiamo sforzarci di andare oltre. Questo ho pensato al cospetto del comandamento in esame, il Creatore dell'amore non può essere tanto crudele da far pagare le colpe dei padri ai figli...sarebbe uno scandalo! Ci dev'essere un'altra ragione per cui ha sparato una sentenza tanto terrificante e forse proprio perché non ho accolto supinamente l'enunciato, ma ho dubitato...mi è stato dato di comprendere. Sono convinto che la minaccia non sia stata forgiata con intento vendicativo, tutt'altro, che dietro la violenza verbale ci sia un intento buono ritenuto impossibile da non conseguire attraverso tale espediente. Credo abbia individuato nell'intimidazione nei confronti delle persone più care la via sicura per farsi amare, nella certezza che i genitori di fronte all'eventualità di poter nuocere alla propria discendenza...si sarebbero rifiutati di servire gli idoli ed arrivare ad odiarlo. Purtroppo non è stato un buon profeta ed alla luce dei fatti risulta quanto mai evidente, che oggi come ieri ai nonni dei nipoti non gliene frega niente!

1727
"In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna" (Mc 10,29-30)
"Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo" (Lc 14,26)
"Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mt 16,24)
L'approccio al cristianesimo, in special modo quello di stampo evangelico, è irrimediabilmente destinato a cambiare al mutare delle condizioni economiche della società! Nell'indigenza il fine della fede resta di salvaguardare la sopravvivenza, in regime d'abbondanza il sogno da inseguire diventa l'opulenza...non solo in senso materiale, ma anche spirituale. Così sempre più spesso dagli altari sentiamo legittimata l'aspirazione a bramare quanto più tende a saziare la nostra concupiscenza carnale. Per farlo si chiamano in causa i campi, simbolo delle ricchezze, di cui parla il Signore promettendone il centuplo a chi si mette alla sua sequela. Nulla da eccepire, però occorre purificare questa sentenza facendola passare nel crogiuolo di un'altra affinché perda la sua virulenza...sentenza nella quale si mette in guardia dall'amare spudoratamente cose e persone, arrivando ad intimare di odiarle qualora cerchino di occupare indebitamente il nostro cuore. Dunque si arriva alla conclusione che seppure non ci sia negato possedere alcunché, il rapporto che dobbiamo tenere con ogni bene concesso...dev'essere all'insegna della più glaciale indifferenza. Invece da quanto brillano le pupille dei pastori quando additano agl'increduli fedeli suntuosi obiettivi da raggiungere, mentre impartiscono benedizioni propiziatrici di ogni fortuna...si comprende che a fare della Bibbia l'albero della cuccagna si fomenta la causa del demonio. E che quanto affermo sia vero lo si evince dai toni gaudiosi, dal compiacimento che anima le predicazioni, dalla gioia che sprizza da tutti i pori...tanto da far sorgere il sospetto che non siano stati beneficiati di un dettaglio per nulla secondario. Quella croce che certifica l'autenticità del cristiano.

1728
"L'anima cerchi sempre di inclinarsi: non al più facile, ma al più difficile; non al più saporoso, ma al più insipido; non a quello che piace di più, ma a quello che piace di meno; non al riposo, ma alla fatica; non al conforto, ma a quello che non è conforto; non al più, ma al meno; non al più alto e pregiato, ma al più vile e disprezzato; non alla ricerca di qualche cosa, ma a non desiderare niente; non alla ricerca del lato migliore delle cose create, ma del peggiore e a desiderare nudità, privazioni e povertà di quanto v'è al mondo per amore di Gesù Cristo"
Nella parabola del seminatore vengono elencate le variabili che possono incidere affinché il seme germogli o meno. Gesù illustra quattro opzioni tutte inerenti allo stato del terreno: sulla strada, in luogo sassoso, sulle spine ed infine sulla terra buona. Nel nostro tempo si stanno verificando due condizione non previste dal vangelo, la prima che nei cuori non vi sia più terra buona, ma sabbia...e pertanto s'impone di affondare l'aratro della mortificazione in profondità per restituire alle zolle l'idoneità a procreare. La seconda è che gran parte del seme sia stato svuotato della sua essenza...e non resti che qualche chicco scampato alla revisione dell'apostatica intelligenza. Il brano di san Giovanni della Croce sopra citato è d'importanza capitale, perché ha il potere di rianimare il campo della coscienza affinché le sue viscere tornino a respirare. Ci tengo a far notare che non pretende che i suggerimenti vengano messi in pratica, ritiene sufficiente inclinarsi verso tali disposizioni nella speranza d'innescare le risurrezioni.

1729
"Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore" (Rm 8,35-39)
Questo brano ritengo sia uno dei più spericolati della Sacra Scrittura e temo che in questi ultimi decenni sia stata la forza propulsiva più imponente per spingere i cristiani all'inferno. Paolo, come avvenne anche per la stesura dell'inno alla carità, sembra essersi lasciato sedurre da un infido afflato poetico e rapito dalla sublimità del suo dettato abbia tralasciato di tenere i piedi ben saldi a terra. Non è che dica una cosa sbagliata, ma per il lirismo che la pervade ed il crescendo che ne deriva...si presta ad essere mal interpretata. Questo scritto ci consegna una verità inconfutabile, che nulla può separarci dall'amore di Dio, neppure l'inferno aggiungo io perché continuerà ad amarci anche quando bruceremo nel fuoco eterno. Ma non tiene conto che l'eccesso di sicurezza tendente alla spavalderia che può comunicare, va ad annichilire quel timore di Dio che è il caposaldo della prudenza. Nulla può dunque separarci dall'amore di Dio...ma da Dio si! Un pizzico di presunzione.

1730
"Fuori dalla Chiesa non c'è salvezza" (CCC)
"In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati" (At 4,12)
E' proprio vero quanto afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica, che fuori dalle sue mura non c'è salvezza? A mio parere non è vero perché per quanto a furia di disquisizioni teologiche si possano estendere i suoi confini, la madre dei credenti non riuscirà mai ad abbracciare tutti coloro che attraverso i suoi comportamenti poco evangelici sono stati costretti ad odiarla...fino a considerarla sede ufficiale della più acuta degenerazione del male. Ed è altrettanto vero quanto affermato dall'apostolo Pietro, che fuori da Gesù Cristo non c'è salvezza? Questo è vero, ma trattando del Figlio di Dio quel "fuori" va proiettato fino alle estreme possibilità. La maggior ragione per la quale ci dev'essere salvezza fuori dalla Chiesa è che è stata una fucina di falsi profeti che hanno deviato i fedeli dalla sana dottrina costringendo gli zelanti a cercare riparo in altre confessioni. Falsi cristi non sono stati solo quelli più appariscenti delle manifestazioni soprannaturali: visioni, apparizioni e locuzioni interiori, che si sono succedute nei secoli...falsi cristi sono stati anche tantissimi Papi che dovevano esserne i vicari e non gli somigliavano affatto...e falsi cristi sono stati anche quelli partoriti da predicazioni infedeli al modello proposto dai vangeli. Sullo sfondo di questo fosco panorama credo che il "fuori da Gesù Cristo" sia da dilatarsi fino ad abbracciare tutti coloro che pur essendo stati scandalizzati dalla Chiesa, sono riusciti a mantenere una connessione con le tre definizioni che il Signore ha dato di se stesso: via, verità e vita. Dunque io stimo che sia in Gesù Cristo chi procede per la via angusta, non per adesione alla fede, ma ritenendola la sola idonea a rispondere alle esigenze di farci conservare la dignità che ci compete. E' in Gesù Cristo chi ama la verità e la rispetta fino al punto di testimoniarla anche a costo di andare contro i propri interessi. E' in Gesù Cristo chi spera, o in alternativa non esclude, la possibilità della vita eterna.

1731
"Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità" (Mt 7,23)
Non vorrei essere al posto di sacerdoti e pastori il giorno del giudizio quando verrà rivelato l'esito del loro ministero, se saranno stati promossi o bocciati. Molti resteranno esterrefatti nell'apprendere che nonostante il commovente impegno profuso giorno e notte hanno lavorato per la causa del demonio. Affinché si scopra come si possa arrivare ad ingannare ed ingannarsi ricoprendo quel ruolo e maneggiando la Parola, voglio svelare le tre vie spaziose che conducono gli apostoli alla rovina: interpretare in maniera errata la Scrittura, esporla con toni inadeguati ed annullarla attraverso la propria condotta. La prima è la più palese e fin dagli albori del cristianesimo ha prodotto eresie che hanno portato a divisioni tanto dolorose quanto doverose. Oggi ce ne sono un'infinità che convivono spudoratamente con la verità, ma più subdole e dunque non facili da decifrare, tanto più se si considera che viviamo immersi in un clima nel quale si bada più a salvaguardane l'unità dei cristiani che a farne risplendere l'autenticità. La seconda è un capolavoro d'astuzia attraverso il quale il nemico opera traboccanti retate, facendo loro sperimentare l'incoscienza di credersi già approdati alla terra promessa...e dunque si dia inizio anzitempo alla festa! I cecchini di questa strage sono i pastori evangelici americani che predicano in maniera mai pervenuta prima. Alcuni fra i quali TD Jakes evangelizzano come se stessero conducendo un varietà...altri come Joyce Meyer all'insegna del più raffinato senso dell'umorismo...altri ancora sul solco di Kenneth Copeland ricalcando in maniera esasperata il versante della severità, tanto da farla percepire maldestramente recitata...altri ancora sopra i quali campeggia Benny Hinn come se fossero presentatori di circo che improvvisano festival di sgangherati miracolismi. Anche se dicono la verità, i toni ilari o scanzonatamente melodrammatici attraverso i quali si esprimono vanno ad adulterarne la percezione, forgiando in chi ascolta uno spirito d'insostenibile esaltazione che si confà più ad una sagra paesana che alla sacralità. Per onestà devo confessare che uno buono l'ho trovato, Billy Graham, perfetto nel modulare l'intensità dei toni e corretto nello speculare sulla drammaticità dei contenuti. Ma temo si sia dato la zappa sui piedi facendosi amico di personaggi ricchi e famosi...al pari di coloro che invece di testimoniare il proprio dissenso contro la mondanità, ne approfittano per ottenere benefici. E con lui siamo entrati nella terza ed ultima delle vie spaziose, la più affollata, quella che percorrono coloro che predicano bene ma razzolano in maniera indecorosa.

1732
"Tutte queste cose ti darò, se ti prostri e mi adori" (Mt 4,9)
Proprio stamattina ho avuto la fortuna di valutare la genesi della vocazione del celebre vescovo evangelico americano TD Jakes raccontata in prima persona e siccome un'orda ciarliera d'oltre oceano sta invadendo le nostre televisioni, voglio mettere in guardia dal non cadere nella tentazione di ascoltarli perché sono falsi profeti. A poco più di vent'anni decise di fare il Pastore e sui banchi della sua chiesa non poteva contare che una manciata di persone, al contrario di un altro Pastore che operava nelle vicinanze le cui assemblee erano affollatissime. Ha sottolineato che il collega possedeva ben sei automobili e quando le vedeva partire insieme al suo entourage per andare in missione...gli invidiava il successo con tutto il cuore. Così pregava Dio affinché concedesse anche a lui le stesse benedizioni che ne avrebbero fatto il ritratto della felicità...e tanto pregò insistentemente che venne esaudito. Ora io credo che gli angeli abbiano ritenuto quelle preghiere inammissibili perché non conformi allo spirito evangelico e non le abbiano neppure presentate a Dio cestinandole sistematicamente. La notte quando la segreteria del paradiso era chiusa io temo che il diavolo nel rovistare nell'immondizia abbia trovato quelle accorate richieste e preso atto con quanta ostinazione ambiva ad eccellere...decise di accontentarlo sicuro che gli avrebbe riempito l'inferno. Fedele alla promessa fatta il giorno che tentò Gesù nel deserto, gli concesse una favella degna di un principe del Foro con la quale divenne talmente irresistibile da convertire folle osannanti al suo nauseabondo credo.

1733
"In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli" (Mt 18,3)
Da qualche di tempo mi capita di frequentare un bambino di un anno e mezzo con il quale c'è un feeling particolare. Non gli faccio regali, non gli porto caramelle e non è che lo trastulli con numeri pirotecnici, ma sta di fatto che quando arrivo gli si illumina lo sguardo e scorrazza giulivo. Allora ho cercato di capire oltre le ragioni di natura affettiva che non danno una risposta esauriente e mi è balenata l'eventualità che la motivazione potesse riguardare il versante spirituale. Un cristiano può essere identificato attraverso vari parametri inerenti l'ambito della fede, ma forse ciò che maggiormente ne attesta l'autenticità è l'essere diventato bambino...ed in virtù di tale prodigio aver riacquistato la purezza del cuore. Allora ogni volta che ci incontriamo, il candore del suo stato riconosce il bambino che sono ritornato e come per incanto fra noi si genera un connubio che feconda un angolo di paradiso.

1734
"Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci. Ma Gesù gli rispose: Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi" (Lc 49,50)
Questa sentenza rivela un indizio inequivocabile per discernere l'autenticità dei discepoli e la bontà del loro operato. Calata nel nostro tempo si può interpretare come se i cattolici pretendessero d'impedire agli evangelici di fare esorcismi e viceversa...perché appartenenti ad un'altra parrocchia. La risposta di Gesù ci spiazza spalancando la porta alle ragioni insensate di quell'ecumenismo che da chi possiede un briciolo di buon senso viene guardato di traverso...ecumenismo che innalza a bene supremo l'unità d'incompatibili diversità. Predicare la buona novella, sanare gli infermi, risuscitare i morti e cacciare i demoni sono i quattro pilastri dell'evangelizzazione...ma se attraverso l'esercizio dei prime tre i falsi profeti possono infiltrarsi nel gregge per deviare le traiettorie, cacciare i demoni è possibile solo a quelli autentici. E per cacciare i demoni non intendo attraverso il rituale dell'esorcismo che spesso si traduce in farsa, ma con l'arma più potente. In virtù dell'effusione di luce nelle coscienze da parte dello Spirito Santo che palesa la verità a chi percorre la via angusta denunciando le astuzie del padre della menzogna. In primis servendosi dell'esca del mito della ricchezza...che a loro dire fin da ora ci spetta.

1735
"Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra" (Es 20,4)
L'uomo nella sua difficoltà ad interiorizzare misticamente il trascendente ha sempre avuto bisogno di materializzarlo attraverso delle immagini per restare nel concreto ed evitare di smarrirsi. Pur condividendo le direttive del comandamento tendenti a preservarci dagli assalti del diavolo che in ambito tangibile trova il terreno favorevole per sedurci con gli inganni del soprannaturale, tuttavia credo di aver trovato una soluzione che permette di non infrangere la legge ed allo stesso tempo dare ai fedeli un efficace richiamo verso cui volgere lo sguardo per non disperdere lo slancio. Ci è stato ordinato di non farci immagini di ciò che è nel cielo, sulla terra e nelle acque sotto la terra...ma il divieto sembra non sussistere in riferimento ai contenitori delle cose sulle quali vige il veto. Il cielo in particolare, che stando a quanto afferma Gesù nel Padre nostro...è la dimora di Dio. Quindi io credo sia d'obbligo spogliare le chiese di tutte le rappresentazioni canoniche proibite che campeggiano da secoli: crocifissi, affreschi, statue...per insediare sopra l'altare, attraverso qual si preferisca espressione artistica, immagini dei cieli che ci permettano di sfiorare ciò che non ci è lecito rappresentare.

1736
"padre mio che sei nella terra"
Mi servo del primo verso della preghiera insegnata da Gesù, adattato per la circostanza, per cercare di attivare la coscienza che quando muore nostro padre restiamo noi figli ad incarnarne biologicamente il suo soffio vitale, in quanto derivanti dalla sostanza fruttificante del suo essere. E dunque essendo carne della sua carne e sangue del suo sangue, in noi si perpetua il pulsare del suo anelito esistenziale. Dal giorno del trapasso non dobbiamo cedere alla tentazione di cercarlo dove il suo abito terreno si sta decomponendo...sarebbe un atto contro natura ed uno sfregio al candore della verità rivelata. In noi lui vive, attraverso noi si muove e qualora sia stato un buon esempio sempre ed ovunque sarà presente. Preso atto della possibilità di estendere in noi la sua eredità viva ed operante fino ai confini dell'umanamente inverosimile, la fede ci consegna il testimone per completare la staffetta che da chi ci ha preceduto conduce al traguardo della vita eterna. Un padre seppure miscredente, in virtù della viscerale sapienza tesa alla suprema sopravvivenza che abita in ogni cuore, attraverso un amore semplice acquisisce il potere di comunicare al proprio figlio la spinta necessaria per andare oltre ogni verità che lui stesso sia riuscito a conquistare: che abbiamo un Padre nei cieli smanioso di fare le sue veci.

1737
"Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito. Farò prodigi nel cielo e sulla terra, sangue e fuoco e colonne di fumo. Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue" (Gl 3,1-4)
"Ecco, verranno giorni, dice il Signore Dio in cui manderò la fame nel paese, non fame di pane, né sete di acqua, ma d'ascoltare la parola del Signore. Allora andranno errando da un mare all'altro e vagheranno da settentrione a oriente, per cercare la parola del Signore, ma non la troveranno" (Am 8,11-12)
"l'iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità" (2Tes 2,8-12)

Attraverso questi tre brani di Gioele, Amos e Paolo, è possibile decifrare gli eventi capitali che scandiscono la seconda parte della storia della salvezza. Gioele annuncia un tempo di grande prosperità spirituale che va dalla risurrezione di Gesù con l'effusione dello Spirito Santo fino all'avvento della prosperità del materialismo...intesa, non da quando nella società è penetrato il benessere, ma da quando si è cominciato a farne un idolo. E' scioccante notare come nel dettato divino si passi dal gaudio alla disperazione senza neppure l'intercessione di un accenno deputato a segnalare il progressivo disfacimento morale. Dal "farò prodigi nel cielo e sulla terra"...quindi dalla semina di uno scenario radioso, si precipita verticalmente al "sangue e fuoco e colonne di fumo"...segni di morte e distruzione. A testimonianza che agli occhi di Dio tutto è bianco o nero, al contrario delle perverse sfumature che è capace di mediare il nostro sguardo offuscato dalla menzogna. In Amos viene profetizzata una contraddizione volta a creare le condizioni affinché maturi ed imploda nei cuori la perversione di un misticismo di bassa stagione...Dio suscita il desiderio di trovarlo, ma non si fa trovare. Mi pare che il nostro tempo si candidi ad esserne l'ideale compimento dal momento che un grande fervore spirituale percorre le coscienze arrivando a toccare persino quelle non credenti, che sulle ali di un naturalismo permeato dall'incanto di una pseudo trascendenza, si prostrano davanti all'incarnazione del nulla. In campo religioso imperversa l'ecumenismo fra le varie confessioni dei più disparati credi, alimentate dal proliferare di manifestazioni soprannaturali diffuse alla velocità della voce, che rimbalzano in ogni angolo del mondo grazie alla straripante potenza mediatica delegata a rendere il fedele incapace di distinguere il bene dal male. In Paolo viene svelato lo scenario apocalittico in cui oggi siamo immersi fino ai capelli e del quale hanno coscienza solo pochissimi profeti dispersi. La potenza di satana si manifesta sul fronte spirituale in tutta la sua crudeltà nella maniera che ai destinati all'eterna dannazione più dolce non potrebbe risultare..."portenti, segni e prodigi menzogneri" con cui certificare i propri cammini straordinari. Inganni sono i falsi cristi identificabili in tutte le figure che dall'aldilà si pongono quali guide per farci uscire da questo tempo maledetto ed approdare alla sospirata era di pace e sicurezza. Ed inganni sono i falsi profeti identificabili nei sacerdoti e pastori che si sono messi alla loro sequela, o che sulla base delle proprie traboccanti esperienze soprannaturali figlie del medesimo disegno, sono pervasi dalle fibrillazioni di uno spasmodico ottimismo che dimora agli antipodi della pace dello spirito.

1738
"perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità" (2Tes 2,10-12)
Vorrei mettere a fuoco un particolare di vitale importanza non sempre immediato da focalizzare, ma quanto mai decisivo per orientare i nostri destini. Non accogliere l'amore della verità comporta di venire risucchiati nella menzogna, che a sua volta produce il tragico effetto di farci tacitamente acconsentire all'opera dell'iniquità...e pertanto renderci colpevoli al pari di coloro che l'hanno concepita. Dio è "l'amore della verità" e si aspetta una risposta sulle stesse frequenze della sua proposta..."amore per la verità". E questo amore per la verità viene sistematicamente profanato quando si tratta di giudicare in materia di fede, accettando supinamente quanto viene proposto dalle chiese. Dal momento che c'è in ballo la nostra salvezza, dovrebbe essere esercitato da ogni coscienza, nei confronti di ogni singolo articolo...con scrupolo demoniaco!

1739
Ogni tanto mi capita d'imbattermi in omelie di sacerdoti dell'ultima generazione che scrivono divinamente, ma destinate più a deliziare i palati che a riempire gli stomaci. Se ci fossero concorsi di teologia come ce ne sono di poesia, avrebbero le sagrestie piene di coppe e medaglie. Agili, lucidi, delicati, i loro elaborati si interiorizzano con la dolcezza di sinuose traiettorie percorse da musiche celestiali. Eppure qualcosa non torna...troppo belli per la mia rude sensibilità di profeta per essere veri! Ciò che viene meno ritengo sia l'autenticità del conflitto fra il cristiano del secolo presente ed il mondo. E' sacrosanto che si agganciano al vangelo, ma le rivoluzioni che la sequela impone per essergli fedele, le simulano sulle reminiscenze di un rivoluzionario abbondantemente trito e ritrito...in quanto politica e religione procedono a braccetto d'accordo su tutto. Certe esibizioni letterarie mi fanno pensare al nuoto sincronizzato: ogni gesto, sguardo e respiro severamente studiato...magistralmente orchestrato. Noi discepoli al contrario non siamo chiamati a sfoggiare virtuosismi d'accademia in piscina, ma a risalire un fiume selvaggio nuotando controcorrente con tratti attraversati da fortissime rapide. Sono falsi profeti, incantatori di pecore, membra di satana...fichi pieni di foglie ma senza alcun frutto.

1740
"La lucerna del tuo corpo è l'occhio. Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre. Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra" (Lc 11,34-35)
In base alla mia esperienza mi pare di poter affermare che nel corso dei secoli con il mutare delle condizioni socio economiche, la preghiera abbia subito una progressiva involuzione fino ad arrivare nel nostro tempo ad intronizzare nei cuori dei credenti l'imperatore dell'inganno. Tale ribaltamento si è consumato a nostra insaputa nello sprofondo di coscienze trascinate dall'evolversi di aspirazioni sempre più illegittime. Nel panorama devozionale possiamo contemplare quattro forme di preghiera: di lode, di richiesta, di ringraziamento e di intercessione. Ognuna conseguenza dell'altra che collocate in un corretto percorso di fede illuminano la via angusta che conduce alla salvezza, ma qualora esercitate in maniera non conforme all'uso per le quali sono state concepite spalancano l'autostrada per l'inferno. Ora andiamo a scagliare quattro lampi intellettivi nel cielo dell'incoscienza spirituale, deputati a svelare i risvolti psicologici attraverso i quali ci diamo la zappa sui piedi. Per essere abilitati a lodare Dio bisogna prima averlo conosciuto intimamente: aver sondato l'umiltà della sua onnipotenza, esplorato la benignità della sua intransigenza, saggiato l'ansietà della sua misericordia e sostato ad ogni stazione della via crucis di ogni sofferenza...in caso contrario lo sprecarsi di superlativi suonano al suo orecchio come studiate adulazioni per ottenere benefici e dunque eleganti prese per i fondelli. La preghiera di richiesta è quella che maggiormente deturpa il volto di chi la esercita, in quanto oggi si chiede tutto ciò che concorre ad alimentare la nostra vanità, piuttosto che quel poco necessario a salvaguardare la sopravvivenza del nostro soffio vitale. E' la più amata ed odiata dal demonio, amata perché gli permette di fare retate gigantesche ed odiata perché lo costringe a lavorare giorno e notte per esaudirle. La preghiera di ringraziamento in un contesto tanto caotico risulta totalmente fuori luogo, poiché si va a ringraziare per aver ottenuto quanto contribuisce ad accelerare il nostro disfacimento interiore. A questo punto la preghiera di intercessione diventa l'arma con cui attentiamo alla vita di chi amiamo, pregando caldamente che venga concesso a chi ci è caro quanto c'è di più sbagliato. Alla luce di quanto emerso mi sento in dovere di lanciare al popolo cristiano un accorato appello: smettiamo di pregare immediatamente per evitare di scavarci la fossa con le mani giunte!

1741
Tutti parlano della guerra in Ucraina, ma forse nessuno della maniera morbosa con cui la si guarda e della perversa disposizione con cui la si consuma. Purtroppo tocca prendere atto che veder soffrire e morire è diventato il piatto forte del nostro intrattenimento, dal momento che la passerella degli orrori non contribuisce affatto a renderci migliori. Le guerre hanno il beneficio di far prendere coscienza di quanto tutto in questo mondo sia illusorio ed indurci così ad alzare gli occhi al cielo...ma se oggi a stento sono in grado di produrre il risanante effetto in chi le vive, figuriamoci in chi le segue sprofondato nelle poltrone. Punto dunque il dito contro il bombardamento mediatico che quotidianamente ci viene propinato, sciacallaggio che va ad attivare le concupiscenze di un cannibalismo emozionale, da cui ricaviamo le frustate necessarie per scuoterci dalle depressioni di una vita ad insignificante frequenza contemplativa. Invoco pertanto un digiuno degli occhi che per rispetto impedisca di farci succhiare dal fardello di disperazione di chi è giunto allo stremo delle forze...linfa vitale.

1742
"Non desiderare la moglie del tuo prossimo" (Es 20,17)
"Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore" (Mt 5-28)
Quando parla il Signore occorre meditare a lungo sull'enunciato per riuscire a percepire le risonanze del non detto, strascichi di verità che tuttavia possiedono l'identico peso specifico. Così in queste due sentenze che all'apparenza sembrano puntare l'indice contro l'uomo, facendo presagire che soltanto su di lui ricada la responsabilità dell'adulterio, io ci leggo un monito altrettanto imperioso alla donna affinché non contribuisca a fomentare le istanze della carne in maniera illecita. Per maniera illecita intendo...risplendere di luce propria senza attenuarla con lo schermo del pudore, a cui ha l'audacia di aggiungere quella artificiosa attraverso le diavolerie che ha prodotto il culto della bellezza e gli atteggiamenti accattivanti che mette a disposizione il manuale della seduzione. Dunque non solo chi desidera una donna commette adulterio con lei nel suo cuore, ma pure chi si fa desiderare!

1743
"prima che Abramo fosse, Io Sono" (Gv 8,58)
"io sono la verità" (Gv 14,6)
"la verità vi renderà liberi" (Gv 8,32)

Gesù di Nazaret ha fatto affermazioni talmente sature di megalomania da credere che nessuno abbia mai osato neppure immaginarle, per timore d'essere preso per pazzo di fronte all'eventualità che qualcuno potesse leggere il suo sguardo. Se non fossero state perle d'autenticità ci sarebbe voluto un bel coraggio ad esternarle, invece sono convinto gli siano sbocciate spontaneamente sulle labbra quando il tempo ha maturato la sua ora...essendone lui stesso il fiore, la radice e la terra. Con il solo ausilio di tre brevissime sentenze ha delineato i tratti entro i quali è imperativo muoversi per definire la nostra identità. Attraverso la prima, dichiarando di procedere dall'eternità, certifica la nostra discendenza dalla divinità. Attraverso la seconda, ponendosi quale riferimento supremo per comprendere la verità, ne certifica la nostra dipendenza. Attraverso la terza, rivelandoci fin dove sia possibile proiettare la nostra condizione creaturale, ne delinea i confini. La verità che rende liberi non sdogana la possibilità di scorrazzare ovunque abusando di un potere svincolato da ogni limite, al contrario ci rende consapevoli dei pericoli ai quali si va incontro scavalcando il recinto di un'autonomia priva di discernimento. Alla resa dei conti, con il solo contributo di un minimo d'esperienza di vita accessibile a tutti, dovremmo accorgerci che il solo giogo da cui non dovremmo mai liberarci...è ignorare la verità che rende liberi dal finire in schiavitù degli inganni.

1744
"Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta" (Lc 13,34-35)
"Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi" (Lc 19,41-42)

Ho associato queste due esternazioni di Gesù perché figlie dello stesso stato d'animo. Nella prima rimprovera Israele per non aver ascoltato gli appelli dei profeti, nella seconda cede allo sconforto e si abbandona al pianto. Si è portati a pensare che possa aver pianto per due motivi: per il martirio dei profeti e la sorte eterna degli abitanti della città...quindi un pianto di commiserazione. Invece credo che fu un pianto di desolazione per aver percepito il fallimento della propria missione, un abbandono allo scoramento per non essere riuscito a farsi riconoscere. Il Figlio di quel Dio che attraverso la Parola aveva creato ogni cosa, quel Dio a cui obbediva ogni elemento, pur impugnando lo stesso Verbo non era riuscito ad ottenere lo stesso effetto. Allora prese atto che i cuori non erano altrettanto docili a lasciarsi trasformare e la Parola risultava inefficace a causa dell'ostinazione di una resistenza che la rendeva lettera morta.

1745
Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi" (Lc 19,42)
Mai come in questi giorni di guerra nell'orecchio del discepolo rimbomba l'eco di quest'affermazione che ci catapulta al cospetto di uno svincolo altrettanto decisivo di quello del passaggio dall'ebraismo al cristianesimo. Il mondo non ha percorso la via della pace per quanto non vi sia coscienza che non aneli alla suprema oasi del cuore...oasi che oggi è stata nascosta ai nostri occhi. La via della fede è la sola via della pace, ma seppure fioccano le conversioni la strada maestra è stata avvelenata dai miasmi di un'impostura religiosa che sta assumendo le sembianze di una farsa...ed il cammino degli scampati dirottato su un sentiero che conduce all'incontro con lo Sposo. La via della pace non ha nulla a che fare con le trattative frenetiche delle più potenti diplomazie, altro non sono che le convulsioni degli isterismi generati dal remare contro la logica divina. Far tacere le armi non è la via della pace, è una commistione eterogenea di elementi in feroce discordanza, è il tentativo di imbavagliare un vulcano nelle cui viscere fermenta tutto lo schifo del genere umano. "Fu sera e fu mattina, fu mattina e fu sera"...a furia di compromessi menzogneri finirà per implodere la pace oscena.

1746
"perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi" (2Tes2,10)
Questo passo di Paolo rivela un particolare di cui mi era sfuggita l'ampiezza del suo spettro di risonanza. Afferma che i condannati alla perdizione lo saranno, non per non aver accolto la verità, ma l'amore della verità. Tradotto in fatti significa aver respinto, non la lusinghiera proposta di un giurista che di per sé sarebbe già stato insensato, ma aver snobbato per tutta la vita il corteggiamento di un innamorato. Significa non avergli mai detto "grazie"...per aver goduto dei beni che ci ha messo a disposizione. Significa avergli detto "no grazie"...quando eravamo nel dolore e si è offerto di consolarci. Ed infine significa avergli detto "grazie, ma non per me"...quando si è immolato per la salvezza di tutti.

1747
"beati i puri di cuore perché vedranno Dio" (Mt 5,8)
A volte capita di parlare con persone ostiche alla fede, ma che hanno fatto del patrimonio della natura la loro fonte cristallina di gioia e di pace. Fanno frequenti escursioni in oasi a portata mano, vere e proprie celebrazioni di culto al paesaggio, per ventilare d'ossigeno le loro anime sognando di poter andare un giorno a vivere in quegli avamposti del paradiso sulla terra. Si professano atei, laici o miscredenti e non sanno di aver ricevuto il dono di percepire nei loro cuori il clima idilliaco del Regno dei Cieli. Se solo autorizzassero la connessione fra la creazione ed il Creatore spogliando le loro vite di ogni superfluo come insegna il vangelo, al fine di rendersi simili a quei territori che difendono strenuamente da ogni inquinamento, sentirebbero quella beatitudine che ora sono costretti ad immagazzinare cogli occhi...zampillare da dentro.

1748
"Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra" (Rm 7,14-23)
Questo passo di Paolo merita di essere indagato minuziosamente perché rivela aspetti del conflitto interiore che raramente si riescono ad evidenziare. Peccare per un cristiano non è mai la fine del mondo, qualsiasi sia la trasgressione, purché non sconfini nello scandalo. Non solo perché tutti i peccati saranno perdonati, ma anche perché non saliremo sul banco degli imputati e non verremo neppure indagati. Una legge perversa ci ha soggiogati fino al punto di estrometterci dalla gestione della nostra volontà, non appena la tentazione comincia a tessere il suo irresistibile ordito. Il peccato a quel punto non si presenta più quale frutto avvelenato da temere come la peste, ma assume le sembianze di un'ora di paradiso che non si ha la forza di rifiutare. Certe cadute paradossalmente vengono vissute con disinvoltura, proprio perché le vittime dell'incantesimo vengono trascinate nell'ambito di un surreale capace di depenalizzare ogni piacere illecito. Si allentano le difese al liquefarsi della coscienza della colpa ed al contempo si acquisisce la consapevolezza che il pungiglione della morte è stato caricato a salve. Lo svincolo per comprendere la serie di distonie comportamentali che disorientano fino a generare confusione...è stabilire quanto duri quel "non voglio" e per non essere ipocriti confessare che in un attimo si trasforma in "voglio con tutto il cuore". A mio avviso significa: se io potessi rinunciarvi prima che il processo di degenerazione cominci ad operare rinuncerei con gioia e senza alcun rimpianto, ma non appena vengo tirato dentro la spirale seduttrice dai lacci della carne non sono più in grado di opporre sbarramento.

1749
"Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché non sorga come stella la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada" (Is 62,1)
Queste parole di Isaia sono la mappa che dovrebbe guidare ogni profeta nella sua missione di spendersi fino all'ultimo fiotto di passione. La motivazione che viene fornita come stimolo è di altissimo profilo, per amore di Sion, laddove si allude al nucleo originario di Gerusalemme...lembo di terra al quale Dio manifestò la sua legge. Il fine che viene indicato è la costante purificazione del messaggio che nei secoli sarebbe stato in ogni suo aspetto adulterato, fino ad arrivare nel nostro tempo ad incarnare una cospirazione di satanismo dottrinale. Temo che oggi si abusi sistematicamente del preludio della sublime sentenza "per amore di Sion non tacerò"...strappandola alla radice che l'aveva concepita: far emergere la divina giustizia affinché fosse evidenziata la via della redenzione. Per essere autorizzati ad impossessarsi di quel versetto precursore di ogni denuncia, occorre aver percorso la via angusta che conduce alla salvezza, conosciuto la verità che rende liberi dagli egoismi e consacrato la vita alla causa del vangelo. Per amore di Sion non tacerò...oggi sulle labbra di molti testimoni eccellenti suona come una una bestemmia! Dicano piuttosto per amore della chiesa che è tutt'altra storia o dei propri interessi che li fa coerenti con il loro vissuto. E mi si riconosca che per amore di Sion non ho taciuto.

1750
"Accadde prima ancora che accadesse poiché doveva accadere dal momento che è accaduto"
In questo breve aforisma che può esser preso per una perla di stoltezza coniata da uno scemo di provincia, è contenuta tutta la saggezza che mi hanno procurato tanti anni di cammino nella fede...e la porto sempre nel cuore pronta per l'uso in caso di emergenza. La considero pozione magica e rimedio infallibile contro il supremo malessere interiore, il peso della colpa...per scongiurare il collasso di disperarsi su quanto si è disastrato. E' la giustificazione ideale da presentare alla propria coscienza ogni volta che ci si sente immeritevoli di redenzione e posso assicurare modellata sui dogmi della rivelazione. Affonda le radici nel terreno più fecondo di verità della tragedia umana, la realtà spirituale, ed in seno alle peculiarità della trascendenza in uno dei campi più impervi alla conoscenza...il mistero della predestinazione. Non posso aggiungere altro perché non ci troviamo al cospetto di un teorema da capire, ma di fronte alla possibilità di concedersi una svista nel panorama della ragione...per essere abilitati ad intuire.

1751
"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15,13)
Queste parole che sembrano il ritratto dell'ovvietà si prestano invece ad un ventaglio quanto mai eterogeneo d'interpretazioni che aprono ad insospettabili scenari. Le si usano impropriamente quando si prende a pretesto l'amore per caricare di nobili significati le proprie scelte. Dare la vita non comporta necessariamente dover morire, ma anche consacrarsi al sacrificio di servire una causa per l'intero arco della propria esistenza, rinunciando a quant'altro di ambìto si poteva conseguire. Dare la vita può estendere il raggio del proprio dominio fino a legittimare persino il suicidio, qualora lo si consideri improrogabile necessità per salvaguardare dai propri demoni chi si ama. Ma non è facile comprendere perché Gesù additi quali beneficiari dell'estrema immolazione...non i propri familiari, non i fratelli nella fede e neppure quei nemici che ci ha comandato di amare e per i quali siamo tenuti a pregare. In teoria, rappresentando il vertice supremo dello stimolo a forgiare la ricchezza più preziosa, aspetterebbe loro di diritto...ma piuttosto quegli amici nei confronti dei quali nutriamo sentimenti che non vanno aldilà del blandamente fraterni? Come possono moderati slanci del cuore fecondare l'imperatrice delle oblazioni? Forse proprio perché essendo un dono scevro da fibrillazioni emozionali di autorevole risonanza...risulta incontaminato alla luce della coscienza! Con i familiari c'è il legame di sangue a renderlo istintivo, con i fratelli nella fede il miraggio del martirio a renderlo glorioso, con i nemici l'olimpo dell'eroismo a renderlo leggendario. Ma con gli amici...a renderlo superiore non c'è che la nudità di un connubio povero d'incentivi!

1752
"Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo Giovanni. Questi attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto" (Ap 1,1-2)
Il libro dell'Apocalisse apre con una solenne dichiarazione di autenticità, che temo sia stata trascurata al punto di arrivare a considerare Colui che detta, un'opaca manifestazione dell'indiscusso protagonista della storia della salvezza. Un Gesù a cui non viene data troppa confidenza per timore possa essere un inganno, od in alternativa quanto attesta debba essere acquisito in via ufficiosa. Un Gesù che sembra aver perduto quella straordinaria sensibilità che lo aveva contraddistinto nel suo pellegrinaggio terreno...tanto da potergli diagnosticare un disturbo bipolare. Possiamo cercare la ragione di questa discordanza nell'ipotizzare che essere disceso dal cielo e farsi uomo, gli abbia comportato un deficit d'onnipotenza capace di attenuarne la percezione dell'autorità in ogni ambito della propria personalità, unitamente alla debolezza della carne da cui possa essersi lasciato sedurre diventando in certe occasioni...troppo umano. Per far quadrare il cerchio e convalidarne la credibilità dobbiamo ancorarlo alla sua origine e prendere atto che il Gesù apocalittico assomiglia in maniera impressionante a quel Dio dell'Antico Testamento che di fronte alle atrocità commissionate non batteva ciglio. Tale Padre, tale Figlio!

1753
In punto di morte il capo degli apostoli ci ha dato una lezione tanto preziosa quanto ignorata in ambito religioso. Tanta era la sua umiltà, ove si intenda coscienza dell'abisso che lo separava da Gesù Cristo, che ha voluto farsi crocifiggere a testa in giù per non ritenersi degno di morire alla stessa maniera del maestro. Quanti di noi invece approdano ai primi posti nelle mansioni loro affidate in seno a comunità e si compiacciono di pontificare dai pulpiti di una gloria erogata a prezzi stracciati? Se pensiamo che Pietro avrebbe anche potuto permettersi di ovviare a quella decisione visto che il prezzo da pagare era lo stesso del Signore, la vita...risulta ridicolo vedere quanti, senza dover sborsare un centesimo, non riescano neppure a camuffare la soddisfazione di quanto sia gratificante primeggiare. Ogni volta che mi ritengo degno di menzione mi capita di provare un profondo disgusto, un rigurgito primordiale di auto celebrazione che sale dalle viscere ed esonda lasciandomi un'insopportabile nausea di me stesso...e di tutto ciò che si incensa senza sospettare la natura malvagia della propria essenza.

1754
"Allora Gesù, fissatolo, lo amò" (Mc 10,21)
La parabola del giovane ricco abbonda di spunti per la meditazione e mi auguro che i nostri giovani riescano a calarsi nel protagonista poiché ci sono molte somiglianze. La sua umiltà gli permise di riconoscere in lui il Maestro depositario della verità, poiché gli si prostrò riconoscendone la statura. Da notare che gli corse incontro a testimonianza di quanto fosse urgente la sua ansia di sapere. Gesù, preso atto che il suo comportamento nei riguardi della legge era irreprensibile, gli propone l'obiettivo più alto davanti al quale però sembra vacillare, dal momento che privarsi delle proprie ricchezze avrebbe messo a rischio le sue sicurezze. Ma prima di questo viene fornito un particolare che rappresenta lo svincolo principale del suo percorso ed a mio avviso indirizza il suo destino eterno..."allora Gesù, fissatolo, lo amò". Credo che l'intensità di quello sguardo lo abbia toccato fino al punto di operare il miracolo nella sua interiorità orientandola definitivamente verso i beni eterni. Per quanto se ne andò afflitto ed appesantito dalla coscienza del proprio superfluo, avendone recepito l'inganno, sono convinto che da quel giorno abbia iniziato un processo di spogliamento che lo ha portato a desiderare il tesoro che ognuno di noi può accumulare nel cielo...e riscontrarne l'autenticità dalla gioia che gli ardeva nel petto.

1755
"I social sono campi di concentramento mentali"
Il celebre fotografo Oliviero Toscani parlando dell'effetto dei social sugli utenti ha coniato una definizione folgorante che rivela la loro letalità, additandoli come una sorta di lager dell'intelletto. Da molto tempo anch'io percepivo operare tale devastazione sotterranea nelle persone deportate nell'incantesimo del minimo schermo, senza tuttavia riuscire a focalizzare una rappresentazione consona a renderne tutto l'orrore...quella di un padreterno delle immagine mi sembra rasenti perfezione! Nessuno si accorge che mentre si avvicendano telefonate, chat, videochiamate, messaggi vocali, sms e quant'altro io ignoro avendo negato ogni accesso al diabolico marchingegno...mentre si rimbalzano commenti che possono andare dalle atrocità della cronaca, allo spasso delle barzellette, l'anima della propria essenza viene svuotata di ogni contenuto sostanziale dall'impossibilità di focalizzare quanto ossessivamente scorre nelle fraudolente praterie dell'onnipresente. Spegnere per almeno un'ora al giorno l'arma del suicidio, spero riesca a rianimare per qualche istante il palpito interiore, il tempo necessario per capire se si intende vivere o lasciarsi incenerire.

1756
Per quanto viviamo immersi nell'era delle tenebre più fitte, sono convinto che in virtù del naturale processo fisiologico insito nell'evolversi di quella Creazione ritenuta cosa buona...ogni cosa buona tenda inesorabilmente verso il proprio trionfo. Che la verità continui caparbiamente a farsi strada nonostante sia avversata, spesso in nome della medesima crociata, nelle varie situazioni della vita. Quale ultima stella peregrina nel cielo della terra, mai smette di risplendere sullo sfondo di una notte che divora i cuori a nutrimento delle anime.

1757
"Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici? Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi" (Gv 8,3-9)
Questo brano è uno dei più affascinanti del vangelo ed allo stesso tempo oscuri da decifrare, ma proviamo ad inoltrarci nei suoi impervi sentieri per cercare di cogliere qualche sfumatura che ne metta in rilievo almeno gli svincoli. Occorre denunciare che l'operazione messa in atto da scribi e farisei era chiaramente pretestuosa e dunque in malafede, poiché il loro intento non era perseguire la donna, ma mettere in difficoltà Gesù. Accortosi della trappola il Signore rende pan per focaccia tendendo loro un'altra trappola, ma tessuta con estrema raffinatezza e lasciando loro una via d'uscita affinché potessero toccare con mano la sua misericordia. E lo fa sulla sponda d'un gesto che rimanda all'intenzione di conferire la massima sacralità a ciò che sta per realizzare, essendo confezionato ad immagine di quello attraverso il quale Dio incise i comandamenti su due tavole di pietra...scrivere come suo Padre con il dito sulla terra. Altra analogia è che per due volte si mette a scrivere, al pari delle due volte che Dio dovette scolpire a Mosè le tavole della legge. Per due volte dunque compie l'atto introduttivo e la prima senza sortire effetto alcuno, dal momento che persistevano nell'interrogarlo. A quel punto cala l'asso che avrebbe deciso la partita: "chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra contro di lei". Quelle parole indussero gli aggressori a stornare l'attenzione dalla donna, per guardarsi dentro...e all'improvviso il tumulto guerrafondaio che li agitava si mutò in ricettivo silenzio. Venutesi a creare le condizioni ideali, in virtù della potenza con la quale aveva letto nel cuore della samaritana la sua storia, mentre l'indice affondava nell'elemento di cui è plasmato l'umano egoismo...scrisse con la forza del pensiero in ciascuna coscienza accusatrice l'inappellabile condanna.

1758
"Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli? Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo. Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo. Uno dei vegliardi mi disse: Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il germoglio della stirpe di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli" (Ap 2,6)
Per scoprire il senso della vita occorre saper leggere la storia alla luce del significato del dolore, unico elemento capace di orientare le potenze dell'anima: memoria, intelletto e volontà...verso la ricerca della verità. E chi più di Colui che 700 anni prima che nascesse fu definito "uomo dei dolori"...il quale dopo aver attraversato questo mondo immergendosi nelle proprie ed altrui tribolazioni si è congedato incarnandone gli spasmi più lancinanti, chi più di Costui può fornire esaustive spiegazioni? In virtù dell'aver sperimentato ogni sorta di supplizio carnale e spirituale, il Figlio di Dio si è guadagnato il privilegio di decodificare la realtà...e sciogliere i sette sigilli che vanno dalla sua genesi fino agli avamposti dell'aldilà. Nel veggente che piange possiamo identificare ogni anima smaniosa di comprendere il senso di ogni cosa, al fine d'esser liberata dall'angoscia esistenziale del non sapere come andrà a finire. E' il pianto sommerso di ogni coscienza che non ha il coraggio di offrire il proprio volto angelico alla luce e per quanto possa intossicarsi di primizie dell'umana erudizione...la scintilla che la sostiene le impedisce di abbandonarsi alla disperazione. Non piangere più, ha vinto nostro Signore Gesù Cristo ed i conti s'affrettano a tornare. Non piangere più, ha vinto il Leone della tribù di Giuda ed ogni cerchio trova la sua quadra. Non piangere più, ha trionfato il Germoglio della stirpe di Davide e la luna si materializza in ogni pozzo.

1759
"Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene" (2Tes2,7)
In questi giorni attraversati dai clamori della guerra sono rimasto scioccato nel sentire Biden definire Putin: dittatore e macellaio...termini credo mai usati prima in discorsi ufficiali nei confronti di capi di Stato e tutt'altro che concilianti per perseguire propositi di pace. Allora ho pensato che il presidente della nazione guerrafondaia per eccellenza, insieme alla pace pretenda la testa dello zar...ed a giudicare dal livore vomitato, per un'oscura ragione che si serve del mantra della politica per nascondere le mire di un'intenzione che affonda la sua radice nel terreno della religione. Paolo si candida a gettare un fascio di luce sulla vicenda qualora si riescano ad inglobare le dinamiche degli scenari in atto...nelle coordinate disegnate dalle profezie inerenti i giorni della fine. Il mistero dell'iniquità da due millenni va occultamente tessendo la sua trama ed ha ormai sottomesso la quasi totalità del globo, alternando alla brutalità della forza la diplomazia dell'inganno. Tutto l'occidente giace sotto il calcagno d'un falso credo e fra i paesi di matrice cristiana solo quelli dell'area sovietica hanno conservato una flebile parentela con le istanze del vangelo...non grazie ad un'attiva fedeltà ai suoi principi, ma poiché governati da regimi semi totalitari nei quali il disfacimento morale procede più a rilento che altrove. Potrebbe dunque essere la Russia, estremo baluardo romantico della fede, ad impedire la manifestazione dell'anticristo e siccome i tempi sembrano maturi, ci si affaccenda perché prima possibile sia "tolta di mezzo". E lo si può fare soltanto spingendola ad entrare in sintonia con il resto del mondo, al fine di lasciare libero accesso alle malformazioni etiche di ogni genere che vanno dilagando: femminismo, divorzio, aborto, omosessualità...e quant'altro della legge divina si possa arrivare a dissacrare. Ed allora quel Katécon che ha divorato la sostanza del cristianesimo smania d'ingoiare l'ultima porzione della sua forma, seppure andata a male...e non resiste alla tentazione di ruggire il suo verbo immondo pregustando l'ora dell'effimero trionfo.

1760
Siamo stati creati ad immagine di Dio e dunque chiamati a tendere con tutti i mezzi verso la dimensione celeste. Una di queste consonanze è la Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo...laddove possiamo identificare nel Padre la mente, nel Figlio il cuore e nello Spirito Santo il messaggero del loro amore. Ogni uomo io credo sia tenuto a coltivare nella sua unicità una personale trinità, che attraverso lo sviluppo di peculiarità comuni al nostro Creatore, ci permetta di espanderci fino a diventare una scintilla del suo splendore. La nostra trinità ritengo debba essere identificata in tre figure: il servo, il poeta e il profeta. Il servo addetto a provvedere alle esigenze corporali per sperimentare le fatiche della vita, il poeta incaricato di cogliere le bellezze del Creato per risalire all'Autore, il profeta deputato a comprendere la verità fino al punto di saper discernere fra le infinite strade...la sola che conduce alla meta.

1761
"Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio" (Lc 6,20)
Non c'è nulla di più semplice di questa beatitudine, eppure per mettere a nudo il concetto di povertà al fine di verificarne l'autenticità, occorre infiltrarsi nelle viscere più recondite della coscienza. Si pensa che rinunciando ai propri averi come Francesco d'Assisi, si ottenga quanto sperato e ci si crogiola nella convinzione d'avervi aderito alla perfezione...senza sospettare che nell'istante in cui si rinuncia a tutto ciò che si possiede nell'intento di conquistarne l'essenza, ci si arricchisce di questa virtù evangelica della quale è impossibile non compiacersi della sua magnificenza. Ed allora piuttosto che francescani esaltati è meglio poveri in spirito conservando i capitali ed i talenti di cui siamo stati beneficiati. Bellezza, beni materiali, intelligenza, forza, simpatia, bontà, successi e amori, tanto per citarne alcuni...siano dunque percepiti come motivo di umiliazione, ogni volta che trovandoci al cospetto di chi non li possiede, soffriamo il disagio di stimarci superiori.

1762
"Chi non è con me è contro di me" (Mt 12,30)
Quando si parla di indemoniati si è soliti pensare ad elementi che danno in escandescenza come testimoniato da vari episodi nel vangelo e per i quali occorre l'intervento dell'esorcista. Ma alle soglie della fine del mondo con l'assedio satanico penetrato nelle più intime fibre di ogni essere, mi sento in dovere di inglobare nel termine un'insospettabile fetta di popolazione che non ne ha il minimo sentore. Quale logica conseguenza dell'inappellabile sentenza della verità incarnata, chi non si allinea alle sue posizioni finisce inevitabilmente per metterglisi contro e senza saperlo viene arruolato nell'esercito degli impenitenti che gli muove guerra su tutti i fronti. Dunque oggi per essere indemoniati non è necessario andare fuori di testa, bestemmiare, fare numeri da circo o sfasciare tutto! Basta dissentire dal suo pensiero e senza fare alcun rumore una legione di demoni si mette in marcia per occupare, non più corpi e anime come fin dalla notte dei tempi, ma gl'intelletti.

1763
"mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno" (1Cor 9,22)
Queste parole di Paolo dovrebbero accendere un fuoco ardente nei cuori dei testimoni della fede e stando a quanto si vocifera a me hanno divorato pure il senno, quando avevo progettato di farmi "tutto ai giovani" in maniera un po' bizzarra per cercare di convertirne qualcuno. Avevo pensato di calarmi nelle loro vesti ricorrendo a due elementi in comune, due potenti connessioni...un orecchino ed un tatuaggio ben visibile sul collo. Per l'orecchino avevo pensato ad un cerchietto con un piccolo crocifisso pendente, per il tatuaggio ad un somarello che avrebbe dovuto avere la mia faccia e Gesù in sella sulla via del ritorno in questo mondo. Dall'orecchino speravo si capisse che ero un suo discepolo e dal tatuaggio che attraverso la mia missione portavo loro la salvezza nella sua ultima versione. Prima di passare ai fatti ho ritenuto prudente avvertire i familiari che però non l'hanno presa per niente bene...minacciando di cambiare la serratura mi hanno dato l'ultimatum! Ho voluto raccontare la genesi di questa impresa a cui ho dovuto rinunciare a malincuore, perché insieme a tutti gli altri non mi sia imputato questo peccato di omissione.

1764
"nessuno può venire a me se il Padre mio non lo attira" (Gv 6,44)
Questa sentenza di Gesù sembra consegnarci un Dio padrone di tutto che si arroga persino il diritto di manipolare le nostre volontà chiamando chi gli pare e piace...e per quanto noi possiamo predicare bene non abbiamo il potere di avvicinare nessuno alla fede senza il suo benestare. Però possediamo l'arma che ci permette di metterlo alle nostre dipendenze e farlo lavorare 24 ore al giorno domenica compresa, la preghiera...con la quale costringerlo ad attirare a Sé chi ci pare e piace. La sola motivazione di pregare da parte del cristiano dovrebbe essere proprio questa: pregare affinché Dio attiri, così da poter smettere di farlo per tappare i buchi di quanti vivono lontani da Lui...per la salute di Tizio, un lavoro per Caio, una moglie a Sempronio. Chi incontra Dio diventa autosufficiente ed a parte pane e acqua...non ha bisogno più di niente.

1765
Dalla vicenda di Will Smith si può trarre una lezione di spiritualità ed evincere il modus operandi del demonio. Dopo aver convertito il mondo al suo credo sradicando ogni tipo di discriminazione per apparire buono, al cospetto dello schiaffo sfuggito all'attore per motivi più che condivisibili...non riesce a concedergli il perdono. La levata di scudi che quel gesto ha suscitato nell'animo dei colleghi, è stata un plebiscito che ha inibito la capacità di prenderne in considerazione le ottime ragioni...denotando che il nemico dell'uomo non può provare compassione, non avendo altro che odio nel suo cuore. Eppure il vincitore dell'oscar, come molti che raggiungono il successo, per arrivare tanto in alto dev'esserglisi prostrato...e solo per aver commesso una sciocchezza è stato radiato all'unanimità, testimoniando che a chi gli consegna la propria vita, prima li mastica e poi li sputa. E dunque guai a voi ricchi, guai a voi sazi, guai a voi che ridete, guai a voi che siete osannati, guai a voi che avete accumulato un tesoro indegno perché riceverete lo stesso trattamento.

1766
"Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato" (Lc 10,16)
Ci sono tante maniere per scoprire se si ama Dio: condurre una vita devota, aiutare i bisognosi, pregare, amare i propri nemici...adempiendo a tali precetti si ritiene d'essere sulla rotta giusta e si naviga con il vento in poppa. Gesù invece insinua la possibilità che possa non essere sufficiente contare sulle indicazioni degli standard tradizionali ed indica un segno capace di smascherare il demonio che si nasconde dietro l'apparenza di ogni cristiano. La chiave del mistero sta nel comprendere chi siano quei "voi" a cui si rivolge e la risposta sembra scontata: i suoi discepoli cattolici, evangelici, ortodossi...senza sospettare che quel pronome personale in tempi di degrado spirituale possa cambiare destinatari passando dagli apostoli ai profeti. Ed allora in questi giorni di tenebre fittissime in cui l'impostura religiosa ha toccato il vertice della sua perversione...chi non ascolta me disprezza chi mi mette in bocca le parole.

1767
"It is well with my soul"
La storia di un evangelico vissuto nella seconda metà dell'ottocento negli Stati Uniti, assomiglia tanto a quella di Giobbe e ritengo sia la risposta più alta di cui si possa beneficiare di fronte al mistero della morte. Ricalca la vicenda del protagonista del capolavoro sapienziale con l'aggravante che al contrario di lui che perse in un solo giorno tutti i suoi beni, i suoi servi e i suoi familiari tranne la moglie...le sventure di quest'uomo sono state sadicamente dilazionate nel tempo con l'ultimo salasso a dir poco tremendo. Dunque si può affermare che qui c'è più di Giobbe in materia di dolore, al pari di Gesù che in quanto a gloria s'innalzò rispetto a Salomone. Era un avvocato molto ricco che investì le sue risorse finanziarie in beni immobiliari, ma il grande incendio che devastò Chicago nel 1871 distrusse le sue proprietà e si ritrovò sul lastrico. Pochi anni prima il suo unico figlio maschio di quattro anni era morto a causa della scarlattina. Come se non bastasse il destino si accanì contro di lui fino al punto di fargli mancare la terra sotto i piedi il giorno in cui ricevette la notizia che le sue quattro figlie erano morte in un naufragio mentre si stavano recando in Inghilterra. Poco dopo si imbarcò per raggiungere la moglie che era sopravvissuta e recarsi nel luogo della tragedia...e proprio mentre la nave solcava le acque nelle quali le figlie erano immerse si sentì ispirato a scrivere un brano poetico che in seguito sarebbe stato musicato. Ne risultò un nettare di armonie e parole talmente denso di verità da ricondurre corpo e anima alla genesi della divina consolazione, laddove il pellegrinaggio dell'autore ha trovato una pace sovrumana. Horatio Spafford non solo non reputò al pari di Giobbe che fosse un male aver perduto tutto, ma forte della visione suprema sentenziò che per la sua anima era addirittura un bene...cogliendo il frutto più maturo della fede. Ed io mi permetto di aggiungere quanto lui ha ritenuto superfluo rimarcare...un bene per tutti i protagonisti. La maestosa esecuzione del Mormon Tabernacle Choir gli dona una solennità degna del coro angelico al cospetto della Corte Celeste e rende quest'inno capace di penetrare fino alle più intime fibre di ogni cuore disposto ad aprirsi alle meraviglie della grazia.

1768
"beati i..." (Mt 5,3-11)
"guai a voi..." (Mt 23,13-29)

Spesso mi capita di sentire predicazioni eccellenti da parte di sacerdoti e pastori nelle quali vengono messi a fuoco i vari aspetti della vita cristiana, tuttavia risultano fuorvianti perché prive del necessario equilibrio fra le cose da promuovere e quelle da evitare. Si lavora indefessamente per diffondere il bene, ma raramente si vede puntare il dito per accusare il male...soprattutto quello che serpeggia il seno alle comunità religiose, per timore di turbare connivenze ecumeniche mafiose. Il risultato è di seminare il buon grano nelle anime senza preoccuparsi di estirpare la zizzania, compromettendo irrimediabilmente l'esito del raccolto. Ed allora io credo che come modello di evangelizzazione dobbiamo attingere dal modus operandi di Gesù che propone uno schema dalle esatte proporzioni: nove mete da raggiungere attraverso le nove beatitudini e sette spettri da inchiodare attraverso i sette guai. E' curioso notare che quando si paventano le note liete si parli in terza persona, mentre per scagliare anatemi si guardi dritto in faccia...a testimoniare quanto pesi il fronte purificatore. Tradotto in tempo significa che se si predica per un'ora, 35 minuti vanno dedicati ad edificare i propositi ed i restanti 25 a demolire gli inganni. Non essendo io apostolo per vocazione ma forgiato profeta dalle circostanze, per bilanciare gli squilibri ho i parametri sconvolti e per ogni ora che vado ad abbaiare, 55 minuti li impiego per puntare l'indice...e per fare il contropelo gli altri cinque.

1769
"Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte? E Gesù gli rispose: Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette" (Mt 18,21-22)
A giudicare dalla frequenza con cui saltano i matrimoni c'è da pensare che questa sentenza di Gesù valga per tutti i peccati del panorama spirituale, tranne che per le infedeltà sponsali. In questo campo raramente viene concessa la grazia dalla parte lesa, ferita nell'orgoglio alza bandiera bianca incidendo eternamente nel proprio cuore le stimmate dell'offesa. Al giorno d'oggi sia per l'abbondanza di occasioni che si presentano in una realtà sconfinata nel virtuale, che per la leggerezza con la quale ci si abbandona alla seduzione di un'ora, spesso al primo inciampo crolla tutto ed a distanza di pochi mesi dai trionfalismi delle cerimonie nunziali...ci si ritrova a dover gestire due slanci brutalmente freddati. Io credo che ogni volta che si consacra un amore sull'altare, il diavolo al pari di quanto fece con Giobbe, chieda a Dio licenza di saggiarne la consistenza. Non per macchiare la fedina coniugale inducendo a tradire, dal momento che attraverso il perdono si può ricucire lo strappo, ma con il diabolico intento di dividere ciò che Dio ha unito e Gesù proibito di separare. L'infedeltà dunque non fa che da innesco alla tentazione di divorziare, condizione nella quale il peccato, se non accolto come una croce da portare...acquisisce virulenza mortale.

1770
"la religione è l'oppio dei popoli"
L'impostura religiosa americana attraverso i media con l'ausilio di prodigi menzogneri sta avanzando in tutta Europa. Guardando certi pastori propagandare la fede come fosse un prodotto di mercato mi è venuta in mente questa celebre frase di Karl Marx. La religione del suo tempo era ancora degna di rispetto, eppure ha stimato potesse avere l'effetto di una droga ed assopire le coscienze. Nel nostro tempo è stata tagliata con una dose massiccia di malignità umana, che l'ha trasformarla in una sostanza stupefacente capace di legittimare ogni ambizione carnale. Come l'eroina uccide i corpi, l'irriverente devozione trucida le anime...ed i pastori che predicano l'allettante novella sono da ritenersi assassini al pari degli spacciatori.

1771
"Ho sognato che camminavo in riva al mare con il mio Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme, le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: Signore io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili? E Lui mi ha risposto: Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai: i giorni nei quali sei soltanto un’orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio"
Questo brano viene spacciato per poesia, ma io lo ritengo degno di assurgere al rango di parabola e lo percepisco di una bellezza ai limiti del sublime...da essere superato solo dalla verità che esprime. Ha per titolo "Orme sulla sabbia" ed è opera della poetessa canadese Margaret Fishback Powers. Lo conoscevo da molti anni e qualche volta avevo cercato di individuare quali fossero i tratti del mio peregrinare nei quali Dio mi aveva sollevato dall'incombenza di camminare...riuscendo a focalizzarli nelle laceranti crisi interiori, negli scompensi delle separazioni, negli abissi delle cocenti delusioni. Inoltrandomi nei sentieri dell'interiorità ho poi scoperto di quante volte finito in situazioni assurde sono stato miracolosamente protetto. Da qualche tempo mi sono persuaso che più di ogni altra cosa la santità consista nell'impossessarsi di una vista spirituale talmente cristallina...da farci prendere atto che nel nostro cammino non c'è stato un passo che non siamo stati portati in braccio.

1772
"Padre degli orfani è Dio" (Sal 68,6)
Quanti pochi orfani riescono a far fruttare il tesoro che promette questa encomiabile sentenza! Dio si fa Padre di tutti i bambini che hanno perduto i genitori o che non ne hanno mai avuti ed in virtù della suprema ingiustizia patita sono i favoriti nella corsa al regno dei Cieli. Se non scoprono quanto questo sia vero non possono percepire il tocco delicato che li ha guidati e protetti nelle notti oscure della loro infanzia, al pari di noi tutti quando vaghiamo nei labirinti dell'incoscienza senza sentire la sua vigile presenza. Se solo prendessero coscienza per un attimo del privilegio loro toccato esulterebbero come quando si conquista un trionfo...invece si arrendono allo scetticismo che declassa la verità enunciata dalla Bibbia a mera consolazione da pacca sulla spalla. Chi si trova in tale condizione non ha il diritto di crogiolarsi nel vittimismo, perché ci sono tre categorie di figli legittimi che se sapessero a cosa vanno incontro li invidierebbero. Quelli dai genitori che invece di amarli fanno loro da tutori, quelli che li hanno non credenti rendendoli ciechi e sordi. E quelli che avendo una fede a misura delle proprie convenienze terrene li spingono verso l'eterna dannazione.

1773
Contemplando le foto che molti postano da bambini o adolescenti per rispondere alla provocazione virtuale..."sfida accettata" mi pare d'aver intuito una ragione sacrosanta per fronteggiare i suicidi. Guardando i volti innocenti di quei bambini e gli sguardi limpidi di tanti adolescenti, ho pensato a quanto ci allontaniamo da quella purezza e di quanto le quotidiane esperienze deturpino quei lineamenti fino a farci sentire brutti, sporchi e cattivi...colpevoli di tutti i nostri mali e in diritto di armarci la mano fino a giustiziarci. E invece è proprio per non stroncare l'ultimo battito del cuore di quel bambino, per non soffocare l'ultimo respiro di quell'adolescente che dobbiamo desistere...il passato lo ha già tanto martoriato e sarebbe troppo crudele dargli il colpo di grazia mentre agonizza. Tendiamogli la mano ed abbiamone compassione proprio come se fossimo un grembo capace di partorire il meglio dal marcio che abbiamo dentro.

1774
Fino a qualche tempo fa ero convinto che la nostra debolezza, la nostra miseria e la nostra cattiveria, fossero giustificate dall'inclinazione al male ereditata dal peccato originale. Con il termine non intendo solo quanto ricade sotto la giurisdizione del deliberato, ma anche tutta l'attività manifestata con la scarsa coscienza della nostra volontà. Pensieri illeciti, parole sfuggite alla vigilanza, opere nelle quali veniamo trascinati nostro malgrado, omissioni dovute all'indifferenza verso ciò che non ci tocca. Questo mi portava alla conclusione che la nostra salvezza era un diritto da esigere e l'espiazione necessaria ad ottenerla...un beneficio di cui usufruire. Trovavo eccessivo ringraziare Dio, era già molto non maledirlo! Fino a quando non ho scoperto che più della spinta propulsiva iniziale alimentata dall'effetto volano impresso quotidianamente dal demonio, nell'edificazione dell'inferno di questo mondo ci mettiamo troppo e con troppa passione...del nostro.

1775
Grazie all'avvento dei media capaci di diffondere immagini, nell'era moderna è possibile emettere sentenze senza dover ricorrere all'uso della parola. In ambito spirituale è una manna dal cielo perché certe sequenze rendono perfettamente quello che si vuole dire e sanno essere talmente esaustive da non ammettere repliche. Da tempo avevo messo sotto la lente d'ingrandimento l'evolversi vertiginoso dell'evangelicalismo nord americano, analizzando vari aspetti della sua inconsueta maniera di proporsi. L'intento era quello di far risaltare in maniera più chiara possibile la sua funzione nefasta, ma per quanto mi sia spremuto d'eloquenza quando mi sono imbattuto in questo video...nulla più delle posture dei corpi e delle espressioni dei volti hanno declamato il traviamento dell'attuale spirito cristiano d'oltreoceano. Nel giro di un paio di generazioni gli americani sono passati da un atteggiamento timorato di Dio radicato nell'umiltà e sfociante nella rassegnazione...ad una tale padronanza nel gestire il mistero da rasentare la spavalderia. Il tracollo è stato causato dall'avvento di quella prosperità tanto agognata dalle società a trazione capitalistica, che ha portato al rinnegamento di quella croce che ogni giorno siamo chiamati a portare per evitare la deriva spirituale. Eliminata la croce, con un pizzico di ottimismo si finisce per diradare ogni nuvola nera che minaccia di piovere sulla nostra testa...ottenendo il paradiso sulla terra.

1776
"Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, traditori, sfrontati, accecati dall'orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore" (2Tm 3,1-5)
Leggendo questo passo di Paolo mi è balenata in mente una trinità del male che a mio avviso incarna in maniera esemplare queste parole. Sono tre personaggi politici protagonisti dell'attuale teatrino di comunicati volti a pilotare gli esiti del conflitto, elementi talmente votati a recitare la parte dei benedetti che è impossibile non intercettare nei toni di certe sguaiate incursioni verbali...fibrillazioni sataniche. Sono Biden, Zelensky e Draghi! Il presidente americano è il Dio onnipotente che dal pulpito della sua sovranità governa la sceneggiata in corso, il presidente ebreo pur essendo un bravo attore non si può non rimarcare quanto reciti la parte del cristo crocifisso come un cane...ed infine il presidente del Consiglio italiano che ama ficcare il naso dappertutto si accaparra di diritto l'ufficio dello spirito santo. Detto questo ci tengo a rivelare che la parola deputata a scatenare il virus capace di forgiare persone dai requisiti aberranti: egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, traditori, sfrontati, accecati dall'orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio è...LIBERTA'. In nome della suprema autonomia in questi giorni all'Ucraina, con il sostegno bellico della comunità internazionale, viene spalancata la via spaziosa che conduce alla rovina.

1777
Più passa il tempo più mi vado convincendo che la maggior parte dei cristiani autentici non sanno di esserlo. Me lo ha fatto notare con il suo comportamento un signore mentre svolgeva con estrema diligenza ed umiltà il suo lavoro, sensazione che è stata poi corroborata da quanto emerso da uno scambio di vedute. Non abbiamo parlato di religione, non credo sia più entrato in una chiesa dai tempi della scuola e non aveva alcun simbolo che potesse segnalare l'aderenza a qualche fede...tuttavia l'ho sentito profondamente simile nei valori evangelici. Per rendere l'idea l'ho percepito talmente spoglio da ingombri di ogni genere da poter passare agevolmente per la porta stretta e così avvezzo alla fatica da risultargli una passeggiata percorrere la via angusta. Tanti discepoli di Gesù ignorano la propria identità perché non possono identificarsi con quelli vestiti d'apparenza che come soldatini la domenica vanno a messa. E viene persino negato di scoprirlo perché ovunque ormai si predica un Verbo a cui non preme tanto la giustizia...quanto pace e sicurezza.

1778
La ragione dominante che porta gli uomini ad avere orrore di Dio e li spinge a negarne l'esistenza pur di esorcizzarne la presenza...sono le atrocità da lui compiute e candidamente confessate nella Bibbia. Uno che ha commesso simili barbarie non si riesce proprio a concepire e per quanto si cerchino ragioni plausibili capaci di avallare certi comportamenti...non saranno mai condivisibili dall'etica del nostro provincialismo radicale. Io credo non convenga avventurarsi nel tentativo di carpirne una logica, la migliore spiegazione è pensare che le abbia utilizzate quale espediente per operare la selezione. Così come si può essere esclusi dal regno dei Cieli a causa dell'impenitenza, lo si può anche non riconoscendogli il diritto di fare quello che gli pare e piace ed è osceno mettere i paletti alla sua onnipotenza. Solo a chi sarà capace di sottomettersi a quel sanguinario despota usando il buon senso di non giudicare...verrà rivelato il volto del Padre.

1779
"Comandante di compagnia, marconista di alta capacità professionale e di ardente spirito militare, già distintosi in precedenti azioni di guerra, recatosi ad ispezionare una stazione radio dislocata in prima linea, veniva completamente circondato da soverchianti forze avversarie. Invitato ad arrendersi, rifiutava sdegnosamente e, impugnando un fucile mitragliatore, si lanciava contro il nemico trascinando con la parola e con l’esempio il suo minuscolo nucleo di marconisti e carabinieri. Colpito alla gola, chiudeva gloriosamente la sua giovane esistenza intensamente vissuta al servizio della Patria, con fede animatrice di orfano e di volontario di guerra. Africa Orientale Italiana, 2 luglio 1941"
Il primo comandamento che l'uomo dovrebbe darsi in un ipotetico decalogo che delinei le peculiarità della propria condotta morale è porre il rispetto per la vita al di sopra di ogni altra cosa, arrivando a considerare omicidio la conseguenza di ogni atto compiuto o non compiuto che produca esiti fatali a terzi. Detto questo introduco il Capitano Antonio Cavalleri a cui è intitolata la caserma di San Giorgio a Cremano nella quale ho svolto la prima parte del servizio di leva ed al quale è stata conferita la medaglia d'oro al valor militare. Le motivazioni dell'onorificenza si scontrano frontalmente con il principio da me poc'anzi enunciato e mettono in rilievo come le forze armate percepiscano il mondo attraverso la divinità della Patria, ignorando che al di sopra del proprio idolo si dovrebbe sempre mettere il bene più prezioso concesso ad ogni uomo. A questo ufficiale era stata offerta la possibilità di arrendersi onde evitare che madri, padri, fratelli, mogli e figli perdessero i loro cari...ma lui ha preferito seguire un copione che nel codice bellico impone di farsi trucidare per salvare l'onore. Che a spingerlo a tanto autolesionismo abbia contribuito un odio cieco verso la vita, forse covato fin dall'infanzia per averlo generato orfano, o sia stato alimentato dal mito di un eroismo da copertina capace di far breccia su coscienze men che acerbe...poco cambia. Con un atto di puro egoismo ha trascinato i commilitoni in quell'inferno uccidendoli alla luce della verità di proprio pugno...e di tale massacro dovrà rispondere il giorno del giudizio.

1780
"Nel nome del Signore vi dichiaro marito e moglie"
Il matrimonio è paragonabile ad un'opera d'arte al pari di un dipinto o di una scultura alla cui realizzazione anziché in uno, si lavora in due. Il pittore e lo scultore durante l'esecuzione si trovano a dover risolvere contrasti al fine di trovare le soluzioni migliori per rappresentare le proprie genialità, la coppia viceversa è attraversata da sciami di conflitti intestini spesso da blindare nei ricoveri del cuore per salvaguardare l'integrità di quanto va cementando nell'oscurità. Gli artisti sulla tela e sulla pietra fanno un lavoro di superficie, i coniugi attraverso il sacrificio...di profondità, tesi al costante riallineamento delle proprie intimità. Ed alla fine al contrario di un dipinto o di una scultura, non quel che si vede di bello certifica un riuscito matrimonio...ma quanto si nasconde di buono.

1781
In fb va spopolando una nuova funzione che ci viene sbattuta in faccia ogni volta che ci colleghiamo...Watch, è impossibile sfuggire all'adescamento che ci tende attraverso video deputati a catturare l'attenzione. Lavora per la deriva del genere umano facendosi promotrice di una campagna che si avvale di proposte fulminanti che spaziano dall'umoristico al seducente, dallo sportivo al demenziale, dal tragico al brutale. In questi giorni vengono proposti siparietti nei quali due donne si incontrano e dopo qualche minuto di convenevoli avvolgenti ed atteggiamenti equivoci finiscono per baciarsi...alimentando la crociata Lgbt. Alla stessa maniera molte ragazze dabbene si concedono una manciata di secondi in maniera giocosa per mostrare le loro intimità accompagnandole con sguardi e pose accattivanti...incrementando la legione della più antica vocazione. In quelle immagini ravviso una violenza inaudita che investe le coscienze e le dissacra, una violenza che è capace di percepire solo chi ha una spiccata sensibilità spirituale. Paradossalmente la ferocia che si consuma nell'invisibile essenza della sfera sovrannaturale e di cui io ne avverto le fibrillazioni, possiamo trovarla replicata fedelmente in versione carnale da video di animali che si sbranano per la supremazia. Se qualcuno volesse sapere come i demoni riducono le nostre anime mentre ci trastulliamo davanti allo schermo...contempli il martirio che ha dovuto subire il re leone dalle sue perfide regine.

1782
"Perché spendete denaro per ciò che non è pane?" (Is 55,2)
Prendo spunto da questo passo dell'Antico Testamento per rilanciare alle soglie della fine del mondo la necessità di non fare cose senza senso. Spendere denaro per il non essenziale dal punto di vista materiale non è così letale come spendere tempo e fiato per propinare alla gente una speranza inefficace, un credo superato, un farmaco scaduto. Apostoli, pastori, sacerdoti e missionari di qualsiasi confessione cristiana...smettete di adescare, confondere e ingannare, la Parola si è arresa di fronte alla vostra sotterranea perversione affinché procediate più spediti verso l'eterna dannazione. I dolori che soffrite e le gioie che godete hanno radici carnali e danno frutti profani...incapaci di procreare il benché minimo alito di bene. Smettete di remare contro la storia della salvezza deviandone le traiettorie, c'è stato un tempo per costruire ma oggi è tempo di demolire le colonne del passato, le ambizioni del presente e quanto di buono può forgiare l'illusione di un mondo rinnovato. Osservate il silenzio e lasciate che l'etere sia percorso dall'unico singulto capace di risvegliare le coscienze, è un'ora dei profeti...il tempo ordinario è scaduto. E' mezzanotte, si è levato il grido che comanda alle vergini di andare incontro allo Sposo...tutto è compiuto!

1783
"Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge" (Mt 25,1-2)
Credo di aver rilevato un grande paradosso nell'appellativo con cui vengono chiamati i cristiani dell'ultima ora: vergini, che a prescindere dall'eccellenza qualitativa insita nel vocabolo...sorprendentemente oltre che sagge possono essere anche stolte. Per rendere più chiaro il concetto caliamolo nel suo contesto più appariscente pensando alle ragazze che di questi tempi perdono la verginità nell'adolescenza. Ebbene seppure ce ne fosse una virtuosa che riuscisse a mantenersi casta fino alle nozze...sembra assurdo che anche lei possa essere arruolata nella milizia delle diversamente perspicaci. Nell'ambito della fede il termine "stolto" assume la connotazione di leggero, nel senso di adesione superficiale alle istanze della Parola di Dio, status che inevitabilmente conduce a prestare il fianco agli inganni del maligno. La virtù e la corruzione dunque sembra possano coesistere in un cuore quando ci si consacra al culto dell'apparenza ed al pari di una vergine, che amoreggiando con tutti senza lasciarsi penetrare da nessuno conserva la sua inviolabilità...così i devoti dei nostri giorni, pur flirtando con i falsi cristi e fraternizzando con le altre religioni, non perdono l'illusoria sacralità.

1784
"Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore" (Mt 6,21)
Oggi mi sono trovato a passare davanti ad un fornaio da dove stavano uscendo alcuni dipendenti che avevano finito il turno di lavoro. Sono rimasto impressionato dall'avidità con la quale si sono tuffati dentro i loro smartphone dopo ore di astinenza forzata dalle regole imposte dal titolare. Alcuni erano intenti a leggere, altri a scrivere mentre si stavano ancora vestendo e se qualcuno chiedeva qualcosa nessuno rispondeva perché tutti rapiti nel virtuale. Allora mi sono venute in mente le parole di Gesù ed ho pensato che seppure conduciamo una vita da santi e possediamo tutte le virtù, il nostro cuore ed il nostro tesoro possono essere da tutt'altra parte che in cielo...mentre veniamo trascinati al guinzaglio dal demonio.

1785
E' davvero un mistero cercare di capire come mai l'uomo pur possedendo uno slancio poderoso verso il futuro, finisca poi per rifiutare l'unica proposta ragionevole che gli viene offerta da chi è disceso dal cielo per renderne testimonianza. E' come se braccato dalla disperazione per non avere una via d'uscita, tendesse le braccia verso l'alto nella speranza d'incontrare una mano amica che lo sollevi dalla caducità terrena e non appena viene sfiorato dall'alito salvifico...si ritraesse contrariato dal piccolo sforzo che viene richiesto. Questa insonne tensione verso l'eternità la si può riscontrare nelle circostanze luttuose quando perdiamo una persona cara e per consolarci pensiamo che continuerà a vivere nei nostri cuori. Oppure in circostanze ancora più drammatiche quando c'illudiamo che aver donato un suo organo gli consenta di perpetuare una forma di vita in altra sede capace di esorcizzare la separazione. Ed oggi grazie all'inseminazione artificiale è possibile congelare il seme maschile e nel caso si venisse a mancare si può egualmente procreare riprendendo ad esistere in qualche tratto somatico ed affinità caratteriale della propria discendenza. Un'altra maniera di restare ancorati nella morbosità carnale è tramandare i nomi unitamente ad altre digressioni, che consentono di sentire la melodia dell'anima dipartita sfumare lentamente...scongiurando il trauma di veder troncata di netto la percezione della sua presenza.

1786
"A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!" (Mt 25,6)
Essere o non essere, questo è il dilemma...diceva Shakespeare e da qualche tempo me lo vado chiedendo con non poca apprensione pure io. Ma sono o non sono il frutto di quello che un cammino di fede supportato da vari segni soprannaturali mi ha portato a credere? Sono veramente io quel grido annunciato da Gesù per i giorni della fine, deputato ad aprire le danze della fine del mondo? Io ci credo e lo spero, ma se il diavolo mi avesse preso in giro e Dio abbia lasciato fare per farsi due risate allora mi compete il manicomio, però vorrei far notare che anche in quella sede risulterei speciale. Dopo secoli di gente che si cimentava nel banale arrivando a credersi Napoleone, Einstein o Toro Seduto, io sarei davvero originale...il primo matto a spacciarsi per un versetto del vangelo. E credo di averlo fatto talmente bene da diventare un matto vero e viste le tematiche trattate ne vado molto fiero!

1787
Il calcio si è venduto al dio denaro tradito da tutti i suoi protagonisti: calciatori, tifosi, dirigenti, procuratori, giornalisti. Chi come me ha incarnato lo spirito del più sano ardore dilettantistico, odia a morte il mostro mediatico che ha preso il suo posto e non di rado va soggetto a scompensi emotivi che possono sembrare figli della crudeltà, mentre invece sono legittimi squilli di rivolta contro l'assurdità. Così oggi di fronte al quasi trionfo che sta per assaporare il Milan, andando contro i sentimenti dei miei figli, mi viene dal profondo del cuore di tifare affinché perda l'ultima partita e veda sfumare quello scudetto dato per cucito sul petto. Brama di vederli crollare in ginocchio all'ultimo minuto per un gol in fuorigioco, da quell'avanzo di nababbo che è Ibrahimovic a quella faccia da prete mancato di Pioli. Ma a rovinarmi la festa sarebbe poi l'esultanza degli interisti ed il clamore sarebbe ancora maggiore dal momento che questo scudetto lo considerano ormai perduto...è proprio vero che per chi ama il bene in questo mondo la felicità non esiste. Forse chiedo troppo anche perché quest'anno il calcio mi ha già dato la soddisfazione di vedere l'Italia eliminata dai mondiali e pretendere anche questa gioia riconosco che sarebbe troppa grazia. E non mi si giudichi cattivo perché una cosa buona la voglio, che si salvi la Salernitana...ma si danni ogni componente della squadra!

1788
Quando pensiamo a Gesù siamo soliti farlo in termini di superlativi assoluti, l'eccellenza di tutto ciò con cui si possa rivaleggiare nel bene e nel male l'ha assunta su di sé incenerendo la concorrenza. Dall'angoscia dell'orto degli ulivi allo strazio delle membra lacerate, dalla viva coscienza delle pene dell'inferno alla costernazione di fronte alla ferrea ostinazione di Gerusalemme. Ma nel ventaglio delle opportunità per troneggiare c'è stato un segmento nel quale la sorte gli ha riservato un destino mediocre: il tradimento di Giuda. Se le cose fossero andate come esige il copione della perfetta realizzazione di un mito, anche in questo caso ci si sarebbe aspettato che a tradirlo fosse stata la persona a lui intimamente più legata, in maniera da innalzarlo fino ai picchi più alti dello scoramento. Sua madre sarebbe stata l'ideale candidata a dare il tocco finale per plasmare il superuomo che ogni fedele esige dalla divinità incarnata. Giuda invece era un poco di buono e il suo tradimento annunciato da tempo, dunque in questa circostanza il contributo di gloria deputato ad incensarlo non è stato all'altezza delle aspettative...dal momento che è venuto a mancare lo sgomento. Però proprio quest'imperfezione che ne intacca il profilo lo tutela dal pericolo di scadere nella leggenda, condizione che fa sorgere mille dubbi sull'autenticità di qualsiasi fenomeno, per consegnarlo ad una sobrietà capace di reintegralo nel vissuto della storia e renderlo uguale ad ogni comune mortale.

1789
Essendo Dio più d'ogni altra cosa "amore" credo non sia possibile ad ogni fibra dell'universo sottrarsi all'onnipotenza della sua irradiazione. Chi lo ama può goderne alla luce del sole lasciandosi semplicemente trapassare, ma io sono convinto che persino in chi lo odia riesca a farsi strada fra le tenebre dell'ostinazione fino a penetrare nei cuori dei crocifissi all'eterna dannazione. E nel regno del dolore non si possa fare a meno di avvertire il beneficio del pensiero che quanto si sta subendo è giusto...e trarne un effetto placebo di conforto.

1790
"Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli" (Mt 18,10)
Un anno fa è venuto a mancare un bambino di sedici mesi che non appena proclamato il primo vagito aveva palesato alcune problematiche aggravatesi con il passare dei giorni fino al sopraggiungere dell'irreparabile. Immaginiamo solo per un attimo lo strazio della famiglia che mentre si disponeva a godere le primizie dell'evento più bello che possa capitare nella vita, si è ritrovata ad annaspare nella prostrazione più cupa. Gli era stato imposto il nome di Oceano e ricordo d'aver pensato che magari fosse stato un caso, o forse i genitori si fossero orientati verso quella scelta affinché l'elemento più maestoso della natura gli comunicasse la forza per combattere le patologie che lo avevano aggredito. Allora mi ricordai di una verità che quand'ero cattolico il Signore mi volle rivelare, una verità che io reputo dal valore inestimabile e mi sento in dovere di confidare a coloro che si trovano ad affrontare simili travagli. Abbiate una fede cieca nelle sue parole, affinché l'orizzonte dell'impenetrabile alla mente ed al cuore umano si dipani donandovi consolazione. Quando mi fu dato di comprendere mi sentii prepotentemente sollevato al cospetto della certezza che ogni bambino nella sofferenza, attraverso lo sguardo del suo angelo custode, sia spiritualmente in comunione con Dio. Ed in virtù della supremazia di tale connubio rispetto ad ogni altro di natura terrena, nella tribolazione la sua anima dimora avvolta in una beatitudine paradisiaca che gli consente di avvertire in lontananza l'eco di ogni spasimo corporeo.

1791
"E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!" (Mt 18,7)
Tante volte mi sono chiesto quale differenza corresse fra il peccato e lo scandalo, fra quella trasgressione che testimonia l'umana debolezza e pur possedendo il potere di estendersi fino ad evidenziarne la malizia resta condonabile...e quell'immoralità conclamata ai quattro venti per la quale non viene contemplata alcun tipo di amnistia. Pensavo che lo scandalo fosse un peccato catapultato all'eccesso, invece mi sono reso conto che la discordanza non va ricercata sul piano dell'intensità del dolo...ma piuttosto nella pretesa di innalzare un'azione malvagia a supremo bene. Quindi coloro per i quali avvengono gli scandali non possono essere graziati, perché i loro comportamenti sono veri e propri colpi di stato alla divina sovranità, tendenti a cambiare la legge morale per rivendicare la legittimità di dissacrare.

1792
"A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!" (Mt 25,6)
Non so più cosa pensare, mi stupisco enormemente nel prendere atto che fior di sacerdoti e teologi non vedano i segni dei tempi, non avvertano che la terra sta tremando sotto i nostri piedi ed il giudizio incombe. Invece di dare l'allarme continuano ad annunciare la buona novella come se vivessimo in un tempo ordinario trascinando il gregge verso il precipizio. Lo fanno con grande profusione d'arte oratoria per cercare di penetrare nei cuori dei fedeli desertificati dal benessere e non si accorgono che non ne spunta uno con lo spirito evangelico. Ed allora diventano sicari del maligno che uccidono in maniera geniale ed estremamente raffinata...dicendo la cosa giusta nell'ora sbagliata.

1793
"Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua; là dove vuoi stenderai la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà" (Sir 15,16-17)
La cristianità senza sospettarlo si trova davanti al "fuoco e l'acqua" annunciati dal Siracide e mai come in questo tempo proiettati a sprigionare ciascuno il meglio di sé, il fuoco nella devastazione degli empi e l'acqua nel ristoro dei santi. In quest'epoca di grande smarrimento spirituale, volente o nolente, scettica o credente...ogni anima è chiamata a scegliere. Il fuoco è la pretesa di far coesistere la depravazione del modus vivendi attuale con il beneplacito di Dio, crociata abbracciata da tutte le chiese e deputata ad anticipare un paradiso di sovr'abbondanze goderecce sulla terra, capaci di delegittimare la dignità dell'essere umano fino a renderlo una larva. L'Apocalisse per far cadere i voltafaccia nella trappola, ha avvalorato la tesi annunciando il regno dei mille anni, cavallo di battaglia che molti falsi profeti e falsi cristi prendono a pretesto per spingere i traviati verso l'inferno. L'acqua invece è il ritorno di Gesù nella gloria per la fine del mondo ed il giudizio universale, proclamata dalla voce di uno che grida nel deserto e riconosciuta solo da poche isole felici. Il fedele di fronte alla scelta che determinerà il suo destino eterno purtroppo quasi sempre si orienta, non in virtù del responso emerso alla fine di un cammino di ricerca della verità, ma soggiogato dalla schiavitù verso cui lo spinge la concupiscenza della propria carnalità.

1794
"I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del loro fratello maggiore, quand'ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti" (Gb 18-19)
Mattinata tremenda per Giobbe! Dopo aver ricevuto la notizia che tutto il suo bestiame era stato rubato o trucidato insieme ai suoi servi, arriva il colpo di grazia capace di schiantare una montagna: i suoi sette figli e le tre figlie erano morti nel crollo improvviso della loro casa. Qualsiasi altro padre di fronte ad una simile tragedia franerebbe in ginocchio maledicendo il cielo e la terra, invece il Patriarca riesce a cogliere un dettaglio nell'ultima disgrazia, un particolare che gli rivela che dietro alle catastrofi c'è la mano di Dio e preso atto di non avere deragliato dal suo solco...tira un sospiro di sollievo. I figli sono morti e lui tira un sospiro di sollievo perché sa che sono stati preservati e si trovano dove presto li raggiungerà. Lui che offriva olocausti al Signore per timore che avessero peccato o potessero in qualche modo averlo offeso, all'improvviso si sente deresponsabilizzato dal gravoso ruolo di maestro di vita che dal giorno delle loro nascite si era assunto. Arriva ad intuire quando gli viene detto che un vento impetuoso aveva investito i quattro lati della casa, un evento atmosferico che va contro le leggi della natura non potendo il vento soffiare contemporaneamente dai quattro punti cardinali. Allora comprende che il Padre di tutti gli uomini servendosi di un fenomeno sovrannaturale si era voluto riprendere quei figli che gli aveva dato in affidamento affinché nella sua mansione di padre adottivo li rendesse degni del regno dei cieli. Oggi quanti genitori avvertono l'enorme responsabilità che comporta essere educatori, quanti sono in grado di stabilire la seguente connessione: i nostri figli non sono nostri, sono suoi e Dio ce li affida affinché ne facciamo angeli...ma troppo spesso gli riconsegniamo orde di demoni.

1795
"E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità" (2Tes 2,11-12)
Da sempre la Bibbia è ritenuta "Parola di Dio" e come tale ogni sua espressione è rivestita di un'inattaccabile attendibilità e guai a coloro che osano dissentire. Io invece comincio a sospettare che il passo sopra citato apra ad un'eventualità che potrà sembrare utopia, ma per amore della verità valga la pena di prendere in considerazione. La "potenza d'inganno" a cui allude Paolo potrebbe aver cominciato ad operare addirittura fin dai giorni della stesura del testo sacro con l'intento di far cadere in trappola i fedeli in malafede degli ultimi tempi. Pongo all'attenzione tre contesti che per vari motivi non convincono: il rapimento della chiesa, il regno dei mille anni e i due testimoni dell'Apocalisse. Il rapimento della chiesa sembra essere stato creato per soddisfare la vana curiosità di chi si sente talmente sicuro di rientrare nel novero degli eletti da permettersi di definire dettagli insignificanti. Il regno dei mille anni sembra essere stato ideato per coloro che amano questo mondo fino al punto di ambire alla botte piena e la moglie ubriaca...ed infatti propone il paradiso sulla terra. I due testimoni invece potrebbero rappresentare l'escamotage architettato dalla divina sapienza per fuorviare gli imperatori dell'astuzia e spingerli beffardamente verso l'inferno. Per far credere allo zoccolo impenitente di Israele che non entreranno nel regno dei cieli come tutti i comuni mortali attraverso l'atto di fede, ma in carrozza come si conviene ad una stirpe regale. In virtù della loro elezione che li rende talmente speciali da autorizzarli a persuadersi, non al cospetto di una...ma di due risurrezioni.

1796
"Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi" (Gv 14,27)
In questi giorni attraversati dai bombardamenti mediatici della guerra, dopo essere stati cannoneggiati per due anni da quelli del covid e quotidianamente dalle raffiche di una cronaca sempre più obbrobriosa, la pace a cui allude Gesù è diventata una chimera sempre più difficile da difendere per quei pochi che vogliono sfuggire al massacro del quieto vivere. Stando a quanto egli afferma le fondamenta della stabilità interiore possono assumere due diverse connotazioni: una patrimonio del cuore quando è sazio, ma destinata a vacillare ogni volta che viene minacciata la sovranità della propria felicità...l'altra patrimonio dell'anima, che si prepara rinunciando ad attaccarsi a tutto ciò che è transitorio. Il mondo ce la dona colmandoci di beni, il Signore facendo tabula rasa di ogni velleità che scatena la conflittualità umana...affinché sulle agognate vette della speranza si posi la rugiada della certezza eterna.

1797
"siate prudenti come i serpenti" (Mt 10,16)
Questa sentenza emessa da Gesù per mettere in guardia dagli inganni dei falsi profeti, ci invita a tenere un atteggiamento estremamente sospettoso a priori...a diffidare maliziosamente prima di fidarsi candidamente. La condivido in pieno e la faccio mia per girarla ai quattro gatti che mi leggono...ribaltandone però i fattori. Siccome promuovo un modello di cristiano rivoluzionario per i canoni odierni che non suscita affatto entusiasmo, non avendo titoli da vantare a sostegno degli scompigli che vado ad innescare, prima di invitare a dubitare degli altri invito a dubitare di me stesso. Posso assicurare di aver detto la verità, di non essermi inventato niente e dei segni soprannaturali avuti posso solo affermare che sono convinto provengano da Dio...ma riconosco di non essere più furbo del demonio che con il benestare divino, chissà per quali oscuri motivi, potrebbe aver lasciato che io venissi raggirato. Dunque dubitate di me ferocemente, almeno fino a quando, per amore della verità non sarete disposti a rischiare l'inferno.

1798
"le potenze dei cieli saranno sconvolte" (Mt 24,29)
In campo spirituale oggi c'è molta confusione a causa del proliferare di eventi soprannaturali da parte di veggenti di ogni credo e proprio per questo voglio indicare la regola madre per discernere il buono dal cattivo. Ce la indica Gesù dicendo che negli ultimi giorni gli equilibri degli schieramenti incorporei sarebbero saltati...generando il caos! Il Signore durante il suo ministero mai ha fatto un miracolo che non sia servito ad andare incontro alle esigenze della precarietà umana: sfamare gli affamati, guarire i malati, risuscitare i morti...ha usato diligentemente quella preziosa energia devoluta dal Padre e mai si è concesso il lusso di sciuparla per sbalordire. Invece molti figli delle tenebre, in virtù della congiunzione favorevole venutasi a creare a causa del degrado dilagante, sono stati beneficiati della possibilità di attingere a piene mani dai serbatoi celesti per fare prodigi capaci di catturare gli sprovveduti...allontanarli dal retto cammino e spingerli verso la perdizione. Padre Pio con le stimmate ed il profumo delle rose, Natuzza Evolo con i disegni che le comparivano sulle braccia e sulle gambe...per restare in ambito cristiano. Ma anche in area new age spopolano i fuochi d'artificio: Sai Baba che materializzava gli oggetti e produceva cenere, Mata Amritanandamayi che attraverso gli abbracci comunica benessere interiore ed una leggerezza tale da dare l'impressione di sollevarsi. Dunque laddove prolifera la spettacolarizzazione del paranormale orientato, non a testimoniare la verità, ma a diffondere un soporifero amore esibito quale manifestazione della propria supponenza...operano sataniche membra.

1799
"Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,6)
E' sconvolgente notare come in ambito cattolico non si riesca a prendere coscienza che Dio è nostro Padre, come chiaramente sentenziato da Gesù nella preghiera da lui insegnata. E' nostro Padre, tuttavia quando si ha una necessità si ricorre all'intercessione di terze persone che si ritiene abbiano con lui un rapporto privilegiato ed il potere di convincerlo in virtù dei gloriosi trascorsi in questo mondo. A me sembra assurdo, se mio figlio avesse bisogno di qualcosa e mandasse seppure un re a mettere una buona parola...mi riterrei profondamente offeso. E allora voglio denunciare il più grande furto d'identità della storia, quello che il diavolo ha fatto impossessandosi delle generalità dei santi e sotto mentite spoglie ha devoluto nei secoli grazie su grazie che hanno profondamente inquinato la spiritualità cristiana. Guardatevi dall'uso immondo che viene fatto di santa Rita, di Padre Pio, della Madonna e soprattutto liberatevi di quanto vi hanno beneficiato per essere riammessi con un minimo di decoro al cospetto del Padre vostro.

1800
Pochi giorni fa parlando di Gesù con un amico mi ha confessato di essere scettico come Tommaso, di appartenere alla folta schiera di quelli che se non vedono non credono. Occorre puntualizzare che l'apostolo non è che non credesse nel senso di adesione alla fede e quindi il parallelo è improprio, ma semplicemente dubitava che il fantasma che si spacciava per il risorto potesse essere davvero il Signore. Allora siccome non mi piace arrendermi soprattutto quando si presentano battaglie perse in partenza, mi sono avventurato a cercare qualche ragione per la quale la diffidenza che era giustificabile allora...non lo è più ora. L'incredulo di allora poteva contare soltanto sui suoi sensi per giudicare: la vista, l'udito e il tatto. Infatti lo vide apparire, lo ascoltò parlare ed infine quando mettendo il dito nel costato lo toccò...cadde in ginocchio riconoscendone la divinità. Oggi l'uomo dal punto di vista della sensibilità percettiva si è evoluto in maniera esponenziale, sviluppando la capacità di fare connessioni intellettive un tempo inimmaginabili che permettono di sondare in lungo e in largo le questioni più complesse. A questo si aggiunga l'imponente bagaglio di informazioni disponibili attraverso le quali si possono mettere a fuoco i dettagli più insignificanti...il risultato è che per chi non crede ci sono ottime possibilità che sia in malafede. Dall'altra parte invece, allo sguardo di chi è in buona fede, il più pallido riflesso della verità in questi giorni di tenebre fittissime dovrebbe sfolgorare con la veemenza di un bagliore accecante.

1801
"Quando ti fermi su qualche cosa, tralasci di slanciarti verso il tutto"
A volte si ha l'impressione che il vangelo voglia imprimere una forte accelerazione all'andatura del discepolo in cammino verso Dio, quasi presagisse che rimane poco tempo...in determinati passaggi sembra diventare addirittura la priorità assoluta! San Giovanni della Croce rende benissimo il concetto, con la frase tanto semplice quanto efficace sopra citata ed a mio avviso lo fa dopo aver percepito il significato più profondo di alcune raccomandazioni di Gesù. Nel tragitto dalla terra al cielo ci intima di non caricarci di preoccupazioni inerenti le necessità primarie che reclama la quotidianità...quali il cibo ed il vestito. Anche nell'invito a non giudicare, più che schivare la possibilità di errare, ci leggo l'esigenza di evitare di affaticarsi in conflitti di coscienza che bruciano preziose energie e non approdano a nulla. Per viaggiare più leggeri ed evitare intoppi, io credo che il Signore si sia spinto fino al paradosso, comandandoci di dare anche la tunica a chi ci chiede il mantello e a non pretendere che ci venga restituito il prestito. Questo non tanto per permettere alla carità di trionfare, ma per togliersi di torno prima possibile chi ha il potere d'innescare la tentazione del compiacimento, che al pari delle preoccupazioni e delle arrabbiature rallentano il nostro passo...distorcendo l'armonia che abbiamo dentro. Persino ai peccati ed alle bestemmie è riservato lo stresso trattamento, sarà tutto perdonato, quindi passare oltre non appena reclamano più di un istante per prendere atto dell'inciampo. Alla luce di quanto emerso l'esortazione di non opporsi al malvagio ed amare i nostri nemici può essere altresì configurata sulle medesime frequenze, non atto di magnanimità del buono che si china sul cattivo, ma piuttosto l'urgenza di scongiurare il pericolo mortale che l'odio cementi i nostri piedi al suolo. Il giusto atteggiamento credo sia quello di disporsi all'accettazione passiva di tutto quello che succede, forti della convinzione che dietro ad ogni contrarietà ci sia lo zampino del maligno, il quale non vuole tanto farci cadere...ma perdere tempo. Qualunque cosa accada, non vuole romperci le uova nel paniere, ma fare in modo che venga meno la nostra fede. Ed a testimonianza di quanto vado dicendo, san Paolo non a caso nel fare il consuntivo della propria missione, si esprime in maniera da far rilevare quanto sia determinante snellire le procedure che consentono all'anima di viaggiare spedita verso la vita eterna. Infatti sentenzia...di aver terminato la corsa.

1802
Pochi giorni fa scambiando due chiacchiere con un signore abbiamo scoperto di avere la stessa passione, le lunghe camminate...solo che lui in montagna mentre io per la campagna. Per il resto ho avuto l'impressione che le nostre vite siano profondamente difformi, tuttavia possediamo questo denominatore comune che io ritengo sia patrimonio di chi non si accontenta di quanto cade sotto l'immediato dominio dei sensi, ma aspira a godere le primizie degli Assoluti. Dio è Libertà, Amore, Bellezza, Pace, Gioia, Potenza, Armonia...sono convinto che nei nostri rispettivi paradisi le nostre anime percepiscano i respiri di tutti i suoi attributi. Io avendo la fede ne ho coscienza e non appena m'immergo nel verde avverto la sovrabbondanza della Sua amorevole presenza...lui invece, come tutti coloro che non lo conoscono intimamente, immagino percepisca una sovrumana liberazione dagli affanni ed il miraggio di un sentiero dove il cuore possa procedere gioioso. A furia di camminare abbiamo maturato entrambi lo stesso tesoro, solo che io in virtù dell'aver creduto ovunque vada me lo porto dietro...mentre lui che ristagna nello scetticismo, è costretto a lasciarlo non appena ritorna nel mondo.

1803
"Il fumo uccide"
Stamattina guardando le scritte sui pacchetti di sigarette mi è balzata davanti agli occhi un'eventualità assurda! Chi fuma non ha alcun riguardo per la propria vita, poiché seppure riceve sollecitazioni a smettere di fumare attraverso la minaccia di morte ogni volta che prende una sigaretta...tuttavia non fa una piega. Fattore ancor più grave è che non ha alcun riguardo neppure per la vita dei propri figli, poiché sa benissimo quanto sia alta la probabilità che vengano contagiati dallo stesso vizio. E allora mi chiedo: se un fumatore accanito ricopre una carica per la quale è chiamato a gestire interessi di terzi nonché la loro salute, se non gliene importa niente della propria vita, né di quella dei propri familiari...cosa può fregargliene di quella degli estranei? Pertanto forte dell'inconfutabilità della più logica delle equazioni, dispongo che per il bene comune, dal ricoprire cariche politiche siano banditi i fumatori.

1804
"Se qualcuno vuole venire dietro a me rinneghi se stesso" (Lc 9,23)
"L'anima cerchi sempre di inclinarsi: non al più facile, ma al più difficile; non al più saporoso, ma al più insipido; non a quello che piace di più, ma a quello che piace di meno; non al riposo, ma alla fatica; non al conforto, ma a quello che non è conforto; non al più, ma al meno; non al più alto e pregiato, ma al più vile e disprezzato"
San Giovanni della Croce, carmelitano vissuto nella seconda metà del '500, suggerisce degli atteggiamenti da sposare fino alla morte per mettere il bavaglio alle concupiscenze della carne...onde cominciare a plasmare lo scheletro del cristiano autentico. Oggi si crede di appartenere al piccolo gregge solo perché si va a messa, si prega, si fanno elemosine, si frequenta la parrocchia, si legge la Bibbia, si citano i teologi, si adempiono le varie attività esteriori...senza curarsi di come siamo dentro. Alla luce di quanto raccomandato dal mistico spagnolo prendiamo atto però che siamo fatti di tutt'altra pasta, direi di pasta frolla ed io tutti i giorni sono costretto a constatare di quanto sia esteso, incosciente ed irreversibile il traviamento...al cospetto di gente in perfetta forma fisica incapace di vergognarsi di prendere l'ascensore per scendere due rampe di scale. Che quanto affermo sia sacrosantamente vero lo possiamo rilevare anche in tutti i comparti della realtà: dai vestiti più eleganti alle auto più appariscenti, dai cibi più squisiti alle case più lussuose, dalle amicizie più altolocate ai lavori più remunerativi, dalle vacanze più esotiche ai sogni più originali. Le esortazioni penitenziali sono il fondamento del ripudio di ogni tentativo di corruzione da parte del maligno! In questo deserto di banali aspirazioni la nostra accorata adesione alla causa della croce può ancora compiere il miracolo di far nascere un fiore.

1805
Pochi giorni fa sul lungomare un uomo in pieno giorno si è messo davanti a due adolescenti e si è denudato mostrando loro i genitali...prima di darsela a gambe. Le ragazzine sono rimaste sconvolte ed io credo che aver assistito a quell'atto vandalico possa condizionare pesantemente il loro approccio alla sessualità. Quante poche aspiranti dive in spiaggia hanno coscienza che ogni uomo in possesso di un minimo di autentico pudore, subisce l'identica violenza ogni volta che si vede sbattere in faccia il loro di dietro in tanga. Proprio stamattina una signora che prendeva il sole, quando si è voltata di schiena mi ha disgustato nel vedere tanta grazia defluire dal suo volto nella modalità più squallida. Il trauma che si subisce sta nel prendere atto che a tanta bellezza esteriore possa corrispondere altrettanta indecenza interiore...ed è scioccante scoprire che dietro ad ognuno di quei volti angelici si nasconde un mostro!

1806
"L'amor che move il sole e l'altre stelle"
Pochi giorni fa mi è capitato di leggere il post di un'amica che per festeggiare le nozze d'oro dei genitori è ricorsa al celebre verso del sommo poeta. Voglio complimentarmi con lei perché non poteva trovare sentenza più acuta per illuminare il picco della vita coniugale e ringraziarla d'avermi innescato un'intuizione tanto bella quanto vera. Ha voluto onorare l'amore di una coppia che in mezzo secolo di relazione avrà attraversato come tutte le altre vicissitudini di ogni specie, ma che forse come poche è riuscita a restare il sella per aver intimamente confidato nella divina provvidenza. Un amore buono e forte che ha spinto Dio a guardarli con benevolenza, un amore che ha ottenuto l'elezione di fruttificare copiosamente a beneficio della propria discendenza. Sappiamo che nel simbolismo biblico, Dio fra le altre cose, è rappresentato dal sole e dunque tornando a Dante il loro amore...è riuscito a piegare la Sua volontà fino a strappargli la predilezione.

1807
Ho notato che quando viene a mancare un non credente nei commenti che accompagnano il commiato si palesa una contraddizione non semplice da legittimare. Nonostante in quegli ambiti si professi fedeltà al materialismo fino all'ultimo respiro, uno degli addii che maggiormente vengono usati è "buon viaggio"...ultimo dei congedi fra i personaggi famosi in ordine di tempo quello di Alberto Angela a suo padre. Come se nella notte più nera della disperazione terrena, si levasse un barlume di coscienza deputato a rivelare che la vita dopo la morte continua sotto un'altra forma e dunque non svanisce nel nulla. Di fronte all'irreparabile all'improvviso pare si ritrovi miracolosamente un pizzico di ottimismo per accendere, seppure a tempo scaduto, la speranza della vita eterna. Oppure che più consapevolmente si auguri al deceduto di godere l'ultimo raggio di sole, fino a quando non giunga alla terribile destinazione.

1808
Credo che i suicidi degli ultimi decenni, a parte quelli originati da cause inerenti situazioni esistenziali in esasperante conflitto, debbano essere offerti ad un'interpretazione capace di stravolgerne il significato. Con l'inesorabile avanzare del degrado morale e la conseguente perdita del senso religioso, l'atteggiamento dell'uomo capace d'intendere e di volere il bene nei confronti dell'estremo gesto è stato indotto a subire una profonda trasformazione. Si è passati dal giudicarlo rifiuto del dono della vita e dunque passibile di riprovazione, a ripudio del mondo nel quale viviamo per l'impossibilità di sopportare una realtà ormai demonizzata fino alle più intime fibre della chiesa. Nel primo caso determinato dalla debolezza del peccatore, dalla leggerezza dello stolto, dal disprezzo dell'empio...nel secondo a mio avviso dall'immolazione del santo. Le coscienze più sensibili, come quella del poeta Remo Pagnanelli che mi ha ispirato questa riflessione, hanno percepito inconsciamente fin dagli arbori lo scollamento fra le due concezioni...ed a causa del disagio interiore venutosi a creare, hanno messo brutalmente fine alle proprie vicende terrene. Alla luce di quanto emerso, calandosi nell'ombra, circondati da un alone di eroismo.

1809
"E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire l'anima e il corpo nella Geenna" (Mt 10,28)
Chissà quanta gente di fronte a quest'immagine verrà sedotta dalla tenerezza generata dalle lusinghe di un amore che nel nostro tempo, dopo aver divelto le restrizioni imposte dalla legge di Dio, si è dichiarato idoneo a benedire ogni sorta di legame. Il mio impatto con il quadretto familiare in oggetto non è stato altrettanto idilliaco, al contrario ho ritenuto la performance mediatica di Tiziano Ferro e compagno "raccapricciante"...e non per una mera questione estetica, ma per le tragiche conseguenze alle quali espone i due innocenti. Qualcuno mi darà del pazzo ma alla luce delle parole di Gesù devo constatare che l'aborto, da considerarsi a tutti gli effetti un omicidio, è un delitto di minore rilevanza rispetto al massacro interiore che le coppie omosessuali operano sulla loro prole. Questo perché le vittime del brutale stupro alla ragione, vengono premurosamente nutrite con il veleno di un credo incapace di sollevarsi oltre l'immediata istanza dell'orizzonte terreno...e dunque è quasi impossibile che i malcapitati non finiscano per riprodursi a loro immagine e somiglianza. I bambini abortiti, paradossalmente sono stati fortunati non avendo i genitori potuto uccidere che i loro corpi ed ora vivono nel regno dei Cieli. Al contrario di questi poveri cristi, che se crescendo non matureranno un sacrosanto sdegno nei confronti della realtà nella quale sono stati illegittimamente immersi...sono destinati al fuoco eterno.

1810
"Perché dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore" (Mt 6, 21)
Stanotte mentre andavo al lavoro percorrendo il corso in bicicletta dove non c'era anima viva, d'improvviso mi è apparsa folgorandomi nell'intimo una scena degna di avere cittadinanza nel vangelo. Un senza tetto che dormiva disteso sul gradino più alto della chiesa di san Giovanni Battista, proprio a ridosso del portone. Era disteso su un fianco con il viso rivolto in direzione dell'entrata ed ho pensato come a testimoniare lo slancio di ogni sua fibra verso quell'altare, nel quale immolava il sacrificio della sua vita. Era piuttosto freddo a quell'ora e gli si era scoperta la schiena, particolare nel quale mi è parso di poterci leggere la vulnerabilità alle intemperie di ogni specie a cui vanno incontro coloro che hanno rinnegato il mondo e sperano nel Signore. Credo ricevesse una grande consolazione nel sentire il suo spirito dimorare nell'anticamera del regno dei Cieli ed un confortante calore nel sapere che una gemma di quel tesoro era il suo cuore.

1811
"Io sono la verità" (Gv 14,6)
Nel mio vagabondare in cerca di scintille terrene capaci d'illuminare la via della salvezza mi sono imbattuto in un personaggio di altissimo profilo morale che ha avuto il coraggio, o se vogliamo l'incoscienza, di muovere guerra al padre della menzogna...di mettersi contro il diavolo senza però avvalersi della protezione divina. Gianantonio Valli, medico di base della provincia di Varese nonché saggista e revisionista, si è inoltrato senza scudo e senza armi per un terreno straripante di insidie. Divorato da un'ossessiva brama di sapere al fine di gettare luce nel cuore pulsante dell'ebraismo, ne ha conclamato le perversioni maturate nella società americana e poi diffusesi in tutto il mondo. Hanno cercato di screditarlo con ogni mezzo attaccandolo persino nella sfera professionale laddove è stato poi appurato a testimonianza dei suoi stessi assistiti, che al pari di due suoi celebri colleghi, Giuseppe Moscati e Riccardo Pampuri...veniva considerato in odore di santità! E' morto suicida nel 2015 tagliandosi la gola per l'impossibilità di sopportare il peso della colpa nei confronti della moglie...spiratagli due anni prima fra le braccia. Preso fra lo svolgimento devozionale del proprio lavoro e la passione di ricercatore nel tempo libero, ha finito per dimenticarsi che aveva una famiglia. Al di là del dramma umano viene da chiedersi come mai un tale innamorato della verità, dotato per giunta di un'acutissima sensibilità, abbia potuto non percepire nel Messia il palpito della sua più autentica incarnazione? A mio avviso possiamo azzardare tre risposte, la prima figlia della superbia e comune a molti: che non tollerava l'esistenza di un Superiore. La seconda figlia del timore: che qualora avesse creduto sarebbe stato espulso dalla collettività fascista nel quale da sempre era immerso. La terza figlia di una strisciante degenerazione della radice motivazionale del proprio cuore: che a suscitargli tale vocazione non sia stato l'amore per la verità, ma un odio cieco verso il popolo eletto ereditato dai miasmi dell'ultimo conflitto e dalle recenti malefatte dell'élite sionista. Odio che forse non gli ha permesso di piegare il ginocchio davanti a Gesù Cristo.

1812
I comandamenti sono il supremo appello del nostro Creatore per indurci a camminare sulla retta via, eppure la Bibbia riporta episodi che lasciano sgomenti nei quali la fonte pura dell'amore arriva a spingere impunemente al male. Porto due fra i tanti esempi: quando indurì il cuore del faraone affinché non permettesse agli israeliti di partire e quando incitò Davide a fare il censimento. Ma ciò che disorienta è che nonostante i due sovrani siano stati docili a piegarsi alla Sua volontà...per tali azioni vengano poi duramente puniti. Per far quadrare il cerchio allora occorre riconoscere che per quanto imperiosa possa essere la pressione esercitata da Dio per indurci a delinquere, a noi resti pur sempre un margine sufficiente per praticare il libero arbitrio...altrimenti non avrebbe senso il castigo. Questo comporta che quando ci sentiamo interiormente sollecitati a fare un'azione non conforme al dettato cristiano, supponendo che il Dio nel quale confidiamo sia momentaneamente assente...dobbiamo erigere la nostra coscienza a vicaria dell'Onnipotente.

1813
"non temere, soltanto abbi fede!" (Lc 8,50)
Queste parole di Gesù credo siano quanto di più confortante si possa udire nelle latitudini terrene ed abbiano la capacità di abbracciare il più ampio spettro delle disgrazie umane. Sono un'àncora di salvezza a naufragio avvenuto e meriterebbero di essere incise sui portoni delle case e scolpite sui muri delle chiese. Hai un tracollo finanziario e ti ritrovi sulla strada...non temere, soltanto abbi fede che il tuo vagabondaggio verrà riposizionato nel punto esatto. Muore una persona cara...non temere, soltanto abbi fede che nel regno dei Cieli vi riannoderete. Finisce un amore...non temere, soltanto abbi fede che quanto ha brillato di prezioso con il tempo effonderà un calore buono. Ti viene sentenziata una malattia mortale...non temere, soltanto abbi fede nel credere che non c'è nulla di straziante sotto questo cielo che non possa partorire un esito radioso.

1814
Io credo che l'ideale icona del regno dei Cieli che campeggia nell'immaginario di ogni cristiano, per risultare credibile ed ambire alla perfezione paradisiaca debba essere svincolata dai due pilastri dell'attuale asservimento terreno: lo spazio ed il tempo...le due funzioni che compongono la struttura quadridimensionale dell'universo. Il tempo verrà rimosso dal suo trono, non per mano di un agente esterno che ne determinerà l'uscita di scena, ma cesserà di essere in virtù della riconquistata incorruttibilità della materia. Dunque il tempo resterà tale e quale, ma non avrà più il potere di deteriorare. Per gettare luce sull'annientamento dello spazio dobbiamo ricorrere ad una sentenza di Paolo..."perché Dio sia tutto in tutti". Anche lo spazio resterà tale ed anche in questo caso non servirà un buttafuori per liberarsi del giogo che ha contribuito a renderci la vita infernale. Sovrabbondando in ogni essere vivente la pienezza della divinità, sgravati da ogni pesantezza, alla velocità del pensiero si potrà annullare ogni distanza.

1815
"Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti" (Lc 16,25)
In questi ultimi tempi mi capita di guardarmi intorno e prendere atto di quanto la vita sia stata crudele con certe persone...con certe famiglie. Malattie, separazioni, negazione di gioie dispensate a tutti...lutti. A questo punto dovrebbe venirci naturale ringraziare il Signore per averci preservato da simili catastrofi pregandolo di soccorrere i malcapitati. Invece io mi sento di rimproverarlo per l'imbarazzo e la vergogna che provo nel sentirmi privilegiato quando passo loro accanto e mi chiedo...perché tanto accanimento? E' forse il conto da saldare per i peccati dei loro antenati, oppure il caso ha preso il sopravvento spingendosi fino all'estrema periferia della sventura? Forse si, forse no, forse un po' e un po'...ma il fatto che le loro vite siano un inferno, stando a quanto dice Gesù, è segno di elezione. Dunque li invito a non perdersi d'animo perché se fossero destinati al fuoco eterno Dio non sarebbe tanto crudele da negare loro uno spicchio di paradiso in questo mondo. Le tempeste di dolore che si sono abbattute sulle loro esistenze altro non sono che imponenti sollecitazioni ad alzare gli occhi al cielo.

1816
"Io sono la verità" (Gv 14,6)
"senza di me non potete fare nulla" (Gv 15,5)

Oggi grazie ai mass media le notizie viaggiano a velocità supersonica e gli amanti della giustizia con il conforto di pochi click hanno la possibilità di smascherare il carico di menzogne attraverso le quali il sistema ci sottomette. Tutti i potentati economico-finanziari passati al setaccio dall'incrociarsi ossessivo di miriade di voci altisonanti...e denunciate capillarmente le loro trame. Eppure nonostante il veritiero sia quotidianamente messo in vetrina il mondo non migliora, anzi si ha l'impressione che si ottenga un effetto inversamente proporzionale. Più si getta luce per mettere a fuoco la verità, più il potere delle tenebre si rafforza...inibendone a livello collettivo la presa di coscienza. E' una cosa assai strana che si veda il male così bene, ma non si riesca a fare nulla per limitarne i danni! E' una cosa assai strana che con l'estendersi della genialità alle intelligenze delle fasce meno abbienti, in materia di etica si diventi sempre più ignoranti! E' una cosa assai strana che in un paese dove dilaga il dissenso, sia impensabile compattare una fazione politica capace di entrare in Parlamento! Sono cose assai strane, ma a mio modo di vedere perfettamente logiche qualora le si guardi dal versante spirituale. Chi combatte in nome della verità senza riconoscerne la paternità, si metta il cuore in pace che tanto Dio gli metterà i bastoni fra le ruote.

1817
"ci hai creati per Te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te"
Io credo che questa sentenza di sant'Agostino specifichi in maniera inequivocabile il senso della vita, lasciando intendere che ignorando l'equazione ci si espone al fallimento dei fallimenti. Negli ultimi decenni l'emisfero della politica si è talmente affollato di esperti in gestione dell'umanità da far prevedere a breve il parto di un mondo perfetto. Nel corso dei secoli ci avevano provato in tanti a preconizzare un apparato amministrativo capace di colmare, non solo le necessità primarie dei popoli, ma addirittura di felicità i cuori dei singoli. Lo hanno fatto Platone, Moro, Macchiavelli, Comenio, Campanella, Hobbes, Fichte, tanto per citarne alcuni, attraverso la pubblicazione di eccellenti libri...ed ultimamente gli attuali governanti abbozzando atroci alchimie di scarabocchi. Se anche fosse possibile mettere in pratica per filo e per segno quanto sapientemente dettato dagli autori, a mio avviso non potremmo godere dei suoi benefici per più di un secondo! La condotta dell'uomo ci ha insegnato che più si ottiene e più si vuole ottenere, che i desideri mutano in continuazione, che la noia plana dopo un solo giorno uguale all'altro, che ciò che oggi piace domani non si apprezza. A questo sciame di debolezze congenite che da sole basterebbero a minare le fondamenta del più sano dei progetti, vanno aggiunte l'opera di Dio tesa a frenare ogni cosa fatta senza il suo benestare e la fantasia del diavolo sguinzagliata ad accelerare quanto l'uomo può concepire di male.

1818
"Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto" (Mt 1,18-19)
La vicenda di Memo Remigi brutalmente cacciato dalla Rai per aver profanato la dignità di una signora nella maniera più volgare, mi ha fatto venire in mente questo passo del vangelo. Anche Giuseppe si era trovato a dover governare una situazione simile alla notizia che la sua promessa sposa era rimasta incinta, ma al contrario dei vertici di viale Mazzini, quale parte lesa ha avuto la delicatezza di congedarla in segreto per non esporla al pubblico ludibrio. A Maria, qualora fosse stato confermato il suo peccato non si sarebbe potuta concedere alcuna attenuante, ma io credo che al cantante ed autore...qualche elemento a discarico sia doveroso riconoscerlo. L'età molto avanzata, il trovarsi in un ambiente nel quale la sovreccitazione degli spiriti è altamente contagiosa, la quotidiana dose di pillole che prendono tutti gli anziani e possono aver velato la sua lucidità, il tallone d'Achille della debolezza carnale che al cospetto di tanta sovrabbondanza ha alzato bandiera bianca. Qualcuno ha cercato di giustificarlo accampando l'involontarietà del gesto, io invece trattandosi di materia grave non sono per l'assoluzione, piuttosto parlerei di manata colposa. E per salvaguardare l'onorabilità della sua famiglia lo avrei condannato a tornare a casa di nascosto con la coda fra le gambe, invitandolo a guardarsi, non più come un uomo di mondo...ma come un nonno.

1819
Quando spiritualmente si è alla frutta, quando si è sprofondati nella notte oscura della fede, quando non si sa più cosa dire fare o pensare, quando si è stanchi di raccomandarsi e di gridare, quando della burocrazia delle parole si sperimenta tutta l'impotenza, quando anche il Padre Nostro diventa una pedante filastrocca...allora non restano che tre maniere per perforare l'orizzonte della desolazione onde approdare nell'aldilà. Pregare cogli occhi...levando lo sguardo verso il cielo, pregare con le mani...congiungendole sul petto, pregare con il cuore...esalando sospiri mutilati di fervore.

1820
"perdonate e vi sarà perdonato" (Lc 6,37)
Pochi giorni fa sono rimasto sconvolto nel sentire una mamma perdonare il ragazzo che poche ore prima aveva ucciso sua figlia, investendola mentre guidava ubriaco e drogato. Una reazione insana che a mio avviso vuole spacciarsi per virtuosa, una reazione agli antipodi di quella che dovrebbe scaturire da un cuore colto all'improvviso da un diluvio universale di dolore...il linciaggio! Dunque un perdono incosciente e di nessun valore che umilia i faticosissimi percorsi di redenzione necessari per comprenderne le ragioni, forse determinato dall'essere stata catapultata dentro un tourbillon mediatico che l'ha espropriata della personalità e costretta a voler fare quello che la prassi impone. Senza risalire alla causa che l'ha innescato non è possibile perdonare un eccidio del genere. Ti ubriachi...e sai che ti allontani dalla realtà, ti droghi...e sai che sprofondi nell'incoscienza, poi come se non fossi stato abbastanza spericolato...ti metti pure al volante! Io genitore della vittima ti sbrano con le mie mani, ti riduco in polpette a furia di addentarti, poi ti butto nel cesso e tiro lo sciacquone. Perdonare non dev'essere solo un atto d'amore, ma la risposta attraverso la quale avalliamo la volontà di Dio per riconnetterci al suo disegno...che alla luce delle dinamiche salvifiche ha ritenuto la disgrazia indispensabile.

1821
L'oltretomba del gossip rivela un indicatore che evidenzia impietosamente quanto l'ago della bussola atto a segnalare lo stato della coscienza morale attuale, sia prepotentemente orientato verso il disfacimento. Alcune influenzer con milioni di follower che per astuzia, potenza seduttrice ed avidità sono da considerarsi voragini infernali...per pubblicizzare un prodotto su Instagram per 24 ore chiedono dai sei ai dodicimila euro. A stupire non è tanto l'esorbitante cifra richiesta e neppure la quantità di zombie che le seguono...quanto le si ritenga, pur essendo cadaveri in putrefazione, eccellenti veicoli a cui sposare la propria immagine. Questo comporta, nella migliore delle ipotesi che la gente sia diventata talmente incapace di distinguere il bene dal male da abbandonarsi senza riserve agli assurdi dettami del costume imperante...nella peggiore, che sia pienamente cosciente della scelta e con tutto il cuore vi aderisca a testa alta.

1822
Gli stati islamici con le loro leggi di matrice religiosa sono riusciti a rallentare il disfacimento morale conservando una parvenza di pudore, seppure a volte messa alla gogna da eccessi ingiustificabili. Trovo virtuoso che una nazione, nonostante le condizioni avverse generate dall'imbarbarimento evolutivo, sia riuscita a conservare una sensibilità spirituale che le consente un minimo di ancoraggio all'emisfero trascendente...ed estendere il timore di Dio al timore dello Stato. Di qualcosa o di qualcuno dobbiamo pur aver paura, per non scivolare nella presunzione di essere onnipotenti e procedere a tutta velocità nella notte a fari spenti. E trovo esemplare, seppure inapplicabile, che si possa arrivare a perseguire penalmente un individuo perché nemico dell'Altissimo. Faccio notare che nei paesi musulmani sono in vigore gli stessi principi etici che governano il regno dei Cieli: ordine, disciplina ed una costante opera di annientamento della seduzione, diffusasi all'inverosimile nel tessuto sociale...che funge da innesco ad ogni sorta di depravazione. Ma questo è il tempo in cui ogni cosa è chiamata a tendere al suo compimento al fine di manifestare la propria appartenenza, il bene o il male...ed incamminarsi verso il paradiso o l'inferno. Dunque pur ritenendo sacrosanti alcuni loro precetti volti a contenere il moltiplicarsi dell'iniquità, è giunta l'ora di spalancare le porte alla demonocrazia ed abolire le restrizioni per permettere a tutte le libertà di scorribandare dentro i cuori.

1823
Oggi mi permetto di fare un appunto ad uno dei maggiori predicatori emergenti in ambito cattolico, don Luigi Maria Epicoco, autore di mirabili sermoni. In uno degli ultimi commentando la parabola dei talenti fa a mio avviso un'associazione indebita. Con il collante della paura aggrega l'uomo che aveva nascosto il suo talento alle vergini chiamate ad andare incontro allo Sposo, convinto che i cristiani dell'ultima ora debbano essere attraversati da questo sentimento e dando per scontato che non viviamo nell'Apocalisse, ma in un tempo ordinario. Lo fa per giustificare il proprio atteggiamento e quello di gran parte della cristianità nei confronti della fine del mondo, invitando a sorvolare su quei segni dei tempi deputati ad annunciarla...come se cercare di vedere oltre sia un capriccio da appassionati del fantasy e non un precetto raccomandato nel vangelo. Da persona scrupolosa quale dovrebbe essere ogni persona deputata ad insegnare, sono convinto si sia posto il capitale dilemma ma vista la discordanza di responsi che si può ricavare nell'attuale panorama escatologico, avrà ritenuto impossibile trovare il bandolo della matassa e si sia accontentato di scivolare nell'ovvio additando la via del compromesso. Da tale caduta si può risalire alla vera natura della sua vocazione, dal fatto che ritenga la fine del mondo un evento tragico e non liberatore, che lo percepisca da esorcizzare piuttosto che da bramare ardentemente...si comprende che ha abbandonato il piccolo gregge per assumere il ruolo di falso profeta. Lasciando intendere che incute spavento, senza saperlo confessa quanto le sue radici siano penetrate nella terra e le sue ali per nulla disposte a spiegarsi verso il regno dei Cieli, avendo qui trovato un paradiso niente male ed una platea intenta ad adularlo. Temo che il culto della propria immagine lo abbia accecato fino al punto di non fargli notare che la fine del mondo coincide con il ritorno di Gesù nella gloria e dunque debba suscitare nel discepolo, non terrore, ma gioia per l'incontro con il Salvatore.

1824
"Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo" (Mt 24,15)
Il più grande enigma da svelare del nostro tempo in ambito religioso credo sia quello di individuare cosa o chi sia l'abominio della desolazione, poiché la sua entrata in scena darebbe il riferimento temporale per interpretare gli avvenimenti dell'Apocalisse...ammesso che non sia operativo fin dai primi secoli del cristianesimo e dunque intessuto nella realtà ecclesiale rendendosi in tal modo non semplice da individuare. E' appurato che la suddetta definizione tanto dispregiativa che oggi potremmo rendere più compiutamente con "il vertice della ripugnanza più oscena"...sia deputata ad identificare la materializzazione dell'idolo collocato nel Tempio per essere adorato al posto di Dio. Si possono riconoscere in tale veste le statue della madonna e dei santi, le immagini del falsi cristi delle apparizioni quali il Gesù misericordioso, ultima arrivata la statua di Pachamama, aggiungerei quei sacerdoti che pontificano dall'altare più per farsi adulare che per testimoniare...ed infine una figura divenuta estremamente ambigua come quella del Papa. Sul banco degli imputati finisce il supremo inganno nelle sue manifestazioni canoniche, se non fosse che oggi il cristiano non rende il culto solo agli idoli del panorama spirituale, ma anche ad una serie di feticci laici inerenti la sfera materiale...fra i quali svettano l'arrivismo, il benessere, il culto dell'esteriorità. Ed allora temo che nessuno potesse prevedere che la situazione sarebbe degenerata fino al punto di espropriare del titolo di abominio della desolazione l'idolo...per consegnarlo all'idolatra.

1825
"ma guai a voi ricchi" (Lc 6,24)
"Procuratevi degli amici con le ricchezze ingiuste, perché quand'esse verranno a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne" (Lc 16,9)
Ho proposto il primo dei due versetti, non per intimidire chi ama e possiede il superfluo, ma per mettere in luce la valenza che viene ad assumere nella circostanza più temuta...in vista della morte. Questo al fine di destare la percezione dell'estrema minaccia che la sovrabbondanza rappresenta per la nostra sorte eterna. Ed il secondo per indicare la possibile via di salvezza. Non appena si oltrepassa il limite di beneficiare di più del necessario per vivere, si cominciano ad accumulare quelle disoneste ricchezze messe al bando dal vangelo, nel novero delle quali rientrano anche le guadagnate onestamente con il sudore della fronte. Dunque ad un passo dall'essere costretti a separarci da quanto di più prezioso ci appartiene, alla luce della fede si presenta un problema risolvibile soltanto prendendo il toro per le corna. Per rendere l'idea...è come se avessimo fatto una rapina in banca e con la polizia alle calcagna, senza più via di scampo fossimo costretti a gettare i mazzi di banconote in un cassonetto della spazzatura per avere una speranza di farla franca. Oppure...come se obbligati a fuggire in aeroplano con il nostro patrimonio di lingotti d'oro, a causa d'un guasto ormai prossimi allo stallo, fossimo costretti a scaricare il pesante fardello per alleggerire il carico ed avere la speranza di non schiantarci sulla terraferma. Ed allora quando non ci resteranno che pochi mesi di vita, raccattiamo in fretta a furia quanto abbiamo saccheggiato, cerchiamo le realtà più disperate e prima che sia troppo tardi...facendo il bene liberiamoci delle catene.

1826
La partita di calcio dei mondiali fra Stai Uniti ed Iran è stata percepita dalle due nazioni, più come la battaglia decisiva di una guerra politico-religiosa, che come competizione sportiva. Da una parte il Grande Satana, termine con il quale l'islamismo identifica la punta di diamante della perversione occidentale, dall'altra coloro che si sentono i paladini della versione più ortodossa dell'Onnipotente. Sul campo hanno vinto di misura gli americani, ma a mio avviso ad uscirne sconfitto non è stato solo il paese delle mille e una notte...è stata la credibilità di Allah a subire una vera e propria disfatta. In questi giorni la governance musulmana toccata nell'orgoglio, ha assunto atteggiamenti talmente ignominiosi da radere al suolo la speranza che un alito celeste possa ancora vagabondare in Persia. Alla luce della fede i due contendenti sono risultati figli dello stesso dio, frutti dello stesso albero, modelli impastati con lo stesso fango da ogni singola anima che ha assunto per padre il diavolo! Ciò che impedisce di riconoscersi fratelli sta nella suprema peculiarità della natura demoniaca...l'incapacità di non odiare i propri simili.

1827
Ieri è stata clamorosamente eliminata dal mondiale nella fase a gironi la Germania, proprio come quattro anni fa...un'ecatombe pari solo a quella dell'Italia che non si è neppure qualificata. Gli addetti ai lavori si stanno avventurando in minuziose analisi sul piano squisitamente agonistico per determinarne le cause, lo spogliatoio è spaccato e volano gli stracci negli incroci di un conflitto che ha messo tutti contro tutti, ma io credo che la radice del fallimento sia da ricercare in tutt'altro ambito. Ho visto gli spezzoni di molte partite e la cosa che maggiormente mi ha colpito è stata la mancanza di passione di alcune squadre in situazioni nelle quali si richiedeva di tirare fuori gli attributi...e cosa può stimolare più di un evento di tale portata mediatica! Ho riscontrato tale astenia oltre che nella Germania, nel Belgio, nel Galles, nella Danimarca ed in proporzioni invalidanti nella Polonia...forse perché ulteriormente debilitata nel morale dalla vicinanza della guerra. Al contrario il Giappone, l'Iran, l'Arabia Saudita, l'Australia, il Marocco ed il Senegal, a prescindere dai risultati ottenuti...hanno palesato vivacità da vendere e orgoglio assetato d'imprese eroiche. La radiografia mostra che le squadre malate sono tutte di stanza in Europa, laddove da decenni viene convogliata un'immigrazione artificiosa...mentre alcuni bacini extraeuropei risparmiati da tale flagello godono di ottima salute. E' stato avvilente vedere l'icona teutonica svuotata di quegli attributi, patrimonio del loro dna, che hanno permesso a tanti suoi figli di eccellere in genialità, forza, determinazione, capacità organizzativa...per ritrovarsi ora rappresentati da una massa inconsistente di zombie incapaci di graffiare. Non vorrei sconfinare nell'eresia se affermo che il malessere di queste formazioni ha matrice politico-religiosa ed altro non siano che i primi effetti sul fronte sportivo del piano Kalergi...piano che prevede il mescolamento delle razze al fine di creare un esemplare d'uomo senza più eccellenze in maniera di renderlo facilmente manipolabile. Il prototipo dell'etnia tedesca è stato sicuramente il modello più alto d'identità nazionale in circolazione negli ultimi secoli e dunque il più temuto dai pionieri del mondialismo che ora grazie al suo tracollo s'illudono d'aver vinto.

1828
Io credo che il più grande desiderio di ogni genitore che si trova a dover gestire un figlio adolescente sia quello di poter vigilare su di lui continuamente. Questo al fine di acquisire la possibilità di difenderlo da una realtà che ha moltiplicato a dismisura le sue insidie...in una fascia d'età nella quale risulta irrisoria la capacità di opporsi a quanto di nocivo offre la piazza. Poter controllare gli amici che frequenta per sapere se rischia di essere avviato al vacuo vizio del fumo, condotto a poco a poco alla perniciosa dipendenza dai sollazzi dell'alcool, indotto all'uso dei demenziali stupefacenti. Poi avere accesso al suo universo virtuale laddove è fin troppo facile venire adescati per essere spinti nelle trappole più impensate. Infine incarnare le sue debolezze per crocifiggere i venditori di svago che incatenano le anime deliziando il palato. E chiamare questa costante ed amorosa operazione di monitoraggio assistenziale...pulizia morale.

1829
"quelli che amo io li riprendo" (Ap 3-19)
Ho sempre pensato che l'uomo sia una bestia feroce e quotidianamente ne ricevo conferma. Per quanto lo si leghi alla catena, gli si metta la museruola e lo si addestri alla mansuetudine...in tempi di carestia finisce per sfogare l'aggressività repressa contro qualsiasi bersaglio appetibile che passa. Ne sanno qualcosa le donne, i gay, i neri, i disabili, gli anziani, i deboli...che finalmente dopo tante battaglie cominciano a venir rispettati come esseri umani e non come avanzi. Troppo bello se si fosse riusciti a contenere o quanto meno canalizzare verso obiettivi inanimati il frutto di tante interiorità malformate, purtroppo tocca prendere atto che non potendo più discriminare le categorie difese a gran voce dalla piazza...se la prendono con chi non è di bella presenza. Tanto per citare qualche esempio l'ex ministro Brunetta, l'ex ministro Speranza ed ultimamente la candidata alla segreteria del PD, Eddy Schlein...che peraltro a me sembra una bella ragazza. Questa crociata contro la bruttezza sa tanto di bullismo della specie più riprovevole e per quanto possa sembrare innocua la trovo devastante per chi la subisce, per chi ne prende visione e soprattutto per chi la attua. Mettiamoci nei panni della vittima per percepire lo sconforto di venir attaccata con colpi talmente bassi da insinuare il pensiero di suicidarsi. Mettiamoci nei panni dei genitori per avvertire la lacerazione che ci avrebbe attraversato se al suo posto ci fosse stato un figlio nostro. Infine mettiamoci nei panni di chi stima ragguardevole la statura intellettuale di quanti nei commenti si abbandonano al demenziale, per comprendere quanta fatica si faccia per non farsi cadere le braccia.

1830
"A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà" (Lc 12,48)
Quando muoiono i cristiani il giudizio a cui vanno incontro può assumere due pesi e due misure. I fedeli dovranno rispondere in base ai talenti ricevuti e nel caso fossero stati in numero massimo, molto sarà loro richiesto. I pastori invece si trovano in una condizione decisamente più rischiosa, in quando dovranno rispondere della sorte eterna di ogni singola pecora loro affidata. Questo ho pensato alla notizia della morte di Benedetto XVI ed alla pubblicazione di un suo scritto in vista dell'incontro con il Giudice Supremo, scritto nel quale si mostrava serenamente fiducioso. Mi sono chiesto se la serie di vicissitudini che hanno attraversato il suo sofferto pontificato fino alle clamorose dimissioni, siano state in linea con le aspettative del vangelo? Se la rinuncia fatta passare come un atto d'amore verso la Chiesa, non sia stata al contempo un abbandono del gregge che il giorno della sua elezione si era assunto l'onere di guidare...e avrebbe dovuto difendere fino al martirio piuttosto che tirarsi indietro.

1831
"Prima che Abramo fosse, IO SONO" (Gv 8,58)
"Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14,6)
"Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato" (Gv 10,9)
"Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà" (Gv 11,25)
"Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre” (Gv 8,12)
"Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore" (Gv 10,11)
"Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto" (Gv 15,5)
"Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà mai più sete" (Gv 6,35)
Alla faccia della modestia...Gesù sembra detenere il primato mondiale della megalomania. Nessuno si è mai stimato tante cose e tutte superlativamente eccelse...neppure Giulio Cesare, Napoleone, Hitler, io credo abbiano sentito l'esigenza di manifestare la propria onnipotenza attraverso una così diffusa onnipresenza. Ci mancava solo che la sua natura umana, al fine di esaltare all'inverosimile quella divina, avesse fatto precedere le sette incarnazioni dal canonico...lei non sa chi sono io? E poi a seguire...Io sono la via, io sono la verità, io sono la vita, io sono la porta, io sono la risurrezione, io sono la luce, io sono il buon pastore, io sono la vite, io sono il pane...io sono, io sono, io sono. Il primo IO SONO passi...è la certificazione della propria divinità e non possiamo che inchinarci al cospetto della suprema verità! Gli altri sette invece, dopo l'immediata percezione di sentir battere sempre sullo stesso tasto...ci spiazzano riportando il fiume della nostra presunzione nel suo alveo. Ci spiazzano non appena prendiamo atto che di volta in volta all'enunciato fa seguito una dritta che rivela all'uomo la via della salvezza.

1832
"Quando pregate, non moltiplicate le parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole" (Mt 6,7)
Stamattina all'improvviso questo passo mi ha svelato un'incongruenza che mi ha messo di fronte ad una verità tanto tremenda quanto obliata nei santuari della coscienza. Gesù ci indica una regola di discernimento che segna lo spartiacque fra i veri adoratori di Dio e gli sconfinati nel paganesimo: pregare moltiplicando le parole, non solo allontana dalla corretta manifestazione del culto, ma trasforma i cristiani in idolatri. Questo perché in questo tempo in cui le potenze dei cieli sono sconvolte, si viene intercettati dagli spiriti maligni che operano sulle basse frequenze del soprannaturale, spiriti che si prodigano per esaudire i desideri dei nostri cuori di carne...al fine d'impossessarsi delle nostre anime. E chi più dei cattolici si rendono colpevoli di questa criminosa deformazione attraverso una serie di suppliche che non rispondono ai dettami del cielo...suppliche in gran parte dettate dai falsi cristi e dai falsi profeti che si celano sotto le vesti della madonna e dei santi. Fra le pratiche devozionali in abominio a Dio svetta il rosario, una stucchevole cantilena da parte di chi crede di venir esaudito in virtù della capacità di sgranare quattro maratone al giorno, una per ogni mistero...e chissenefrega se il vangelo dice l'esatto contrario!

1833
"L'amore per il denaro è la radice di tutti i mali" (1Tm 6-10)
Con la cattura di Matteo Messina Denaro molti s'illudono d'aver sradicato la cellula più cancerogena della piaga più sanguinosa della nostra società. Se andiamo ad analizzare le dinamiche della sua evoluzione ci accorgiamo che negli ultimi decenni il fantasma della sua presenza si è diffuso in maniera capillare andando a contagiare le fibre più intime di ogni tessuto sociale adibito a salvaguardare l'integrità morale. La mafia è nata in Sicilia nei primi decenni dell'ottocento alimentata dalla povertà che opprimeva la popolazione e favorita dalla latitanza delle Istituzioni. In un simile scenario poteva anche avere una sua giustificazione rivendicare il diritto di sottrarre ai ricchi per permettere la sopravvivenza dei poveri, ma siccome i comandamenti sono sacrosanti anche in dette circostanze non ci si poteva aspettare altro che le cose andassero di male in peggio. Così è penetrata in tutti i comparti del vivere incarnandosi nei modus operandi del potere che ha reso legittimo abusare di quanto costituzionalmente si poteva legalizzare. Dunque si è passati dal delinquere per la necessità di vivere al delinquere per la brama di arricchire ed oggi, in una fase di costante recessione...al delinquere per difendere con le unghie e con i denti un sistema che permette di perpetuare l'opulenza dell'occidente. Le vittime dapprima furono i benestanti siciliani e i mafiosi gl'indigenti, poi le vittime sono diventati i cittadini italiani e mafiosi i politicanti. Ora che per alimentare le nostre depravazioni siamo costretti a prosciugare le risorse umane dei paesi moribondi, le vittime non sono i migranti, ma i crocifissi a restare nei loro inferni e mafiosa ogni coscienza che professa l'ipocrisia dell'accoglienza!

1834
"Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua! (Mt 11,20-24)
Io credo che quando Gesù pronunciò queste parole si trovasse in uno stato di profonda prostrazione emotiva, dovuto alla mancata risposta del popolo di fronte ai miracoli che andava operando affinché credessero...e temo che abbia dovuto fare uno sforzo sovrumano per non incenerire tanta sterilità intorno a sé. Quindi immaginiamolo tremendamente arrabbiato ed allo stesso tempo tremendamente avvilito, un mix da indurre a lasciar perdere tutto e mandare tutti a quel paese, stato d'animo che è dato di sperimentare a chi testimonia con passione la propria fede. Oggi paradossalmente ci troviamo nell'identica situazione, però capovolta. Allora a beneficio degli ostinati era stato esibito il campionario dei miracoli più incredibili, era stato messo in piazza il frutto più appetibile del bene. Oggi al contrario abbiamo davanti agli occhi il frutto più osceno del male ed ahimè, non si coglie in giro un'adeguata indignazione come sarebbe naturale aspettarsi, ma solo una patetica rassegnazione a volersi perpetuare nella mediocrità interiore. La politica è uno schifo, la religione è uno schifo, la famiglia è uno schifo, la giustizia è uno schifo, la televisione è uno schifo, il festival è uno schifo, il calcio è uno schifo ed questi giorni pure il tempo è uno schifo...ed allora mi chiedo come si possa, di fronte a tanta indecenza, non alzare gli occhi al cielo con la fervente speranza che quanto meno Dio esista?

1835
"il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate" (Mt 6,8)
In questa sentenza si nasconde una prescrizione che passa del tutto inosservata al cristiano del nostro tempo e dunque puntualmente disattesa. A causa di questa inadempienza risultano vane quasi tutte le preghiere. Gesù, usando la parola "bisogno" mette dei precisi paletti per delimitare il lecito da domandare...ridimensionando drasticamente le nostre aspettative fino al punto di condurle sul piano delle estreme necessità. Se poi nel "Padre nostro" andiamo a verificare in quali generi di elargizioni possiamo sperare...prendiamo atto che sono tempi duri per i nostri vacui desideri. Dio ascolta le nostre preghiere, poi apre il fascicolo dove sta scritto ciò di cui abbiamo bisogno e non trovando voci di natura materiale, ma solo spirituale...preso atto che le pretese avanzate ricadono nei registri del deleterio, per non accelerare la nostra rovina non ci prende sul serio. Il solo beneficio che qualora implorato ci verrebbe immediatamente corrisposto è un consistente arricchimento della qualità della nostra fede, non per farne sfoggio a destra e a manca...ma per recuperare la vista.

1836
"Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera" (Lc 12,51-53)
Questo brano porta grande scompiglio negli equilibri delle dinamiche spirituali in quanto Gesù dice di appropriarsi del principale ufficio in dotazione al diavolo, la facoltà di dividere al fine di seminare zizzania e spaccare le famiglie. E' curioso notare che gli antagonisti in tutte e tre gli esempi citati siano dello stesso sesso ed immagino non per caso. Forse anche noi esseri umani funzioniamo come ogni altra particella dell'universo quando veniamo privati del sostegno della ragione e dunque finiamo soggetti alla legge di Coulomb: "due cariche elettriche dello stesso segno si respingono, mentre due di segno opposto si attraggono". Probabile sia così e che allora i rancori sorgano spontaneamente senza contributi esterni per infiammare gli animi. Due persone dello stesso sesso si respingono, mentre due di sesso opposto si attraggono...ben inteso quando hanno in comune un patrimonio intimo. Ma nel caso di "suocera contro nuora e nuora contro suocera" c'è una variante che incide pesantemente sul rapporto, la presenza di un oggetto del contendere. Dall'atteggiamento del malcapitato che viene a trovarsi sulla linea di fuoco fra la madre e la moglie dipende la virulenza del conflitto...e siccome non si possono servire due padroni si finisce tutti e tre per soccombere. Tuttavia per comprendere la genesi di certi attriti occorre prendere atto di un dato fondamentale che se si trascura si finisce per apostatare dalla verità...quanto la donna sia morbosa nell'amare! E tale peculiarità determina le condizioni ideali perché sorgano i dissidi. Allora non è più una questione di chi ha torto o ragione, ma di demoni che scorrazzano nei cuori. Messa a fuoco la natura del disturbo esiste un solo medico ed una sola cura capace di ripristinare l'ordine. Il figlio ed il marito, costretti a convivere nel cuore di due donne che si guardano in cagnesco, possono ritrovare nel discepolo di Cristo compattezza in nome di un'autorità infinitamente superiore. E forti del suo spirito senza effondere soffio, pronunciare sillaba, battere ciglio o muovere dito...possono compiere il miracolo di spegnere l'inferno che tutti abbiamo dentro.

1837
Ieri sera guardando il festival di Sanremo mi sono reso conto di quanto il nemico del genere umano abbia affinato la sua tattica ed operi in maniera irrintracciabile per rendere il messaggio cristiano inutilizzabile...il solo che gli toglie la pace. Stavolta è entrato a gamba tesa nel cuore del suo problema, mettendo fuori uso lo strumento attraverso il quale Dio si è manifestato all'uomo...la parola. Non più battaglie sul campo della dialettica mirate a delegittimare le verità di fede, ma una trovata geniale estratta dal cilindro della più sottile perversione e destinata a dare il colpo di grazia alla rivelazione...il blackout della comunicazione! I cantanti, i conduttori, le vallette, gli ospiti, per scolpire i loro verbi nei cuori mandano messaggi attraverso gli abiti che indossano, i tatuaggi che ostentano, i piercing che scintillano, gli atteggiamenti che assumono, i gesti che compiono. Stanno cambiando l'alfabeto ed a breve nessuno sarà più capace di divulgare il pensiero spifferando il fiato. Quanto sia vero lo ha testimoniato Blanco a cui sarebbe bastato ricorrere al labiale per segnalare il guasto, invece sfasciare tutto gli è sembrato il percorso più naturale convinto che avesse il diritto di parlare.

1838
"Se la Bellezza avesse un'anima nel cuore della pupilla io la cercherei, se una Verità dovessi portare ad esempio questo pensiero ti citerei"
Qualche anno fa ispirato da una prodigiosa effusione della grazia concepii questa massima, considerazione che mi era sembrata molto affascinante, ma poco attendibile. Testimoniavo una verità pretendendo di autenticarla attraverso lo sfolgorio di un'illusione priva d'ancoraggio alla trascendenza...dal momento che usando il condizionale negavo implicitamente l'onnipotenza di un'anima a sostenere la propria esteriorità. Sconfessato il palpito interiore di tanta magnificenza ho potuto confinarla nel campo dell'estetica...non senza prima spogliarla della dignità spettante alla sua corposa antagonista. In ambito filosofico stanno crescendo i proseliti che dall'ateismo si convertono all'eternalismo...fratellastro minore dell'eternità. Gli studiosi hanno spinto in quella direzione la propria frustrazione per cercare un'improbabile mediazione fra il nulla che è duro da accettare e quel tutto che rivendica il diritto di dettare legge. Potremmo considerarla una dottrina ottenuta dalla purificazione ontologica del cristianesimo, nella quale procedendo per assiomi concettuali ci si spinge fino al punto di riconoscere l'immortalità della coscienza...e dunque rendere plausibile l'embrione di un'idea della vita eterna. Questo preambolo per dire che finisce nell'inganno chi pone la bellezza come motore di ricerca della verità, innalzandola a stella cometa del proprio pellegrinaggio terreno e credendola capace di partorire la massima espressione del genio.

1839
"A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!" (Mt 25,1-2)
La parabola delle vergini nella sua apparente semplicità è di una complessità inimmaginabile! Non vengono tirati in ballo che pochi elementi, eppure quando cerchi di far quadrare i conti sfugge sempre qualche dettaglio che ti costringe a rivedere il mosaico. Dopo secoli di macerazione intellettiva sono riuscito a dare un senso ad ogni sua istanza, tranne che per un piccolo particolare che per quanto lo rigiri non vuole proprio tornare. Non appena credi di essere sul punto di sciogliere l'ultimo nodo e risolvere l'ultimo dubbio al fine d'essere trovato pronto, saltano gli equilibri che avevi concordato fra gli elementi: le lampade, l'olio, i piccoli vasi, i venditori, la cronologia del succedersi degli eventi...e ti ritrovi daccapo. Allora per uscire dallo stallo ho pensato che Gesù in occasione del suo ultimo atto sia stato volutamente approssimativo...per fare in modo che nessuna vergine si svegliasse prima del grido.

1840
Quando si discute dell'esistenza di Dio con i non credenti, dopo aver battuto tutti i sentieri della ragione, bussato a tutte le porte dell'intuizione, vagabondato per tutti i labirinti dell'immaginazione ed esser risaliti alle origini del primo atto della creazione, risolvendo l'annoso dilemma se sia nata prima la gallina oppure l'uovo...si finisce sempre nel medesimo vicolo cieco. E Dio chi l'ha creato? Oggi mi sono reso conto, quale avvocato difensore del tutto, che credere nell'esistenza del nulla...è altrettanto assurdo!

1841
"Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero" (Gn 3,7-8)
Il festival di Sanremo si rivela sempre più lo specchio fedele di una società nella quale è stata stravolta la moralità e per comprenderne i risvolti delle dinamiche operative...non si può che tornare alla radice del male. A quando i nostri progenitori mangiando la mela propiziarono la caduta ed in virtù dell'acquisita percezione del pudore furono indotti a coprirsi con delle foglie di fico. Oggi siamo andati ben oltre, ma nonostante sia stata varcata la soglia dell'irreparabile pare sia sopravvissuto un minimo di ritegno che richiama alla remota coscienza della colpa...inducendo alla vergogna. Al cospetto dell'onnipotente occhio mediatico i protagonisti della kermesse canora sentono la necessità di nascondere le loro oscenità e lo fanno con l'ausilio di tre foglie di fico. La prima è la crescente tendenza ad utilizzare pseudonimi attraverso i quali nascondono i loro veri nomi, condannando alla clandestinità i sigilli d'autenticità del cuore: Ultimo, Tananai, Madame, Mr Rain, Elodie, Lazza, Mara Saddei, Ariete, Levante, LDA, Rosa Chemical, Shari, Sethu, Will, Olly. La seconda foglia sono i vestiti e lo strascico di eccentrici ornamenti attraverso i quali cercano di nascondere la banalità del proprio vissuto quotidiano...per dare vita a tre minuti di burlesque dello straordinario. La terza foglia di fico sono le canzoni, tese a materializzare l'illusione di rappresentare il prodotto dei propri sogni...per nascondere l'atrocità di non essere mai stati tanto svegli!

1842
"Sia fatta la tua volontà" (Mt 6,10)
"Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate" (Mt 6,7-8)
"Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi" (Lc 18,1)
"Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito" (Rm 8,26-27)
Gesù ci ha dato alcune indicazioni per accostarci alla preghiera, per generare quell'energia vivificante che conduce alla comunione con Dio, tuttavia alcune connessioni sembrano oscure tanto da apparire in contraddizione. La prima indicazione sembra aprirci addirittura alla possibilità d'essere idonei alla sequela del vangelo pur senza dover proferir parola. Se aderiamo al "sia fatta la tua volontà" ci fidiamo ciecamente di chi governa il nostro destino con la ferma convinzione che sappia trarre il nostro bene da ogni situazione...quindi un silenzio compiacente potrebbe fungere da orazione. La seconda sembra corroborare quanto enunciato dalla prima, c'invita a non dilungarci nell'esporre le nostre esigenze fino a dare l'impressione di voler tagliare ulteriormente essendo a conoscenza di quanto abbisogniamo...e quindi dispensarci dallo sprecare il fiato. Nella terza c'è un'inversione di tendenza ed attraverso la parabola del giudice iniquo veniamo esortati a fare l'incontrario...a pregare sempre senza stancarci. Occorre rilevare che la motivazione può esser ricercata nella bontà del desiderio della vedova, che rispetto alle consuete istanze intrise di concupiscenze si pone in un contesto decisamente superiore, perseguire la giustizia...il più alto ideale per cui valga la pena di passare la vita inginocchiati davanti ad un altare. Nel sentiero che conduce alla salvezza umanamente non possiamo fare altro per inoltrarci nell'ignoto che rimane da esplorare, lo Spirito deve venire in nostro soccorso ed attraverso gemiti e sospiri gettare i ponti che ci permettono di andare avanti. In vista della destinazione si scopre che per procedere non sono più buone le parole e neppure gli aneliti, occorre una tensione sovrumana verso il cielo di tutte le nostre potenze...tensione che consente alla preghiera d'incarnarsi in ogni nostra operazione rendendosi incessante.

1843
"Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,3-4)
"Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,6)
"Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,17-18)
Queste tre sentenze di Gesù sono un pozzo di sapienza che rischia di non pervenire alle nostre coscienze se non vengono assunte correttamente. Voglio puntare l'indice su tre aspetti puntualmente ribaditi in ognuna delle tre esortazioni che ritengo d'importanza capitale: la figliolanza, la segretezza e la ricompensa. Riuscire a convincersi che Dio sia più nostro Padre che il Signore degli eserciti ci svincola dal subire la pressione di un'onnipotenza capace di annichilirci fino al punto d'impedirci di relazionarci da familiare a familiare. Che il nostro rapporto con Lui debba essere fondato su un'intimità inviolabile sembra essere la condizione prioritaria, per ben sei volte viene ribadito che ogni corrispondenza debba avvenire nel segreto. Vuoi perché è un Dio geloso per non essere riuscito a partorire che una scarsissima prole spirituale, vuoi perché da parte nostra si possa avere la certezza di godere il frutto di ogni nostra richiesta. La ricompensa temo sia l'ostacolo più arduo da superare poiché i termini della sua riscossione mettono alla prova la nostra fede. E allora deve spingersi fino al punto di considerare l'eventualità di non venir ricompensati nell'immediato e neppure nel lungo periodo...ma il giorno del giudizio.

1844
"Ecco, questa fu l'iniquità di tua sorella Sodoma: lei e le sue figlie vivevano nell'orgoglio, nell'abbondanza del pane e in una grande indolenza, ma non sostenevano la mano dell'afflitto e del povero. Erano altezzose e commettevano abominazioni davanti a me; perciò le tolsi di mezzo, quando vidi ciò" (Ez 49,50)
Si ritiene che la distruzione di Sodoma sia stata causata dal dilagare dell'omosessualità, ma in verità è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il profeta Ezechiele ci dà il quadro esatto della città della Palestina che si rivela molto simile al nostro attuale: troneggiavano la superbia, il benessere, la svogliatezza e la noncuranza verso chi versava nell'indigenza. Quando sul palcoscenico dell'Ariston ho visto Rosa Chemical baciare Fedez, ho avvertito la perfetta sovrapposizione delle due situazioni...con gli omosessuali diventati talmente sfrontati da arrivare a scandalizzare rivendicando il diritto di poterlo fare. Credo che in quell'attimo si sia superato il punto di non ritorno e molti di loro, fino ad allora timorati, siano stati conquistati dallo spirito immondo che scorribanda nei pride, passando da vittime della fragilità umana a carnefici della voluttà diabolica. Poco dopo l'assedio della casa di Lot da parte dei sodomiti che volevano stuprare i due angeli, Dio fece scendere fuoco dal cielo che incenerì tutti gli abitanti. Molti sono i segni che annunciano la fine del mondo e spero che come la degenerazione dell'omosessualità fu l'ultimo per Sodoma, lo sia anche per noi la bravata delle due star.

1845
"Se io dico all'empio: tu morirai e tu non parli per distogliere l'empio dalla sua condotta, egli morirà per la sua iniquità; ma della sua morte io chiederò conto a te. Ma se tu avrai ammonito l'empio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità. Tu invece sarai salvato" (Ez 33,8-9)
Questa sentenza pesa come un macigno sulla coscienza di ogni chiamato a testimoniare la verità, in primis sacerdoti e pastori. Dio ci comunica che per quanto possiamo condurre una vita da santi, se omettiamo di fare il lavoro sporco della missione salvifica imbavagliando il profeta che in noi è stato suscitato per adempiere a tale compito...faremo la fine peggiore che si possa immaginare senza aver fatto nulla di male. A volte penso, ma chi me lo fa fare di scagliare invettive contro tutti: percuotere gli empi, tartassare gli stolti, riprendere i peccatori...con il rischio di rendermi insopportabile e farmi acerrimi nemici? Non è certo un piacere, ma la risposta ad una minaccia che per il mio bene mi consiglia di fare il mio dovere attraverso un atto d'amore. A puntare l'indice a destra e a manca il discepolo dunque ci guadagna...di non rimetterci la vita eterna!

1846
"Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo" (1Gv 2,15-16)
Ogni volta che affondano i barconi e si fa la conta dei morti, nei salotti mediatici dell'erudizione si tornano ad analizzare le cause dell'immigrazione. Si cercano i colpevoli con grande profusione di sentimentalismo, ma dopo i funerali, si torna alla normalità del far west sopra mari. Sul banco degli imputati finiscono i ministri, la guardia costiera, gli scafisti, i paesi che li lasciano partire e nel caso di vittime innocenti...i loro genitori. La parentesi si chiude immancabilmente con la stucchevole freddura...indaga la magistratura. Invece io credo che per puntare l'indice occorra indagare nella sacra scrittura, laddove una volta messo a fuoco l'argomento ci si scopre colpevoli di non averla consultata prima e dunque condannati per aver favorito con la nostra ignoranza quell'inferno. Appurato che solo una piccola parte di coloro che sbarcano sulle nostre coste avrebbero diritto allo status di rifugiati, in quanto in fuga da guerre, carestie, terremoti e pestilenze...il resto è da considerarsi "eticamente fuorilegge". La radice del male a mio avviso risulta essere squisitamente spirituale ed addebitabile ad un'interpretazione scriteriata del senso della vita. Nella maggior parte dei casi non sono le estreme necessità a rapire verso i miraggi...ma gli abbagli dei loro colori, gli echi delle loro melodie, le fragranze dei loro profumi. Sono tali demoni a fomentare l'irresistibile tentazione di lasciare tutto...demoni che scorribandano nei social inquinando le coscienze fino a precipitarle nelle tenebre. L'amore per il mondo è il mandante di ogni strage, amore che ha il potere di destare la concupiscenza della carne, amore che si affama divorando cogli occhi tutto quello che appetisce. Amore che si contrappone all'amore del Padre, amore che conduce ad incarnare una superbia capace di legittimare ogni cosa che brama...ritenendo suo diritto il paradiso sulla terra.

1847
"Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do" (At 3,6)
Con queste parole Pietro innescò il miracolo che gli permise di guarire un uomo storpio fin dalla nascita mentre stava elemosinando alla porta del Tempio. Mi sono sempre chiesto se quando ci si appresta ad operare un evento soprannaturale di tale portata, lo si faccia sulle ali della certezza d'essere esauditi, oppure si possieda qualche elemento per sapere che l'operazione andrà a buon fine? Siccome non sono a conoscenza di tentativi non riusciti, sono portato a credere che l'operatore possa contare su qualcosa di percettibile al suo senso carnale. Le parole di Pietro "quello che ho te lo do" più che alla fede cieca, al coraggio di osare ed alla carità che tutto spera...rimandano ad una ferma convinzione che garantisce il risultato. Dunque ci si chiede, cosa aveva il capo degli apostoli di concreto su cui fare affidamento? A sostegno di quanto affermo è da notare che il prodigio si compì, non quando pronunciò la parola..."nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!" ma quando toccò il malato..."presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava". Si compì dunque al contatto...in virtù dell'erogazione di una potenza dei Cieli attraverso il canale della sua anima che come le nostre anime dei Cieli sono gli avamposti estremi. Al pari di Gesù quando sanò la donna che toccò con fede il suo mantello e sentì una potenza uscire da sé...Pietro aveva solida coscienza di possedere la potenza per guarirla.

1848
"ero malato e mi avete visitato" (Mt 25,36)
Pochi giorni fa mi è capitato di dover andare in ospedale per un piccolo intervento, da dove sono uscito sorprendentemente meravigliato dal trattamento ricevuto. Villa dei Pini sembra più un albergo che una casa di cura, per l'eleganza del complesso, l'ordine che vi regna e soprattutto per l'eccellenza del servizio che viene offerto in ogni suo ambito. Grazie al mio piccolo malanno ho avuto la fortuna di sperimentare la sala operatoria ed essendo l'intervento in anestesia locale, l'opportunità di respirare il clima del cuore pulsante della clinica e percepire l'armonia fra le varie gerarchie del personale sanitario. Come se non fosse stato abbastanza ritrovarmi dal timore di soffrire a godere una giornata edificante, la dea bendata ha voluto stupirmi oltremisura colpendomi nel mio punto debole. Altre volte qua e là mi era capitato d'imbattermi in operatori sanitari disponibili e gentili, ma stavolta è stato un coro unanime, e non solo di disponibilità e gentilezza, ma dedizione missionaria tanto da sconfinare nella carità cristiana. Dalle signore addette alla reception al primario del reparto di Chirurgia dottor Giuseppe Musolino, passando per le premure di tutti gli angeli con cui mi sono relazionato. Ho avuto l'impressione che le loro anime vivano immerse in una professionalità gemella dello spirito del vangelo e dunque in grado di recepire il valore inestimabile del malato...alla luce del significato che Gesù gli ha conferito. "Ero malato e mi avete visitato" ha proclamato il mio Maestro ed io da indegno discepolo a Villa dei Pini ho ricevuto il centuplo...tanto da poter affermare senza timore di essere smentito: "ero malato e mi avete amato".

1849
"C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente" (Lc 15,19)
Gesù apre la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro con questa affermazione apparentemente innocua, come se volesse porre le premesse per raccontare un tessuto di vita foriero di lusinghiere vicissitudini. Subito dopo da contraltare alla favola del benestante, introduce la tragedia del povero Lazzaro sullo sfondo di uno scenario esistenziale nel quale sembra bandita, non solo la giustizia ma anche la carità. Come prevedibile il primo finisce all'inferno ed il povero in paradiso. A distanza di duemila anni dall'enunciazione di questo allarmante monito, temo non sia ancora stato recepito il codice rosso con cui segnala gli infiniti percorsi delle vie spaziose che conducono alla rovina. Oggi per indovinare la sorte eterna di una persona non occorre esaminare tutti capitoli della sua vita, tanto sono scontati gli esiti, è sufficiente leggere la prima riga. Quanti vestono eleganti ed al pari del ricco epulone mangiano lautamente tutti i giorni colmando di banalità le pagine dei loro quotidiani rendiconti, faranno la stessa fine se continuano ad ignorare gli indigenti.

1850
"Se dunque la luce che è in te è tenebre, quanto grandi saranno queste tenebre!" (Mt 6, 23)
Nella nostra società ormai macerata dalle più esasperanti conflittualità, sempre più spesso occorre rivolgersi ad operatori capaci di intervenire per fronteggiare patologie dalle genesi psicosomatiche e dunque bisognose di essere approcciate in maniera adeguata. Quando si ammala il corpo ci sono gli ospedali con i vari reparti che si occupano ognuno di una branca specifica: cardiologia, chirurgia, oncologia, ostetricia e ginecologia, urologia, pneumologia, dermatologia. Ma quando si ammala l'immateriale che ci identifica: la mente intesa quale sede del pensiero, il cuore sede del sentimento e l'anima sede dello spirito...non ci sono figure altrettanto abilitate ad intervenire, per non avere coscienza di quanto profondo ed articolato possa essere il mistero che nasconde ogni deriva dalla luce. L'orizzonte incorporeo è infinitamente più vasto di quello materiale e vi possono interferire forze visibili soltanto allo sguardo della fede, settore che raramente viene preso in considerazione. Quindi occorrerebbe pensare ad un ospedale per l'altra metà dell'uomo, quella invisibile, nel quale possano entrare in azione contemporaneamente tutti gli specialisti. Vi trovino dunque legittima cittadinanza: lo psicologo, lo psicoterapeuta, lo psichiatra e l'esorcista...deputati ad estirpare il male. Una volta purificato il terreno: Il filosofo, esploratore della parola indagatrice; il poeta, ispiratore della parola illuminante; e l'uomo di Dio, annunciatore della parola rivelata....investiti della missione di seminare il bene. A discrezione del paziente che a quel punto sarà approdato alla libertà di scegliere.

1851
"se questo non volete e quello non potete, non resta che pregare"
Quando si genera un attrito fra due persone nell'ambito del tessuto familiare a mio avviso è possibile intervenire in tre maniere. La prima diretta...esponendo il problema nella speranza di ricevere quell'immediata comprensione che aggiusti tutto in virtù del rispetto, senza essere costretti ad aggiungere altro. La seconda più articolata...invitando il soggetto problematico a guardarsi dentro per comprendere l'evoluzione del proprio disagio, al fine di rendergli palese il disturbo ed attivare la volontà di eliminarlo. La terza soprannaturale...suggerita dalla fede e resa lampante dalla sentenza dei padri del deserto. Quando ci si trova di fronte ad un muro impenetrabile alle sollecitazioni emotive ed alle istanze della ragione, facile sia maturata la cieca ostinazione gemella di quella primordiale che condusse gli angeli ribelli a rifiutare Dio. A questo punto la diagnosi è completata e si può prescrivere la cura, passando dall'operare sul piano psicologico al confidare nella terapia dello spirito. Siamo alla svolta epocale della vicenda, se si riesce ad essere fedeli al proposito di non infierire su un cieco nato che ha già abbastanza massacrato se stesso, si viene toccati dalla carità che fa miracoli. Il primo è renderci capaci di rispondere al precetto del vangelo di farci servi di tutti per liberarci dalle schiavitù degli egoismi. Così si acquisisce il potere di guardare il dissidente, non più come un nemico che minaccia la nostra stabilità, ma un malato terminale...e di conseguenza a nutrire verso di lui, non più moti di rancore, ma sentimenti di fraterna compassione. Caricandolo sulle nostre spalle come una croce, alleggeriamo il peso della sua infermità ottenendo l'immediato beneficio di porre fine ai laceranti conflitti verbali, seguiti da estenuanti macerazioni interiori. Acconsentendo alla nostra crocifissione per la sua guarigione, sorvoliamo i percorsi di riabilitazione umanitari per disporci all'adempimento dei disegni divini. Allora per quel padre, per quella madre, per quel figlio o per quel fratello, che all'invito di mutare condotta "non ha voluto" saperne ed all'esortazione di farsi aiutare "non ha potuto" soffocare l'imperialismo del proprio orgoglio..."non resta che pregare". Come se non fosse il massimo che si possa fare!

1852
"Onora tuo padre e tua madre" (Es 20,12)
I comandamenti sono i pilastri della morale e dobbiamo impegnarci a rispettarli tutti, in caso contrario prendere quantomeno coscienza di aver deragliato dal retto cammino per non perdere di vista la via della salvezza. Si pecca mortalmente se non si ama Dio sopra ogni cosa, se ci si prostra agli idoli, se si bestemmia, se si omette di santificare le feste, se si uccide, se si commette adulterio, se si ruba, se si dice falsa testimonianza, se si desiderano le cose del prossimo. Eppure nel ventaglio di queste nove inadempienze capitali, io temo sia una trasgressione ritenuta veniale a giovare più di ogni altra alla causa del demonio. Mi riferisco alla quarta prescrizione del decalogo che non invita, caldeggia o raccomanda ad onorare i propri genitori...ma impone! Ad un primo esame la parola "onorare" sembra rimandare ad una sorta di culto esteriore fine a se stesso, invece sono convinto che quel termine sia stato usato per innescare l'associazione con il nostro Genitore celeste. Come il rapporto con Dio comincia con l'onorarlo e si deve finire per servirlo...alla stessa maniera dobbiamo prestare massima attenzione ai bisogni dei nostri padri e delle nostre madri. L'insensibilità che impera nelle chiese nei confronti di questo precetto è uno scandalo che denuncia il coma profondo di molte interiorità cristiane, tanto da renderci spesso ciechi fino al punto di non dedicare neppure un pensiero a coloro che un giorno saremo.

1853
"Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc 18,8)
Le parabole di Gesù sembrano elementari, ma se ti lasci indurre nella tentazione di approfondirle diventano labirinti da cui non è semplice uscire. Nella metafora del giudice iniquo e la vedova importuna c'è un elemento che spiazza proprio in chiusura, quando si è convinti d'aver circoscritto il suo significato. Dopo averci persuaso che dobbiamo perseverare nella preghiera per essere esauditi nell'immediato...se ne esce con una battuta che potrebbe sconfessare quanto appena solennemente affermato. Tirando in ballo la fede ci costringe ad indagare per capire se sia necessario averne molta per ottenere il miracolo prima possibile, o in alternativa debba essere talmente longeva da permettere di sperare fino alla fine della nostra vita. Ma io credo vi sia una via ancor più virtuosa da seguire che il Signore con le ultime parole furtivamente ci addita. Un percorso che richiede totale affidamento alla volontà del Padre nella convinzione che fin dall'istante in cui siamo vittime di prevaricazioni, torti o soprusi...il marchingegno della divina magistratura si attiva. E mentre ci mobilitiamo per sensibilizzare le coscienze organizzando conferenze e manifestazioni, il destino va tessendo intorno al colpevole la trama d'un vissuto quotidiano che alla fine del vicolo cieco lo metterà con le spalle al muro. Ed allora la fede che Gesù si augura di trovare quando tornerà sulla terra, non è quella che invoca, non è quella che spera...ma quella che è certa sia già stata fatta giustizia.

1854
"Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto" (Lc 10,30)
Il buon samaritano della parabola si è trovato a dover soccorrere una persona debilitata fisicamente ed è bastato il suo buon cuore a risolvere la questione. Oggi spesso ci troviamo ad imbatterci in situazioni nelle quali le vittime sono afflitte da patologie inerenti la sfera psicologica: alcolismo, tossicodipendenza, schiavitù del sesso, ludopatia...squilibri che purtroppo invece di lasciali mezzi morti e dunque impossibilitati ad opporsi a chi cerca di aiutarli, li lascia mezzi vivi. E quelle metà vive sono ostili a chi si spende per la loro causa, mettendoli nelle condizioni di dover combattere, non solo contro i loro mali...ma anche contro le loro volontà malate che non appena sfuggono al controllo li inducono a tornare a massacrarsi. A questo punto visto che non vogliono prendere atto d'essere giunti al capolinea della parabola del figliol prodigo laddove s'impone di rientrare in se stessi cambiando registro, appurato che si tratta di combattere con l'inconsistenza di velate minacce ed accorate esortazioni contro vizi armati di cannoni...ci si chiede se oggi per il samaritano non sia prudente, al pari del sacerdote e del levita, passare oltre.

1855
"Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato" (Gv 1,18)
Questa sentenza ci mette nelle migliori condizioni per comprendere certi comportamenti terroristici messi in atto da Dio. L'UAAR, unione degli atei e degli agnostici razionalisti, ne fa il principale cavallo di battaglia per soffocare gli entusiasmi di chiunque si avvicina alla fede e di primo acchito non si può dar loro torto...però trattandosi del Creatore occorrerebbe quantomeno approfondire per concedergli la possibilità di lasciarci almeno intuire. Ed il vangelo affermando che Gesù ci ha rivelato il volto del Padre ne delinea accuratamente la fisionomia e nella parabola del figliol prodigo raggiunge la massima espressione della sua potenza premurosa. Di atrocità la Bibbia ne segnala oltre 150, tutte perpetrate con crudeltà inimmaginabile al cospetto delle quali viene voglia di professarsi eternamente atei. In questo processo che apparentemente sembra non lasciare scampo al "Sanguinario" condannandolo all'inesistenza, voglio improvvisarmi avvocato delle cause perse con la consapevolezza che anche se fallisco nessuno va in galera...ma tutti all'inferno. Io supero l'ostacolo pensando che i volti mostruosi che ha dovuto indossare altro non sono state che maschere plasmate da comportamenti umani scellerati...che arrivando a dissacrare i suoi valori più intimi ne hanno sfigurato i lineamenti. Il volto rivelato da Gesù è il suo vero volto, tutti gli altri maschere che la nostra cecità gli ha brutalmente appiccicato addosso. Tuttavia credo abbia approfittato dell'occasione per fare di necessità virtù...nascondendosi dietro quei volti orrendi per mantenersi incomprensibile e non venir racchiuso nella finitezza. Il teologo Dietrich Bonhoeffer afferma che Dio vuole da noi una cosa sola: che siamo nulla al suo cospetto...laddove si richiede di testimoniare null'altro che la verità, riconoscendo che nulla di noi resta nell'attimo in cui spegne la scintilla che ci anima. Tale presa di coscienza ci mette di fronte all'urgenza di non cercare di capire più di quanto sia consentito avventurarsi nel perimetro della conoscenza...pena, finire in balia dell'arroganza. Dunque arrendersi alla pretesa di svelare ogni segreto per raggiungere il Suo status, rinunciando ad ogni diritto delle nostre superbe aspirazioni. Ma restare nell'ambito creaturale per ottenere il supremo beneficio di ricevere in dono il frutto di ogni abbondanza...per aver riconosciuto il privilegio ed il limite della nostra figliolanza.

1856
"sorgeranno falsi cristi" (Mt 24,24)
"le mie pecore riconoscono la mia voce" (Gv 10,27)
"Ma quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio" (Gal 4,4)
Qualche tempo fa avevo visto alcuni episodi di una fiction americana sulla vita di Gesù che sta ottenendo molto successo..."The Chosen" ed ho voluto approfondire per scoprire se possa essere considerato cibo commestibile all'anima affamata d'infinito. Ho preso in esame l'incontro di Gesù con la samaritana e dopo averlo visto tre volte in tre lingue diverse sono andato a rileggermi il brano di Giovanni al fine di misurarne a caldo le dissonanze. Le materie sulle quali ho confrontato le due versioni sono state il testo liberamente adattato dagli autori ed i toni usati nell'esporlo dagli attori. Ho trovato l'elaborazione dei dialoghi goffamente manipolata nel tanto lodevole quanto ingenuo tentativo di renderla percettibile alla sensibilità attuale. Tuttavia non si sono limitati ad attualizzare certi termini, ne hanno aggiunti altri in maniera del tutto arbitraria sfigurando i lineamenti di quella monumentale pagina. Per quanto riguarda i toni cavalcati dai due protagonisti devo confessare che mi sono trovato davanti a siparietti davvero imbarazzanti, nei quali sembravano disquisire uno spaesato reduce della sinistra con il primo abbozzo di una navigata femminista. Gesù privato della sua virilità di uomo e spogliato della sua autorità di profeta, sottomesso fino al punto di rendersi compiacente pur di farsi benvolere. La donna invece incline alla polemica e decisa a tenergli testa fino ad arrivare a sfiorare l'insolenza. La lettura della narrazione evangelica ci consegna tutt'altre identità: il Maestro assiso imperturbabile nel suo trono, la donna estremamente rispettosa e docilmente confinata nel proprio ruolo. Alla resa dei conti temo che l'opera in oggetto contribuisca ad affollare d'un ulteriore "falso cristo" il panorama religioso e mi stupisco di quanti cristiani non sanno riconoscere "la voce del Pastore". Infine vorrei rimarcare che se Dio ha mandato suo figlio in questo mondo "nella pienezza del tempo" dunque nell'epoca in cui si sono create le condizioni ideali...va ritenuto fuorviante riprodurre quell'evento adeguandolo attraverso linguaggi contemporanei. Ed ancora una volta ci tengo a ribadire che l'unico film del genere che merita di essere preso in considerazione resta "il vangelo secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini. Il solo spirituale, tutti gli altri non sono che mielose riproduzioni sentimentali.

1857
"Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, Signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora" (Mt 25,11-13)
Ieri guardavo in televisione don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, molto noto per essere uno dei più efficaci diffusori del vangelo. Persona squisita che credo sia riuscita ad incarnare la carità in maniera esemplare, il meglio del meglio che offre il cristianesimo ufficiale. Eppure nonostante le sue virtù rifulgano fino ad abbagliare gli avamposti del cielo...temo sia destinato al fuoco eterno! Non lo dico io, lo dice la parabola delle vergini, dalla quale si deduce che i cristiani dell'ultima ora non saranno condannati per le ragioni consuete...ma per essere arrivati all'appuntamento con la verità con qualche minuto di ritardo. A mio avviso c'è un particolare che dovrebbe far suonare l'allarme e di riflesso spalancare lo scenario apocalittico: al contrario di altre occasione nelle quali Gesù aveva associato all'esortazione di vegliare quella di pregare...stavolta l'orazione non viene menzionata. Come se giunti in vista della meta non fosse più necessaria per orientarsi essendo il cammino ormai tracciato e persino vana per alimentarsi essendo ormai tutto compiuto. Dunque pare che nei giorni della fine l'imperativo sia quello di risvegliare l'istinto felino capace di recepire i segni dei tempi per disporsi all'ultimo esodo...quello di uscire da tutte le chiese. L'imperdonabile omissione dei sacerdoti in odore di santità del nostro tempo è di tenere lo sguardo fisso sui problemi dell'uomo per il quale non c'è più niente da fare, è un malato terminale in attesa di spirare. Al contempo trascurano di cogliere i dettami della parola di Dio e questo rivela che amano più il mondo del regno dei Cieli verso cui siamo chiamati a tendere con tutte le nostre forze in ogni istante. E questi campioni d'umanità tanto osannati dalle folle mediatiche che profetizzano nel suo nome, nel suo nome scacciano i demoni e nel suo nome compiono molti miracoli...sono coloro contro i quali il Signore il giorno del giudizio scaglierà la sua condanna: "non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità". In tanti anni di pellegrinaggio per le strade del mistero, con la credibilità dei testimoni della fede collassata ai minimi storici, non si è mai sentito un profeta in abito talare sentenziare: é mezzanotte, ecco lo Sposo, andiamogli incontro!

1858
Viviamo in un tempo che senza darcene sentore sta scivolando verso un imbarbarimento non sempre semplice da decifrare. Voglio segnalare sette forme di degrado morale in continua evoluzione nella nostra realtà, dalla meno scandalosa alla più ripugnante. Alcune passano inosservate al nostro sguardo e se anche qualche sprovveduto le rileva, dopo aver constatato da che parte tira il vento, le riabilita legalizzandole con tanto di note di merito. La prima visibile ad occhio nudo è il "degrado sessuale" che si manifesta attraverso i più bizzarri incroci figli della tabula rasa di tutti gli ordinamenti, molti in nome del puro piacere carnale, altri per toccare i vertici dell'estasi dilettandosi nel dissacrare. La seconda è il "degrado esistenziale" ormai patrimonio dell'intero genere umano, perché chi non si è ancora traviato sorseggiando il nettare di quanto vi è di più inutile e deleterio in circolazione...brama di entrare nell'olimpo dei sazi d'immondizia con tutto il cuore. La terza è il "degrado sentimentale" che si evidenzia nella profusione di smancerie e sdolcinatezze fra amici e conoscenti, attraverso le quali ci si adula fino al punto di non riuscire a salutarsi senza prima aver raggiunto una dozzina di orgasmi. La quarta è il "degrado coniugale" che induce molte coppie ad evitare di consacrare davanti a Dio la loro unione, lasciando al maligno il piacere di governare il timone del loro incosciente vagabondare. La quinta è il "degrado intellettuale" di chi mosso dalla smania di primeggiare finisce per declassare l'arte del pensare, da fermento cerebro-spirituale ad attività prettamente muscolare...negandole il privilegio di spiccare il volo verso orizzonti ultraterreni. La sesta è il "degrado igienico sanitario" che se ci si scorda di lavarsi le mani e disinfettarsi dopo aver sfiorato una foglia di fico, ci si sente sporchi senza sospettare d'essere interiormente immondi. La settima e più devastante delle altre è il "degrado spirituale" che alla sensibilità del mistico risulta assai più nauseante dei miasmi che esalano le fogne e si rivela quando la larva del cristiano rende il culto alle innumerevoli madonne.

1859
"lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà" (Mt 17,23)
Mi sono imbattuto in una pagina intitolata..."L'insostenibilità storica del cristianesimo e il mito di Gesù" dove si combatte la buona battaglia contro l'ingenuità di credere che Dio esiste. Per conseguire tale scopo vengono segnalate alcune incongruenze clamorose fra le versioni dei quattro evangelisti in merito alla risurrezione, che all'apparenza dovrebbero tagliare la testa al toro ed indurre ad accantonare il discorso religioso. Detto questo prima di procedere dobbiamo fare una considerazione capitale per non cadere nell'inganno: liberarci della ristrettezza di una concezione statica degli eventi storici per concedere la possibilità di un'evoluzione temporale capace di mutare il quadro e risolvere le contraddizioni...dal momento che quelle prese in esame nella questione in oggetto sono talmente plateali da risultare inidonee al fondamento del benché minimo negazionismo. Sappiamo che i vangeli sono stati scritti da due apostoli, da un discepolo di Paolo e da un medico non ebreo. Matteo e Giovanni alla più sconvolgente delle manifestazioni soprannaturali non erano presenti, come pure Marco e Luca, quindi ogni informazione usata per redigere i testi è stata fornita da terzi. Passiamo allora in rassegna ogni perplessità sollevata dagli scettici nella speranza d'innescare quantomeno un ragionevole dubbio...cercando di mettere in luce le variabili che si possono incrociare, affinché si comprenda che potrebbero non esserci incompatibilità laddove sembrano scontate. A che ora del mattino le donne andarono a visitare il sepolcro? Marco dice all'alba, Giovanni quando era ancora buio. Per quanto paia un abisso lo scarto è breve e l'equilibrio fra la notte e il giorno capace di perpetuarsi nell'immaginario fino al punto da indurre chi vede il bicchiere mezzo pieno a scorgere l'alba...e chi lo vede mezzo vuoto ancora il buio. Chi c'era? Giovanni dice Maria di Magdala da sola; Matteo Maria di Magdala e Maria di Giacomo; Marco le due Marie e Salome; Luca altre donne che nel frattempo si erano aggiunte. Poniamo che uno dei testimoni fosse presente fin dall'inizio quando c'era solo Maria di Magdala...tutti quelli che l'hanno sentita raccontare da lui o da coloro a cui l'aveva raccontata, compreso Giovanni, dicono la verità. Un altro testimone è arrivato qualche minuto dopo quando era sopraggiunta anche Maria di Giacomo, tutti quelli che l'hanno sentita raccontare da lui o da coloro a cui l'aveva raccontata, compreso Matteo, dicono la verità. Passano dieci minuti ed arriva un altro testimone che afferma d'averci trovato, oltre alle due Marie anche Salome, tutti quelli che l'hanno sentita raccontare da lui o da coloro a cui l'aveva raccontata, compreso Marco, dicono la verità. Passano altri dieci minuti ed arriva un altro testimone che afferma d'averci trovato molte donne, tutti quelli che l'hanno sentita raccontare da lui o da coloro a cui l'aveva raccontata, compreso Luca, dicono la verità. Il sepolcro era aperto o chiuso? Luca dice aperto, Matteo chiuso. E' probabile che la fonte a cui ha attinto Matteo o chi da lui l'ha ricevuta sia arrivata prima trovando il sepolcro chiuso, mentre la fonte di Luca sia arrivata dopo trovando il sepolcro aperto. Chi c'era al sepolcro? Matteo dice un angelo, Marco un giovane, Luca due uomini, Giovanni due angeli. Sembrano esserci delle discordanze ma in verità erano tutti angeli...compreso il giovane con la veste bianca che profetizzò quanto doveva accadere e i due uomini con le vesti sfolgoranti che fecero altrettanto. Quando le notizie passano di bocca in bocca non si può confidare nell'eventualità che le parole conservino la propria identità. Queste persone si trovavano all'interno o all'esterno del sepolcro? Erano in piedi o sedute? Matteo dice fuori, gli altri tre evangelisti dentro. Luca dice in piedi, gli altri tre seduti. Anche in questo caso la differenza la fa il fattore temporale, che fossero dentro o fuori dal sepolcro, seduti o in piedi, dipende da come li hanno colti i testimoni che si sono succeduti. Maria di Magdala riconobbe Gesù? Matteo dice si, Giovanni no. Tutte e due le risposte possono essere considerate esatte, non lo riconobbe quando le parlò da estraneo, ma Gesù si fece riconoscere quando pronunciando il suo nome le toccò misticamente il cuore.

1860
Oggi riflettevo su quanti atei si dannano l'anima per cercare di dissuadere i credenti dalle loro convinzioni. Ci mettono una tale passione che non si riesce a capire in quali abissi affondi la radice della loro propulsione...per perpetuarsi imperterrita nel tempo con immutato accanimento. Come se si sentissero investiti della missione di salvare il mondo dalla peggiore calamità e non restasse che uno spicciolo di tempo. Invito i paladini della guerra agnostica a considerare se tanto fervore sia tutta farina del loro sacco...oppure vi sia la generosa aggiunta di qualcun altro? I cristiani in fin dei conti credono ad una bella favola come i bambini, perché non lasciarli cullare beati il loro sogno che se anche fosse un falso sarebbe stato comunque un bene da vivere e un toccasana per morire? Ci sono mille altre crociate da priorità assoluta che si potrebbero cavalcare per scongiurare il peggio in ogni campo, dunque perché perseguitare gente inerme che non fa nulla di deleterio, lasciando al contempo proliferare i volti più cattivi del male? Io conosco la risposta...perché vi siete fatti sue membra.

1861
"amerai il prossimo tuo come te stesso" (Mt 22,39)
Può capitare che un vecchio amico chieda il tuo aiuto in termini di supporto psicologico. Un amico con il quale hai condiviso tanto e fra le cose belle anche qualcuna opprimente, tanto che al solo pensiero ti senti anche tu bisognoso di supporto. Se lo ami più di te stesso e ti disponi ad aiutarlo corri il rischio di riesumare il vecchio spettro peccando d'altruismo, se lo ami meno e cerchi di evitare quella che temi sia una trappola diabolica per farti perdere la bussola...pecchi di egoismo. Servirebbe il bilancino per scoprire da che parte pende l'ago, per sapere se puoi andare tranquillo essendo in perfetto equilibrio l'equazione enunciata dal Signore, oppure sia bene lasciar stare. Ma forse per uscire dallo stallo si dovrebbe capovolgere il confronto immaginando quanto lui si ami in percentuale. Se si ama più di quanto ama te farà il possibile per approfittare, se meno, costi quel che costi dovrebbe rinunciare.

1862
Mai come in questi ultimi tempi si ricorre alla pubblicazione di libri per testimoniare la propria identità e una volta raggiunto lo scopo ci si illude di aver lasciato un'impronta incancellabile del proprio vissuto a beneficio dell'umanità. In questa tendenza che abbraccia una vasta gamma di categorie e tutte le tematiche della nostra realtà, io ci leggo la disfatta della fede. Non si ha più coscienza che c'è un Dio che ci guarda, che conosce il numero dei nostri capelli, avverte il pulsare dei nostri respiri, monitora la frequenza dei nostri battiti...e passo dopo passo ci accompagna. Guardiamo a Gesù che viveva alla costante presenza del Padre e nonostante fosse di capitale importanza il messaggio che doveva comunicare, mai si è preoccupato di fissare alcunché sulla carta. Sapeva che le impronte indelebili agli occhi di Dio le lasciano le nostre intenzioni, più delle nostre azioni e se sono buone provvede a suo tempo, come ha fatto ispirando i vangeli...alla divulgazione.

1863
"E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. E' meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!" (Lc 17,1-3)
Ieri sera dopo aver appreso dalle Iene di quanto sia solido l'impianto accusatorio contro alcuni preti pedofili e prelati che li hanno coperti, mi sono andato a rileggere il passo del vangelo che tratta la questione. Ho notato un particolare che mi era sfuggito e che potrebbe cambiare drasticamente la prospettiva con la quale guardare. Ero sicuro che Gesù avesse detto: "guai a coloro per cui avvengono gli scandali" ritenendo ovvio che il dito fosse puntato contro gli autori delle violenze, invece ha detto: "guai a colui". Avendolo puntato contro uno solo, mi sarei aspettato che la frase finisse al singolare "che ha dato scandalo" invece continua al plurale come se su di lui ricadessero le responsabilità di tutti gli abusi. Inoltre sembra addirittura scagionare gli autori delle violenze in virtù dell'incapacità usare la ragione quando si è in calore...e quindi ai superiori il sacrosanto dovere di sollevarli dagli incarichi per impedire ulteriori massacri. Infine taglia la testa al toro su chi dovrà rendere conto quando afferma: "guai a colui per cui avvengono" che si traduce: "guai a colui che non li impedisce". Ed allora la minaccia del Signore non riguarda chi li compie, ma chi non li previene e la pietra da mulino al collo è destinata a Papa Francesco che ha sentenziato...tolleranza zero! Ma il vescovo di Como Diego Coletti e il suo superiore il cardinale Angelo Comastri, numero due del Vaticano, che stando a quanto emerso dall'indagine del Vicario Giudiziale Andrea Stabellini hanno insabbiato...sono ancora al loro posto.

1864
"E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. E' meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!" (Lc 17,1-3)
Questo brano nasconde un elemento che ci restituisce un Gesù figlio legittimo del Dio del Vecchio Testamento. Tutto il contrario dei falsi cristi che propongono i predicatori dai pulpiti delle chiese e le fiction del nostro tempo...buontemponi insopportabilmente misericordiosi. Qui si palesa un Messia ad alta fibrillazione musulmana, uno con cui non si scherza, uno capace di odiare a morte chi ha lasciato che avvenissero certi scandali. Ascoltate cosa è arrivato ad istigare con queste parole: "E' meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare". In pratica se tre o quattro cardinali che sanno delle nefandezze vaticane, invitassero Papa Francesco a fare una gita ad Ostia e giunti in spiaggia lo aggredissero legandogli una pietra da mulino al collo per poi gettarlo nel mare...ebbene questi assassini avrebbero messo in pratica il vangelo. Da notare che detta soluzione per Bergoglio sarebbe la via maestra per uscire da questo mondo, quel: "è meglio per lui" lascia sperare che la brutalità con la quale verrebbe eleminato abbia il potere di farlo rientrare in se stesso per comprendere quanto sia orribile il suo peccato.

1865
"Ciao David, sono Novella T!!! Troppo solo per la tua grande fede, grande poesia, grande e modesta persona !!! Se vuoi dialogare, lasciare semi di gioia e serenità, devi cercare alte menti intorno a te !!! Sono felice di trovarti su FB!!!
Nella mia veste di testimone della fede ho sempre ricevuto valanghe di critiche e per una volta che qualcuno riesce a vedere qualcosa di buono nel sottoscritto...mi pare doveroso farlo notare. Mi servo di un commento trovato nel mio blog "Parole di fuoco" che custodirò come un trofeo di altissimo valore perché da parte di una persona speciale: Novella Torregiani, poetessa fondatrice dell'associazione culturale "Coro a più voci". Purtroppo quando mi sono accorto che aveva sentito l'esigenza di comunicarmi il suo affetto e la sua stima era troppo tardi...e non ho potuto palesarle lo stupore per aver scoperto che a pochi passi da casa mia viveva un'anima gemella. La ringrazio per aver osato guardare oltre ed aver visto la mia grande fede, la mia grande poesia, la mia grandezza e la mia modestia...la ringrazio dal profondo e condivido tutto tranne una cosa. Carissima Novella mi hai invitato a cercare altre menti intorno a me, ma temo che non sia una questione di menti e neppure di cuori, piuttosto della mancanza di una virtù alla portata di tutti...il coraggio di non voler essere mediocri.

1866
"dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt 18,20)
Il paradiso sulla terra si può palesare alla nostra percezione attraverso mille canali che rivelano altrettanti Eden. Quando ci rapiscono le innumerevoli bellezze del Creato, quando portiamo a termine un progetto per il quale abbiamo faticato fino allo sfinimento, quando usciamo da un'estenuante calvario, quando oppressi riusciamo a conquistare nuovi spazi...tanto per citarne alcuni fra i più nobili poiché la maggior parte della gente cerca la suprema beatitudine nei parchi dell'indecente. Comunque, che siano di buona estrazione o di dubbia discendenza, sono tutti inerenti la sfera sensoriale ed appaganti fino al punto da non riuscire a proiettarci laddove l'estasi si perpetua eternamente. Tranne uno...la comunione che si genera fra due persone che condividono la passione per il vangelo! Allora non è solo la volatile sensazione di sperimentare un anelito di paradiso sulla terra, ma la piena coscienza d'albergare un frammento d'eternità nel cuore, capace d'irradiare dallo sguardo un riverbero di luce talmente sovrumano...da risultare incolore agli occhi di chi non ha accolto la testimonianza del vero amore.

1867
Poco fa guardando un documentario mi sono reso conto che il cristiano assomiglia in maniera impressionante alla giraffa. Una creatura mansueta che cercava di scappare ad un'orda di leonesse che la braccavano azzannandole le zampe, fino a quando non è crollata facendosi nutrimento per quelle belve indemoniate. Devo confessare che per un attimo ha vacillato la mia fede, di fronte a tanta disparità di mezzi ho imputato a Dio la crudeltà di non averle dotate di nessuna arma per offendere, né scudi per difendersi. Non ha il veleno come i serpenti, non ha le corna come i rinoceronti, non ha gli aculei da scagliare come gli istrici, non ha una casa dove rifugiarsi come la tartaruga, non ha le squame dure come i coccodrilli, non ha le ali per volare via, non ha l'aggressività per spaventare digrignando i denti, non ha la velocità per pensare di poter scappare. Ha solo il collo, talmente lungo da permetterle di vedere oltre al pari del cristiano per capire che la rassegnazione rende meno amaro il morire.

1868
Ieri mi sono fermato per qualche minuto a parlare per la strada con un signore ultranovantenne spinto dalla sua badante su una sedia a rotelle, in buona salute seppure gravato dagli acciacchi dell'età. Non appena gli ho rivolto la parola sono rimasto impressionato dall'immediata attenzione che mi ha prestato, dalla dolcezza dei suoi lineamenti, dalla bontà del suo sorriso, dalla mitezza dello sguardo...come se fosse cosciente che nella propria vicenda terrena tutto fosse ormai compiuto e con l'anima nella pace più profonda procedesse per la strada di ogni uomo. Allora ho pensato che fortuna sarebbe avere in casa una persona tanto squisita per ammansire tutte le sere gli isterismi delle nostre giornate ed a quanti anziani viene negata l'opportunità di donare la più raffinata colata d'amore del loro cuore, disconoscendo la sacralità di tale missione. Se non siamo sconfinati nel bestiale dovremmo sempre vedere nei loro volti, non il disfacimento della carne...ma bellissimi tramonti.

1869
"Non temere, perché io sono con te" (Is 41,10)
Stamattina il Signore ha inviato un angelo del web in mio aiuto. Avevo incautamente fatto un'operazione sconveniente, e chi mi segue sa che non è nel mio stile, quando un profilo sconosciuto mi ha avvertito che ero uscito dal seminato e sarei potuto incorrere in delle sanzioni. Ma non si è limitato a questo, mi ha anche spiegato dettagliatamente i pericoli a cui vanno incontro coloro che procedono sulle ali della leggerezza confidando nell'anonimato...cose che la maggior parte di noi neppure possono immaginare. Gli sono molto grato e sono felice d'aver rischiato se tale azzardo mi ha condotto a conoscere un fratello missionario che si spende senza risparmio e gratuitamente come me per una causa buona. Il suo provvidenziale intervento mi ha fatto venire in mente un passo che per bocca dei profeti risuona spesso nella Bibbia. Oggi questa scrittura si è adempiuta nella mia vita, oggi sono stato protetto liberato e salvato, oggi me ne sono accorto perché il benefattore si è palesato in viva voce. Ma chissà quante volte Dio ci toglie dai carboni ardenti limitando al minimo le conseguenze, o senza che ce ne accorgiamo dispone affinché li evitiamo!

1870
"In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non farete penitenza, perirete tutti allo stesso modo" (Lc 13,1-5)
Tutti i giorni ci passano sotto gli occhi le desolanti immagini dell'alluvione in Emilia Romagna costata la vita a 15 persone, alluvione causata dal dissesto idrogeologico e sul banco degli imputati finiscono le passate amministrazioni. Quando accadono simili tragedie il nostro sguardo si focalizza sull'effetto scatenante, senza considerare che a monte c'è una causa prima di natura spirituale completamente rimossa dalle coscienze del nostro tempo. Il passo sopra citato è di una chiarezza disarmante e mette in luce la più grande tragedia dell'umanità: l'incapacità da parte dei sacerdoti di connettere il vissuto quotidiano con il vangelo e di conseguenza decifrare la bontà o meno dell'agire umano. Invece di predicare la penitenza come raccomandato da Gesù quale unica arma capace di scongiurare i castighi per il peccato imperdonabile di esserci costruiti paradisi su paradisi, dagli altari trasuda sentimentalismo volto a confortare gli artefici della propria rovina. Una lettura talmente strabica della realtà da sconvolgere l'emisfero trascendentale fino al punto di non saper più distinguere il bene dal male. L'attuale catastrofe in particolare ha la peculiarità di innescare negli spiriti vigili l'allarme rosso, per il semplice fatto di richiamare nella sua modalità il diluvio universale...e dunque la fine del mondo.

1871
Ultimamente leggendo i post del fior fiore degli intellettuali dissenzienti mi capita di sorridere come quando si guardano giocare i bambini nella loro beata ingenuità. Ogni volta che smascherano una malefatta del regime esultano come se avessero segnato un gol compiacendosi gli uni con gli altri...e ripristinato il vantaggio nell'aspro conflitto tra il bene ed il male continuano a tirare a campare. Quello che quei furbacchioni che governano il mondo volevano nascondere viene candidamente portato alla luce e sbandierato ai quattro venti dai paladini rampanti affinché a tutti sia palese la verità. E non si accorgono che il loro sguardo ha da sempre celato alle loro cattive coscienze qualcuno infinitamente più vero, più bello e più grande.

1872
"Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono" (Mt 5,23-24)
Se qualcuno pensasse che questa richiesta di Gesù si ponga sul piano d'una canonica politica buonista si sbaglia di grosso, a mio avviso l'istanza è stata caricata di una connotazione emergenziale. Egli sa che nella finestra temporale concessa alla criticità di un raffreddamento dei rapporti confidenziali, il demonio soffia sul fuoco inducendo a rimuginare all'infinito con l'intento di alimentare le arroganze e dilatare le fratture...e più si rimanda la chiarificazione più si rischia di inoltrarsi nella valle oscura dell'incomprensione. La faccenda viene ritenuta talmente urgente da avere la priorità rispetto all'ufficio di rendere gloria a Dio, non perché l'evento incriminato possieda un peso specifico significativo...ma perché basta un'inezia per distogliere il nostro sguardo dal cielo, piantarlo in ambito terreno e finire reclusi dentro un orizzonte a misura d'uomo.

1873
Io sono convinto che alcuni grandi maestri vissuti avanti Cristo possano considerarsi profeti annuncianti la suprema incarnazione della verità. Se siamo capaci di rimuovere i veti che possono aver loro imposto le condizioni sociali e proiettare nel futuro le primizie d'una speranza che avranno vagheggiato senza avere riferimenti, tranne la viva coscienza che un Dio autore di una creazione tanto perfetta non poteva non partorire la manifestazione umana della sua perfezione...se siamo capaci di penetrare la cortina di malafede ci troveremo al cospetto di inequivocabili annunci del Figlio del Dio vivente. Socrate, Buddha, Confucio, al contrario dei loro seguaci erano veritieri e non partigiani. Se avessero, non dico visto ma anche solo sentito parlare di Gesù di Nazaret...avrebbero senza ombra di dubbio riconosciuto in lui il Messia.

1874
Ieri mentre camminavo per la campagna all'improvviso sono stato colto dal timore d'aver smarrito le chiavi di casa. Le tenevo in mano, solo che profondamente immerso in pensieri cupi, ne avevo perduto la coscienza. Non appena stretto il pugno per assicurarmene ho tirato un sospiro di sollievo, meno male...così avviene anche con Dio per quanto possa sembrare assurdo! Ci sono tratti di vita nei quali rapiti dai miraggi navighiamo ignari che sia Lui a soffiare sulle nostre vele, a governare il nostro timone, a placare le più temibili tempeste, a spaventare invisibili minacce. Così all'improvviso può capitare di metterci in ascolto, ma non sentire niente e venire colti dal terrore di esserci spinti troppo oltre...interrompendo la celeste connessione. Allora l'unico rimedio per tornarne alla percezione concreta del nostro sommo Bene è andare con la mente in qualche oasi in solitudine per attingere l'oro del più autentico silenzio. Pensare all'intimità di un eremo, alla familiarità d'un monastero, alla vastità del deserto, per sentire dilatare dentro il cuore l'essenza d'una quiete talmente sovrumana da certificare la Sua onnipresenza.

1875
Chi guarda cogli occhi dello spirito vede in maniera più veritiera la realtà e spesso si stupisce che la gente sbigottisca al cospetto di brutalità all'ordine del giorno. Ha destato infatti immenso clamore l'efferato omicidio della mamma incinta di sette mesi per mano del compagno e padre del figlio che portava in grembo...proprio come se fosse un orrore che capita una volta ogni morte di Papa. Invece tutti i giorni migliaia di bambini vengono trucidati alla stessa maniera senza che si oda un grido, si versi una lacrima, zampilli un fiotto di sangue, esondi l'indignazione mediatica. Questo perché al contrario di quanto avvenuto a Senago, la mattanza si consuma nell'oscurità di un ventre e dunque non essendo la maggior parte della gente abilitata a realizzare che due più due fanno quattro...non suscita sgomento. Eppure se fin dalla quinta settimana di gravidanza il cuore acquisisce il battito, i bambini quando vengono abortiti al pari del figlio di Giulia sono vivi. Che siano di due, tre, quattro, cinque, sei o sette mesi come Thiago che aveva già pronto il suo bel corredino...sono sensibili al dolore e impreparati al rifiuto. Dunque chi è favorevole all'aborto è prudente che si astenga dal dare ad Alessandro Impagniatiello...del mostro!

1876
"Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle" (Lc 14,26)
Oggi la mia veste di testimone della fede mi impone di trattare un tema estremamente delicato che va a toccare le corde più intime dell'affettività. Le nostre mamme e le nostre nonne sono state devotissime alla madonna e recitavano il rosario tutti i giorni, compresa mia madre alla quale ho cercato di spiegare con il contributo della più genuina teologia quanto tale culto non sia gradito a Dio...senza tuttavia riuscirci. Volevo farlo mosso dal timore che potesse rischiare l'inferno dal momento che dietro tutte le manifestazioni soprannaturali mariane si nasconde il diavolo... compresa Lourdes l'insospettabile. Questo fino a quando non ho capito che a rischiare l'inferno non sono loro essendo vissute immerse nel crogiuolo di un cattolicesimo impermeabile ad ogni revisione, ma piuttosto la loro prole devozionale che nonostante il supporto di inequivocabili contributi alla ricerca forniti oggi dai media e dunque la possibilità di confrontarsi per rilevare gli errori dottrinali...continuano a segregarsi nelle medesime roccaforti. Questo anche a causa di un attaccamento morboso ai loro familiari che li tiene ancorati alla sfera carnale impedendo il salto nella dimensione spirituale, la paura di strappare le radici dal campo in cui sono nate per lasciare la verità libera di operare...inibisce il cambio di rotta. Un attaccamento che Gesù ha risolto in maniera radicale comandandoci di odiarli, nella consapevolezza che tale odio essendo santo, non possa che generare scenari edificanti. Avere il coraggio di seguire la verità fino in fondo consente di inondare di luce vera ogni onesta coscienza che verificherà la propria autenticità sui capisaldi della nostra scelta. Credo dunque di aver trovato nel vangelo un accesso che permette a chi ha praticato il culto mariano in passato di entrare nel regno dei cieli ed ai discendenti che oggi lo rigettano...di evitare l'inferno. Lo svincolo che permette di avvalorare la mia tesi ce lo offre la parabola dei talenti, laddove si può ipotizzare che ai nostri cari sia stato consegnato un solo talento da far fruttare con il sudore della fronte, mentre alla nostra generazione cinque da moltiplicare con l'intelletto. Cinque pregiatissimi talenti che ci investono dell'onere di vedere ben oltre l'orizzonte che ha abbagliato le nostre mamme e le nostre nonne.

1877
"Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici" (Lc 21,16)
Da anni vado sbandierando che la fine del mondo è vicina e molti segni sembrano confermarlo, ma il più assurdo da metabolizzare sembra impossibile sia destinato ad avverarsi. Le parole di Gesù rimandano ad uno scenario simile a quello delle persecuzioni al tempo dei romani, una spietata avversione al cristiano come in seguito lo fu all'ebreo, che ritengo improponibile ai giorni nostri tanto più se simili faide debbano configurarsi nella sfera familiare. Ma siccome quanto sta scritto deve accadere, dobbiamo ritenere che l'incomprensibile debba ritenersi interpretabile affinché lo scenario apocalittico si riveli allo sguardo vigile. La più celebre versione del tradimento è il voltafaccia repentino e lacerante perpetrato da Giuda nei confronti di Gesù, ma si può tradire anche in maniera più soft...quando l'abiura viene dilazionata nel tempo, stemperata nei toni, espropriata di argomenti e si manifesta venendo meno ai doveri imposti dai propri ruoli. Allora comprendi che il progressivo raffreddamento dei rapporti è stato inconsciamente generato, non da quello che fai o da quello che sei...ma a motivo di chi rappresenti.

1878
"Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna" (Mt 5,21-22)
Questo passo del vangelo denuncia l'escalation che porta al deterioramento del rapporto umano più gratuito che esista e dunque libero da qualsiasi condizionamento che lo possa inficiare...quello fraterno. Credo che il termine fratello vada oltre il legame parentale e persino oltre l'estremo vincolo della comunione di fede, per fratello si intende qualsiasi persona con la quale si stabilisce un rapporto amichevole fondato sulla reciproca fiducia. Gesù ci mette in guardia dalla tentazione di entrare in rotta di collisione, intimandoci di soffocare sul nascere i moti di disappunto che già di per sé espongono al giudizio della propria coscienza. Di astenersi dall'apostrofare con epiteti lesivi la dignità della persona qualora la macerazione di pensieri ostili esondi nelle parole e partorito l'affronto Dio sia chiamato a giudicare. Se infine lo si aliena dal genere umano sensiente dandogli del fuori di senno, lo si segrega nel proprio inferno e si diventa meritevoli del medesimo tormento.

1879
So di un signore piuttosto scettico nei confronti della fede la cui vita è stata tempestata da eventi luttuosi, eventi che a mio avviso ne hanno segnato il carattere e minato l'equilibrio. Ha perduto un fratellino ed una sorellina nell'infanzia in due gravissimi incidenti, poi uno dietro l'altro i genitori ed ora forse la peggiore delle tragedie, il suo unico figlio è gravemente malato. Giunti a questo punto, dove prima o poi volenti o nolenti ci ritroviamo tutti, con la maggior parte delle persone care venute a mancare...io mi chiedo se non sia ragionevole smettere di combattere contro la morte che tanto è una battaglia persa, per cominciare a dare credito all'annuncio della vita eterna.

1880
"Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti" (Lc 21,25)
In questi ultimi anni sono diventato molto timoroso nei confronti del mare quando è un po' mosso o agitato, di fronte a tali condizioni mi pervade una sorta d'angoscia e rinuncio alla solita nuotata. In passato non avevo mai avuto simili problemi e mi avventuravo anche quando sarebbe stato prudente desistere, a volte neppure la bandiera rossa mi fermava. L'altra mattina al cospetto di un moto ondoso di modesta efficacia, con l'ansia che cominciava a palpitare in procinto di tuffarmi...mi sono venute in mente queste parole di Gesù ed ho compreso il motivo. Il rumoreggiare del mare rimanda a quanto vivo ogni giorno nella dimensione interiore, laddove in virtù di una spiccata sensibilità spirituale avverto l'azione devastatrice della corruzione nella nostra realtà. Quando alle tre di notte vedo la piazza ribollire di giovani in balia della demenza, io avverto il fragore del male e dei suoi flutti. Quando vedo pensionati sparare le ultime cartucce con la concupiscenza degli adolescenti, io avverto il fragore del male e dei suoi flutti. Quando vedo cristiani trasudare ottimismo nonostante sia finito in potere delle tenebre persino il mezzogiorno, io avverto il fragore del male e dei suoi flutti. E davanti ad una proiezione tangibile dello sfacelo tanto fedele a quella annunciata nel vangelo...mi paralizza il terrore di venire risucchiato dalle onde.

1881
Stamattina pensavo alla bellissima canzone di Battisti..."Emozioni" ed alle celestiali oasi nelle quali le menti di quel tempo solevano attingere ispirazione per assaporare la sublimità dell'estrema elevazione del cuore: "Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume, sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare, passare con lo sguardo la collina, guidare come un pazzo a fari spenti, uscir dalla brughiera di mattina, ricoprir di terra una piantina verde"...tanto per citarne alcune. L'innesco della poesia era sempre provocato dal contatto con la natura. Riflettevo prendendo atto di quanto la qualità della commozione nella nostra quotidianità si sia inflazionata, arrivando a doversi innescare attraverso connubi con materiale volgare per la sensibilità dell'anima: mangiate e bevute, viaggi e vacanze, lotterie, movida, stupefacenti, sesso, competizioni sportive. L'innesco, in questo caso con la prosa, viene provocato dalla seduzione operata dallo spirito del mondo. Ed allora oggi cosa direbbe Mogol allo zombie capace d'intendere e di volere solo quello che si gode con i sensi carnali: capire tu non puoi, ma chiamale se vuoi...contrazioni.

1882
"Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti" (Lc 16,25) Gesù spesso ci mette in guardia dall'abbondanza invitandoci a tenerla a debita distanza dal cuore. Leggendo la parabola del ricco Epulone nelle coscienze zelanti non può non insinuarsi il tarlo che qualora fossimo stati baciati dalla fortuna, tali ricchezze possano esserci state assegnate di diritto in quanto destinati all'inferno. Oggi soprattutto in ambito evangelico il mito della prosperità è stato adulterato fino al punto da essere considerato il segno più evidente dell'elezione cristiana, mentre invece vediamo che può rappresentare il passaporto per la dannazione. Ed allora per prudenza smettiamo di ringraziare Dio per i beni che ci ha dato essendo noi allo scuro delle motivazioni, soprattutto se non utilizziamo le eccedenze per aiutare chi è in difficoltà, condizione che ci consente di legittimare lo status di ricchi...in generosità.

1883
"Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!" (Gv 16,33)
Poco fa, dopo anni di silenzio, il Signore ha battuto un colpo...un evento che ho ritenuto di rivestire della potenza di un segno! Stamattina avevo subito un veemente attacco da parte di una legione di demoni ospitata da una signora con la quale ogni tanto devo relazionarmi, nulla di eclatante che i presenti potessero rilevare...tutto nel sottobosco della più stucchevole quotidianità. Tuttavia dietro ad alcuni atteggiamenti oltremodo affettati avevo rilevato a pelle una potente emissione di livore satanico che con il passare delle ore ha velato la mia lucidità spingendomi a prendere in considerazione la possibilità di accendere la miccia, rendere pan per focaccia e levarmi una grossa soddisfazione mandandola a quel paese. Mentre lottavo interiormente per fronteggiare la tentazione di reagire ecco che una sorella in Cristo di fb nel giro di un paio di minuti mette otto like ai miei post...quasi a richiamare la mia attenzione. Allora sono andato di corsa nel suo profilo per avere lumi di tanta grazia e là nell'immagine di copertina campeggiava il rassicurante appello di Gesù scolpito per me! Ho ricevuto la forza per passare oltre...e la buona notizia d'essere sulla strada giusta.

1884
Poche settimane fa mi è capitato di leggere un post di un personaggio di primo piano dell'universo sapienziale, uno di quegli apostoli della verità che per la serietà con la quale portano avanti la loro missione meriterebbero il meglio della platea ed il massimo dell'attenzione. Non era uno dei soliti post sulle trite e ritrite tematiche sul banco dell'attualità, era qualcosa di intimo...un saluto al padre che partiva per qualche giorno di vacanza. Consisteva in una foto che ritraeva il genitore con la valigia in procinto di salire sul treno, accompagnata da un normalissimo...ciao ba'. Ciò che mi ha toccato è stato il garbo con il quale ho percepito quel saluto, un gigante del suo calibro che si fa bambino al cospetto di chi lo ha generato e con una sola parola, ba', riesce ad esprimere la doverosa sudditanza nonché l'estrema tenerezza. E questo a prescindere da chi sia suo padre: un erudito quanto lui, un operaio, un pescatore, un contadino. Oppure Dio per chi ha la fede e nel novero delle varie manifestazioni che offre la sacra scrittura, dalla più mansueta alla più terribile...è riuscito a scorgere il volto del Padre.

1885
"Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?" (Mc 8,36)
Queste parole di Gesù mi sono venute in mente nell'istante in cui Marco Tamberi ha scavalcato l'asticella a 2,36 laureandosi campione del mondo nella specialità del salto in alto...prima di lasciarsi andare come sua consuetudine ad uno sciame di esultanze dagli accenti pirotecnici. Sembra assurdo...cosa può avere a che fare una sana competizione sportiva con la più terribile sentenza del vangelo, eppure quelle parole puntano l'indice contro di lui e tutti coloro che in questa vita riescono a coronare nel loro piccolo il proprio sogno. In ambito professionale, artistico, sentimentale e persino spirituale...laddove si ottengano larghi consensi per aver fatto generosi sconti. Il "mondo intero" a cui si allude non va inteso in senso meramente letterale, ma riferito all'ambito sociale nel quale ognuno di noi opera...per alcuni sotto l'abbaglio dei riflettori, per altri poco appariscente ma non meno appagante. Ebbene, stando alla suprema sapienza, conquistare seppure attraverso una condotta esemplare tutto ciò a cui si ambisce destina alla dannazione eterna. Il Signore non apre a possibilità che rendano compatibili le due condizioni. Temo sia automatico...chi è sazio di beni terreni andrà all'inferno. Dunque se siamo cristiani in armonia con questo mondo finito in potere del diavolo, convinti d'essere graditi a Dio...i conti non tornano.

1886
"ama il prossimo tuo come te stesso" (Lc 10,27)
I tempi sono talmente degenerati da rendere oggi non facile focalizzare certe figure simbolo del panorama spirituale e stabilire come rapportarsi nei loro confronti. Attorno al "prossimo" in particolare si è levata una fitta coltre di pseudo moralismo che ne ha adulterato i lineamenti, facendo in modo che ci si senta chiamati a prestare soccorso anche laddove non vi sia presupposto. In molti casi pur essendo il malcapitato "mezzo morto"...come richiede la parabola del seminatore, il mezzo vivo che rimane sembra essere giunto all'impenitenza finale. Le metafore di Gesù sembrano elementari, ma se andiamo a sviscerarle scopriamo che ci si smarrisce di fronte alle prospettive che dischiudono. La suddetta presenta un nodo cruciale da sciogliere per evitare l'insorgere di conflitti suscitati dal nemico al fine di trattenere il nostro slancio. L'innaturalità delle dinamiche forzose che hanno determinato le attuali condizioni sociali, portano a chiedersi se questa generazione di zombi sia ancora legittimata ad incarnare il riferimento prioritario del vangelo? E se nel tempo dell'inganno universale, le vocazioni contemplative, siano tenute a passare oltre...o ad intervenire?

1887
"Quale gioia quando mi dissero: andremo alla casa del Signore" (Sal 122)
Il versetto di questo Salmo evidenzia lo stato d'animo dell'ebreo in procinto di recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme, al solo pensiero di entrare nel Tempio sente l'anima dilatarsi misticamente verso gli orizzonti dello spirito. Noi cristiani possiamo goderne la corrispondenza al pensiero di andare a visitare qualche celebre santuario: la basilica di san Pietro, quella di Assisi, di Lourdes, di Loreto. Da qualche tempo suddette parole mi salgono spontaneamente alle labbra recandomi un benefico sollievo interiore, proprio come se fossi anch'io sul punto di partire per la casa del Signore...il regno dei Cieli. Ed a me e a tutti coloro nei quali la fede ha raggiunto una tale estensione da far percepire la morte come una liberazione, la buona novella non verrà comunicata da un apostolo, ma da un medico. Quando ci dirà con espressione desolata che abbiamo poche settimane di vita.

1888
Se Dio nella sua onnipotenza ha emanato un decalogo per governare una scienza tanto complessa quale il comportamento umano, possiamo ritenere che chiunque sia credente, abbia ricevuto il dono della sapienza e possieda una vasta conoscenza d'una specifica materia...sia abilitato a comporre un decalogo per regolamentarla. Ed in virtù dell'aver osato mettere ordine al caos di una branca dell'umano sbalestrare, sentirsi autorizzato a fregiarsi del titolo di divinità della disciplina che si è voluta incarnare. Il sottoscritto si è assunto l'onere di stilare il decalogo del poeta, ma a giudicare dal gelo con il quale viene accolto dall'élite intellettuale, si direbbe che detestino i miei precetti e non vogliano riconoscere la mia sovranità. Credo che il rifiuto sia imputabile a tre fattori. L'aver inserito nei comandamenti riferimenti spirituali innalzando la poesia a via privilegiata per giungere alla conoscenza della verità ed evitare la dannazione eterna. L'essere entrato a gamba tesa sul sottobosco di pseudo cultura che si nutre di vanità attraverso il proliferare di pomposi concorsi. Infine perché percepiscono che sono tutt'altro che conciliante con chi si promuove quale supremo valore e poi a suon di versi non riesce neppure a scuotere dal torpore. Cari poeti laureati, quando siete tentati di scomodare la regina della letteratura per ricamare la vostra quotidianità oziosa, per cortesia...fatelo in prosa.

1889
"E solo quando m’avrà perdonato, ti verrà desiderio di guardarmi. Ricorderai d’avermi atteso tanto, e avrai negli occhi un rapido sospiro"
Sono gli ultimi versi dell'illuminante poesia di Ungaretti "alla madre" una poesia talmente ricca di accenti spirituali da poter assumere la funzione di catechismo...una poesia che nella sua chiusura tocca il vertice supremo dello slancio mistico. Il poeta nella sua straordinaria sensibilità interiore riesce a comprendere che sua madre lo avrebbe addirittura ripudiato qualora di fronte al tribunale celeste non fosse stato assolto per essersi riconosciuto colpevole. Maria Lunardini aveva il primo comandamento scolpito nell'anima ed il secondo scritto nel cuore...e sapeva che testimoniarli al proprio figlio fino ad evidenziarne le estreme conseguenze era l'unica maniera per metterlo nelle condizioni di evitare l'inferno. La lirica contempla il lieto fine...scemata la tensione e passato lo spavento la madre riprende il proprio ruolo. Torna a guardarlo come il suo bambino, ricordando i patemi d'un parto esistenziale d'irriducibile ansia e attraverso un rapido sospiro chiude la porta alla precarietà per approdare nell'eternità.

1890
Quando ho realizzato che a distanza di poche ore sono morti il Presidente Emerito della Repubblica ed il più cruento assassino che si ricordi a memoria d'uomo, mi è venuta in mente una poesia dell'Antologia di Spoon River...nella quale il personaggio di turno affermava che si muore sempre in coppia. L'autore non addita una connessione agli accoppiamenti, probabilmente li attribuisce al caso, ma vista l'eccezionalità dell'evento e considerato che viviamo nel tempo della maggiore corruzione della politica...temo che i due defunti, alla luce dei valori cristiani, possano risultare meno agli antipodi di quanto si possa pensare. E il nesso...sia che sono scesi nello stesso posto.

1891
"Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano" (Dt 5,9) "e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore dei denti" (Mt 13,42)
Mi sono chiesto tante volte perché Dio punisce le colpe dei padri nei figli, nipoti e pronipoti fino alla quarta generazione, perché farla pagare alla loro discendenza se nel frattempo gli empi antenati sono morti e non hanno la possibilità di prendere atto del dolore causato ai loro cari...e dunque riceverne il meritato castigo? Dopo tanto rimuginare finalmente ho intuito una risposta plausibile, una risposta che fa tremare dallo spavento e reputo sia la motivazione più efficace per convincersi ad evitare con tutte le forze l'inferno! Me l'ha suggerita Gesù quando parla di "stridore di denti" che io reputo la manifestazione più eclatante della sofferenza più lancinante...sofferenza che si perpetua eternamente nella geenna. Allora mi sono persuaso che nella fornace ardente verrà mostrato a padri, nonni, bisnonni, trisnonni e corrispettivi al femminile, i mali che hanno procurato al sangue del loro sangue e alla carne della loro carne...per l'assurdità di aver odiato gratuitamente il Sommo Bene. Si potrebbe obiettare...ma se in questo mondo della loro prole non è importato niente, se non solo non li hanno amati, ma addirittura disprezzati...ne riceverebbero persino soddisfazione! Impossibile perché i dannati sono perennemente attraversati dalla luce della verità che ripristina gli equilibri delle funzioni dell'anima ed in virtù di tale miracolo riacquisiscono la facoltà di percepire correttamente l'amore e tornare innocentemente ad amare. Prendere coscienza che sono stati la causa delle loro disgrazie, vedere i loro volti scavati dalla rassegnazione, sentire l'ossessivo rimbombo dei loro tormenti...determineranno lo stridore di denti.

1892
"Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno" (Mt 9,15)
Proviamo a calare queste parole di Gesù nella nostra realtà impegnandoci ad evolverle in proiezione futura per renderle operative in ogni tempo orfano della sua fisicità. Lo Sposo entra in spirito nel nostro cuore il giorno della conversione, giorno nel quale avviene l'incontro col Messia che con la sua costante e premurosa presenza ci delizia, mentre muoviamo i primi passi verso la beata speranza. Ma il paradiso sulla terra non dura in eterno, in genere l'interiore beatitudine ci accompagna per qualche mese, al massimo un paio d'anni...poi quasi impercettibilmente la percezione della sua immanenza si affievolisce e si rimane con la struggente nostalgia dei giorni felici. Lo Sposo ci viene tolto affinché si creino le condizioni ideali per innescare il processo di maturazione della fede, nel quale la penitenza assume la funzione di materia dominante e le vite dei santi il ruolo dell'insegnante. Oggi il suo contributo è stato talmente depotenziato da finire addirittura umiliato quando si pretende di assolvere a tale mandato facendo qualche piccola rinuncia. A dire il vero neppure quelle grandi ne sono il compimento, gesti idonei ad inorgoglire l'ego ed ammansire la coscienza...ma incapaci d'innescare l'inversione di tendenza. La differenza la fa il trasporto con il quale si ama Dio e se sapremo tesorizzare i patrimoni della croce vedremo evaporare in un attimo l'attitudine alla frivolezza che falcidia questa generazione. E una volta partorito uno spirito contrito potremo vivere persino immersi in un perenne carnevale adempiendo alla perfezione il più temuto dei precetti.

1893
Tante volte mi sono chiesto per quali oscure ragioni i padroni del mondo suscitano continue emergenze...sanitarie, climatiche, economiche, finanziarie, tenendo il genere umano col fiato sospeso e per quanto io possa lavorare di fantasia non sono ancora riuscito a trovarne una plausibile. Così mi sto persuadendo che dietro l'apparenza operi una regia trascendente e coloro che noi oggi consideriamo malvagi altro non siano che pedine in mano a chi governa dall'eternità gli ultimi spiccioli di tempo. E' possibile che Dio abbia investito tali minacce della funzione d'innesco affinché nel cristiano, attivato interiormente dalle angosce generate dalle presunte catastrofi...s'insinui il pensiero della fine del mondo e si decida a tramontare speranza per andare incontro allo Sposo. Purtroppo Papa Francesco proprio in questi giorni ha dato conferma di voler ignorare la voce dei profeti, ha esortato le nazioni ad istituire un organismo globale deputato a gestire tali fenomeni...tralasciando di caricarli del loro significato apocalittico.

1894
Io sono convinto che Gesù agli albori della sua missione fosse animato dal più vivo ottimismo reputando che sarebbe stato compreso dagli uomini, almeno da quelli dotati d'intelletto. Con il passare del tempo ha dovuto prendere atto di quanto ci abbia sopravvalutato ed in alcune occasioni sono cominciati ad affiorare accostamenti con il regno animale. Agnelli e pecore all'inizio, che seppure nei vangeli siano stati chiamati in causa con accezioni positive...sono pur sempre bestie e non angeli. Poi la situazione è andata peggiorando e sono comparsi i primi timidi sconfinamenti: passeri, cavallette, pesci, uccelli, volpi, cammelli, asini, moscerini, pulcini, colombe, tortore, aquile, capri, vitelli e corvi...sapientemente somministrati in parabole per non offendere. Infine è degenerata ed è stato costretto ad associarci a cani, vipere, lupi, serpenti, avvoltoi e dulcis in fundo ai porci. E meno male che è asceso al cielo a trentasette anni, perché se fosse arrivato a trentotto ci avrebbe bollati per scarafaggi.

1895
Vorrei elevare una supplica a sua malvagità il Diavolo convinto d'essere il primo a farlo con tanta fede nella sua disponibilità. Una supplica dal profondo del mio cuore nauseato dalle incessanti riproposizioni degli stessi repertori, affinché modifichi la sua maniera di perseguitarci e ci mostri cos'altro di peggio sappia fare...perché con questo menù siamo sul punto di vomitare. Ci risiamo...l'ennesima guerra provocata ad arte dai campioni del mondo dell'imbroglio, le immagini di atrocità compiute dai presunti cattivi di turno che puntualmente si rivelano infondate, gli stucchevoli appelli alla pace da parte di politici e prelati che mandano a memoria discorsi inamidati. E vai con la televisione che raffica dibattiti di personaggi equivoci deputati a sensibilizzare gl'impassibili. E si riparte coi rincari...aumenta la benzina, aumenta l'energia, aumentano i generi di prima necessità nei supermercati. E avanti con le borse che affondano i mercati finanziari e bla bla bla ventiquattro ore al giorno a replicare scenari millenari! Basta, non ne possiamo più di questi tira e molla demenzial-delinquenziali, di questa brodaglia di opinioni, di questo ossessivo ciarlare di uno sciame di cialtroni. Tu che sei il padrone di questo cesso e di quanto di lurido contiene, facci la grazia d'una bomba atomica esplosa la quale...nessuno abbia più facoltà di commentare.

1896
"Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio" (Gen 3,1)
"Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato" (Gen 3,13)
"Allora il Signore Dio disse al serpente: Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche" (Gen 3,14)
Più passa il tempo e più in me si va rafforzando la convinzione che gli animali si siano fatti strumenti del diavolo. Credo che l'intreccio di sentenze sopra citato sia stato concepito per partorire una delle ipotesi più assurde...intreccio che alla fine dei tempi, se tirato all'inverosimile, può generare un lampo di luce capace di allarmare le coscienze ipersensibili. Ci viene detto che le bestie selvatiche erano astute, capaci d'ingannare fino al punto di spingere al male, tanto da riuscire a far cacciare i progenitori dall'Eden. In conseguenza di tale atto Dio ha maledetto il serpente, il bestiame e le bestie selvatiche, risparmiando gli animali domestici. Ma temo che in questi ultimi giorni detta maledizione, non solo sia ancora in vigore, ma abbia subito un'evoluzione e servendosi dell'irresistibile tentazione della tenerezza sia arrivata a concretizzare contro l'uomo una trappola mortale. Ammansire cani e gatti rendendoli creature estremamente affettuose, con l'intento di indurci ad inclinare verso di loro il cuore. Così il chiamato ad alzare gli occhi al cielo per raffinare il proprio amore alla sorgente spirituale in vista della divinizzazione, si ritrova a consumare un connubio sentimentale con un essere inferiore...convinto non ci sia nulla di male.

1897
"Chi non è con me è contro di me" (Mt 12,30)
E' curioso notare come in questi ultimi anni quando scoppiano guerre, nascono dispute inerenti i più disparati ambiti e persino in occasione di eventi sportivi, ci si senta chiamati a tifare per una fazione piuttosto che per l'altra...trascinati da una forza irresistibile che obbliga a prendere posizione. Io credo si possa addebitare all'esponenziale impennata del tasso di aggressività nei rapporti interpersonali, coefficiente dilatatosi all'inverosimile da quando le tenebre hanno oscurato le coscienze. Nonostante la maggioranza di queste manifestazioni gravitino al di fuori degli interessi personali, sotto l'influenza di una sorta d'incantesimo si finisce ogni volta per schierarsi con una passionalità ingiustificata. E così anche al cospetto del conflitto israelo-palestinese...chi tifa per i buoni che sprofondati nell'agio non possono rilassarsi a causa del ronzio minaccioso dei cattivi, chi tifa per i cattivi esasperati dall'ossessiva avidità dei buoni. Ma spesso si parteggia sulla base di un dettaglio accattivante...senza conoscerne le ragioni più profonde. Neppure noi discepoli di Cristo possiamo esimerci dal ficcare il naso negli affari altrui e dunque quali depositari della verità delegati a dare la riposta esatta. Gli ebrei lo hanno rifiutato, i musulmani delegittimato riconoscendolo come profeta ma privandolo della sua principale peculiarità...la divinità. Entrambi i popoli sono contro di lui e dunque anche contro di noi, per l'ennesima volta costretti ad essere una voce fuori dal coro. Da duemila anni rinnegano il Principe della pace, non ci stupiamo se si scannano fra di loro!

1898
Forse nessuna parola più del termine "degrado" ha subito nel tempo una vertiginosa evoluzione, tanto da essere quasi impossibile scorgerne attualmente la sua esasperazione. Fino a pochi anni fa veniva riferito ad un contesto di degenerazione personale in ordine alla sfera materiale, poi al deterioramento nei vari comparti sociali: edilizio, ambientale, ecologico...oggi tocca prendere atto che il terribile morbo ha attaccato la sfera interiore dell'uomo e corroso i cardini della morale. Me ne sono accorto quando di fronte ad un tramonto mozzafiato, ho avvertito un moto di disgusto per essere il magnifico scenario deturpato dalla presenza di soggetti prepotentemente immersi nel virtuale...ultima trovata del demonio per seccare alla radice l'anelito celestiale. Altra forma di degrado è la meccanica dipendenza dall'automobile che ci ha schiavizzato fino al punto di non percepire che a furia di usufruire dei motori siamo stati disumanizzati ed i nostri modelli comportamentali riprogrammati in conformità a processi di sviluppo severamente catalogati. Infine voglio segnalare una forma di degrado universale, viaggiare...laddove si alimenta la convinzione che esercitando la concupiscenza degli occhi ci si arricchisca di contenuti elevati; accatastando immagini, conoscenze ed esperienze si diventi migliori. Quando Dio guarda questi prototipi di cloni umani, io credo non veda corpi divinizzati dai multi-espressivi linguaggi esteriori...ma anime di barboni.

1899
"Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai" (Es 20,2-5)
Quante volte ci è capitato di imbatterci in brani della Bibbia che conosciamo a memoria per averli letti, meditati e sentiti commentare in numerose occasioni, tanto da farlo con leggerezza convinti che non possano comunicarci altro. Fra questi i più esaminati sono sicuramente i comandamenti e fra i dieci il primo è indubbiamente il più importante poiché deputato a metterci al riparo dagli inganni. Nonostante sia stato passato ai raggi x per secoli dagli studiosi...io credo celi ancora dei segreti. Proviamo a guardarlo dalla giusta angolazione per vedere se agli occhi di molti cristiani nasconde ancora qualche frammento di verità. Il Signore dice che ci ha fatto uscire dal paese dell'Egitto, dalla condizione di schiavitù e dunque ci ha restituito la libertà. Immediatamente dopo elenca le condizioni per evitare di ritornarci, per scongiurare l'eventualità che le nostre anime vengano di nuovo deportate nel paese del Faraoni. L'imperativo è di non farci immagini perché sono la miccia che innesca la scintilla per avviarci al fuoco eterno, diktat che vale per ogni oggetto che cade sotto il nostro sguardo o pensato dalla nostra immaginazione...naturalmente il divieto vale solo in ambito religioso. A questo punto nel dettato si avverte una frattura, scatta una trappola, si paventa un'evoluzione che spesso non viene recepita e che vado a dettagliare. Attraverso la discesa di tre gradini si finisce nell'anticamera dell'inferno. Il primo: disattendendo il divieto di farsi immagini si apre la porta al demonio invitandolo ad entrare nel santuario della nostra fede. Il secondo: eludendo il divieto di prostrarsi davanti alle immagini gli si conferisce il potere di animarle facendole muovere, parlare, lacrimare. Il terzo: trasgredendo il divieto di servire le immagini, vale a dire falsi cristi, madonne e santi delle apparizioni e locuzioni interiori...diventiamo suoi adoratori.

1900
Ci sono periodi nei quali il caffè viene meno denso e di conseguenza meno buono, ne ho chiesto la ragione e mi hanno detto che dipende dall'umidità. La stessa cosa per i dolci che a volte vengono voluminosi ed altre striminziti...ancora colpa dell'umidità. Allora ho realizzato che l'umidità ha due poteri: quello annacquante e quello riducente...funzioni che possono risultare altamente deleterie per il nostro organo deputato a ragionare. Prendendo atto che noi viviamo in un paese in riva al mare delimitato da due fiumi e come se la situazione non fosse già abbastanza compromessa...sovraccaricata da un laghetto artificiale e una mezza dozzina di fontane, mi sono allarmato non poco temendo d'essermi bevuto il cervello. Poi da quanto si dice in giro...mal di ossa sempre l'umidità, mosche e zanzare ancora umidità, nervi a fior di pelle...onnipotente umidità! Poi pensa che ti ripensa ho avuto un lampo di genio intuendo che le donne quando hanno il ciclo diventano untrici di umidità e idem i politici per l'ossessiva attrazione verso la liquidità. Insomma pare che l'umidità possa aver inciso nell'intelletto degli esseri umani fino a condizionarne la storia e determinarne i destini. Di una cosa però sono arci sicuro tanto da metterci la mano sul fuoco, che nella nefasta conduzione di Mancini sulla panchina dell'Arabia Saudita l'umidità...non abbia avuto alcun ruolo.

1901
La ludopatia viene definita una dipendenza dal gioco d'azzardo ed è stata elevata al rango di malattia. Stando alla definizione si è portati a pensare che dovrebbe interessare chi conduce una vita povera di emozioni e dunque necessita di ricevere impulsi atti a contrastare uno status orientato al depressivo. Il gratta e vinci credo sia il rimedio alla portata di tutti gentilmente messo a disposizione dallo Stato per ovviare al grigiore della vita e basta appostarsi fuori ad un'edicola per scoprire quanti disperati vanno in cerca della scossa che animi la loro quotidianità. Ma i calciatori di serie A che hanno il privilegio di poter godere delle massime scariche emotive, come possono ridursi ad elemosinare stimoli di bassissimo profilo quali scommesse sul più demenziale materiale del contendere? Allora non chiamiamo malattia la degenerazione dei costumi, non scomodiamo gli psicologi che non possono calarsi nelle coscienze dei viziati...bastano due ceffoni! E niente squalifiche, ma un anno di sano disprezzo da parte della parte lesa...i tifosi.

1902
"Se la tua mano ti scandalizza, tagliala" (Mc 9,43)
"Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo" (Mc 9,45)
"Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo" (Mc 9,47)
La cronaca ci mette quotidianamente di fronte ad episodi che fanno rabbrividire! Persone che vengono falciate mentre attraversano la strada sulle strisce da auto che superano di gran lunga il limite di velocità e come se non bastasse guidate da gente ubriaca, o drogata, o che armeggia con il cellulare. Per quanto le pene siano severe, detenzione da due a sette anni, tuttavia ho l'impressione che i colpevoli non maturino neanche lontanamente un rimorso proporzionato al danno che hanno causato...mai sentito che qualcuno si sia tolto la vita per aver stroncato un'esistenza e gettato nella disperazione i familiari della vittima. Così ho pensato ad una pena sdoganata da Gesù per alcuni peccati che in confronto all'omicidio sono marachelle...la mutilazione di un organo. Il vangelo la propone come atto distruttivo e fine a se stesso, io invece proporrei di andare oltre rendendolo un prezioso servizio sanitario. Così se tu sei talmente incosciente da metterti al volante in stato di ebrezza e ammazzi un bambino, o dopo aver assunto stupefacenti e ammazzi una mamma, oppure mentre cazzeggi con l'imbecillometro e ammazzi un pensionato...io non ti faccio fare neanche un giorno di galera perché non sei nemmeno un delinquente...non sei né carne, né pesce. Ma affinché tu lo tenga perennemente in mente ti condanno a donare un organo a tuo piacimento: un rene, un polmone, oppure un occhio, restituendo una frazione della vita che hai tolto...ad un malato in attesa di trapianto.

1903
A prescindere dalla militanza politica ho sempre considerato Giorgia Meloni una persona seria ed affidabile. Arrivata ai vertici delle cariche istituzionale dello Stato nel momento in cui i valori delle destre si sono liquefatti, per rimanere a galla ha dovuto fare dell'equilibrismo la sua virtù cardinale. Le riconosco la straordinaria capacità di entrare in sintonia con chiunque, che si evidenzia in maniera particolare quando si trova al cospetto dei Giganti. Allora espone garbatamente la propria posizione pigiando dolcemente il piede sull'acceleratore, ma sempre pronta a rallentare qualora avvertisse una frizione. Quando invece si trova al cospetto dei Titani prudentemente evita il confronto scegliendo di temporeggiare in attesa che mutino gli scenari. Può sembrare avvilente, ma temo che oggi sia la sola maniera per sopravvivere nella tana di un nemico invincibile. Stamattina sono rimasto scioccato nel vedere il suo compagno dare una pessima versione dell'italico stallone e mi sono chiesto come abbia fatto la Premier in dieci anni di convivenza a non accorgersi di quale pasta fosse fatto il padre di sua figlia? Che sia stata innamorata fino al punto di accecarsi non la giustifica e non ci tranquillizza, anche perché subodorando l'epilogo potrebbe essersi disamorata del fedifrago per innamorarsi del suo ruolo di Statista. E se ogni volta che s'innamora perde la bussola...l'Italia naufraga.

1904
Sono sempre stato convinto che dopo la cacciata dall'Eden non sia stato più possibile a nessun essere umano, in qualsiasi campo o circostanza, riprodurre la perfezione sulla terra. In ogni genio che vi tende con il supporto di tutta la sua arte alla fine emerge sempre un neo, che certamente non intacca il valore dell'opera, ma vuole attestare il marchio di autenticità della natura decaduta nel pianeta. Ne prendo atto quotidianamente nella mia esperienza personale e posso assicurare d'essere un maniaco dell'impeccabilità che va sempre a cercare il pelo nell'uovo...e puntualmente lo trovo. L'ultima scoperta è stata clamorosa e l'inequivocabile conferma che da questa legge non si sfugge, il diavolo ci mette sempre lo zampino per ricordarci che per quanto sia prossima la fine del suo impero...operiamo ancora nel suo terreno. Guardando il capolavoro di Pasolini "il vangelo secondo Matteo" al minuto 2:07:00 appare per un secondo con grande sconcerto una corriera sullo sfondo, deputata a profanare la pellicola ed irridere chi ha redento il mondo.

1905
"Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio" (Es 20,8-10)
Il Signore ha dato disposizioni rigorose per contrastare la natura volatile dell'uomo, per salvaguardarlo dalla tendenza all'ozio e di conseguenza a quel vizio che lo spinge sulla via spaziosa che conduce alla rovina. Ha disposto che lavorasse sei giorni la settimana ed il settimo di riposo, ma non per andarsi a divertire, piuttosto in chiesa a ringraziare. Da puntualizzare che allora si lavorava 12 ore al giorno che fanno 72 ore la settimana, la metà esatta di quanto attualmente lavorano i dipendenti dello Stato. Dunque per non devastare il solco biblico dovremmo beneficiare di non più di 52 giorni di festa all'anno. Invece molti non lavorano neanche il sabato e quindi lo svago viene raddoppiato ed ulteriormente dilatato considerando le ferie pasquali, natalizie ed estive. Alla nefasta lista è doveroso aggiungere anche tutti gli anni della pensione che sono fuorilegge non risultando la disposizione revocata nel resto della scrittura, da cui però è possibile detrarre i periodi di eventuali malattie e decurtare la sopraggiunta senilità con l'impossibilità di lavorare oltre. Con un simile quadro io credo che seppure si sia cristiani virtuosi che non trasgrediscono neppure un comandamento...possa non servire altro per andare all'inferno.

1906
Mt 19,16-30 Mc 10,17-27 Lc 18,18-30
Mettendo a confronto le tre versioni dell'incontro di Gesù con quello che viene unanimemente identificato come il giovane ricco, la prima cosa che salta agli occhi è che probabilmente quel giovane non era affatto giovane. Lo afferma indirettamente lui stesso quando in Marco ed in Luca rispondendo al Maestro dice di aver osservato i comandamenti fin dalla giovinezza e dunque...è lecito pensare che sia approdato oltre. Solo Matteo usa il termine giovane per segnalare che se ne andò triste poiché possedeva molte ricchezze. In Marco, ritenuto il testo più attendibile essendo stato il primo vangelo redatto, viene detto che un tale gli corse incontro e si gettò in ginocchio davanti a lui...in Matteo si ribadisce di un tale che gli si avvicinò ed in Luca di un notabile che lo interrogò. Da rilevare che solo in Marco, laddove gli corse incontro e gli si gettò in ginocchio, viene notificato che il Signore lo amò...a mio avviso perché con quell'inchino testimoniò di aver riconosciuto la sua divinità e dunque rese possibile a Dio intervenire nel proprio destino fin da quell'istante per condurlo alla salvezza. Gesù sembra infastidito dall'essere chiamato buono, suppongo perché percepì in quell'aggettivo un tentativo di adulazione mirato a fargli concedere sconti sull'ortodossia evangelica. Infatti dapprima lascia intendere che per ottenere la vita eterna sia sufficiente osservare i comandamenti, ma poi alza brutalmente l'asticella seminando il panico quando invita a lasciare tutto per seguirlo. Infine concede la più luminosa delle perle di sapienza affermando che se è impossibile far passare un cammello per la cruna di un ago, a Dio è possibile far entrare nel regno dei cieli persino un ricco...alla sola condizione che abbia una fede capace d'incenerire quanto sta scritto!

1907
"Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!" (Mt 11,20-24)
Io credo che quando Gesù pronunciò queste parole si trovasse in uno stato di profonda prostrazione emotiva, dovuto alla mancata risposta del popolo di fronte ai miracoli che andava operando affinché credessero...e temo che abbia dovuto fare uno sforzo sovrumano per non incenerire tanta sterilità intorno a sé. Quindi immaginiamolo tremendamente arrabbiato ed allo stesso tempo tremendamente avvilito, un mix da indurre a lasciar perdere tutto e mandare tutti a quel paese, stato d'animo che è dato di sperimentare a chi testimonia con passione la propria fede. Oggi paradossalmente ci troviamo nell'identica situazione, però capovolta. Allora a beneficio degli ostinati era stato esibito il campionario dei miracoli più incredibili, era stato messo in piazza il frutto più appetibile del bene. Oggi al contrario abbiamo davanti agli occhi il frutto più osceno del male ed ahimè, non si coglie in giro un'adeguata indignazione come sarebbe naturale aspettarsi, ma solo una patetica rassegnazione a volersi perpetuare nella mediocrità interiore. La politica è uno schifo, la religione è uno schifo, la famiglia è uno schifo, la giustizia è uno schifo, la televisione è uno schifo, il festival è uno schifo, il calcio è uno schifo ed questi giorni pure il tempo è uno schifo...ed allora mi chiedo come si possa, di fronte a tanta indecenza, non alzare gli occhi al cielo con la fervente speranza che quanto meno Dio esista?

1908
"Ma io indurirò il cuore del Faraone" (Es 7,3)
Torno a parlare di una delle questioni più spinose del diritto spirituale: il libero arbitrio. Il Signore stesso afferma che avrebbe indurito il cuore del Faraone affinché facesse la sua volontà nel castigare il popolo di Israele. Se prendiamo per possibile questa eventualità allora credo di poter associare tale modus operandi anche ad altri olocausti avvenuti nel corso della storia...e persino ogni evento delittuoso possa rientrare in tale casistica. Dunque i vari dittatori della storia al pari del Faraone, o assassini al pari del mostro di Milwaukee, potrebbero essere stati irresistibilmente spinti da Dio a fare i massacri ed alla fine...risultare innocenti di tutte le barbarie. Lo ritengo probabile e mi pare di aver intuito il metro di giudizio nel quale poter inquadrare la questione. I peccatori che compariranno davanti al tribunale celeste verranno giudicati in base ai peccati che hanno commesso, questi invece...da come li hanno commessi! Ci troviamo di fronte a due eventualità fra le quali potrebbe esserci uno spazio che permette alla libertà umana di operare inclinandosi verso il bene, oppure verso il male. Ecco le opzioni: nell'obbedire potrebbero essersi lasciati prendere la mano dalla crudeltà ed affondato il coltello più a fondo di quanto era stato loro comunicato, o nel caso opposto avuto un moto di compassione che li abbia indotti a farlo con indulgenza. Queste considerazioni rientrano nel novero di una passionalità ossessiva nei confronti della verità e dunque seppure all'estremo limite della presunzione si possono giustificare, ma più di ogni altra cosa vorrei che ci donassero la sapienza per non giudicare.

1909
Il conflitto in Medio Oriente, luogo di nascita ed espansione delle tre grandi religioni monoteiste, dalla barbarie profusa sul campo testimonia d'aver polverizzato i più elementari comportamenti del codice morale in vigore nelle coscienze dei credenti. Ciò mi fa pensare che il cammino di maturazione interiore dei suoi adepti sia evoluto esclusivamente sul versante carnale...laddove si brama quanto più aggrada e si detesta quello che resta. Nelle concitate dichiarazioni dei vari leader, sia politici che religiosi, mai si è sentita una sillaba che rimandasse a tematiche inerenti la sfera spirituale, sfera nella quale Dio risiede e noi siamo chiamati a tendere con tutte le forze. Ebrei e musulmani, tanto maniacali nell'ottemperare alle infinitesimali prescrizioni della legge quanto refrattari a muoversi dallo stallo di uno smisurato orgoglio, non riescono ad andare oltre l'ossessione di soggiogare le volontà degli uomini e possedere il monopolio delle cose. Le due fazioni sono ormai allo sbando di una contesa nella quale nessuno risulterà vincente, perché ogni regno diviso in se stesso è destinato a perire...compresi i loro finiti in potere del demonio. I cristiani, terzo polo di diffusione della fede che all'apparenza sembrano di tutt'altro stampo, hanno fatto di peggio macchiandosi di alto tradimento per aver permesso ad una miriade di falsi profeti di proclamare un verbo storpio dagli altari. E' assurdo sapere di vivere in questo mondo per non più di qualche decennio e poi operare come se non dovessimo mai morire, ma è pazzesco spargere sangue innocente mettendo a repentaglio la propria salvezza per usufruire di una striscia di deserto...quando nel regno dei Cieli ci aspetta un giardino immenso.

1910
"lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite" (Mc 10,14)
"se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei Cieli" (Mt 18,3)
Queste due affermazioni di Gesù evidenziano una necessità imprescindibile per entrare nel regno dei Cieli, farlo passando attraverso lo status di bambini...condizione nella quale alla Parola di Dio è concesso il potere di fecondare le coscienze disposte a credere senza dubitare. Tale possibilità si può realizzare in due fasi distinte: o quando si è bambini, oppure a qualsiasi età ritornando al candore originale attraverso l'immersione in un crogiolo di purificazione. Ho fatto tale premessa per sottolineare la responsabilità che hanno i catechisti e gl'insegnati di religione, a loro è concessa una breve finestra temporale per allestire il miracolo della fede, finestra che visti i tempi che corrono si va sempre più assottigliando. Fra gl'insegnanti di tutte le materie, i professori di religione sono quelli la cui conoscenza deve spingersi oltre il dettato teologico di loro pertinenza, per abbracciare quello psicologico, storico e filosofico...al fine di essere in grado di rispondere alle istanze di una gioventù in crescente disagio e fermento. Proprio per questo io credo che nel panorama scolastico tali professori siano i soli degni di essere chiamati maestri, ove si intenda capaci di indirizzare verso il bene. Direi che le scuole elementari siano l'ideale per inseminare la cellula dormiente destinata a fruttificare a tempo debito, anche nelle medie credo si possa ben sperare, ma temo che per le superiori sia troppo tardi....a quell'età il demonio ha già sviluppato solide difese per respingere gli inviti del bene e dunque per ambire alla vita eterna s'impone il ritorno alla purezza. In ogni caso ritengo di capitale importanza che a prescindere da quanto un apostolo possa seminare, sia capace di lasciare un'impronta significativa della propria personalità nel cuore dell'adolescente. La traiettoria di un'impressione che partendo dalla gravità del mistero che incarna arrivi al polo opposto...alla mansuetudine dell'accoglienza.

1911
"pochi sanno che la santità è simile a un albero, tanto più fragile quanto è di essenza più rara, battuto da tutti i venti, minacciato da tutte le tempeste; che essa è un dono pauroso, un'elezione piena di mistero a portare la croce di tutte le miserie; a sopportare in sé la guerra fra il cielo e l'inferno, nella quale nessuno può mai dire di essere riuscito vincitore fino al superamento dell'ultimo pensiero e dell'ultima immagine; una fatica a cui all'uomo non è lecito dire basta"
Questa definizione della santità tratta da un'introduzione di Tommaso Gallarati Scotti al capolavoro "Sotto il sole di satana" sembra essere tramontata con l'uscita di scena dei protagonisti della sacra scrittura. Apostoli, profeti e martiri dei primi secoli...anime elevate agli onori degli altari per aver subito le più feroci persecuzioni. Oggi si è portati a credere che la via angusta che conduce alla salvezza sia possibile percorrerla anche con il vestito buono, mentre splende il sole, in compagnia dei fratelli cantando lodi e recitando salmi. Georges Bernanos è di tutt'altro avviso e ci presenta il profilo di un disgraziato che suscita non poche perplessità ed interrogativi, nonché allarmismi perché se ha ragione lui...il regno dei cieli è inaccessibile a noi. In base ai dati forniti credo di poter tracciare lo spartiacque tra il santo dell'immaginario collettivo religioso attuale e quello reale presentato dallo scrittore francese. Gesù nell'incontro con il giovane ricco ci mostra il fake! Quel giovane era com'è oggi la maggior parte dei cristiani di ogni confessione: rispettosi dei comandamenti, presenti alle manifestazioni del culto, generosi nella carità, ma all'invito ad essere perfetti e lasciare tutto per seguirlo...chi li ha visti? Attraverso la similitudine dell'ago e del cammello il Signore ci mostra che limitarsi a fare il proprio dovere non basta...bisogna andare oltre. Sporcarsi le mani fino a calarsi nelle fogne esistenziali per annusare il fetore delle carogne consumate dal tormento di sentire il crepitio del fuoco eterno...è necessario essere violentati dal supremo spavento! Non so se dire per fortuna o purtroppo, ma mi ritrovo nei tratti disegnati da questo grande mistico che per arrivare comprendere tanto dev'essersi inoltrato nelle viscere del regno delle tenebre. A cominciare dall'estrema fragilità al cospetto di quanto nel creato c'è di più bello e di più orrendo, per continuare con la crescente percezione del dono pauroso che si è ricevuto, poi lo smarrimento per il privilegio d'essere stati scelti per un'elezione piena di mistero, quindi il supplizio di sentire conficcati nella carne i chiodi della croce di tutte le miserie, inoltre la desolazione di scoprirsi un campo di battaglia dove infuria la guerra fra il cielo e l'inferno, per finire con l'incapacità di dire basta...per paura di non aver esalato fino all'ultima goccia di ogni umore del mio corpo e del mio cuore.

1912
A furia d'imbattermi in gente immersa nello schermo del cellulare e chiedermi come sia possibile lasciarsi rapire dalla realtà, specchio abbagliante della verità, senza opporre un minimo di resistenza al fine di sollazzarsi agli antipodi del presente...mi è stato dato di comprendere. Ricordate il celebre film "Ghostbusters" nel quale attraverso degli aspiratori paragonabili a mitra, i fantasmi che infestavano gli ambienti venivano risucchiati ed imprigionati? La stessa cosa avviene con gli smartphone, i quali assumono il ruolo di armi che si rivolgono contro se stessi per allestire il più indolore dei suicidi...risucchiando le anime regredite a fantasmi di coloro che hanno disprezzato la dignità di esseri umani. Come si può intuire siamo sprofondati nel regno delle tenebre e costretti a prendere atto che le vittime di tale incantesimo sono oggetto di vere e proprie possessioni diaboliche contro le quali io temo...ogni esorcismo sia vano.

1913
Spesso capita di vedere su Focus dei documentari molto interessanti inerenti vari misteri che affliggono le menti più perspicaci ed attraverso un format davvero azzeccato fanno di tutto per renderli più intriganti possibile. Dai misteri degli etruschi a quelli degli egizi con relative pergamene contenenti preziosi consigli, da inspiegabili fenomeni nel cielo alla ricerca di mostri negli abissi, dai segreti del mondo animale agli enigmi del modus operandi dei poteri occulti. Proprio ieri in uno di questi episodi si celebrava il ritrovamento di un antichissimo vaso nel quale erano scritte tre parole, da anni con grande profusione di uomini e mezzi stanno cercando di stabilire quale alfabeto abbiano usato per decifrare il messaggio che quel popolo ha voluto lasciare all'umanità...magari sperando vi sia la chiave per salvare il mondo. Ho dato una rapida occhiata con la lente d'ingrandimento e dopo aver realizzato che anche allora ci debbano essere stati i buontemponi ho consultato il manuale della pecora fuori dal gregge...e mi sono persuaso ci fosse scritto "fesso chi legge".

1914
"C'è un tempo per tacere e un tempo per parlare" (Qo 3,7)
Il profeta Qoelet ha elencato una serie di sentenze fra le quali per i presupposti venutisi a creare nell'attuale realtà...spicca la sopra citata. Ritengo ormai improrogabile inaugurare da parte di quei pochi che sono riusciti a conservare un pudico rispetto per la verità, il tempo del tacere...senza più sperare nell'avvento di un'epoca nella quale si possano ricreare le condizioni favorevoli al ritorno di un tempo per parlare. Se c'è ancora qualcosa da dire lasciamo che siano i fatti a rivelare, fatti che al contrario delle ingannevoli eloquenze danno inappellabili sentenze. Ormai le parole vengono abusate fino al punto di proliferare entro una forbice che va dall'ordinaria inadempienza di quanto promettono...all'esoterica mistificazione per spingere alla perdizione. Tacere perché anche se le labbra stillassero la più pura essenza del verbo le orecchie non sono più capaci di accoglierlo...essendo divenute sorde all'amore per correre più forte verso la morte. Alla fine del mondo quando il grido intima ai discepoli di Gesù di andare incontro allo Sposo i giochi sono già fatti, le vergini si svegliano con l'identità di savie o stolte, di salvate o perdute. E temo che tale scenario giorno dopo giorno si vada sempre più configurando, tanto da renderlo la maggiore ragione per sostenere, muti come tombe...il tempo per tacere.

1915
"Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì" (Mt 25,14-15)
Dalla parabola dei talenti sappiamo che restituire lo stesso numero di talenti che ci sono stati consegnati comporta la condanna all'inferno per non averli fatti fruttificare. Tutti veniamo riempiti della grazia di Dio secondo la capacità di cui siamo stati dotati e dal momento che non siamo vuoti riceviamo una connaturata spinta ad operare...che solo una cattiva coscienza può arrivare a soffocare. Suppongo che i beni a cui si fa riferimento siano identificabili in una maturazione della dimensione interiore capace, in uno dei tanti incroci che nella vita si presentano per svoltare...di orientarsi verso i valori del cristianesimo. Quando mi guardo intorno ho l'impressione che molte persone non siano tanto incompiute, quanto neppure state accennate, rimaste tali e quali di quando eravamo adolescenti. Le loro vite sono elettroencefalogrammi piatti, malinconicamente tutelati da quei sussulti indispensabili per venire immersi nel mistero della fede al fine di crescere e migliorarsi. Fanno il loro compitino di persone dabbene accontentandosi di guadagnare la stima dei loro simili, nella convinzione che oltre quel quotidiano perseverare nella mediocrità non vi sia di meglio in cui sperare.

1916
"A mezzanotte si levò un grido: ecco lo sposo, andategli incontro!" (Mt 25,6)
L'andare incontro allo Sposo comandato dal Grido comporta il muoversi da un luogo per approdare ad un altro: il tragitto che va dalle chiese al ritorno di Cristo. Tragitto da intendersi non solo in termini temporali, ma anche materiali e soprattutto di conquiste dottrinali abbattendo secolari pregiudizi su marchiani errori. Il dover percorrere un cammino è già di per sé connaturato nella frase e quindi ritengo l'immobilismo di fronte a tale istanza, un ruggito di superbia da parte di chi ha fatto del sentimentalismo religioso il suo credo, a scapito della spiritualità. Occorre uscire dalle chiese cristiane di tutte le confessioni perché sono sature del veleno che uccide le anime, cioè lo spirito del mondo, tanto da indurci a pensare che il versetto dell'apocalisse "uscite popolo mio da Babilonia" sia riferito a questo contesto. Inoltre credo sia un banco di prova teso ad identificare tutti coloro che hanno fatto della chiesa un idolo ed amandola sopra ogni cosa...non se ne vogliono staccare.

1917
Pochi giorni fa la chiesa cattolica ha aperto le porte a tanti poveri disgraziati che sono da sempre discriminati a causa dei loro orientamenti sessuali. Attraverso questa operazione ha azzardato un passo da gigante verso quella comunità ecclesiale caldeggiata da Papa Francesco fin dal suo insediamento...eldorado a cui abbiano libero accesso tutti indistintamente. Dal punto di vista umanitario è senza dubbio il coronamento del sogno dei sogni, l'adempimento di un atto di carità talmente misericordioso da poter essere paragonato al mitico abbraccio fra il santo ed il lebbroso. Ma andiamo a vedere cosa si è dovuto sacrificare e quale prezzo imporrà di pagare detta operazione. Questo ingresso gratuito e privo di qualsiasi condizione ha eliminato la frontiera del pudore e sradicato il senso del peccato. Con un comunicato di poche righe è stato rimosso tutto il sale dalla Bibbia delegittimando 4000 anni di fedele testimonianza! Per quanto riguarda il prezzo da pagare è bene si sappia che sarà completamente a carico dei beneficiati da tali sconti eccezionali. Fino a quando i peccatori avevano l'indice puntato contro, c'era speranza che avessero timore del fuoco eterno e si pentissero. Ora con la dissoluzione del dolo che vanifica l'autorità della legge, per entrare nel regno dei cieli non serve più consultare il decalogo al fine di materializzare le proprie colpe...è possibile entrare nella sala del banchetto senza l'abito nunziale. Forse non è un caso che questo ribaltone avvenga proprio mentre si leva il grido che intima alle vergini di uscire dalle chiese...simultaneamente al Papa che spalanca le sue porte invitando ad entrare belli e brutti. Questa concomitanza sa di trappola! Se dunque stando alla scrittura per salvarsi questa è l'ora di uscire dalle chiese, entrando...verso quale destino vuole spingerci Bergoglio?

1918
"chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore" (Mt 5,28)
Sulla morte di Giulia Cecchettin mi sento di fare alcune considerazione in controtendenza, visto che nonostante il moltiplicarsi degli appelli i femminicidi non accennano a diminuire. Faccio una premessa che potrà suscitare sgomento ma che tuttavia ritengo fondata, al fine di evidenziare quanto gli equilibri emotivi di molti rapporti di coppia siano precari e basti un nonnulla per sconfinare nell'irreparabile. Se alla luce della fede desiderare una donna comporta il commettere adulterio, desiderarne anche solo per un attimo la morte dovrebbe comportare di commettere omicidio. Per ogni donna che viene uccisa fisicamente, si può stimare che altre cento vengano soppresse nei cuori dei mariti, dei compagni, dei fidanzati virtualmente...mettendo le premesse affinché il crimine acquisisca la possibilità di rendersi visibile all'occhio della carne. In questo tempo degradato fino al punto di comprimere le esasperazioni all'ennesima potenza, i pionieri dell'introspezione riescono ad inabissarsi fino a percepire gli impulsi abortiti dalle coscienze. Pulsioni distruttive verso le rispettive anime gemelle, che vagano nei quartieri malfamati dell'interiorità, fino a quando non trovano il pretesto per lasciarsi incarnare dal principe del male.

1919
Da qualche giorno vado ascoltando i martellanti appelli levatisi da tutti i pulpiti istituzionali in seguito alla morte della povera Giulia, appelli che vogliono farci credere che il rispetto si insegni a scuola come fosse una materia. Invece io sono fermamente convinto che il rispetto non sia possibile insegnarlo da nessuna parte, neppure in famiglia e in parrocchia, ma si debba imporlo ovunque mettendo solidi paletti alle effimere fibrillazioni delle libertà individuali. Faccio notare che otto comandamenti su dieci cominciano con un divieto...non, il che è tutto dire! Fino a qualche decennio fa tre fattori contribuivano in maniera determinante ad adempiere a questo compito, creando le condizioni affinché crescendo si acquisisse luce per discernere il lecito dall'illecito e s'immagazzinasse forza per contenere i propri istinti. Il primo è la divisione delle classi in maschili e femminili abolita negli anno 70...faceva in modo che fra i due sessi ci fosse un distanziamento sociale capace di alimentare ed impreziosire il pudore. Il secondo è il servizio militare abolito negli anni 80...faceva in modo che i ragazzi potessero immergersi nel cuore di una rigida comunità gerarchica e sperimentassero le primizie di una disciplina ormai trapassata nei tessuti familiari. Il terzo è l'avvento del femminismo negli anni 90...cha ha fatto in modo degenerassero i modelli di seduzione e di conseguenza le relazioni sentimentali fossero dirottate su crinali morbosi.

1920
"Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione"(Lc 6,24)
Ultimamente quando sento gente ringraziare con tanto fervore il Cielo per l'abbondanza con la quale l'ha beneficiata in questo mondo, non posso fare a meno di tirare in ballo le parole di Gesù che insinuano una tremenda possibilità...e possiedono la gravità di una sentenza! Che l'essere stati ricolmati di beni non sia stato in virtù della loro fede, come compenso per le loro opere buone e neppure quale caparra in attesa di ricevere il tesoro che tignola e ruggine non consumano. Piuttosto siano ultima spiaggia da parte di Dio per poterli amare nella sola maniera che gli hanno consentito di fare...donando loro ricchezze terrene, effimera consolazione per quanto all'inferno dovranno patire. Questa sovrabbondanza ha il potere d'ingannare facendo zampillare nel cuore una gioia figlia dell'illusione d'aver edificato la propria casa sulla roccia, che a sua volta genera un ulteriore allucinazione...l'incantesimo di una pace priva di fondamenta. Quattro indizi a mio avviso fanno una prova schiacciate: prosperità, spensieratezza, tranquillità e appartenenza a chiese nella quali è penetrato lo spirito del mondo. Dunque se siete benestanti, felici, sereni e cristiani alla viva il parroco...preparatevi al peggio perché il meglio sta per scadere!

1921
"Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti" (Lc 21,24)
In questi ultimi anni una serie di tossicodipendenze psicologiche figlie dello spirito del mondo si sono infiltrate in maniera subdola nelle vite di molti cristiani, tanto da riuscire a non essere considerate antievangeliche. Non sono veri e propri vizi e nemmeno inappropriate condotte, ma veniali consuetudini ormai talmente radicate da essere considerate lecite. Non sono ritenute distruttive in quanto non mirano a colpire quell'interiorità che con grande fatica edifichiamo con la fede, ma a rendere inutilizzabile il canale di distribuzione per alimentarla...noi stessi! Non oso neppure chiamarle coi loro nomi propri: dipendenze da alcol, fumo, droghe, ludopatie, internet, amicizie...in quanto appena percettibili al comune senso del pudore, ma con i diminutivi che li fanno sembrare innocui. Sono le dipendenze dal bicchierino anti stress, dalla sigaretta per fare una pausa, dallo shopping compulsivo, dai week and arrembanti, dal gioco d'azzardo per svagarsi, dai social che consentono di sentirsi soli in tanti. Tali considerazioni gettano un raggio di luce sulle parole di Gesù inducendoci a pensare che i pagani designati a calpestare le chiese nei giorni della fine, non siano gli infedeli che ci hanno invasi...ma i cristiani sfigurati.

1922
"Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo" (Mt 25,1)
La parabola delle dieci vergini io credo sia la più indecifrabile fra quelle enunciate da Gesù e per quanto ad un primo approccio sembri elementare, quando vai a comporre il mosaico resti sempre con qualche pezzo mancante o d'avanzo. Oggi ho avuto un'intuizione che può darle un respiro temporale forse mai immaginato prima e di conseguenza la collocazione che le compete, un respiro ben più ampio di quello che le viene riconosciuto...millimetrico segmento alla fine del mondo. Per renderla tale occorre sia proiettabile in ogni singola esperienza di fede e questo è possibile farlo privandola del privilegio di monopolizzare solo l'ultima generazione. Se consideriamo che la morte rappresenta la fine del mondo per ognuno di noi ed il giudizio l'inizio del paradiso o dell'inferno, si spalanca la possibilità di dirottare tutti i raffronti della parabola entro gli argini di ogni vocazione cristiana. Questo significa che si troverebbe a svolgersi, non più nel palcoscenico della realtà esteriore approdata alla fase apocalittica e visibile a tutti, ma nella profondità di quella interiore scandita attimo dopo attimo nell'intimità di ogni fedele vissuto dall'avvento del cristianesimo al ritorno di Gesù nella gloria.

1923
"Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda -, allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. Guai alle donne incinta e a quelle che allatteranno in quei giorni. Pregate perché la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato" (Mt 15,20)
Questo passo è uno dei più ostici da decifrare del vangelo ed io credo che Gesù lo abbia reso volutamente enigmatico per fare in modo venisse recepito solo dalle vergini, infatti sottolinea...chi legge comprenda. In aggiunta è altrettanto nebuloso da focalizzare e all'apparenza lontano dal realizzarsi al fine di non turbare la quiete di chi ha fatto della vita religiosa bigiotteria per adornare il proprio quadretto esistenziale. Ma il fattore dominante è l'allarmismo che comunica, come se la nostra salvezza dipendesse esclusivamente dalla rapidità con la quale riusciamo a sottrarci agli artigli del male...essendo impari le forze in campo ed impensabile reggere il confronto. L'abominio della desolazione è stato associato a varie manifestazioni difficili da avvalorare ed allo stesso tempo da smentire, tanto da stimarci dopo duemila anni di congetture ancora in alto mare nel cammino della sua identificazione. Essendo tuttavia per la natura del suo stesso enunciato qualcosa di ripugnante, non sia rilevabile allo sguardo del fedele traviato, ma diventi annusabile alla percezione interiore di chi ha i sensi dell'anima tarati sulle frequenze della luce. Dunque "l'abominio della desolazione" sia tutto ciò che in ambito religioso genera repulsione ed "il luogo santo" il cuore di ogni uomo proteso verso il sacro. Se così fosse questo brano potrebbe essere stato concepito per monitorare la parabola spirituale di ogni fedele e non da calare nella sfera temporale per determinare il giorno e l'ora. Ora cerchiamo di tradurre i simboli per avere una visione più chiara della realtà presente. La prima istanza "quelli che sono in Giudea fuggano ai monti" è una chiamata alla conversione, l'uscita dal mondo per mettersi alla sequela del Messia. La Giudea rappresenta la città dove fermentano le attività terrene: vendere e comprare, mangiare e bere, maritarsi ed ammogliarsi, piantare e costruire. I monti rimandano alle manifestazioni bibliche di Dio nei confronti dei prescelti ad annunciare la Parola, picchi dove si sperimenta la Sua presenza. La seconda istanza "chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa"...è un invito a bruciare le tappe della vita contemplativa. La terrazza è il luogo della casa da dove si vede l'orizzonte, si scruta il cielo, ci si immerge nell'infinito. La roba di casa sono le distrazioni, le effimere dipendenze terrene che vogliono piegare il nostro sguardo verso il basso inducendoci a stazionare nel recinto della carne. La terza istanza "chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello"...è riferito alla vigna del Signore nella quale chi vi è giunto lavora alacremente per il regno dei cieli. Tanta è l'urgenza di mettersi in salvo da essere impellente trascurare persino un elemento necessario come il vestiario. La quarta istanza "guai alle donne incinta e a quelle che allatteranno in quei giorni"...si riferisce ai legami affettivi con le persone che amiamo e dalle quali siamo amati. Le donne incinta sono quei cristiani che vanno inseminando rapporti sentimentali capaci di velare il loro rapporto con Dio, quelle che allatteranno quei cristiani che dopo aver partorito continuano ad alimentare dette relazioni vincolanti. La quinta istanza "pregate perché la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato"...è in potere della capacità della nostra disperazione di sprigionare la supplica. Questo affinché la nostra fuga non avvenga nell'inverno della nostra vocazione, in condizioni avverse quando l'aridità ci rende vulnerabili agli inganni. E che la nostra fuga non avvenga di sabato, giorno del riposo di Dio, perché se fosse consentito...privi di difese cadremmo nelle mani del nemico.

1924
"Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere" (Gv 21,24-25)
Sono le parole che chiudono il vangelo di Giovanni, probabilmente un'aggiunta postuma da parte di un discepolo che non ha resistito alla tentazione di esagerare...ben sapendo che Gesù le avrebbe potute legittimare. Questa considerazione mi fa pensare a quanto il suo destino sia stato antitetico a quello che ci si sarebbe potuto aspettare. Se oggi sorgesse un taumaturgo capace di miracoleggiare con tanta intensità, più che ad eliminarlo ci si spellerebbe le mani per osannarlo. E allora mi chiedo quali congiure di conflitti ci devono essere stati fra l'enorme mole d'amore in moneta contante che ha gratuitamente distribuito e quanto di sgradito può aver detto...per essere arrivati ad ucciderlo privando Israele di un immenso ospedale da campo? E' mai possibile che le parole, per quanto dure, possano aver oscurato simili opere prodigiose? Questo va a confermare la sovranità del verbo sull'agire, le parole di condanna contro i sadducei, gli scribi e i farisei...sono state più forti degli esorcismi, delle guarigioni e delle risurrezioni. Nelle bilance dei cuori tarate sugli egoismi, un anelito di malvagità è capace di schiacciare tonnellate di carità.

1925
"Alzati, va a Ninive la grande città e in essa proclama che la loro malvagità è salita fino a me" (Gio 1,2)
Nonostante i martellanti appelli per cercare di arginare i femminicidi la tendenza non sembra mutare, ieri sono state uccise altre due donne ed una terza salvata in extremis. Da qualche tempo va maturando dentro di me un'ipotesi che attribuisce al fenomeno tutt'altra genesi e dunque siano da cercare altrove le risposte. Ho notato che si tende a combattere la barbarie maschile attraverso vari canali: appelli alle famiglie affinché educhino, alle scuole affinché insegnino, agli assassini affinché desistano, alle donne affinché vigilino, alle autorità affinché intervengano...ma mai una volta ho sentito chiamare in causa la preghiera e Colui che lascia che tanto orrore accada. Forse sta proprio qui l'errore, pensare che sia una disputa fra sessi sul piano esistenziale e non un conflitto per l'accaparramento di anime su quello spirituale. Anche perché le dinamiche degli omicidi testimoniano che la rabbia esplode improvvisa...irruzione demoniaca alla conquista di una volontà arresa. A questo punto la coscienza del profeta deputata a sensibilizzare ogni cristiano, dovrebbe imporgli di alzarsi ed andare nella grande città delle donne per proclamare che la loro malvagità è salita fino a Dio. Non starò ad elencare le lacune perché troppo intessute nell'ordito esistenziale e dunque ormai impossibili da palesare alle cecità mondane. Mi limito a presentare Maria di Nazareth come modello di virtù femminile legittimato ad imperare in ogni tempo e senza dover aggiungere altro...credo d'aver detto tutto! Facendo le dovute proporzioni fra la sua realtà e la nostra, non possiamo tuttavia non rilevare che oggi persino la donna più virtuosa...con la madre di Gesù abbia ben poco da spartire. Nella notte oscura del progressismo il suo fantasma è evaso dall'evangelica piccolezza che l'aveva preservata dal mondo delle tenebre, per diventare talmente grande da tramontarsi la speranza di entrare per la porta stretta.

1926
"Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" (Mt 11,25)
All'improvviso sono stato folgorato da un dettaglio che può mettere in discussione ogni nostra convinzione spirituale e costringerci a tornare sui nostri passi per correggere gli errori. Una pulce nell'orecchio che mi ha messo Gesù e che per quanto sia universalmente conosciuta se ne ha scarsa coscienza, al punto di venire puntualmente ignorata. In pratica ci invita a diffidare dei giganti della Tradizione a cominciare da San Tommaso d'Aquino ritenuto il non plus ultra della sapienza e dell'intelligenza. Per poi passare ai Padri della chiesa e finire con i Papi che appropriandosi del dono dell'infallibilità, quale ciliegina sulla torta di un percorso di degenerazione morale...alla sapienza e all'intelligenza hanno allegato il macigno della superbia. Niente di più probabile che il diavolo ne abbia approfittato per infondere nelle loro menti ispirazioni deputate a mandarci fuori strada, soprattutto inerenti i giorni della fine. Alla luce di quanto emerso, dopo aver denunciato la trappola mortale invito gli amanti della verità ad accostarsi ai dotti con la prudenza dei serpenti e prestare un minuto d'attenzione a quanti hanno avuto la fortuna di non diventare grandi.

1927
"una lista di Riconciliazione...con Dio, con la natura, con il buon senso, con la logica e soprattutto con i portorecanatesi che permetta al paese di decongestionarsi e tornare a misura d'uomo. Una lista in cui convergano tutti gli uomini di buona volontà da destra e da sinistra che abbiano rinnegato il proprio passato, animati da uno spirito nuovo. Per i prossimi decenni l'amministrazione non dovrà fare altro che un lavoro di manutenzione ordinaria...troppo è stato fatto, troppo è stato speso, troppo è stato corso, troppo a perdifiato. Crescere ancora significherebbe soffocare! La parola d'ordine d'ora in avanti dovrà essere...camminare"
Mi sono interessato di politica locale per non più di tre mesi una quindicina di anni fa in occasione delle elezioni comunali. Avevo fatto alcuni interventi dei quali pubblico uno stralcio per rendere l'idea di dove voglio andare a parare...interventi nei quali delineavo le traiettorie per una sua rifondazione al servizio del cittadino svincolata dal modus operandi di quella nazionale. Ascoltando i discorsi della gente in questi ultimi giorni ho sentito accusare questa amministrazione di mancanza di vivacità imprenditoriale...di fare poco o niente per accendere la piazza. Premetto che a me non sembra poiché durante la stagione estiva i punti nevralgici nei fine settimana sono sempre gravidi di iniziative. Allora mi sono reso conto che la gestione Michelini, non certo per aver ascoltato le mie parole ma per una concomitanza di circostanze favorevoli, abbia messo in pratica quanto allora auspicavo. Dal punto di vista turistico possiamo paragonare il nostro paese ad una bellissima signora che non ha bisogno di truccarsi, vestirsi alla moda o spogliarsi per farsi notare...è già abbastanza attraente senza dover aggiungere altro. Se poi consideriamo che mediamente un turista si trattiene per una settimana, non fa neppure in tempo a scoprirla tutta e scoprire le meraviglie del circondario...quindi non si comprende l'esigenza di affollare il panorama con eventi straordinari. Un'altra cosa che ho notato della politica locale è quanto venga mortificato lo spirito critico quando una fazione finisce all'opposizione. Si tende ad aggredire il nemico con una tale ferocia verbale da cavalcare la tensione che percorre il femminicidio. Tanto potente è il veleno che viene sparso da rischiare di rimanerci uccisi, se non a leggerlo...a meditarlo.

1928
"Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Gv 8,31-32)
Il passo sopra citato è una bomba atomica che possiamo far deflagrare nelle nostre coscienze solo se rimaniamo fedeli alla parola di Dio. Questo è si rende possibile ogni volta che riusciamo a conservare quell'indipendenza nel discernere che spesso viene mortificata da errate interpretazioni spacciate per sacrosante. Alla luce di quanto esposto si comprende che la suprema libertà da conquistare non è quella di testimoniare la propria fede, illusorio recinto che la nostra perspicacia spesso non riesce a scavalcare per avvistare l'ultima staccionata. Ma piuttosto di svincolarci dal potere che hanno acquisito le chiese di fuorviarci attraverso la predicazione di linee pastorali non conformi allo spirito dei vangeli. Nessuno è più cieco di chi ha innalzato ad idolo il contenitore del proprio credo. Di questi tempi tanta è la penuria di apostoli non indottrinati e profeti non visionari, che per conoscere la verità che rende liberi occorre farsi maestri di se stessi.

1929
"Non si sazia l'occhio di guardare né mai l'orecchio è sazio di udire" (Qo 1,8)
Ieri quando ho visto una signora ultracentenaria lanciarsi in tandem col paracadute mi è venuto in mente questo passo di Qoelet, una pazzia messa in atto per la smania di vedere la terra dall'alto. L'intervista seguita alle suggestive immagini dell'impresa ha poi confermato che ero stato illuminato dal versetto giusto. Al cospetto di eventi tanto bizzarri quanto inusuali si possono assumere due atteggiamenti: congratularsi incoraggiando a continuare perché la vita è bella e Dio vuole che raschiamo il fondo, oppure mettere in guardia facendo notare che alla luce del vangelo una simile sparata è priva di buon senso. Più per ciò che ha fatto, mi ha stupito per quanto poi ha detto...dilungandosi a celebrare le tematiche adolescenziali di chi comincia ad affacciarsi sulle meraviglie del creato. A quanto pare il profeta ha ragione, un secolo di vita non basta per saziare la fame di emozioni al fine di indurre a guardarsi dentro, dove giacciono sepolte le meraviglie di un ben più luminoso universo. Non ha compreso d'essere giunta all'ultimo stadio del tumore che attacca l'anima attraverso la concupiscenza degli occhi, che a sua volta feconda quella della carne...per partorire infine una superbia della vita che si arroga la pretesa di disporre a piacimento della propria storia. Il clamore suscitato dalle bellezze godibili allo sguardo dovrebbe servire da trampolino di lancio a cercare altro, ma possono anche essere usate dal demonio come trappole per trattenerci al fine d'impedirci di andare oltre. Se da una parte faceva tenerezza, dall'altra suscitava sdegno e immaginiamo in quanti anziani avrà risvegliato lo spirito di emulazione per strapparli alla strada maestra della santa rassegnazione.

1930
"Guai a voi guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!" (Mt 23,24)
Continua sempre più aspro in ambito cattolico il braccio di ferro fra i sostenitori della comunione sulla lingua e quelli sulla mano. Confesso che anch'io più di una volta mi sono impegnato per trovare la risposta esatta analizzando la questione da varie angolazioni, ma non sono riuscito a venirne a capo essendo un movente pretestuoso. Allora ho considerato che la paternità di questo conflitto possa essere imputata al demonio, il separatore per eccellenza, non con il fine di occultare la soluzione giusta per promuovere quella sbagliata...ma per accendere una diatriba con l'intento di evidenziare il paradosso imperante nella chiesa cattolica di ritrovarsi ad avallare scandali e poi litigare per niente. E temo che l'innesco sia quello di non riuscire a sopportare il rimbombo dei tradimenti messi in atto e dunque si renda necessario depistare fomentando crociate che distolgano dal male fatto. In questo caso l'intenzione del maligno non è dividere il buono dal cattivo, il fratello dal fratello...ma spingere tutti verso l'inferno.

1931
"e per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità" (2Ts 2,11-12)
Oggi inoltrandomi nella vicenda di Sandra Sabattini ho appurato quanto possa essere vero che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. La giovane salita alla casa del Padre nel 1984 all'età di ventidue anni la cui santità ritengo inattaccabile, era una figlia spirituale di don Oreste Benzi. Ha suscitato enorme scalpore per quanto avvenuto alla riesumazione della salma in occasione della ricognizione canonica correlata al processo di beatificazione. Aperta la bara è stata trovata vuota senza neppure un frammento umano a testimoniare che lì dentro si fosse decomposto un corpo. Ma ciò che mi ha lasciato perplesso inducendomi ad approfondire è che erano scomparse anche il vestito e le scarpe. Esclusa ogni possibilità che sia stata trafugata, si è cercato d'investirla prematuramente di un significato teologico esorbitante accostandola alla risurrezione di Gesù. Ma se paragoniamo i due eventi notiamo una differenza sostanziale che non può non metterci la pulce nell'orecchio. Nella tomba del Signore erano state rinvenute le bende che ne avvolgevano il corpo ed il sudario che ne copriva il volto, nella bara della beata invece niente, erano sparite pure il vestito e le scarpe...equivalenti del sudario e delle bende. Prima di pensare che sia stata risuscitata ed assunta in cielo occorre gettare luce sull'anomalia, partendo dal presupposto che il diavolo quando si cimenta nell'imitare Dio spesso finisce per strafare firmando suo malgrado il proprio imbroglio. Tale difformità va assunta quale possibile primo indizio da prendere in esame per valutare se il miracolo possa avere oscura matrice. Sono incongruenze che Dio lascia che accadano per segnalare possibili inganni e che gli addetti ai lavori dovrebbero mettere in cima alla lista degli interrogativi a cui rispondere. Ascoltando poi il video del sacerdote beneficiario del prodigio si può notare una contraddizione fra quanto dice l'apparizione che si spaccia per Sandra e quanto la ragazza afferma di suo pugno pochi giorni prima dell'incidente nel quale perse la vita. Una contraddizione che palesa il concretizzarsi di un secondo pesante indizio. Scrive nel suo diario..."non è mia questa vita che va evolvendosi ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia". Per tre volte ribadisce di non sentirsi padrona della benché minima sfumatura della sua essenza gaia e virtuosa, denotando in tal maniera una corretta visione spirituale, nonché un'umiltà cristallina. Quindi suona assai strano che quando le condizioni del malato vengono dichiarate irreversibili, l'apparizione ritorni sulla scena per sentenziare..."adesso ci penso io!" La superbia di tale affermazione che concorre a rafforzare l'ipotesi dell'inganno ricorda quella di Mosè quando col bastone fece sgorgare acqua dalla roccia prendendosene il merito e gonfiandosi d'orgoglio...per non aver dato gloria a Dio non gli fu consentito di entrare nella terra promessa. La risposta desunta invece dal profilo psicologico della protagonista e dal rigore evangelico che la distingueva avrebbe dovuto essere..."adesso ci pensa Dio!" Quindi ritengo che la Sandra delle apparizioni e la Sandra in carne ed ossa non fossero la stessa persona. Il terzo indizio riguarda i postumi del clamore suscitato dall'evento. Sono i toni, i colori ed i profumi con i quali don Alessio condisce il suo racconto, l'eccessiva sicurezza tendente all'enfasi di chi ha definitivamente risolto il conflitto e procede a gonfie vele verso il trionfo. Fiaccato dalla tremenda prova potrebbe aver abbassato la guardia della diffidenza o forse più probabilmente non averla mai neppure alzata. Ma una volta uscito dal tunnel non avrebbe dovuto ignorare le profondità di satana, tralasciando al cospetto di un evento soprannaturale di tale portata di essere prudente come un serpente.

1932
"e per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità" (2Ts 2,11-12)
Voglio cercare di tradurre queste parole d'importanza capitale arrivando a fare quasi lo spelling perché ritengo che come esposte da Paolo giungano alle coscienze del nostro tempo piuttosto astratte.
"E per questo Dio"...segnala una reazione da parte di Dio di fronte alla cattiva condotta dell'uomo che lo costringe ad intervenire.
"Invia loro una potenza d'inganno"...in conseguenza di tale tendenza Dio dispone che parte dell'energia che opera i miracoli, la potenza, venga messa a disposizione del diavolo per ingannarci.
"Perché essi credano alla menzogna"...affinché si convincano attraverso il verificarsi di miracoli tarocchi che gli idoli che adorano: la madonna, i santi e quant'altro produca sovrannaturale, siano quelli giusti.
"E così siano condannati"...credere in tali manifestazioni paranormali dirotta verso l'estrema sentenza.
"Tutti quelli che non hanno creduto alla verità"...i fedeli che hanno scelto di percorrere la via spaziosa all'interno delle comunità cristiane, rifiutando di abbracciare quella via angusta che li avrebbe salvati spingendoli ad uscire.
"Ma hanno acconsentito all'iniquità"...che hanno permesso all'impostura religiosa di distruggere i pilastri del cristianesimo.

1933
"Tutti hanno traviato, sono tutti corrotti; più nessuno fa il bene, neppure uno" (Sal 14)
L'istituto universitario europeo di Fiesole in nome dell'uguaglianza etnica ha proposto di cambiare nome alla "Festa del Natale" dirottando verso "Festa d'Inverno"...e suscitando in tal modo una sollevazione popolare che mi ha molto sorpreso visto il languore del fervore spirituale in circolazione. Al momento ho creduto che tale provocazione avesse ravvivato il sentimento religioso e me ne sono compiaciuto, ma poi ripensandoci mi sono persuaso che la levata di scudi non fosse stata tanto motivata dalla nobile causa, quanto dal timore che venissero aboliti i ritiri conviviali con annessi effetti speciali. Ed allora ho realizzato che è blasfemo celebrare tale ricorrenza senza avere piena coscienza del suo significato e per non umiliare ulteriormente chi anche per questa generazione è nato, morto e risorto...appoggio la proposta. "Nessuno più fa il bene, neppure uno" recita il salmo ma l'esercito di persone generose che quotidianamente si spende per il prossimo sembra smentire che il tempo a cui allude sia questo, mera illusione! Per quanto molti cristiani facciano il bene, essendo tralci staccatisi dalla vite per aver optato per la via spaziosa, conservano l'apparenza della virtù senza possederne la sostanza...e confondono la solidarietà umana che fa sentire buoni con la condivisione divina che rende giusti. Donano il superfluo e si guardano dal comprendere quanto per loro sarebbe necessario risalire all'origine del gesto filantropico al fine di scoprirne la genesi del senso. Infine per conferire a tale festività una maggiore aderenza alla realtà, suggerirei di modificarne il nome perché visti i cambiamenti climatici, magari il 25 dicembre in nord Europa è inverno ed in Sicilia estate. Quindi lasciamo perdere il versante stagionale e ribattezziamola con un termine capace di abbracciare le estreme latitudini dell'esistenziale. Da "Festa del Natale"...a "Festa del Mortale".

1934
"Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,6)
Gesù introduce la modalità della preghiera attraverso poche parole all'apparenza semplici da decifrare e talmente lineari da comunicare la certezza che non abbisognino di alcuna spiegazione, invece non lo sono ed occorre sviscerarne il significato più recondito. Pone tre condizioni affinché si stabilisca la connessione con il Cielo! Entrare nella propria camera...quindi non andare in chiesa dove abbondano le distrazioni e neppure nel deserto dove nascono le tentazioni, ma laddove sia possibile conseguire il massimo raccoglimento. Chiudere la porta...perché contro di essa si schianti il tumulto della strada e quel rifugio diventi inaccessibile al resto del mondo. Pregare nel segreto...vale a dire con gli occhi chiusi e con il pensiero, affinché nulla di percettibile ai sensi esterni turbi il manifestarsi del trascendente nel nostro cuore. In particolare il verbo con cui Gesù chiude la frase sconvolge la prospettiva dalla quale siamo soliti guardare la preghiera dal momento che usa il termine "ricompensati" e non "esauditi". Si è portati a pensare che venga intesa come quotidiana mansione per la quale al fedele viene versata l'adeguata retribuzione, piuttosto che evento straordinario generato dall'esigenza di ottenere qualcosa che sta a cuore. Comunque sia io credo che da buon Padre non trovando nell'agire dei suoi figli troppe opportunità per arricchirci dentro, ci paghi in grazia ed indulgenza per il solo fatto di non mancare all'appuntamento.

1935
"Io sono la vite, voi i tralci" (Gv 15,5)
Queste parole di Gesù fanno molto riflettere, sia sullo stato dei rapporti fra comunità cristiane, che su quelli interpersonali fra credenti. Trovo assurdo che in ambito cattolico un testimone del calibro del calvinista Spurgeon non venga minimamente preso in considerazione nonostante i tesori che ha saputo trarre dalla sua straordinaria esperienza spirituale...ed al pari nelle confessioni evangeliche lo squisito talento del cattolico Guardini. Mi pare quantomeno paradossale che tralci della stessa Vite arrivino ad ignorarsi, discepoli dello stesso Maestro a guardarsi di traverso, figli dello stesso Padre ad odiarsi...evidentemente i conti non tornano! A mio parere questo significa che la verità non è riuscita a renderci liberi, o meglio che gli abbiamo impedito di farlo. Liberi dalla tossicodipendenza del campanilismo fra le chiese, liberi dalla presunzione di essere gli unici depositari autorizzati a conservare e trasmettere il patrimonio della fede, liberi dal credere che pensarla diversamente su questioni non fondamentali sia motivo di laceranti divisioni. Se non si perviene a questa indipendenza interiore capace di renderci liberi non si è tralci attaccati alla vite, non si riesce a beneficiare della linfa vitale donata a tutti gli altri tralci per farci fruttificare e si finisce per seccare diventando buoni solo da bruciare.

1936
"Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia" (Ap 13,15)
In questi giorni ho avuto modo di sperimentare l'Intelligenza Artificiale e scoprire che in ambito cognitivo è capace di fare miracoli come faceva Gesù in quello sanitario. Stiamo entrando in una dimensione la cui evoluzione potrebbe portare a varcare orizzonti inimmaginabili in frenetica successione, tanto da ritrovarci talmente risucchiati nel futuribile da cancellare il passato e sorpassare il presente al cospetto di miraggi capaci di lasciare esterrefatti. E' lecito supporre che nel giro di qualche anno l'uomo sarà profondamente trasformato ed allora proviamo ad immaginare in quale maniera la metamorfosi in atto potrà manipolarne l'essenza prendendo in esame le tre potenze dell'anima: la volontà, l'intelletto e la memoria. Sappiamo che la volontà a causa del peccato originale è inclinata al male e nel corso dei secoli è andata lentamente degradando fino ad incrementare paurosamente il suo angolo d'incidenza nel nostro tempo. A mio parere l'IA non potrà apportare un ulteriore inasprimento della tendenza, ma farà il modo che il boom della degenerazione risulti impercettibile alla coscienza. Per quanto riguarda l'intelletto nel quale possiamo identificare la capacità di elaborare ed il potere decisionale del congegno umano, l'IA lo solleverà dall'incarico di esercitare la propria mansione condannandolo all'inedia. L'inutilità di operare disinnescherà tutte le sue marce costringendolo a girare in folle nell'illusione di sentirsi vivi perché il motore è acceso e ne avvertiamo il rombo. Infine la memoria che funge da pilastro di comparazione col passato sarà scagliata dall'IA più in lontananza della preistoria e seppellita con grande scrupolo per renderla inaccessibile persino alle reminiscenze dell'onirico.

1937
Con l'Intelligenza Artificiale ascesa in ambito cognitivo al rango di operatrice prodigiosa, tanto da giustificare il paragone con Gesù, è bene approfondire per definire l'essenza del fenomeno straordinario perché temo se ne abbia una concezione assai vaga. Io credo sia degno di ricevere l'appellativo di miracolo un solo atto che ha compiuto Dio alla fondazione del mondo: creare le cose dal nulla...tutto il resto rientra nel campo dello scibile. Quando il Signore guariva non faceva altro che ripristinare l'errore in pochi attimi, ciò che la medicina in molti casi è in grado di fare oggi in un lasso di tempo molto più ampio. Lui sanava attraverso l'emanazione di una potenza rigeneratrice, la scienza intervenendo nei dettagli per correggere le anomalie. Anche le risurrezioni potrebbero rientrare nella categoria confidando che un giorno si possa trovare la maniera d'impossessarsi del soffio vitale. Dunque il miracolismo terreno non starebbe tanto nel compiere una restaurazione dell'ordine sconvolto dal malanno, quanto nel farlo nell'unità di tempo. La capacità che ha acquisito l'IA di realizzare un complicatissimo processo di elaborazione dei dati e dare la risposta in pochi secondi, procedimento che al di fuori del virtuale impiegherebbe settimane...mi pare gli meriti lo status di soprannaturale.

1938
"ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto" (1Cor 15,8)
Stamattina questo versetto di Paolo mi è arrivato come un pugno in volto al grido di una bestemmia, eppure mille altre volte l'avevo letto o sentito pronunciare senza sognarmi di collegare! Sono trasalito nel prendere atto dell'uso scellerato che l'apostolo ha fatto della parola aborto. Il vocabolario la identifica con "mostro, obbrobrio" ed onestamente non so come si possa disprezzare fino a tal punto l'inizio di un bambino qualunque sia il suo stato. Viene di pensare che l'etimologia del termine affondi le radici nella prospettiva che gli aborti un tempo erano solo quelli che non andavano a buon fine per cause naturali e quindi fossero associati ad anomalie congenite, ma anche in questo caso sarebbe ingiustificabile tanta barbarie verbale. C'è del diabolico...tale avversione deve aver tacitamente insinuato un veleno nella coscienze capace di generare nell'inconscio collettivo il disgusto e quindi contribuito ad alimentare la convinzione che prima del giorno della nascita il bambino altro non sia che un avanzo di placenta.

1939
"Dice il Signore: Poiché si sono insuperbite le figlie di Sion e procedono a collo teso, ammiccando con gli occhi, e camminano a piccoli passi facendo tintinnare gli anelli ai piedi, perciò il Signore renderà tignoso il cranio delle figlie di Sion, il Signore denuderà le loro tempie. In quel giorno il Signore toglierà l'ornamento di fibbie, fermagli e lunette, orecchini, braccialetti, veli, bende, catenine ai piedi, cinture, boccette di profumi, amuleti, anelli, pendenti al naso, vesti preziose e mantelline, scialli, borsette, specchi, tuniche, cappelli e vestaglie. Invece di profumo ci sarà marciume, invece di cintura una corda, invece di ricci calvizie, invece di vesti eleganti uno stretto sacco, invece di bellezza bruciatura" (Is 3,16-24)
Questi versi talmente crudeli da poter essere interiorizzati solo se percepiti surreali, dunque da cogliere nello spirito ma non destinati ad avverarsi, aleggiano nella mondanità come una vaga minaccia delegata a far desistere le imputate dalla loro spavalda condotta. Sono una ferrea condanna ad una maniera di atteggiarsi per catturare l'attenzione e godere del piacere di esercitare un'inossidabile potere. Invece mi pare di aver individuato il giorno ed il luogo nel quale dette parole si compiranno alla lettera: il giorno del giudizio nella valle di Giosafat. Tutti compariremo davanti al giudice supremo ed alla fine del processo le condannate riceveranno le eterne sembianze ad immagine del loro degrado interiore. In quel giorno avverrà la risurrezione dei corpi ed a ciascuno restituito il proprio nel massimo fulgore dello splendore terreno...poi comincerà lo spogliamento. Le luci si voteranno a dissolvere le ombre e la verità potrà albeggiare, prenderanno coscienza dell'irreparabile perdendo la postura con la quale hanno cavalcato la superbia della vita. Il collo teso si schianterà sul mento, gli occhi ammiccanti trasuderanno sangue, i piccoli passi collasseranno per lo spavento e i loro crani ospiteranno il deserto. Poi verranno saccheggiate di tutti gli elementi che concorrevano ad innalzarne il coefficiente di seduzione: via fibbie, fermagli e lunette, orecchini, braccialetti, veli, bende, catenine ai piedi, cinture, boccette di profumi, amuleti, anelli, pendenti al naso, vesti preziose e mantelline, scialli, borsette, specchi, tuniche, cappelli e vestaglie. Infine, una volta denudate degli orpelli ammalianti, svaniranno gli esotici effluvi deputati a coprire il fetore delle anime in putrefazione. Invece di cinture di pelle firmate col logo...ci sarà una corda. Invece di stravaganti acconciature variopinte...una testa rasata. Invece di sfarzosi costumi...uno stretto sacco. Invece di fascino artefatto...bruciature a devastare il volto.

1940
"sorgeranno falsi profeti" (Mt 24.24)
Quando si parla di falsi profeti in genere si pensa a personaggi di grande carisma in ambito religioso deputati ad insinuare errori onde deviare dal retto cammino, ma ci sono anche tantissimi falsi profeti laici assoldati dal demonio per orientare verso valori tutt'altro che evangelici. In questi giorni è finita in prima pagina Chiara Ferragni che esercitando la professione di "vu cumprà" oggi ribattezzata "influencer"... ha raccolto attorno al suo trono 30 milioni di follower che le fanno condurre una vita da sovrana, mentre il sottoscritto che offre gratuitamente mercanzia infinitamente più pregiata non arriva a 5, non milioni, ma di unità. Il compito assegnatole non è di rendere la gente peggiore, ma di continuare a farla pascolare nello squallore...ingozzandola di fosforescenze affinché non si accorga che il tempo passa, la morte si avvicina e fra una promozione di scemenze e un'altra si materializza la dannazione eterna. L'opinione pubblica si è scandalizzata per il clamoroso passo falso fino a farne l'incarnazione del male, ma io credo vi sia di peggio, il nulla assoluto: chi l'ha creata, la segue e la sostiene! Senza le fondamenta non si sognerebbero di insidiare i cieli le innumerevoli torri di Babele.

1941
Nel 1961 quando Ben E King compose "Stand by me" non poteva certo immaginare quale planetario successo avrebbe riscosso nei decenni a venire, quante cover di ogni genere avrebbero contribuito a celebrarla fino a farle acquisire i connotati di preghiera. La canzone è dedicata ad una donna, ma noi sappiamo che anche il Cantico dei Cantici, il più piccolo libro della Bibbia...pur essendo consacrato all'innamorata, sullo sfondo della vicenda umana lascia trasfigurare l'Immanenza divina. Fra le innumerevoli versioni in circolazione a mio avviso una si erge su tutte le altre per la maestria con cui è stata concepita nei minimi particolari e la devozione con la quale viene eseguita dagli artisti...attributi che le conferiscono un sorprendente alone d'incanto. Ogni volta che l'ascolto è come fossi rapito a contemplare la sublimità d'uno stato d'animo che solo lo slancio verso la trascendenza può comunicare, potrei restare davanti allo schermo per ore senza stancarmi e senza che l'estasi subisca flessioni. Sono i "Playing For Change Band" una dozzina di musicisti di strada che sembrano stati scelti dalla sapienza celeste fra gli ultimi della creatività sonora. I vari saliscendi, i chiaroscuri, le alternanze, i contrasti, le armoniche collisioni delle voci contro gli strumenti, hanno il potere di caricare l'ardore sentimentale fino a sublimarlo in fervore spirituale e trasformare la richiesta ad un essere umano in supplica al Cielo. Stai con me, stammi vicina, restami accanto, e con la beatitudine che nel nostro cuore si spande...il Cielo risponde.

1942
"Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nella Geenna del fuoco" (Mt 18,6-9)
Sappiamo che per scandalo s’intende tutto ciò che concorre a procurare occasione di peccato e dunque oggi il panorama esistenziale alla luce della fede è un crogiolo straripante di gente che induce nella tentazione di compiere il male. Ma c'è uno scandalo più grave che alla stessa maniera si consuma all'interno delle comunità cristiane laddove è penetrato lo spirito del mondo che attraverso condotte morali equivoche spinge i più deboli sulla via spaziosa che conduce alla rovina. Il peggiore degli scandali tuttavia si configura nei piani alti delle gerarchie ecclesiastiche ogni qualvolta si diffondono errori dottrinali che spingono i fedeli a profanare il primo dei comandamenti attraverso l'idolatria. Sul banco degli imputati finiscono nel primo caso gli empi, nel secondo i fedeli spensierati e nel terzo i religiosi imprudenti. Seppure in gran parte ignari dell'ecatombe che vanno alimentando non sono giustificabili perché rei d'aver disatteso al primo dovere di ogni essere dotato di ragione...cercare il senso della vita. C'è inoltre una quarta tipologia di istigatori al peccato connaturati a noi stessi dai quali Gesù ci intima di separarci prima che sia troppo tardi: le mani, i piedi e gli occhi. Un paradosso per farci capire quanto sangue avrebbe dovuto versare per evitare di farci amputare. Ogni volta che avvengono gli scandali non sono soltanto le vittime a doverne pagare le conseguenze ed i colpevoli a patirne l'infamia, è l'immagine di Dio a venir oscurata e la credibilità della chiesa ad essere minata nelle fondamenta. E tragedia delle tragedie...nei piccoli che ne vengono a conoscenza la repulsione può lievitare al punto tale da rendere un'impresa riaccostarsi all'altare.

1943
"Dio è padre degli orfani" (Sal 68,5)
Quanti pochi orfani riescono a far fruttare il tesoro che promette questa encomiabile sentenza! Dio si fa padre di tutti i bambini che hanno perduto i genitori o non ne hanno mai avuti ed in virtù della suprema ingiustizia patita i loro nomi sono scritti nel regno dei Cieli. Se non scoprono quanto questo sia vero non possono percepire il tocco delicato che li ha guidati e protetti nelle notti oscure della loro infanzia, al pari di noi tutti quando vaghiamo nei labirinti dell'incoscienza senza sentire la sua vigile presenza. Se solo prendessero coscienza per un attimo del privilegio loro toccato esulterebbero come quando si conquista un trionfo...invece si arrendono allo scetticismo che declassa la verità enunciata dalla Bibbia a mera consolazione da pacca sulla spalla. Chi si trova in tale condizione non ha il diritto di crogiolarsi nel vittimismo perché ci sono tre categorie di figli legittimi che se sapessero a cosa vanno incontro li invidierebbero. Quelli dai genitori che invece di amarli si fanno tutori, quelli che li hanno non credenti e li rendono ciechi e sordi. E quelli che avendo una fede a misura delle proprie convenienze terrene li spingono verso l'eterna dannazione.

1944
Il matrimonio è paragonabile ad un'opera d'arte al pari di un dipinto o di una scultura alla cui realizzazione anziché in uno, si lavora in due. Il pittore e lo scultore durante l'esecuzione si trovano a dover risolvere contrasti al fine di trovare le soluzioni migliori per rappresentare le proprie genialità, la coppia viceversa è attraversata da sciami di conflitti intestini spesso da blindare nei ricoveri del cuore per salvaguardare l'integrità di quanto va cementando nell'oscurità. Gli artisti sulla tela e sulla pietra fanno un lavoro di superficie, i coniugi attraverso il sacrificio...di profondità, tesi al costante riallineamento delle proprie intimità. Ed alla fine al contrario di un dipinto o di una scultura, non quel che si vede di bello certifica un riuscito matrimonio...ma quanto si nasconde di buono.

1945
"lo Spirito lo sospinse nel deserto, stava con le fiere e gli angeli lo servivano" (Mc 1,12-13)
Questo passo ritrae Gesù in un contesto mitologico dal fascino inarrivabile. Con un pizzico di perspicacia possiamo riproporlo nella nostra realtà al fine di ricevere la potenza necessaria per camminare sopra le acque del mare in tempesta del nostro spicciolo di tempo rimasto. Se abbiamo fatto un serio cammino di fede lo Spirito, al pari del Signore, ci sospinge nel deserto...che si palesa non appena prendiamo atto che sopra la terra è stata bandita ogni forma di vita divina. Tutto è arido, sterile, spoglio...per quanto Babilonia sia in festa giorno e notte i suoi trionfi non sono che scintillii di cenere di vulcani spenti. Le fiere con le quali siamo costretti a convivere sono primizie d'umanità inchiodate alle legge della carne e del sangue, vale a dire...la stragrande maggioranza della popolazione. Leoni, orsi, lupi, serpenti, squali...bramosi di possedere, godere e prevalere gli uni sugli altri, ciascuno nei rispettivi campi. In virtù della loro ferocia hanno il potere di sbranarci, ma al cospetto della regalità celeste di cui siamo rivestiti subiscono la gerarchica sudditanza che li piega alla mitezza. Gli angeli deputati a servirci sono invisibili allo sguardo ma percettibili dai benefici effetti per la costante opera di salvaguardia della nostra integrità spirituale. Guardie del corpo che presidiano l'accampamento dei santi dagli assalti degli spiriti maligni. Chi riesce a calarsi in questo ambito, senza muovere un passo si ritrova nel deserto, senza uscire di casa in compagnia delle fiere, senza spendere un soldo con gli angeli al suo servizio.

1946
"Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6,68)
Gli apostoli ad un certo punto del loro cammino si trovarono a dover scegliere fra l'eventualità di continuare a seguire Gesù con il suo ventaglio di richieste assurde, oppure valutare altre offerte un po' meno esigenti e più ragionevoli. Siccome il pacchetto proposto era l'unico a promettere l'impossibile decisero di continuare a dare credito a chi aveva loro dimostrato con i fatti di non scherzare. Oggi chi ha, da una parte la sventura e dall'altra la fortuna, di completare il cammino della fede viene esentato dal dover scegliere fra più opzioni in quanto alla luce della verità si trova a contemplare uno stato di miserabilità interiore talmente insopportabile da porlo nella condizione di non essere accettato neppure dalla propria madre. Al cospetto di tale evidenza si prende coscienza che solo Dio può darci riparo, nessun altro qualora scoprisse chi siamo realmente sopporterebbe la nostra presenza per più di un attimo.

1947
Il diavolo spinse re Erode ad uccidere Gesù quando era ancora in fasce attraverso la strage degli innocenti, sapendo che nei secoli a venire avrebbe strappato molte anime al suo inferno. Alla stessa maniera mosse la regina Gezabele ad uccidere Elia, reo d'aver annientato la sua armata dell'inganno. La persecuzione procurò al profeta una profonda depressione facendogli desiderare addirittura di morire. Questi due esempi per evidenziare che chi lavora nella vigna del Signore è vittima di un odio feroce da parte dell'avversario e nel caso renda una fedele testimonianza in tempi di smarrimento spirituale...sia destinato a subire imboscate finalizzate all'assassinio ed avere per compagno il pensiero del suicidio. Nella mia infanzia ho subiti tre attentati fra i sei e i dieci anni, dai quali credo di poter affermare in tutta onestà d'essere scampato per miracolo. Inoltre ho acquisito una tale confidenza con la depressione da averla convinta a tenermi testa infondendole una spasmodica sovreccitazione. Ora cavalcando una traccia biblica appena rilevabile alla sensibilità emotiva, mi diletto nel prendere in giro chi ci spinge nel baratro, sperando di strappare un sorriso capace di rompere l'incantesimo nel quale sprofonda chi medita di farla finita. Prendo un flacone di tranquillanti ed il diavolo si desta dal torpore, metto tutte le pillole nel palmo della mano anziché una, come un lupo che punta la preda mi attenziona, mi verso un bicchiere d'acqua e lui pensa..."ci siamo". In quel preciso istante interrompo la farsa e gli porgo il dito medio! Oppure mi distendo sopra le rotaie del treno lasciando un biglietto per spiegare il tragico gesto e lui afferma..."stavolta è fatta". Sono le 7,26 e mentre si avvicina l'Intercity delle 7,24 interrompo la farsa non sopportando di entrare nell'eternità con due minuti di ritardo! Dulcis in fundo m'inoltro nel bosco con la corda e nel cuore i sentimenti di Giuda quando si scoprì traditore. Cerco un albero degno della mia statura, mi stringo il laccio intorno al collo e mentre il maligno grida..."sia lodato Gesù Cristo" in procinto di lanciarmi dal ramo più alto nell'abbraccio della morte, interrompo la farsa e gli confesso: sei su scherzi a parte!

1948
Ultimamente mi è capitato di vedere alcune fiction americane di notevole pregio affratellate da un elemento comune che disturba fino alla nausea. E' l'ossessiva propensione a bere e fumare in ogni luogo, ad ogni ora del giorno e della notte. Non appena si passa dall'azione al discorsivo, che ci si trovi al bar, in casa, in auto, o per la strada...come d'incanto compaiono bottiglie, bicchieri, sigarette, pipe e quant'altro concorre a fare di un essere umano un clone di gestualità affettate. Alcolici e miasmi vengono assunti con una tale naturalezza che se non ti conformi all'agire unico ti fanno sentire di tutt'altra razza. Il fine di tali siparietti imposti dagli sponsor tuttavia non credo sia quello di incentivare i consumi facendo passare certe routine per fiche abitudini...ma vanno più in malignità. Affinché i vizi si radichino in maniera capillare tendono a far percepire il disagio dell'essere voci fuori dal coro. Presiedendo alla sacralità dei riti d'introduzione alla farse, spogliati dei travestimenti, si viene indotti a provare il colpevole imbarazzo di saper stare fermi...senza lasciarsi tentare dal fascino di ridursi in fantasmi. Tale proselitismo cattura l'insignificante sciame di personalità impalpabili, incapace di reggere per più di dieci secondi la tensione del non sentirsi parte del gregge emulatore.

1949
In tanti anni di fb mai ho pubblicato una mia foto avendo fin da bambino nutrito un sentimento di vergogna nell'essere oggetto di attenzioni, nonché una sorta d'insofferenza al gesto teatrale di mettersi in posa. Ora, non per vanità, ma per completare la testimonianza di fede...a beneficio di quanti penseranno che io sia nato strano, cresciuto storto e sempre vissuto all'incontrario, quindi inattendibile...ho deciso di farmi vedere. Una breve passerella fotografica dei tempi andati per mostrare che sono stato in armonia col mondo, fino a quando lo spirito non mi ha spinto a maturare in una voce che denuncia il male. Per arrivare alla percezione del tutto, ho dovuto staccarmi da quel poco che stimavo molto e risultava sufficiente a farmi non sentire un niente. L'ultima mossa è volta a spronare gli audaci per indurli a liberarsi dalle zavorre delle proprie icone pubbliche ed oscenità private, al fine di offrire un'immagine dall'autenticità più scarna. Membra di satana ci si lascia modellare, ma figli di Dio si diventa solo facendosi violenza.

1950
"Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora" (Mt 25,1-13)
Sulla parabola delle dieci vergini si può azzardare un'ipotesi che le consentirebbe di riguardare i cristiani di tutte le generazioni e non solo l'ultima come viene dato per scontato, quella che vede il ritorno di Gesù per il giudizio universale. Per rendere plausibile tale congettura, oltre a confermare la sua indiscutibile ubicazione temporale, occorre attribuirle una risonanza retroattiva e simbolica. Ciò significa che l'iter descritto così come avverrà palesemente alla fine del mondo alla stessa maniera si compia, si sia compiuta e si compirà interiormente in ogni cristiano vissuto sulla terra. La premessa che cinque erano sagge e cinque stolte potrebbe trarre in inganno rimandando alla predestinazione, invece io credo sia l'atteggiamento nell'approccio alla fede a determinare l'etichetta di savia o stolta. Dunque che nell'atto della conversione, davanti al fuoco e l'acqua, si stenda la mano verso l'una piuttosto che l'altra...definendo in tal modo il proprio status di vergine savia o stolta. In quell'istante si decide il destino eterno ed il resto del cammino altro non è che l'adempimento di quanto al suo cuore è piaciuto. Tradotto significa...chi ha scelto la vita ha acquisito lo spirito del vangelo, chi la morte si è lasciato sedurre dal sentimentalismo religioso. Da lì in avanti le vergini stolte vengono prese in consegna dalla potenza d'inganno che fa loro credere di camminare verso il regno dei cieli mentre procedono verso l'inferno. Tale ottica ci autorizza a ritenere che per ogni cristiano del passato nella sua vicenda terrena ad un certo punto si sia levato il grido ad annunciare la mezzanotte della sua esperienza mistica. In questo senso il monito di vegliare perché non sappiamo né il giorno né l'ora, è riferito alla morte che per ognuno di noi rappresenta la fine del mondo.

1951
Le fiction che attualmente vanno per la maggiore sono quelle che trasudano violenza da ogni millimetro di pellicola ed anch'io, al pari della moltitudine che ha bisogno di scaricare l'ansia, mi sono appassionato alle vicissitudini dei protagonisti di Peaky Blinders, Breaking Bad, Sons of Anarchy. Sono autentiche perle di un'arte complessa a causa dei numerosi fattori in gioco...impreziosite dal pregio di tenere svegli fino a tarda notte e qualche volta di far perdere il sonno. Tuttavia vanno assunte con grande cautela soprattutto dalla fascia adolescenziale poiché, non solo hanno il potere di trascinare sul versante delinquenziale, ma soprattutto di adulterare le identità dei ruoli senza farlo notare. In queste opere non ci sono come in tutte le altre rappresentazioni i buoni contro i cattivi, ma cattivi contro mostri...peculiarità che conferisce ai cattivi una parvenza di bene. Così personaggi quotidianamente impegnati ad incentivare il mercato delle metamfetamine, ordire trame per sopraffare la concorrenza ed uccidere per liberarsi degli intoppi, risme meritevoli di mille ergastoli...si ritrovano incensati da un alone di eroismo per essere stati fedeli alle concupiscenze dei nostri istinti. Il grande assente è l'umanità che ne subisce le conseguenze, le vittime innocenti, le grida strozzate delle madri, l'impotenza delle forze dell'ordine. Mai un'inquadratura sulle disperazioni degli insignificanti, fari sempre puntati sulle prospettive di favorevoli guadagni, l'imperativo è fare soldi...costi quel che costi! Nonostante il marcio che esonda da ogni gesto di Thomas Shelby, da ogni parola di Walter White e da ogni pensiero di Jax Teller...siamo follemente innamorati di chi incarna l'esca delle tenebre.

1952
"Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra" (Es 20,4)
"Padre nostro che sei nei cieli" (Mt 6,9)

Un paio d'anni fa ebbi un'intuizione per sopperire alla difficoltà di pregare senza avere davanti un crocifisso, un'icona della madonna, il volto di qualche santo...articoli severamente vietati dalla legge divina, tuttavia presenti in abbondanza nelle chiese. La evinsi dal primo versetto della preghiera insegnata da Gesù, versetto che ci rivela la dimora di Dio...i cieli. Ritenni che non si profanasse il comandamento qualora pregando si levassero gli occhi al cielo...la tentazione idolatrica veniva scongiurata dalla consapevolezza che l'oggetto contemplato altro non fosse che la dimora dell'Amato. Forte di tale convinzione avevo paventato l'opportunità di svuotare le chiese dai "corpi del reato" per sostituirli con "immagini dei cieli" al cospetto delle quali ci si potesse inginocchiare senza timore di trasgredire. Ne ho scovata una talmente pregnante da ritenerla degna di campeggiare sopra l'altare della basilica di san Pietro, anche perché capace di richiamare i principali attributi di Colui che li abita. Non appena si entra in contatto visivo con tale prodigio si riceve l'illusione di eludere lo spazio suffragata dall'impressione d'incantare il tempo. Lo Stupore che suscita, il senso di Libertà che sprigiona, l'Immensità verso dove proietta, l'ideale di suprema Bellezza che insemina, la radice di Bontà che lascia presagire, la certezza di Fedeltà che non può tradire, la Luce che diffonde perle di autenticità...sono un coro angelico che delinea i lineamenti della Santità.

1953
“Quando ero una bambina andai da mio padre e gli dissi: Papà io ho paura che non sarò mai forte abbastanza da essere una martire per Gesù Cristo. Disse mio padre: Quando vai ad Amsterdam in treno, quando ti do i soldi per il biglietto? Tre settimane prima? No, papà, mi dai soldi per il biglietto poco prima di salire sul treno. Esatto, disse mio padre, così è con la forza di Dio. Il nostro padre nei cieli sa quando avrai bisogno della forza per essere martire per Gesù Cristo. Ti darà tutto ciò di cui hai bisogno giusto in tempo”
Questo colloquio è una meravigliosa parabola evangelica vissuta da Corrie Ten Boom quando era bambina e suo padre. Fin dall'infanzia per il clima profondamente spirituale che si respirava in famiglia aveva maturato il desiderio di diventare martire della fede. Attraverso questo breve scambio di battute ci viene rivelata la verità più necessaria da interiorizzare per affrontare prove che scuotono fino alle radici del nostro essere. Una grave malattia, la perdita di una persona cara, un rovinoso fallimento...situazioni che al solo pensiero di trovarsi ad affrontarle fanno venir meno. Ebbene con una semplice analogia Casper Ten Boom spalanca ai cuori dei cristiani degli ultimi giorni una speranza che non conosce tramonto. Qualunque minaccia appaia all'orizzonte delle nostre vite dobbiamo avere fede che il nostro Padre nei cieli quando ci troveremo faccia a faccia con la sua distruttività...ci comunicherà la forza per affrontarla.

1954
“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9)
Cosa può esserci di più deleterio del guardare fiction americane traboccanti di malvagità sulla produzione e lo spaccio della droga? Eppure anche da quei concentrati di criminalità si può trarre del buono. Sto parlando in particolare di "Sons of Anarchy" che narra le avventure di una banda di motociclisti in un contesto esistenziale saturo di violenze e votato all'autodistruzione, unica eccezione lo sceriffo di Charming che si fa in quattro per rammendare gli strappi. Parlo del Capo Wayne Unser che ha ritenuto la situazione cittadina talmente compromessa da non essere più possibile invertire la tendenza. Di conseguenza ha tralasciato di fare il proprio dovere di severo inquisitore per votarsi a limitare i danni lasciando sopravvivere gli illeciti commerci purché tacessero le armi e smettesse di scorrere il sangue. Mi ha molto affascinato questo operatore di pace fra bande rivali di pirati irlandesi, messicani, neri, ariani...questo eroe del fronte del disarmo commovente nella sua opera di mediazione orientata al bene comune. Nell'espressione del suo volto leggo a caratteri cubitali una santa rassegnazione che traspare dalla stanchezza degli sguardi, dai tremebondi toni della voce, dalle apnee dei sospiri e dal pesante avvicendarsi uno dopo l'altro dei suoi passi. Una rassegnazione da orto degli ulivi che pur indossando il lutto pacifica la coscienza avendo fatto l'impossibile per evitare la catastrofe. La mia stessa rassegnazione per non riuscire più ad arginare le angherie della malavita spirituale.

1955
E' sempre più difficile riuscire a vedere Maria di Nazaret come realmente è! La sua immagine è stata deturpata dalle enfatizzazioni della Chiesa che attraverso le litanie lauretane l'ha innalzata fino a renderla ridicola. Allo stesso tempo è stata sfigurata dalla veste che le hanno rifilato le apparizioni arrivando a farle assumere fra gli altri...il ruolo di corredentrice. Ad un gesuita come me tale operazione è sembrata un colpo di stato che me l'ha resa piuttosto antipatica. Per questo ho sempre avuto un rapporto conflittuale con la madre di Gesù, per l'incapacità di spogliarla di tutti gli onori-orrori che le hanno appiccicato gli adulatori. Ma oggi mi sono imbattuto in una canzone che all'improvviso me la restituisce nella sua semplicità evangelica. Il titolo "Maria vogliamo amarti" incarna il mio desiderio congelato per tanti anni dall'incapacità di sciogliere l'incantesimo della sua ambiguità: riuscire ad amarla per quello che vale e merita. Alla purificazione dell'icona contribuisce anche il logo che molto opportunamente ne nasconde il volto per lasciare in primo piano la sua mano e quella del bambino. Ma più di tutto mi ha colpito l'attributo assegnatole che la svincola dalla schiavitù di dover appartenere più alla divinità che alla nostra povertà..."fiore dell'umanità". Io voglio la donna in carne ed ossa quella foggiata dagli spasimi della storia della salvezza, gli amanti della leggenda si tengano stretta la tutta santa.

1956
"Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore" (Lc 10,34-35)
Il peccato di Agnese Gonxhe Bojaxhiu, alias Madre Teresa di Calcutta, che mi permetto di chiamare con il suo nome di battesimo poiché a mio avviso non è stata santa, non è stata madre, né tantomeno cristiana...è stato di fare della povertà un idolo da servire fino al disprezzo della vita umana. E' stata talmente accecata dalla proprie mire espansionistiche tese a legittimare una visione aberrante della fede, da ignorare l'insegnamento guida di ogni atto di carità evangelica...quello additato dalla parabola del buon samaritano. E avrebbe dovuto tenerne conto essendosi autoproclamata...missionaria della carità! Per fare da contraltare a quanto sto per dire premetto che nelle casse dello IOR la congregazione della suora albanese è quella che possiede il conto più elevato fra tutte le comunità religiose. In virtù di tanta generosità ricevuta dalla provvidenza non si comprende perché si sia limitata a fasciare le ferite dei malati senza somministrare medicinali, come invece la parabola suggerisce..."olio e vino". Non si comprende perché non volesse che fossero portati negli ospedali, come invece indicato da Gesù..."caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda". Ma alla luce di quanto va emergendo risulta chiaro perché al contrario del buon samaritano che "estrasse due denari e li diede all'albergatore"...si è guardata bene dallo spendere il suo patrimonio per curare i malati e migliorarne le condizioni. L'intento non era quello di guarirli, ma farne degli altari nei quali si venerasse il culto della sofferenza, accompagnandoli amorevolmente fino alla morte per avere l'opportunità di battezzarli...e una volta provvisti del lasciapassare spingerli in paradiso anzitempo. Temo sia finita per incarnare abusivamente una sentenza di sant'Agostino: "Tu che colpisci per sanare e uccidi per non lasciare morire lontano da Te". Si è messa al posto di Dio arrogandosi il diritto di uccidere i corpi per salvare le anime attraverso una sorta di eutanasia passiva. Ritengo tuttavia che il suo operato sia stato coerente con il fine che si era prefissa ed abbia agito in buona fede nel perorare il più alto degli ideali, nell'inconsapevolezza d'essere finita nel più assurdo degli inganni demoniaci che l'ha posta sullo stesso piano dei più spietati carnefici dell'umanità...Mao Zedong, Pol Pot e Stalin.

1957
"L'angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva" (Sal 34,8)
Io credo che oltre all'occorrente per vivere Dio ci abbia anche fornito del necessario per morire. Il turbinio impazzito dello spirito del mondo ci ha defraudato della visione sana della morte, non più evento naturale come il parto, ma trauma insopportabile. Ospedali, medici, antidolorifici, sostegni psicologici, sacerdoti, parenti, amici, badanti...tutti intorno al capezzale del morente. Impariamo da Gesù a morire, ha fatto la peggiore delle morti e non si è lamentato, non ha neppure avuto la fortuna di morire disteso, ma appeso ad una croce in una posizione che moltiplicava i suoi dolori. Dobbiamo ritrovare la fede per credere che quel Dio che ci ha promesso il suo sostegno nell'ora della prova quanto più lo farà nell'ora della morte. E andare a morire soli sotto un albero o in riva al fiume o ai piedi d'una montagna...dove si respira il profumo della vita eterna.

1958
"non al più saporoso, ma al più insipido" (San Giovanni della Croce)
Pochi giorni fa Jannik Sinner ci ha deliziati trionfando agli Australian Open, come se tanto non bastasse ci ha poi piacevolmente sorpresi declinando l'invito ad andare a pavoneggiarsi al festival di Sanremo. Ma io sono rimasto sconvolto quando ho sentito il personaggio attualmente più osannato del palcoscenico mediatico esprimere un concetto che lo ha reso a me...intimamente fratello! Questa meteora del tennis mondiale ha sentito il dovere di dare una lezione di vangelo esternando un concetto che molti al suo posto si sarebbero vergognati persino di pensare...e questo ai miei occhi lo ha reso misticamente autentico. Ha confessato che quando va al ristorante, fra la pasta al ragù che è più buona e quella al pomodoro, sceglie quest'ultima perché costa meno. Per uno che guadagna 40 milioni l'anno e va a mercanteggiare su qualche spicciolo ci sarebbe da dargli come minimo del pidocchio, se non fosse che il fondamento di tale condotta non è dettato da tirchieria, ma da un sano principio...il rispetto per il denaro. Quel denaro che molti vanno sperperando allegramente per godere l'effimero ed acquistare il superfluo. Mi inchino al cospetto di un giovane campione capace di partorire simili eccellenze e mi permetto di aggiungere quello che intravedo maturare nel suo cuore. Il rispetto per il denaro lo condurrà a rivestirsi del pudore che impone a chi ha piena coscienza della gravità dell'ora presente di vivere in maniera sobria...per incarnare interiormente lo spirito del penitente.

1959
"perché Dio è amore" (1Gv4,8)
Se ti abbandoni al pianto per la morte d'un tuo caro sprofondi nel sepolcro di un dolore inconsolabile, se invece sollevi lo sguardo la fede ti concede una possibilità. Sulla parola di Colui che è morto e poi risorto è lecito sperare che nulla sia andato perduto per quanto tutto lo sembri. Il maligno coi suoi inganni ci oscura la via della salvezza, con la sua potenza distruttrice ci travolge, ma nulla può contro Dio e nulla contro chi vuole appartenergli...seppure a cominciare dall'ultimo respiro. Non è vero che la morte ci separa, ci unisce invece in una dimensione insospettabilmente più compiuta e illimitata. Quando muore qualcuno a cui siamo legati spesso si usa dire che vive nel nostro cuore ed a questa affermazione si dà un accezione puramente sentimentale, senza sapere che quell'espressione va ben oltre quanto possiamo immaginare...sconfinando nella dimensione spirituale. Per cuore intendiamo la sede dell'amore, amore che se in armonia con la verità, acquisisce il potere di entrare in comunione fraterna con l'eternità. Quindi quando una persona cara muore, piuttosto che vive nel nostro cuore sarebbe corretto dire che viviamo entrambi nel cuore dell'amore...e possiamo trovarne conferma nell'incapacità di abbandonarci alla disperazione.

1960
"Rispose Gesù: Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere? Gli dicono: Lo possiamo" (Mt 20,22)
Con questa risposta asciutta che non ammette repliche, Giovanni e Giacomo danno a Gesù la loro piena disponibilità ad affrontare il martiro...ed io credo che il medesimo spirito abbia spinto i folli di Cristo a compiere imprese fuori dalla portata della ragione umana. Per un cristiano nulla è più edificante del sentir narrare le loro gesta onde ricevere lo slancio per proiettarsi nelle più spericolate traiettorie dell'universo spirituale. Ai nostri occhi oggi certe performance appaiono inverosimili, al punto di farci dubitare che quanto narrato sia proprio tutto vero, ma io mi sono persuaso che Dio li abbia suscitati e spronati ad esprimersi attraverso roboanti eccessi...per rendere tangibile l'estensione di ogni immolazione fatta per catturare un sospiro del Suo Spirito. Nell'ambito della castità Maria Goretti che difese la propria purezza fino a farsi ammazzare. Nella penitenza Caterina da Siena che beveva il pus delle piaghe infette dei lebbrosi. Nella povertà Francesco d'Assisi che si spogliò persino dello strettissimo necessario per sopravvivere. Nella tensione verso il trascendente Simone lo Stilita che visse per trentasette anni sopra una colonna. Nell'obbedienza quel discepolo che si fece stolto fino ad annaffiare per un anno un pezzo di legno camminando ogni giorno da mattina a sera fra andata e ritorno. Se non ci fossero stati simili eroismi che hanno collocato l'anelito divino nella categoria del mito, il cristianesimo sarebbe appassito nel giro di qualche decennio. Grazie a loro il profumo del suo fiore si diffonde ancora nei nostri cuori, grazie a loro la primizia del suo frutto continua a nutrire le nostre anime...e grazie a chi a distanza di duemila anni si ostina a produrre linfa che alimenta la sua radice.

1961
"Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va e annunzia il regno di Dio" (Lc 9,60)
C'è un peccato di idolatria che molti commettono quando muore un nostro caro, un peccato che costa uno strazio indicibile. Quello di fare della sua tomba un tempio in cui andare tutti i giorni a piangere lacrime di desolazione. Per comprendere quanto sia contraria alla verità ed al buon senso questa pratica basti pensare alle parole che Gesù rivolse a quel giovane che gli chiese il permesso di andare a seppellire suo padre prima di mettersi alla sua sequela. Gesù chiama morti, non solo i morti ma anche coloro che vanno al funerale, quindi rendiamoci conto che la vita e la speranza sono da tutt'altra parte e pure il nostro caro non è più laddove lo piangiamo. Se amassimo i nostri cari che ci hanno lasciato come Dio comanda aboliremmo i cimiteri, orrori in cui fermenta lo strazio della carne, sapremmo che la vita emigra in una condizione più evoluta dove trasuda pace e speranza di gioia.

1962
"La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e Risurrezione" (CCC 677)
Pasqua è alle porte...la commemorazione che ogni anno ripercorre l'itinerario della passione di Gesù Cristo. A partire dalla domenica delle Palme vengono scandite una dopo l'altra le stazioni della via dolorosa. Siccome anche la Chiesa, come certifica il suo Catechismo, deve seguire la medesima sorte, mi chiedo se sia possibile individuare qualche parallelismo degli eventi più significativi per determinare quanto manca alla fine della grande tribolazione. Quello che per Gesù è avvenuto in pochi giorni, considerato che lo sviluppo delle dinamiche sociali è molto più eterogeneo rispetto a quelle individuali, per la comunità dei credenti potrebbe esigere un arco di tempo molto più ampio. Oserei ipotizzare addirittura un secolo, ma forse di più...ed in maniera non altrettanto evidente. Per rendere palese quello che l'occhio del cristiano secolarizzato più non vede, alla luce di quanto sono riuscito a decifrare farò dei rifermenti che potranno sembrare anche arbitrari e non potranno essere compresi senza la collaborazione di un intuito consacrato a dissipare le ombre. Credo di poter affermare che la settimana santa della Chiesa Cattolica sia iniziata con l'elezione di Pio X il 4 agosto del 1903, l'ultimo Papa ad opporsi vigorosamente al progressismo. Di seguito, tappa dopo tappa, la via crucis del Signore e non necessariamente in ordine cronologico...il suo simbolico corrispettivo nella sua Sposa.
L'ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme: il pontificato di Pio X.
L'ultima cena: il giuramento antimodernista introdotto nel 1910.
L'orto degli ulivi: l'angoscia dei discepoli in una chiesa scristianizzata.
Il tradimento di Giuda: il Concilio Vaticano II.
L'arresto di Gesù: l'annientamento dell'azione dello Spirito Santo in questo mondo.
Il Sinedrio: l'antropocentrismo dei teologi modernisti.
Il rinnegamento di Pietro: l'occultamento dei crocifissi nel 1986 ad Assisi voluto da Giovanni Paolo II in occasione dell'incontro interreligioso.
L'interrogatorio di Pilato: la rassegnazione dei discepoli ad cospetto di un destino ormai segnato.
La flagellazione: le apparizioni mariane.
La coronazione di spine: l'idolatria del tradizionalismo.
La salita al Calvario: la fatica dei cristiani rimasti fedeli allo spirito del vangelo.
La crocifissione: la morte di Papa Luciani per mano dei vignaioli omicidi.
La risurrezione: le vergini svegliate dal grido che comanda loro di andare incontro allo Sposo.

1963
Quando il corpo muore diventa polvere mentre l'anima che vive eternamente va in paradiso o all'inferno. Se va in paradiso è con Dio ed allora la sola maniera per avere comunione con lei è quella di avere la massima intimità con Dio...più si conosce e si ama Dio più si è vicini al nostro caro e gli si comunica il nostro amore. Il legame che c'è fra Dio ed ogni anima che spera in Lui è infinitamente più intimo del cordone ombelicale che lega madre e figlio, della passione che annoda due adolescenti perdutamente innamorati, di ogni ultimo straziante abbraccio prima dell'addio. Nessuna disperazione dunque penetri nei nostri cuori, chi è morto abita nel Regno dei Cieli in numerosa ed eccellente compagnia, pensarlo dentro una bara è darla vinta alla menzogna. Se invece fosse andato all'inferno bisogna farsene una ragione, elevarsi fino al punto di sentire necessario anche questo tipo di distacco...pensare che se è finito al supplizio eterno è solo perché lo ha voluto con tutto sé stesso. Dio non manda nessuno all'inferno, chi ci va lo fa di propria iniziativa dopo un combattimento lungo tutta la vita contro quel Padre che con ogni mezzo cerca di impedirglielo.

1964
Il cammino nella fede altro non è che l'inesorabile avvicinamento a quella verità che ad ogni passo ci appare sempre più nitida, soprattutto se proiettata sul fronte della nostra identità interiore. Gesù ci ha consegnato tre caratteristiche per definire il male assoluto: ladro, omicida e padre della menzogna. Così grazie all'estrema sensibilità della sua luce riusciamo ad inoltrarci negli anfratti più oscuri dei nostri cuori per scoprire che siamo tutti ladri, assassini e bugiardi...senza infrangere alcuna legge, né violare un comandamento. Ladri perché tutto ciò che rivendichiamo come nostro non ci appartiene, assassini perché seminiamo indifferenza laddove angoscianti realtà rivendicano urgenza e bugiardi perché siamo maestri nell'accampare buone ragioni per ingannarci. Solo pochi hanno il coraggio di prenderne atto e questa presa di coscienza è possibile solo in coloro che si rifiutano di compiacersi dell'apparenza.

1965
"la mia anima è triste fino alla morte" (Mc 14,34)
Queste parole di Gesù pronunciate nell'orto degli ulivi poche ore prima della crocifissione vengono sempre lette come vertice supremo della sua prostrazione e di tutti coloro che vengono attraversati da simili angosce. Se la felicità può essere considerata come la più intima comunione del cuore con la vita, la tristezza ne rivela invece la distanza...incolmabile in questo caso poiché fino alla morte. Da quell'abisso dobbiamo invece saper scorgere l'alba di un nuovo mondo, lo svincolo estremo che ci vieta di andare incontro al vicolo cieco di una speranza in procinto di morire. Per immetterci sul sentiero di una rassegnazione ambasciatrice del futuro.

1966
"rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori" (Mt 6,12)
Nel novembre del 2018 la preghiera del Padre Nostro ha subito qualche piccolo ritocco per focalizzare alcuni concetti non ancora esposti in maniera esaustiva. Non entro nel merito dei passi maggiormente messi sotto la lente d'ingrandimento perché l'ho già fatto, voglio soltanto mettere l'accento su quella che in apparenza può sembrare la più insignificante delle correzioni, tanto da venir giudicata da molti addetti ai lavori addirittura un capriccio. Mi riferisco all'aggiunta della congiunzione "anche". A mio avviso è tutt'altro che superflua e farne a meno sarebbe stato un sacrilegio, un peccato di lesa maestà. Senza la congiunzione risulterebbe come se Dio dovesse rimettere a noi i nostri debiti a modello di quanto facciamo noi che li rimettiamo ai nostri debitori. Come se fossimo noi a dettare il modus operandi e Dio chiamato a conformarsi. Con la congiunzione invece l'equivoco viene fugato e l'ordine gerarchico ripristinato.

1967
"Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio" (2Ts2,3-4)
Arrendiamoci! In questi ultimi anni il panorama politico si è popolato di signore che sono arrivate a ricoprire le maggiori cariche istituzionali. In primis Ursula von der Leyen presidente della Commissione europea, a seguire i premer o capi di Stato di Danimarca, Estonia, Finlandia, Georgia, Islanda, Lituania, Norvegia, Serbia e Slovacchia. L'Italia non fa eccezione con la Meloni alla guida del governo, la Schlein al vertice della sinistra, la Cassano presidente della Corte di Cassazione...e potrei continuare. Ma ciò che più stupisce è che sono approdate in cima meritatamente e svolgono i loro compiti in maniera egregia. Oggi 8 marzo festa della donna, in qualità di uomo in possesso di tutte le peculiarità che esaltano l'identità maschile ammetto la sconfitta...le donne sono diventate di gran lunga migliori degli uomini! E quel che più sorprende è che hanno conquistato il trono senza sparare un colpo, sono restate loro stesse ed approfittando dell'involuzione del maschio alla fine sono emerse. Cosciente del tempo che stiamo attraversando, io che vivo scrutando l'orizzonte mi trovo ad avanzare un'imprevedibile evenienza...che per uomo iniquo s'intenda il genere umano, termine che ingloba tutti e due gli orientamenti...e non il sesso. Dunque all'alba del terzo millennio, in virtù di tanta acquisita onnipotenza, comincio a sospettare che l'anticristo possa essere una donna!

1968
"Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro" (Ap 22,18-19)
Lessi "Il Poema dell'Uomo Dio" di Maria Valtorta all'inizio della mia conversione tutto d'un fiato e ne rimasi molto affascinato, dieci corposi volumi che narrano dettagliatamente la vita di Gesù. Con il passare degli anni maturando interiormente ho cominciato a nutrire qualche perplessità, fino a quando non sono entrato in maggiore intimità con il Mistero e riuscito ad avvertire il disgusto che emanava la carogna di quell'epopea letteraria figlia della menzogna. Il fine del diavolo nel dettarlo alla veggente non era stato di alterare i contenuti della narrazione per deviarne le traiettorie, ma adulterarne lo spirito per indirizzarlo sul versante romantico al fine di spogliare la divinità del suo alone mistico. Faccio notare quanto sia stato perfido il nemico del genere umano per aver destinato a tale compito una donna anziana ed inferma, dunque meritevole della benevolenza divina ed all'ingenuo sguardo sentimentale incapace d'insinuare l'inganno. Inoltre vorrei mettere in guardia gli appassionati di questa monumentale opera dalla possibilità che potrebbe ricadere entro lo spettro della minaccia annunciata in chiusura nella Bibbia, di non aggiungere o togliere qualche parola al testo sacro...pena l'inferno per chi approva tali variazioni e le diffonde! E qui mi pare che ai vangeli di parole ne siano state aggiunte in quantità industriale. Se poi qualcuno obiettasse che la minaccia vale solo per l'Apocalisse e non per gli altri 72 libri della Scrittura, suggerirei di non contarci troppo perché sono tutti Parola di Dio ed hanno la medesima caratura.

1969
"Quando il bambino era ancora vivo digiunavo e piangevo perché dicevo...Chissà? il Signore avrà forse pietà di me e il bambino resterà vivo. Ma ora che è morto perché digiunare? Posso io farlo ritornare? Io andrò da lui, ma lui non ritornerà da me" (2Sam 12,22-23)
Nella Bibbia abbiamo un magnifico esempio di come ci si debba comportare quando perdiamo un nostro caro, la condotta che tenne re Davide alla morte del figlio avuto da Betsabea è la luminosa via da seguire. Il bambino si ammalò gravemente e Davide, a cui era stato annunciato che doveva morire a causa del suo peccato...fece suppliche, digiunò e dormì per terra nel tentativo di scongiurare quel castigo. Ma non appena il bambino morì smise di piangere e di fare penitenza. La stagione del lutto deve durare per tutto il tempo in cui il nostro caro giace ammalato, non appena nasce a nuova vita deve finire e non affliggerci fino al giorno della nostra morte.

1970
Ho ascoltato una dozzina di lezioni del simpaticissimo storico Alessandro Barbero, assaporando il clima delizioso che il professore sa diffondere nel distribuire conoscenza. Sempre meticoloso nel mettere a fuoco le possibilità, a volte persino all'eccesso...perciò mi sono stupito non poco quando ho ascoltato le ragioni davvero puerili che ha addotto per ottenere licenza di dichiararsi ateo. Ho avuto come l'impressione che per comprendere la storia si sia impegnato fino allo spasimo, mentre per capire le ragioni della fede...qualche rapida occhiata tra un bicchierino e l'altro. Questa disparità di trattamento nell'affrontare le due questioni mi ha indotto a cercare di capire come mai un'eccellenza di tale statura intellettuale possa essere sceso tanto in basso nel trattare la materia più importante della scuola della vita. Mi sono chiesto: come possono le vicende del passato suscitare maggiore interesse di quelle del futuro...e non solo del futuro prossimo, ma soprattutto di quello risolutivo? Quale evento remoto, per quanto affascinante possa essere stato, può oscurare lo scenario che spalanca la promessa della vita eterna? Il tempo cammina in avanti e c'è chi incredibilmente trova maggiore diletto nel tenere piantata all'indietro la concupiscenza del proprio sguardo. Per giustificare tale tendenza ho anche pensato che essendo la storia maestra di vita, averla studiata con tanta passione dovrebbe quantomeno aver contribuito a rendere il mondo migliore, ma stando ai fatti sembra l'esatto contrario. Dunque...o i professori sono stati pessimi insegnanti, o gli alunni somari recalcitranti. Se proprio vogliamo decifrare la genesi di tanto interesse per il "morto e sepolto" a scapito dell'avvenire, dobbiamo ipotizzare che chi ama la storia possa essere di natura talmente carnale da esigere il suo appetito animale d'essere saziato con cibo solido. Al contrario di chi ambisce allo spirituale e può nutrirsi anche di speranze. Ma andiamo oltre, Barbero potrebbe essere è uno dei tanti semi di zizzania distribuiti dal nemico nel campo di grano e dunque avvezzo a dimorare nel sanguigno...ma niente paura, nulla è perduto! Come gli angeli nel paradiso si ribellarono a Dio diventando demoni, così oggi i figli del diavolo possono rinnegare le proprie origini rinascendo vergini. Per concludere questa picchiata suicida verso le verità estreme, dichiaro che il tempo andato incapace di offrire connessioni con la destinazione più agognata non merita d'essere riesumato. Proprio per tali ragioni la sola materia degna d'essere insegnata alle coscienze è la storia si...ma delle religioni.

1971
"In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna" (Mc 10,29-30)
"Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo" (Lc 14,26)
La copertina di questo libro di Papa Francesco è accattivante all'ennesima potenza e temo sedurrà parecchi sprovveduti, legittima il paradiso sulla terra fin da ora servendosi di un passo criminalmente estrapolato dallo spirito del vangelo..."il centuplo in questa vita". Bergoglio è caduto in una delle tante trappole di cui è disseminata la sacra scrittura nella quale sono sapientemente interconnesse la via della salvezza e quella della perdizione, perché pure per i dannati è stato contemplato un percorso di degenerazione. Il Santo Padre scivolando su una buccia di banana è caduto nello stesso abisso che ha inghiottito l'evangelismo americano ed in parte quello italiano. Se si prende il brano di Marco e lo si isola dal contesto...elementare Watson, ma quando ci si imbatte nel brano di Luca, magari dopo aver incassato il centuplo di tutto ed averne goduto spudoratamente, si scopre la necessità di dover odiare quanto ci era stato offerto come buono da mangiare. Da notare quanto la felicità che promette il Pontefice sia di basso profilo, essendo legata esclusivamente al possesso e consumo di materiale in decomposizione...cose e persone.

1972
"e non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima" (Mt 10,28)
Gesù ha parole inaccettabili per il nostro sentire! In pratica vuole dire che se ci troviamo di fronte ad un pazzo che ci punta la pistola alla tempia non dobbiamo avere paura di venire uccisi, se ci scoprono un tumore e ci danno un mese di vita non dobbiamo avere paura di morire...come se dopo la morte ci fosse altro e di meglio, come se con la morte non finisse tutto, ma piuttosto tutto cominciasse. A noi che viviamo terrorizzati dal pensiero della morte sembra assurdo, a noi che la fuggiamo, ma chi vive in pienezza la propria fede la insegue sperando di raggiungerla prima possibile ed ogni volta che fallisce...se ne rammarica.

1973
"E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità" (2Tes 2,11-12)
Quanti pochi cristiani sanno che Dio è più diabolico del diavolo! Mi capita spesso d'imbattermi in manifestazioni soprannaturali spacciate per autentiche per il solo fatto di aderire ad una morale ritenuta legittima alla luce di quanto abbiamo appreso nella nostra canonica esperienza religiosa. Cito un solo esempio: quando i demoni confessano di avere terrore di chi recita il rosario...noi da buoni allocchi la beviamo. Quindi Dio non solo inganna suscitando le apparizioni della madonna dietro le quali si nasconde sempre e sottolineo sempre il diavolo, ma per fugare ogni perplessità si serve di santi autentici che si guadagnano il paradiso facendo inconsapevolmente il doppio gioco. Quasi sempre gli incaricati ad assolvere simili compiti sono soggetti al di sopra di ogni sospetto sui quali è impossibile far ricadere il benché minimo alito di diffidenza. Come si fa a non esaltare l'innocenza dei tre bambini di Fatima, come si fa a diffidare del candore di Bernadette a Lourdes, come si fa a dubitare al cospetto delle sofferenze di suor Faustina e tanti altri martiri del dolore che hanno ereditato quei ruoli per croce? Come si può pensare che Dio sia talmente bastardo da servirsi di anime innocenti e corpi crocifissi per fregarci? Eppure è così! Mettiamoci dunque il cuore in pace e prendiamo atto che Dio non è un bastardo, ma fa il bastardo con chi ha rifiutato la verità per sdoganare come afferma Paolo...l'iniquità. E l'iniquità in questo caso è il più grave peccato che ci sia, non l'assassinio...ma il deicidio con l'arma dell'idolatria.

1974
"Or prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta per lui l'ora di passare da questo mondo al Padre" (Gv 13,1)
Questa di Giovanni credo sia la più autentica definizione della morte che sia mai stata coniata...passare da questo mondo al Padre. Dal caos all'ordine, dalla guerra alla pace, dalla desolazione dei deserti all'intimità della casa natale. Invece noi quando pensiamo alla morte, al passaggio da questa all'altra vita lo facciamo sempre in termini funerei, ma il Vangelo ci offre una prospettiva tutt'altro che macabra facendoci intendere che sfoceremo dentro un'alba radiosa. Ed è in questa nuova vita, in questa nuova luce, in questo nuovo clima che dobbiamo pensarci e non sottoterra. Al diavolo i cimiteri, i fiori, gli epitaffi, lo strascico di giorni grigi che ci accompagneranno. Non appena moriremo, dice san Paolo, questo corpo corruttibile si vestirà d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità. Se proprio vogliamo fare un funerale facciamolo alla morte e che riposi in pace per l'eternità!

1975
"Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono" (1Cor 27,28)
Queste parole di Paolo ci dicono che ogni tentativo di comprendere Dio è destinato a fallire, non a causa della nostra incapacità di decifrare dinamiche complesse, ma per il suo continuo adoperarsi affinché veniamo depistati dall'inquadrare entro coordinate logiche il suo modus operandi. Ne sa qualcosa Sergio Quinzio che nel suo pionieristico "Un commento alla Bibbia" percorre le strade più impensate pur di afferrare un appiglio di solidità che permetta di scrutare l'orizzonte definitivo. L'intento di Dio sembra quello di voler esaurire, nel senso più isterico del termine e mi pare che con l'autore sia riuscito nell'impresa, tutto il potenziale delle nostre energie nervose destinate nell'eroismo di scrutarne il mistero. Distruggere ogni certezza affinché approdiamo a quella perfezione che certifica la sua incarnazione nella beata impotenza. Con l'anima svuotata da ogni presunzione diventiamo capaci di ricevere un'unità del tutto che a quel punto non è più una particella di sapienza infinita, ma in virtù della nostra perfetta adesione alla verità attraverso la docilità interiore...amore del Padre nostro.

1976
"Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera" (Gv 16,13)
Gesù prima di salire al Cielo ha disposto che per blindare la nostra fedeltà a quanto aveva insegnato, ci avrebbe equipaggiati del fiuto di un alito indagatore, capace di scrutare le penombre onde smascherare le menzogne. Ho dovuto faticare fino allo stremo per essere ritenuto degno di ricevere lo Spirito di verità e dopo anni di vagabondaggio fra incertezze e possibilità, finalmente la convinzione di dimorare nel giusto. Grande gioia per aver piantato la bandiera sulla vetta della conoscenza, ma raffreddata dalla costernazione di non poterla comunicare...non mi si crede neppure se faccio toccare con mano le più obbrobriose malformazioni della fede. E allora questo spirito si concede solo di sua spontanea volontà a coloro che amano la verità sopra ogni cosa ed hanno compreso d'essere chiamati a combattere la buona battaglia, non contro le armate degli infedeli, ma sul fronte interno della chiesa. E non per affermare il proprio credo, ma riappropriarsi della libertà per andare incontro allo Sposo.

1977
"Guide cieche, che ingoiate il cammello e filtrate il moscerino" (Mt 23,24)
Da qualche tempo sto seguendo con particolare attenzione due fratelli in Cristo, o più precisamente fratellastri perché abbiamo lo stesso Padre, ma non la stessa madre. Se poi vogliamo essere precisi loro hanno tre madri: Maria di Nazaret, la Chiesa Cattolica e il demone della madonna quando appare qua e là. Io non ho una madre, penso che Dio possa bastare. Sono impegnati in prima linea nella buona battaglia, persone di cui ho grande stima per lo zelo con cui svolgono la loro missione, alla quale destinano ben più di quanto sia lecito aspettarsi da chi ha anche una vita privata carica di impegni. Hanno il potere di suscitare un paradosso in riferimento al ruolo che di volta in volta si apprestano ad incarnare ed a seconda dei temi che vanno a trattare, paradosso che oscilla fra due estremi: i due Testimoni dell'Apocalisse quando parlano diritto, Totò e Peppino quando parlano storto. I due Testimoni per la risolutezza che li pone nell'olimpo dei pochi condottieri a non aver ceduto nel nostro tempo alle lusinghe di un cristianesimo a misura d'uomo, Totò e Peppino per la beata ingenuità con la quale sono soliti caricare d'estrema gravità questioni che sconfinano nel grottesco generando ilarità. Pur essendo la loro natura investigativa adulterata dall'approccio sentimental tradizionalista, ritengo tuttavia che operino in perfetta buona fede. Come molti in ambito cattolico avendo fatto della chiesa un idolo sono rimasti intrappolati nei suoi contorsionismi legislativi, messi criminalmente in atto per far quadrare teoremi conformi ai nostri umani pensieri. Mi servo delle parole di Gesù sopra citate per fare una radiografia delle loro coscienze al fine di evidenziare il tumore maligno che li consuma. Guide cieche...che per quanto possiate essere abbagliate da scintille frementi di verità, non permettete alla luce di penetrare la cecità del vostro cuore. Guide cieche, che ingoiate il cammello...quando attraverso scellerate valutazioni di fenomeni mistici spalancate le porte all'inganno, errori che comportano conseguenze catastrofiche per la sorte eterna delle anime. Guide cieche, che ingoiate il cammello e filtrate il moscerino...quando con uno scrupolo ai limiti del patologico sviscerate tematiche di nessuna rilevanza come quella di ricevere l'ostia sulla mano o sulla lingua.

1978
"Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne" (Lc 16,9)
Ieri sono andato a trovare un bambino di 3 anni e mezzo con il quale avevo fatto amicizia nel parchetto vicino casa mia, vittima del virus intestinale che sta falcidiando gli asili. E' sempre stato un terremoto ma da quando ha la nausea, il vomito, il mal di pancia e un po' di febbre...giace abbandonato sul divano con gli occhi perduti nel vuoto, senza forze per rispondere alle sollecitazioni con cui si cerca di stimolarlo. A dire il vero non sembra tanto malato, quanto affranto...come se avesse appena ricevuto la notizia che gli hanno rubato tutti i giocattoli! A quel punto, non saprei dire come sia avvenuto, mentre lo guardavo al suo volto si sono sovrapposti altri volti di bambini altrettanto tristi che nell'immediato ritenni fossero egualmente malati...anche perché si trovavano in una camerata affollata di lettini da far pensare ad un ospedale. Ma restai di sasso quando scoprii che non erano malati e i loro volti non denunciavano una sofferenza fisica...erano orfanelli in perfetta salute, ma avevano l'identica desolante smorfia di dolore. Allora io dico: basta qualche spicciolo del nostro sovrabbondante superfluo per guarirli dal sentirsi dimenticati da tutti e guadagnarci nostro malgrado una salvezza a prezzi stracciati. Tutte le porte del regno dei cieli sono chiuse in questo tempo in cui l'inferno ha dilatato le sue fauci e spalancato la bocca oltremisura, temo che solo questa porta resti ancora aperta...ed è tutt'altro che stretta!

1979
Io credo che ognuno di noi possa e debba accostarsi alla morte vivendo nel proprio cuore la passione di Gesù nelle sue ultime ore, credo non ci sia maniera migliore per esorcizzare la paura dell'ignoto e raggiungere l'altra sponda. Dovremmo sentirci come se fossimo in croce accanto alla sua croce e fare di lui il protagonista della nostra morte. Ascoltare il suo grido d'angoscia..."Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" per sentire la nostra solitudine alleviata dalla sua presenza. Credere a quello che ci dice..."oggi sarai con me in paradiso" atto di fede che dona la suprema certezza del lieto fine. Incarnare le sue parole..."Padre nelle tue mani consegno il mio spirito" per ricordare al diavolo che vogliamo appartenere a Dio e scoraggiarlo dal provarci con l'ultima tentazione. Ed infine..."tutto è compiuto" per prendere coscienza che così avrebbe dovuto essere e così è stato!

1980
Il Dio del Vecchio Testamento è sempre stato guardato di traverso dai cristiani ed odiato dal resto del mondo per l'intransigenza con la quale operava, molti ne hanno fatto addirittura l'ottima ragione per professarsi atei, altri per perdere la fede. In questi ultimi tempi in ambito religioso si cercano di ammansirne le asperità caratteriali per renderlo commestibile alla sensibilità comune adducendo ragioni che lasciano il tempo che trovano, o spingendosi a delegittimare i passi incriminati negando l'autenticità delle fonti. Attraverso la mia esperienza spirituale credo d'aver intuito nella nostra realtà quotidiana un sentiero che consente di approdare al medesimo stato d'animo di quando in Dio esondava il furore sterminatore...e dunque non solo giustificarlo, ma approvarlo con grande profusione. Porto un solo esempio di cui oggi è vittima la totalità della popolazione tranne qualche pecora nera, uno specchio della supinazione in cui è stata ridotta questa generazione, un atteggiamento divenuto ormai abituale che nasconde vite moralmente scivolate nell'indecente: la dipendenza da smartphone. Quando per strada vedo fantasmi camminare cogli occhi immersi nello schermo e la testa fra le nuvole, talmente rapiti nel virtuale da risultare semi assenti nella loro dimensione esistenziale, mi sale dentro uno sdegno insopprimibile per veder calpestata la dignità divina nella quale siamo stati forgiati...che se potessi non esiterei ad uccidere. E nel giudicarmi si tenga presente che sono in grado di rilevare solo la punta dell'iceberg di una condizione interiore deteriorata fino alla depravazione di ogni comparto di quelle personalità. L'identico concetto si può applicare a tanti altri settori...l'uso indiscriminato delle auto, l'abuso di ogni forma di superfluo, la banalità gioviale che imperversa in ogni forma di conversazione. E allora se in noi che siamo tanto carenti può maturare un sentimento di avversione talmente insopportabile da farci bramare di incenerire quegli avanzi d'umanità...con quanta maggiore ripugnanza ne sarà stato investito Dio che percepisce gli infinitesimali e possiede un arsenale capace di una potenza di fuoco infernale? Per rendere condivisibile a tutti questa indignazione basta mettere nel mirino i politici italiani, chi non vorrebbe giustiziare la putrefazione più nauseante del potere? Ecco, se in cuor nostro cova un simile fermento...ci scopriamo in perfetta sintonia con il Dio del Vecchio Testamento.

1981
Giunto alla maturità della mia personale consapevolezza, siccome spesso mi sono investito del ruolo di guida morale, ritengo doverosa una dichiarazione di nudità per mettere in guardia chi mi ascolta da eventuali errori commessi. Sono cresciuto in un clima affettivamente gelido che temo mi abbia causato una significativa lesione all'orecchio del cuore, ove si intenda parzialmente compromessa la facoltà di sentire sentimentalmente e dunque di entrare in comunione su frequenze affollate dall'umano calore. Se da una parte a causa di detta carenza posso aver sviluppato differenti sensibilità che mi hanno permesso di percepire armonie ultraterrene, ritengo altresì possibile che in certe occasioni abbia potuto steccare. Invito perciò chiunque mi legge a vagliare con attenzione quanto propongo e non prendere nulla per buono, prima d'averlo analizzato al microscopio ed esaminato con la lente d'ingrandimento.

1982
"Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni" (Lc 6,43)
Alcuni giorni fa ho avuto il piacere di conoscere un giovane che sta bruciando le tappe nella professione intrapresa...in un settore che esige grandissima responsabilità. Ho percepito competenza, spirito di sacrificio, umanità, equilibrio, umiltà...doti in via di estinzione che ne hanno fatto un'eccellenza ed ora sta andando a ruba. Memore della sentenza del vangelo ho invidiato i genitori ed ho pensato che per aver prodotto un frutto tanto conteso dalla piazza, il loro contributo dev'essere stato determinante. Dalla prospettiva evangelica il successo di un matrimonio non viene decretato dalla quantità di felicità che sprizza da tutti i pori dei coniugi, ma dalla capacità di rendere il mondo migliore, facendo bene il proprio dovere di educatori...attraverso il contributo della propria prole. Certamente questo ragazzo ci avrà messo molto del suo per profumare precocemente di una primavera preludio della più solida estate, ma non avrebbe potuto farlo se l'albero della sua vita non fosse stato piantato da Dio sulla buona terra...e suo padre e sua madre preservati dal deragliare dalla via angusta che conduce alla salvezza. Non ho potuto fare a meno di incarnare questo giovane nel giovane ricco che Gesù fissatolo amò con devozione, invitandolo ad essere perfetto nella pienezza del tempo della sua vocazione.

1983
“Parenti serpenti, cugini assassini, fratelli coltelli“
Questo proverbio la dice lunga sulla conflittualità nell'ampio spettro dei rapporti interfamiliari, ma qui voglio servirmene per analizzare in particolare i dissapori che si vengono a creare tra fratelli. La questione trova ampi riscontri nella Bibbia che ne conferma la tendenza a cominciare da Caino e Abele, Esaù e Giacobbe, Mosè e Aronne, Giuseppe e i suoi dieci fratelli, i due fratelli della parabola del figliol prodigo. Per amore della verità devo riconoscere che in certe occasioni sono stati i padri ad aizzare la piazza, seppure avendone buone ragioni come nel caso di Dio che aveva rifiutato l'offerta di Caino non ritenendola all'altezza, o di Giacobbe che con la sua sfacciata predilezione verso Giuseppe aveva fatto ingelosire gli altri fratelli, o del padre del figliol prodigo che prima di dare inizio ai festeggiamenti per il ritorno della pecora perduta avrebbe dovuto prevenire la reazione stizzita del figlio fedele ed ammansirne lo sdegno. Una cosa che non torna è perché se i dissapori sono stai creati dalla scarsa sensibilità dei padri, le rispettive parti lese sono cadute nella trappola di odiare i propri fratelli invece di prendersela con i seminatori di discordia? Esaù e Giacobbe lottarono fin dall'espulsione dal grembo materno per ottenere la primogenitura, mentre in Aronne e Mosè io credo che l'ostilità fosse imputabile alla diversità dell'indole, parafrasando Gesù...il primo era per la pace, il secondo per la spada. Ed ora veniamo a due testimonianze del nostro tempo che mi portano a credere che l'inimicizia tra fratelli sia di origini bestiali fin dalla placenta. Il padre di un bambino di quattro anni la cui moglie è incinta mi ha raccontato che il piccolo ogni tanto si avvicina quatto quatto alla madre e all'improvviso le molla una manata sulla pancia, tanto per annunciare al nascituro chi comanda...e non è da escludere che quando il feto scalcia sia da interpretare quale inviperita risposta. Un altro padre di due figli sotto i sei anni mi ha confessato che quando torna a casa dal lavoro sperando di trovare un po' di pace, spesso li trova impegnati a darsele di santa ragione. E allora sono giunto alla conclusione che il massimo della cordialità tra fratelli possa configurarsi in uno scenario nel quale per qualche banalissimo motivo sia sorto un dissidio...ed in conseguenza dell'inezia subita siano arrivati a non rivolgersi la parola per il resto della vita.

1984
"Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" (Mt 7,13-14)
Sono convinto che queste parole di Gesù nascondano un tesoro ancora tutto da scoprire, in duemila anni di cristianesimo forse nessuno ha mai osato espatriare oltre l'immediatezza del loro dettato...al fine di sviscerarne il quasi impossibile. Siamo soliti pensare che la porta stretta e la via angusta siano riservate al privilegio dei soli eletti, a coloro che hanno scelto il bene e rinnegato il male...affinché attraverso una condotta di vita improntata alla penitenza possano giungere alla salvezza. Io invece credo che nel novero dei chiamati possano rientrare anche coloro che sono incautamente entrati per la porta larga sospinti da forze avverse alla propria volontà e si sono poi ritrovati, per sopravvivere, a dover percorrere la via spaziosa che conduce alla perdizione. Se costoro, inoltrandosi nei labirinti di un'esperienza che trama per assassinare le coscienze, pur avendo raggiunto l'apice della felicità terrena attraverso la realizzazione del proprio sogno avvertono nel profondo una disperazione sotterranea che li devasta...ebbene io credo che abbiano ancor più diritto dei legittimi aspiratori di usufruire della divina grazia.

1985
"Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo" (Lc 14,26)
"Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?" (Mt 5,46)
Sappiamo che il vangelo rivoluziona i parametri con i quali valutare la morbosità degli affetti familiari, spingendo persino a prendere le distanze dai propri cari pur di difendere il perimetro entro il quale ogni fedele è tenuto a celebrare l'intimità con Dio. In conseguenza di tali disposizioni si possono creare contesti fomentatori di tensioni capaci d'innescare impercettibili fratture. Il rovescio della medaglia è che se ci immoliamo per i nostri figli, fratelli, sorelle, padri, madri, nonni e nipoti...non guadagniamo alcun merito dal momento che amiamo quelli da cui veniamo canonicamente corrisposti. E addirittura rischiamo di subire un danno qualora finissimo per compiacercene stimandoci modelli di virtù, per non dire di santità. Parafrasando Gesù...non fanno così anche gli atei, i menefreghisti, gli adepti delle altre religioni? Perfino i satanisti amano con passione i loro intimi! Per interrompere la china dell'autoesaltazione e farci ricavare da simili cadute il fior fiore del progresso spirituale, la divina grazia provvede ad insonorizzare i cuori dei beneficiati...defraudandoci della gratitudine che ci saremmo aspettati. In cambio ci dona il supremo privilegio di metterci nei suoi panni, di diventare onnipotenti per un'ora...facendoci indossare i suoi stessi sentimenti quando viene dimenticato dai suoi figli prediletti.

1986
"Cercate e troverete" (Lc 11,9)
"Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo fermamente tutto quello che tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere"
Se andiamo ad analizzare i percorsi di fede delle singole vocazioni scopriamo che nella stragrande maggioranza dei casi l'esortazione di Gesù viene evasa con noncuranza, in quanto altri hanno provveduto a cercare prima di noi ed ora ci offrono il frutto della loro abnegazione. Parlo dei Padri della chiesa, dei santi, degli esegeti, degli eremiti...tutta gente di cui è peccato dubitare. Essendo però in ballo la nostra salvezza eterna e sapendo quanto è astuto il nemico del genere umano, ritengo non sia il caso di fidarci ciecamente di chi è convinto di possedere la pienezza della verità, seppure lo faccia animato dalle migliori intenzioni ed in perfetta buona fede. Nell'Atto di Fede proposto dalla chiesa cattolica c'è una trappola che a mio avviso soffoca il versetto di Luca e annienta la volontà di Dio, trappola che spinge ad abbracciare un cammino lastricato di sicurezze per arrivare alla casa del Padre. Accettando quello che la santa Chiesa ci propone a credere...in pratica veniamo dispensati dal cercare, ritenendo di avere già il tesoro in cassaforte e non sospettiamo che proprio a causa di tale inadempienza ci mettiamo nelle condizioni di essere trovati dal demonio! Siccome ci sono passato posso testimoniare quanto sia difficile accorgersi d'essere finiti in un vicolo cieco e quasi impossibile trovare il coraggio per scuotersi dagli incantesimi dottrinali con i quali ci hanno paralizzato memoria, intelletto e volontà. Dio esige con ognuno di noi un rapporto intimo, per ognuno di noi ha stabilito un sentiero che conduce alla meta, in ognuno di noi ha acceso una sete di sapere che solo una ricerca appassionata della verità può saziare.

1987
"Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici" (Lc 21,16)
Il tradimento di cui saranno vittime i discepoli di Gesù nei giorni della fine sarà di tutt'altra matrice rispetto a quello di Giuda, il quale se preso come riferimento può indurre a pensare che l'orologio dell'Apocalisse non segni la mezzanotte. Sarà un tradimento inavvertibile alla sensibilità carnale ed a malapena percepibile da quella spirituale. Non sarà una pugnalata alla schiena e neppure un voltafaccia, ma un lento e progressivo raffreddamento degli accenti della fede nelle persone care...che le allontanerà dall'orbita celestiale. Sentiremo il peso del nostro fallimento nel credere tanto buon raccolto andato a male e non ci accorgeremo d'essere stati egoisti e presuntuosi a stimarci seminatori. Solo allora scopriremo che Dio per far sbocciare il nostro fiore ha dovuto fare spazio...al fine di liberare il nostro slancio verso il cielo da ogni laccio.

1988
"Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua; là dove vuoi stenderai la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà" (Sir 15,16-17)
"e quando si dirà: pace e sicurezza, allora d'improvviso li colpirà la rovina" (1Tes 5,3)

Poniamo che io abbia ragione, che siamo dentro il giorno del Signore con l'imminente ritorno di Gesù per il giudizio universale! Mai come in questo preciso istante vengono posti davanti a noi: da una parte il fuoco delle passioni terrene bramose incessantemente di saziarsi, dall'altra l'acqua che le spegne...affinché ci apprestiamo a tendere la mano per scegliere. Mai come adesso siamo ad un passo dal regno dei cieli e ad un soffio dall'inferno. Sta scritto che ci sarà dato, non quel che da buoni cristiani avremmo dovuto desiderare, ma ciò che per noi ha sempre rappresentato il piacere. Dunque a chi ama Dio sopra ogni cosa...verrà concessa la visione della verità, a chi non odia il mondo con tutte le sue forze...l'opportunità d'illudersi di perpetuarne lo scempio cadendo nell'inganno. L'era di pace annunciata dalle apparizioni mariane e salutata alle soglie del terzo millennio come la sovrana delle benedizioni: "da Fatima a Medjugorie, il piano della Madonna per la salvezza del mondo"...altro non sarà che il preludio della rovina definitiva per quelli che andranno in perdizione. I connubi fra le concupiscenze devozionali e le legioni di demoni che imperversano nelle chiese, hanno partorito manifestazioni soprannaturali tutto miele e niente sale...alle quali credere è desolatamente banale. La sequela alla madonna non viene quale approdo di un corretto cammino di fede, ma nelle cattive coscienze dall'esigenza di esorcizzare lo spettro dell'incontro con il Giustiziere.

1989
Contemplando le foto che molti postano da bambini o adolescenti per rispondere alla provocazione virtuale..."sfida accettata" mi pare d'aver intuito una ragione sacrosanta per fronteggiare i suicidi. Guardando i volti innocenti di quei bambini, gli sguardi limpidi di tanti adolescenti, ho pensato a quanto ci allontaniamo da quella purezza e di quanto le quotidiane esperienze deturpino quei lineamenti fino a farci sentire brutti, sporchi e cattivi...colpevoli di tutti i nostri mali fino al punto di armarci la mano fino a farla finita. E invece è proprio per non stroncare l'ultimo battito del cuore di quel bambino, per non soffocare l'ultimo respiro di quell'adolescente che dobbiamo resistere...il passato lo ha già tanto martoriato e sarebbe troppo crudele dargli il colpo di grazia mentre agonizza. Tendiamogli la mano ed abbiamone compassione proprio come se fosse un grembo capace di partorire il meglio dal marcio che abbiamo dentro.

1990
Fino a qualche tempo fa ero convinto che la nostra debolezza, la nostra miseria e la nostra cattiveria fossero giustificate dall'inclinazione al male ereditata dal peccato originale. Con il termine non intendo solo quanto ricade sotto la giurisdizione del deliberato, ma anche tutta l'attività manifestata con la scarsa coscienza della nostra volontà. Pensieri illeciti, parole sfuggite alla vigilanza, opere nelle quali veniamo trascinati nostro malgrado, omissioni dovute all'indifferenza verso ciò che non ci tocca. Questo mi portava alla conclusione che la nostra salvezza era un diritto da esigere e l'espiazione necessaria ad ottenerla...un dovere di cui usufruire. Trovavo eccessivo ringraziare Dio, era già molto non maledirlo! Fino a quando non ho scoperto che più della spinta propulsiva iniziale alimentata dall'effetto volano impresso quotidianamente dal demonio, nell'edificazione dell'inferno in questo mondo ci mettiamo troppo e con troppa passione del nostro.

1991
"Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata" (Lc 19,43-44) Ci sono tre porte che spalancano l'inferno! La prima è disprezzare la legge di Dio peccando impunemente ed è riservata ai non credenti, la seconda è deviare dalla retta dottrina finendo nell'idolatria ed è riservata ai fedeli per nulla zelanti, la terza meno appariscente e più insidiosa delle altre è non riconoscere un tempo...ed è riservata alla casta sacerdotale. Duemila anni fa la rovina cadde su Gerusalemme, non a causa del degrado morale, ma per non aver riconosciuto il tempo del Messia che le avrebbe permesso di leggere la fase che stava attraversando nella storia della salvezza. Oggi ci troviamo di fronte all'identico scenario: in ambito ecclesiale non viene riconosciuto il tempo del ritorno di Gesù per il giudizio universale, tutti attendono l'era di pace annunciata dai falsi cristi che imperversano da decenni. Vescovi, presbiteri, diaconi, senza aver fatto nulla di male sarete risucchiati dalla terza porta dell'inferno...solo per non aver riconosciuto il tempo.

1992
"La redenzione non è semplicemente Dio che ci salva, ma noi che ci lasciamo salvare da Lui" Stamattina mi sono imbattuto in questa verissima affermazione di don Luigi Epicoco, predicatore a dir poco eccellente. Parole sante, a Dio per salvarci occorre la nostra collaborazione, ma qualora per qualche oscuro motivo non fosse possibile fornirla serve tanta fede da sperare che il nostro consenso possa bastare. E proprio cavalcando il suo pensiero mi chiedo...se nella categoria dei "rifiutanti a farsi salvare" rientrino anche i pastori di anime che chiudono gli occhi per non vedere l'irreversibilità della perversione dilagante e si tappano le orecchie per non sentire la voce di uno che grida nel deserto annunciare la fine? E allora gli chiedo...se non vuoi riconoscere il tempo nel quale siamo chiamati ad andare incontro allo Sposo, unica condizione che ci permette di lasciarci salvare caro Luigi, non pensi che ti contraddici?

1993
"Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada" (Mt 10,34)
Negli ultimi tempi non si parla altro che di pace, pace, pace...tutti la invocano pensando sia l'infallibile cura per debellare ogni male. Neppure in ambito ecclesiale ci si rende conto che quanto si persegue non è che un maldestro surrogato della più agognata beatitudine del cuore...una patetica contraffazione ripudiata a chiare lettere da Gesù. Tale pace viene considerata un abominio perché mette d'accordo moltitudini di ogni nazione, razza, popolo, lingua e religione, al prezzo di sfigurare l'identità dell'autentico credo. Ne abbiamo un esempio ad Assisi, conclamata "città della pace" nella quale ormai convivono in perfetta armonia le più disparate eresie religiose. Per aderire al vangelo avrebbe dovuto dividere quei pochi chicchi di sale che non hanno perduto il loro sapore, dalla fiumana di miele che ha rotto gli argini e invaso ogni chiesa. E per restare fedele al Maestro avrebbe dovuto chiamarsi "città della spada".

1994
"beato colui che non si scandalizza di me" (Mt 11,6)
Gesù pronuncia queste parole nel culmine della missione terrena mentre la sua fama di taumaturgo si diffonde a macchia d'olio. Credo abbia voluto mettere in guardia chi in malafede fosse tentato di screditarlo affermando che per compiere tali enormità di prodigi doveva per forza usare il dito di satana. Tale illazione avrebbe portato a sconfessare il suo predicato e porre le sue opere buone d'impedimento per credere alle sue parole. Teniamo presente che siamo nel Nuovo Testamento nel quale attraverso il Figlio comincia a manifestarsi la misericordia del Padre. Se osiamo trasferire questa equazione nell'avanti Cristo, otteniamo un riscontro capace di delegittimare la fede della maggioranza dei cristiani di ogni confessione. Il Dio terribile dei 46 libri dell'Antico Testamento in merito alla questione non avrebbe detto "beato colui che non si scandalizza di me"...ma piuttosto "maledetto colui che si scandalizza di me". E di materiale per scandalizzarsi se ne trova in sovrabbondanza, solo che stavolta non opere buone velate dal vago sospetto come nel Nuovo, ma opere spudoratamente cattive tanto da essere state battezzate...atrocità della Bibbia. Questo nuovo scenario io credo abbia creato le condizioni affinché coloro che non sono fermamente radicati nel timore, nella piccolezza e nell'umiltà, inorriditi da tanto sangue versato siano caduti in una trappola. Nella migliore delle ipotesi di mediare un compromesso fra quanto sta scritto e la necessità di renderlo simbolico, nella peggiore...di giudicare Colui dal quale saremo giudicati e condannarlo a non poter fare quel che gli pare e piace.

1995
"Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta" (Mt 11,7-9)
Gesù si riferisce a Giovanni Battista e ne mette in rilievo i pregi puntando l'indice contro due gravi malformazioni del genere umano: la scarsa personalità dovuta alla mancanza di adesione alla verità e l'amore per l'esteriorità generato dall'infantilismo della vanità. Il precursore del Messia è stato il modello a cui si sono ispirati molti eremiti del passato che sono riusciti a restare fedeli alla loro missione. Abbracciata la vocazione la perpetuavano fino alla morte fuggendo di luogo in luogo ogni volta che venivano trovati, ritenendo per convinzione di fede, la preghiera a Dio più efficace della parola che loro avrebbero potuto dire al prossimo. Oggi l'elezione eremitica è degenerata...non solo quando i solitari vengono trovati non fuggono, ma se ne compiacciono e addirittura vanno in cerca di gente da catechizzare convinti che la vita contemplativa si possa alternare con quella colloquiale senza subire danni irreparabili. Di questi tempi ne troviamo parecchi anche nello sconfinato deserto di fb, anacoreti con consistenti sequele di follower che stanno tutto il giorno ad intrattenere chi avrebbe bisogno di trovare un'asceta capace, non di consolare...ma di far tremare!

1996
"Abramo quando l'angelo della morte venne per impadronirsi del suo spirito disse a Dio...hai mai visto un amico desiderare la morte dell'amico? Il Signore gli rispose...e tu hai mai visto l'amante rifiutare l'incontro con l'amato? E allora Abramo disse...angelo della morte prendimi"
Un brano del mistico islamico Al Ghazzali vissuto nell'anno mille getta un'incredibile fascio di luce rivelatrice sul più angosciante dei misteri...quello della morte, una buona novella che scoperchia ataviche convinzioni e ci mette quasi nella condizione di ringraziarla. Quanto sollievo ci viene da questo breve aneddoto, quanto dovremmo tenerne conto ogni volta che la morte bussa alla nostra porta per esorcizzare la disperazione. Quando giungeremo alla maturità dell'amore desidereremo la morte con tutto il nostro cuore perché non sarà un tuffo nell'ignoto, ma il più agognato approdo che sia mai stato concepito.





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